AFORISMI SULLE RELIGIONI

PENSIERI SULLE RELIGIONI – DA “LA FORESTA DEGLI AFORISMI” – NON PUBBLICATO

 

38-  Essenza della fede

  Insegna Parmenide che la medesima cosa non può essere, al contempo, saputa e creduta; infatti, come ammette S. Agostino nella Summa theologica, “Credere est tendere in unam partem contradictionis cum formidine alterius  partis”, ossia sforzarsi di pensare che le cose stiano in un certo modo anzichè in un altro, pur sapendo che non c’è la prova che stiano nel modo desiderato o insegnato: quindi credere è un atto non cognitivo, ma volitivo – non accertativo della realtà, ma costitutivo di uno stato psichico. E, se così è, sussiste il forse serio pericolo che il credere insistente, convergente e fanatico della massa finisca per creare davvero un Dio ad immagine e somiglianza –horribile dictu– dei credenti.

 

64- Radici

  L’atto costitutivo della chiesa cristiana romana si può riconoscere nell’accordo per falsificare il Nuovo Testamento.

 

88- Comunità religiose: origini e pervertimento.

  In origine, nelle mani dei fondatori, le comunità religiose sono strumenti rivolti alla realizzazione spirituale dei  singoli. Successivamente nella comunità si forma un corpo di amministratori, che hanno il compito di potenziare e perpetuare l’organizzazione – ossia, potenziarla e perpetuarla diventa il loro fine; e siccome essi sono, all’atto pratico, i personaggi più importanti della comunità (gestiscono i soldi e le relazioni con l’esterno), l’osservanza dei dogmi e dei riti, diviene lo strumento di quel potenziamento e di quella perpetuazione, e la vigilanza su questa osservanza diviene privilegio e potenza di costoro. Così, l’apparato da mezzo diventa scopo, le sue proprie esigenze si impongono sulle altre, e la realizzazione interiore individuale perde importanza, anzi, finisce col divenire una minaccia eversiva, poichè depotenzia il ruolo dei signori dell’apparato, mentre l’ortodossia esige soprattutto comportamenti di conformazione e obbedienza all’interno della comunità, e di differenziazione e disprezzo verso l’esterno. Esige dai devoti, in ogni caso, essenzialmente comportamenti esteriori, perchè sono gli unici che possa imporre, controllare, ed esibire come dimostrazione di forza e compattezza. I comportamenti così prescritti, prescindendo da quelli economici, sono sovente complicati, impegnativi, debilitanti e persino paradossali: ciò serve a tenere la mente occupata e lontana da pensieri pericolosi, e a spezzare l’autonomia di giudizio -scopi che, peraltro, data la generale degenerazione culturale, possono anche essere benefici. E presto i devoti ignoranti scambiano questi atti esteriori per atti di devozione alla divinità anzichè all’organizzazione, o meglio ai suoi capi – scambiano il rimbecillimento per progresso spirituale.

  In conclusione, chiunque voglia perseguire la propria realizzazione, farà bene a rifuggire l’inserimento in qualsiasi apparato.

 

212- Metodologia della conversione

   Il problema preliminare delle religioni verso i nuovi adepti, è quello distaccarli dal modo corrente di pensare, di agire, di essere – ossia di sbrancarli dal ‘mondo’ per inglobarli in sè stesse.     A questo fine, esse adoperano correntemente o il sistema del dogma, o quello del dilemma – salvi i casi di procedimenti iniziatorii più o meno traumatici, o ricorrenti a sostanze psicotrope.

  Il sistema del dogma è quello autoritario che impone al pensiero una verità assoluta  e rivelata, e una legge parimenti assoluta e rivelata all’azione, all’insegna della massima certezza e della negazione della possibilità e legittimità del dubbio persistente. Tutto è regolato in modo codicistico. C’è una risposta per tutto e per tutti, e chi non si conforma, è condannato. Accanto agli ovvii vantaggi, l’inconveniente di questo sistema è che esso, dovendo accontentarsi di insegnamenti capibili  abbastanza uniformemente da tutti, non può presupporre molta intelligenza nei suoi destinatarii, quindi i suoi insegnamenti devono essere semplici e non discostarsi troppo dal pensiero comune, almeno concettualmente; siccome però il suo scopo è operare il distacco dal pensiero comune, lo fa per altra via, ossia non per via concettuale. Lo fa sovente imponendo dogmi contrarii al senso comune ma facili a capirsi letteralmente, e soprattutto comportamenti contrarii ai modelli della comune coscienza. E  dato che quest’ultima è orientata in senso edonistico, esso impone innanzitutto rinunce ai piaceri corporali.  Impone inoltre attività rituali complesse, parimenti contrarie alla concezione ordinaria del rapporto di causa-effetto, nonchè lunghe preghiere, di ore ed ore, che assorbano tutto il tempo libero dei devoti, in modo che nel restante tempo essi stiano completamente occupati dalle attività quotidiane spicciole e necessarie, e non abbiano tempo di riflettere autonomamente. Essi devono avere la mente costantemente impegnata o a pregare, o ad eseguire i precetti, o ad opporsi a proprii impulsi, o ad espletare attività che non diano occasione di sviluppare idee proprie. E’ vero che, in questo modo, i suoi adepti tendono a sviluppare un pensiero e a una moralità infantili, o addirittura rimbecilliscono; ma tanto sono persone che rimbecilliscono in ogni caso, e quello religioso è un modo meno nocivo di rimbecillire, rispetto a quello materialista ed edonista, perchè almeno non porta a reincarnarsi in bestie. Le persone intelligenti che si inseriscono in questi credi malgrado il modesto livello concettuale che li caratterizza, di regola, lo fanno o per il gusto di dominare, o per arricchirsi, o per puntellare il proprio io ipertrofico, oppure perchè vogliono davvero aiutare il prossimo. Esempi di religioni che applicano prevalentemente questo metodo, almeno con le masse: il cattolicesimo, l’islam, i farisei, i c.d. Hare Krshna, i testimoni di Geova.

  Il sistema del dilemma, dell’incertezza, dell’indeterminatezza, è adatto per gruppi più ristretti; esso mira a produrre una rottura col senso comune, con l’identificazione nei valori e nelle certezze correnti, attraverso un mezzo opposto a quello descritto sopra, ossia suscitando un’esperienza problematica per poi imporre, in vista della liberazione o illuminazione, il dilemma invece della certezza, il paradosso invece della logica, la suspense invece del dogma, la ricerca invece del dottrina e la contradizione invece della legge, forzando il neofita a una sofferta, ristrutturante e interminabile elaborazione personale. Il vero pensiero del Maestro, resta Mistero, e il suo atteggiamento verso di te è imprevedibile. Spesso ti trovi anche abbandonato, paurosamente libero. I seguaci non sanno quale traccia seguire e disputano costantemente sulla sua interpretazione. Il koan dello zen e la meditazione al buio tibetana sono l’espressione più pura di questa tecnica. Ad essa ricorrono o ricorrevano ampiamente anche Sai Baba, Osho Rajneesh, Anandamayi Ma, Ramana Maharshi e Hairakhan Babaji. Si usa anche in molte religioni che prevalentamente adoperano l’altro metodo, ma a livelli superiori a quelli pubblici, a livelli iniziatici, di adeptus exemptus. In  complesso, quello della dubitazione è un metodo difficile da applicarsi su vasta scala, e riservato a cerchie ristrette di persone strutturalmente capaci di convivere col dubbio e coll’antinomia; perciò non è frequente incontrarlo. I suoi inconvenienti sono quelli generali dati dalla libertà nell’agire, nel sentire, nel pensare – quindi molti dei suoi adepti si lasciano andare alle proprie personali inclinazioni e prendono grandi sbandate. Inoltre sviluppano sovente il gusto dello stato dilemmatico, dell’ambiguità, del soggettivismo, come fini a sè stessi.

  Nel filosofo vero, diversamente che nell’uomo di religione, la coscienza, o lo spirito, attua da sè la rottura e la liberazione dal pensiero ordinario, applicando ai suoi contenuti la critica razionale pura, come fecero -per esempio- Parmenide e Bradley.

 

227- Eravate a Sua immagine e somiglianza …

  Dio fece l’uomo a Sua immagine e somiglianza. Poi però lo privò di qualcosa, per fare la donna. Non ci fu benevolenza in questo, contrariamente a quanto scritto dai compilatori della Genesi, bensì gelosia – lo conferma il fatto che anche nella mitologia ellenica i sessi in origine non erano divisi, ma a ciò provvedettero gli dei, perchè gli uomini non sessualmente divisi sembravano loro troppo potenti. E il dio che proibì di mangiare il frutto dell’albero della vita e del bene e del male affinchè l’uomo non diventasse simile a lui, sembra proprio l’opposto -l’Avversario- di quello che si sarebbe preso la briga di farsi uomo e di morire come uomo, per illuminarci e donarci la vita eterna quali suoi figli.

 

 

244- La vera pietra filosofale:

  Quella che tramuta la visione pessimistica della vita in una ottimistica della morte.

 

267- Tema per la meditazione natalizia del gregge dei fedeli:

  “In virtù di quale dono dello Spirito Santo la Chiesa riesce a essere davanti ai nostri occhi e dentro ai nostri cuori sempre la protettrice dei deboli, mentre storicamente è stata sempre alleata dei potenti, dei sopraffattori, dei colonialisti, degli imperialisti, degli schiavisti, degli oscurantisti, quando non ha massacrato e torturato in proprio, dagli Albigesi a Galileo?”

  R.: “Non in virtù dello Spirito Santo, bensì del nostro bisogno di credere che sia tale, e della suggestione di pochi altruisti, famelicamente filantropi, sfruttata dall’abilità di molti opportunisti”.

 

 

272- Perchè tante stragi nelle sette? Perchè tanta insistenza su temi apocalittici?

  R.: Le sette si formano intorno a un capo carismatico che fa vivere ai fedeli un mondo di sogno come se fosse quello reale. Ma gli urti contro la dura realtà prima o poi mettono in crisi il mantenimento della fede nel mondo di sogno. Allora la fede nel sogno si difende demonizzando e svilendo il mondo reale, materiale, corporeo che lo minaccia, e chiedendo ai fedeli di separarsi da esso e di combatterlo.

  Quando tale combattimento si rivela poco sostenibile e inidoneo a stornare il ritorno del reale, la fede nel sogno si difende sviluppando la convinzione delirante collettiva dell’imminente-immanente fine del mondo reale-materiale a causa della sua nequizia e ad opera di un agente alleato alla fede e collocato nella trascendenza -dio, la natura, etc.; in questo modo la fede nel sogno si prende, sul piano delirante, una rivincita  sul mondo reale, facendo subire a questo -ad opera di un dio vendicatore- la stessa demolizione che questo faceva subire alla fede del sogno, e insieme facendo pregustare ai poveri adepti la sconfitta del loro avversario – ed essi la pregustano, anche se essa, nelle loro rappresentazioni, comporterà -perlopiù- la fine del loro mondo o perlomeno di molte cose e persone a cui tengono.         

  Siccome però tale vendetta tarda sempre a venire, e l’apocalisse non arriva mai, questa difesa, come le altre, prima o poi entra in crisi. Quando ciò accade e ricomincia lo sfaldamento della fede nel sogno, e tutto sembra crollare, si generano i presupposti per i suicidii collettivi. In essi, il leader della setta chiede ai seguaci di rinunciare definitivamente ed effettivamente (non più solo fantasticamente, come nei miti apocalittici) a ogni compartecipazione nel diabolico e infelice mondo materiale, pulsionale, corporeo -quindi di rinunciare al corpo distruggendolo- per poter passare, definitivamente, al mondo ‘spirituale’.

 

331- Il peggiore degli Inferni? Un Paradiso a termine.

 

332– Fisioterapia riabilitativa per i grandi devoti, dopo la rimozione dell’apparecchio gessato (v. n. 323 )

  Esercitarsi nello studiare le varie religioni: a)classificandole organicamente secondo i criterii della tassonomia zoologica evoluzionistica, in quanto alle relazioni esterne di ciascuna di esse con le altre; b)analizzandole coi metodi della psicopatologia in quanto ai contenuti e alla strutturazione interna di ciascuna.

 

339- Tiresia doceat

  Il buon credente teme dio, ma ancor più la caduta della sua maschera. Il mito dell’accecamento di Tiresia (per aver osato guardare la dea nuda al bagno) ha la funzione di preavvisare tutti dei pericoli cui si espone chi non ottempera al criptico monito: “I TEGO ARCANA DEI”.

 

342  Oremus

  La fede è o repressione consapevole, oppure inconscia rimozione, del dubbio. Nel primo caso la si qualifica ‘fede di mala fede’; nel secondo, patologica.

 

 

346– Verificabilità

  Qualsiasi ipotesi in cui si inserisca Dio, o l’infinito, l’assoluto, etc. come variabile, è inverificabile -ossia, insignificante.

 

357- Degenerazione sacra

  I riti di passaggio, ossia le iniziazioni con cui i fanciulli vengono omologati come adulti nella tribù, sono di solito eseguiti coralmente da tutti gli adulti maschi della tribù insieme, e non da una casta sacerdotale depositaria di un potere o di una legittimazione esclusive: essi inscenano, con maschere, sangue di animali e rumori strani, una sparizione e sottrazione improvvise dei fanciulli iniziandi, il loro divoramento o squartamento ad opera di qualche mostro impersonato da qualche adulto mascherato, e la loro rigenerazione magica finale- o altre sciocchezze simili, che spaventano le donne e le tengono in soggezione e lontane dalle ‘cose degli uomini’.

  Però gli antropologi riferiscono che gli adulti che celebrano questi riti sono consapevoli che si tratta di una finzione, di una messa in scena: uno aborigeno australiano riferiva schiettamente: “Il rito? Raccontiamo balle alle donne e mangiamo i maiali sacrificati”.

  Questo accade laddove la celebrazione dei riti, e la consapevolezza del loro carattere ludico e fittizio, compete a tutti gli adulti come tali, egualitariamente. Quando invece si forma una casta sacerdotale depositaria in via esclusiva della legittimazione al rito, allora soltanto questa casta, o parte di essa, mantiene la consapevolezza del carattere fittizio e ingannatorio del rito, e specula sull’inconsapevolezza degli altri membri della società a fini di potere e di locupletazione: il business dell’ignoranza e della superstizione.

 

358- Kefas

  Era il più duro di testa, era pronto a  rinnegare, e ambiva al primato nel Regno dei Cieli: di diritto gli spettava dunque di fondare la dinastia dei becchini dello spirito.

 

 

364– Eterni paralleli

Come il decadimento della coscienza filosofica produce la fede, così quello dell’uranio produce il piombo.

 

386- Incubo per l’Anima:

Il pensiero che credere nell’immortalità di qualcosa che non si vede, è più facile che rubare una caramella a un bambino.

 

387- Refugium maerentium

I tormenti dell’esistenza un tempo si sopportavano grazie al sentimento religioso; oggi, grazie alla coscienza dell’assurdità dell’esistenza stessa.

 

393- E fece l’uomo a sua immagine e somiglianza

Ma niente è più diabolico, che l’immagine speculare di Dio.

 

399 -L’ideale della religiosità sociale hindu:

Passare la vita fermi davanti a un semaforo spento.

 

401 -THE CREATIVE CREED OR THE TRIUMPH OF TRUE MAGIC

The latest of the Apostles is said to have said unto few:

“However and whatever we believe, we actually know nothing for sure as to how God  is fashioned  or whether he exists at all, for we have no proves.

But it is our will, that a God should exist, and that he be fashioned in a certain manner, and have certain assets, for we want our souls not to perish, and we want to fancy the good will be eventually rewarded and the evil ones chastised:

Thus we shall keep gathering to masses, like armies, and by means of our converging prayers, songs, and rites, direct the energy of our enhanced and converging willpowers to make such will come true. Grieve not.

This very way we will eventually make sure that such a God does exist anyhow, I mean, whether he existed on his own or  not; and that he be good and love us.

For even this and nothing else is the essence of faith, which is True Magic, an operating one, and not, as your fathers were taught to believe, a stark set of convictions that could not be shaken by contrary evidence. Amen.”

 

407-Namaskar

Il vuoto che è in me saluta il vuoto che è in te.

 

408-Credente:

Colui che definisce la luce con la sicurezza di un cieco.

 

418-L’ambizione luciferina di ogni chiesa:

Costituirsi come istituzione che sopravviva allo spirito.

 

432 – Fides e Feedback

  Il fedele tiene una condotta tale da ricevere approvazione e accettazione da parte della società dei fedeli. L’approvazione-accettazione gruppale, di cui quasi tutti e quasi sempre hanno una necessità molto più forte di ogni altra cosa, funge da rinforzo a quella condotta. Questo è il meccanismo e la forza che, agendo sull’insieme degli appartenenti al gruppo con  maggior potenza di ogni altro fattore, trasforma gradualmente la creatività iniziale dell’ispirazione mistica in una ripetizione istituzionale, la spiritualità in conformismo, la meditazione in litania, ma prima ancora l’essere-con-consapevolezza in un fare robotico.

 

 

 

 

445-Lo stato presente della religiosità:

La fede è oggi ridotta a credenza nelle parole tramandate dalla fioca e diffusa eco di un vecchio delirio, basato su antiche allucinazioni.

 

471-             Donna cattolica: “Mi costringo a fare ciò che non mi piace e a non fare ciò che vorrei, così posso farlo pesare a chi mi vuol bene.”

 

472-             Bianchi Redentori: I cigni nuotano sul lago verso l’antica Ombra per dissiparla col loro ultimo Canto.

 

473-             Falsi Redentori: Hare Klysma.

 

 

474-             Dio è transfert sul nulla.

 

 

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2 risposte a AFORISMI SULLE RELIGIONI

  1. mario scrive:

    noto dell’ateismo
    l’ateismo e fede nel nulla… una forma di religione non trova?
    tuttavia ci viene in soccorso la fisica sub-atomica: il vuoto non è vuoto.

    le particelle sono emissarii dei grandi complessi
    le particelle sono uniche e ubique
    io che osservo sono anche parte dell’osservato

    ebbene tutte queste dicotomie sono fisica

    al cern fanno finta di non saperlo, ma, grazie a Dio, lo sannno

    M

    • admin scrive:

      Scusi la tarda risposta. Sì: chi crede, non sa. Chi ha fede, non sa. altrimenti non direbbe “credo che” e “ho fede che”. Direbbe: “so che”. Quindi credere e fede possono far star bene (o male: sensi di colpa, paura), ma non aumentano la conoscenza, che è data dal “so” e non dal “credo”. Però, se legge il mio IL CODICE DI MAYA, Nexus Edizioni, vedrà (saprà) che non sono affatto ateo, anzi che ho i migliori argomenti a confutazione dell’ateismo!.
      Saluti

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