ARMI STRATEGICHE E DIRITTI DEI LAVORATORI

Che si prenderà le ultime scorte di petrolio, nickel, rame etc.? Chi resterà senza queste commodities e dovrà rinunciare al proprio benessere? Le risorse naturali, e alcuni metalli specialmente, si avviano rapidamente all’esaurimento, anche a causa del forte consumo da parte dell’esplosiva economia cinese, che guida la corsa all’accaparramento anche di terre agricole e di fonti d’acqua. La riserve calano, la competizione per assicurarsele si accende, e le potenze dotate di armi nucleari strategiche, quindi in grado di imporsi in questa competizione togliendo le risorse alle altre, sono tre: USA, Russia e Cina. Le altre, tutte le altre, non avendo vettori nucleari intercontinentali, non possono eseguire rappresaglie, quindi  possono essere fermate con la minaccia o l’attuazione di un attacco nucleare o anche convenzionale da parte di USA o Russia o Cina, o un’occupazione finalizzata all’impianto della democrazia quando si vuole vendere materie prime e petrolio in particolare senza passare per il Dollaro. Gli altri paesi nucleari, ossia Francia, Gran Bretagna, Israele, India, Pakistan, Corea del Nord, hanno vettori nucleari difensivi, incapaci di colpire un eventuale aggressore lontano migliaia di chilometri, quindi inutili come deterrente contro di esso. La Nato ha armi strategiche intercontinentali, ma le controllano gli americani, quindi non sono certo al servizio degli interessi europei. Se esistesse una federazione europea capace di una sua politica di autotutela, si doterebbe, come prima priorità, di missili balistici intercontinentali con testate da 20 megatoni e di sottomarini nucleari con altri analoghi vettori strategici. Sarebbe la più grande potenza economico-industriale, con 600 milioni di abitanti, e potrebbe ‘partecipare alla spartizione delle risorse planetarie. Invece non lo farà.

La Cina ha un sistema monetario che le consente di finanziare la spesa pubblica e gli investimenti sia interni che all’estero senza contrarre debito, sicché riesce non solo a crescere vertiginosamente, ma anche a fare incetta delle risorse planetarie, dalle miniere africane ai ristoranti di Venezia, togliendole praticamente a costo zero a paesi come l’Italia che invece affondano in un indebitamento pubblico e privato che oramai si riconosce essere irredimibile, inestinguibile. Inoltre la Cina ha un esercito di un miliardo – ripetesi: un miliardo – di lavoratori disciplinati e zelanti, con pochi diritti e poche pretese, senza scioperi, e con la loro smisurata forza produttiva invade settori di mercato globale occidentali, compresi molti di quelli tradizionalmente italiani. Inoltre, anche in fatto di ricerca e innovazione tecnologica è in grado di raggiungere o surclassare la maggior parte dei competitori sul mercato globale in molti settori, mentre l’Italia da vent’anni perde posizioni in fatto di produttività, infrastrutture, quote di mercato, ricerca e innovazione, efficacia della sua scuola. Non parliamo del confronto con altre potenze emergenti quali India, Russia, Brasile. Nello scacchiere mondiale, l’Italia, come soggetto politico, conta zero. Conta come area di conquista e sfruttamento di altri.

Poiché queste cose non vengono (per ora) dette né capite a livello di opinione pubblica, si può ancora esaltarsi coi sindacalisti, con Bagnasco e compagnia bella per il reinserimento forzato nel posto di lavoro degli operai della Fiat di Melfi e raccontare  alla gente  che oggi c’è da combattere contro la logica della globalizzazione finanziaria per preservare i diritti salariali e non conquistati dai lavoratori italiani in decenni di lotte sindacali democratiche. Quei diritti possono essere giustissimi – non si discute – ma sono finiti, finiti senza ritorno,  poiché l’evoluzione geostrategica e geoeconomica (assieme all’involuzione e stagnazione del sistema-paese italiano) ha eliminato il loro presupposto, che era il fatto che l’Italia era una potenza economica e tecnologica in crescita, con un reddito e una produttività pro capite comparativamente elevati. L’Italia dei decenni scorsi poteva viver bene e dedicarsi al contempo ai grandi obiettivi sociali e ideali, ai diritti dei lavoratori senza pari doveri, al 27 politico per tutti gli studenti, all’assistenzialismo a pioggia, perché la generazione precedente aveva lavorato sodo e con poche pretese; e perché i giganti asiatici non si erano ancora svegliati; e anche perché allora l’indebitamento pubblico era basso e c’era molto spazio per spendere a deficit e indebitare le generazioni future.  Ora la pacchia è finita, arriva lo scontro con la realtà, e l’Italia è un paese vecchio e ristagnante, sempre più ingessato dai suoi debiti e simultaneamente schiacciato da sistemi-paese concorrenti molto più produttivi, dinamici, innovativi,  nonché in grado di prendersi con la forza le risorse di cui hanno bisogno, e – nel caso della Cina – addirittura di finanziare senza indebitarsi la propria espansione economica e il lavoro per il suo sterminato esercito di lavoratori e consumatori.

01.09.10 Marco Della Luna

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10 risposte a ARMI STRATEGICHE E DIRITTI DEI LAVORATORI

  1. Pingback: Come l'economia cinese regge il mondo globalizzato - Stormfront

  2. Roby scrive:

    Quale realtà poltica stiamo vivendo in Italia e nel mondo?
    I Protocolli dei Savi Aziani di Sion sono la chiave di lettura?
    O forse la plebe, la massa ingnorante vuole farsi schiacciare?
    La globalizzazione significa omolgare l’ignoranza planetaria?
    La globalizzazione vuol dire chiudere tutti nel grande recinto e subire senza azione?
    Ma non è meglio fare ognuno i cavoli propri, e votare il ploitico di turno delgando a lui il potere?

    Distinti saluti,
    Roby

  3. Roby scrive:

    Può una mente sana e logica sperare di governare una massa con successo per mezzo di argomenti e ragionamenti, quando sussiste la possibilità che essi siano contraddetti da altri i quali, anche se assurdi e ridicoli, vengano presentati in guisa attraente a quella parte della plebe, che non è capace di ragionare o di approfondire, guidata come è interamente da piccole passioni e convenzioni, o da teorie sentimentali?
    Il grosso della plebe, non iniziata ed ignorante, assieme a coloro che sono sorti e saliti da essa, vengono avviluppati in dissensi di partito, che rendono impossibile qualsiasi accordo anche sulla base di argomenti sani e convincenti. Ogni decisione della massa dipende da una maggioranza casuale o predisposta la quale, nella sua totale ignoranza dei misteri politici, approva risoluzioni assurde, seminando in questo modo i germi dell’anarchia. La politica non ha niente di comune con la morale; un sovrano che si lascia guidare dalla morale non è un accorto politico, conseguentemente non è sicuramente assiso sul trono. Chi vuol regnare deve ricorrere all’astuzia ed all’ipocrisia. L’onestà e la sincerità, grandi qualità umane, diventano vizi in politica. Esse fanno perdere il trono più certamente che non il più acerrimo nemico. Queste qualità devono essere gli attributi delle nazioni Gentili, ma noi non siamo affatto costretti a lasciarci andare da esse. Il nostro diritto sta nella forza. La parola “diritto” rappresenta un’idea astratta senza base alcuna, e significa né più né meno che: “datemi quello che voglio perché io possa dimostrarvi in conseguenza che io son più forte di voi”.

  4. Roby scrive:

    Il sistema parla al grosso della plebe.

    <>

    Traduz. italiana del protocollo n.1 parte dei Protocilli dei Savi Aziani di Sion

  5. Marco Della Luna scrive:

    PNL E MONETA CINESE
    Grazie degli apprezzamenti e dell’attenzione.
    La resistenza linguistica, ossia l’acquisire consapevolezza semantica e non farsi buggerare dalle armi linguistiche e pnl, è fondamentale – a questi temi ho dedicato larghe parti del saggio NEUROSCHIAVI.
    In quanto alla moneta cinese, e a come lo Stgato cinese, essendo proprietario della banca centtrale di emissione, possa fare molte cose senza indebitarsi, vedi LA MONETA COPERNICANA, 2a parte – ed. Nexus.
    Il fatto da spiegare al parco buoi è che, con quell’assetto monetario, contro la Cina non c’è gara.

  6. Riccardo scrive:

    …La Cina ha un sistema monetario che le consente di finanziare la spesa pubblica e gli investimenti sia interni che all’estero senza contrarre debito…

    Come ?

    Tutti si presentano con questa frase, ma non spiegano mai come !!

    La riserva frazionaria è al 17.50% contro il 10% dell’America, ma ovviamente non è solo questa la soluzione…

    Saprebbe illuminarmi ?

    Grazie in anticipo

  7. Roby scrive:

    Consiglio di pubblicare questo articolo nei vostri blog con questo titolo: “Ora la pacchia e finita”.

    A chi ha blog, o frequenta altri blog fatte girare questo articolo.

    Forza Italiani, fuori i coglioni!

  8. pippo scrive:

    Non credo che nessuna nazione dotata di armi nucleari possa mai pensare di lanciarle sul serio perchè sarebbe la distruzione totale.

  9. Deciomeridio scrive:

    Ottimo articolo !

    Per favorire l’ invasione del nostro paese adoperano anche armi molto sottili.

    Molti lettori avranno notato come numerosi Partiti politici ed Associazioni favorevoli al libero ingresso degli stranieri nel nostro paese preferisca chiamare questi ultimi MIGRANTI e non IMMIGRATI.

    I due sostantivi , benchè ad una prima lettura possano sembrare simili , in realtà non lo sono affatto.

    Immigrato significa : ” Persona migrata in… ” ossia persona che si è mossa dall ‘ ESTERNO all’ INTERNO di uno Stato , come pure Emigrato sta ad indicare un concetto esattamente opposto.

    La parola IMMIGRATO possiede dunque racchiusa al suo interno , in maniera implicita , il concetto stesso di CONFINE , che queste persone dichiarano apertamente di volere abolire.

    Migrante è invece una parola che NON implica il concetto di ” dentro ” e ” fuori ” significa semplicemente persona che si sposta semplicemente sul territorio : oggi è quì e domani potrà essere là.

    Ed infatti fino a pochi anni fà la parola MIGRANTE si adoperava esclusivamente per la FAUNA e non per gli esseri umani.

    Ora , se questi signori riescono a farci adoperare MIGRANTE al posto di IMMIGRATO , possiamo essere certi di aver cominciato a far scomparire dal nostro cervello il concetto stesso di confine , e ciò rappresenta un loro obbiettivo politico dichiarato.

    Una cosa esiste solo se esiste nella testa delle persone che la pensano : esiste una scienza che si chiama PNL o programmazione neuro linguistica che si occupa di modificare il sistema di credenze di una persona adoperando proprio il linguaggio.

    Una scienza che questi signori dimostrano di conoscere molto bene.

    Il mio invito è dunque molto semplice : continuiamo a chiamare questi ospiti come abbiamo sempre fatto , con il sostantivo IMMIGRATO , come atto di RESISTENZA LINGUISTICA.

    Tanto per ricordare a noi stessi , prima che a loro , che questa terra è CASA NOSTRA.

    Deciomeridio.

  10. Luca scrive:

    Avvocato, qui non c’è speranza. Lei, comunque, continui con i suoi articoli e libri, perchè, essendo persona informata sui fatti e sull’andamento dell’Italia, ci mantiene informati. Certo, sono aggiornamenti – o, in questo caso, delle constatazioni di fatti – non rassicuranti per noi italiani, ma sempre utili per capire e farsi dei progetti per un futuro lontano dall’Italia.

    Proprio ieri ho avuto uno scambio di commenti con Roby nello spazio riservato nell’articolo precedente.
    Così come scritto, anche a lei gli dico che l’idea di emigrare è forte. Aspetto un po’ per via di alcuni impegni, ma la sensazione è quella di andare via, visto che la situazione in Italia è in deteriramento, così come la mentalità. L’unica cosa che cambia è l’aumento dell’immigrazione, la quale, da una parte, porta alla colonizzazione di imprese ( anche piccole e/o familiari ) straniere in Italia, dall’altra un aumento di delinquenza ed alla eliminazione di quel poco di diritto e rispetto per gli altri che era rimasto.

    Ora la saluto e vediamo come andranno le cose. Soprattutto sul lato economico. Per l’autunno, leggendo qua e là, è previsto un peggioramento. Non so, vedremo.

    Luca

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