I 68 MILIARDI PRENDIAMOLI QUI

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Disciplinare e tassare la prostituzione, con tutti gli opportuni presidi sanitari, che adesso mancano. Disciplinare e statalizzare la vendita delle droghe, con tutti gli opportuni presidi sanitari, che adesso mancano. Tassare le attività imprenditoriali delle chiese, i loro immobili adibiti ad uso imprenditoriale, la loro manomorta sugli immobili non di culto. Tali misure frutterebbero i 68 miliardi per la legge di bilancio, perché genererebbero ogni anno entrate di diverse decine di miliardi, strutturali, cioè permamentemente, non una tantum. E risparmi di spese carcerarie, sanitarie, giudiziarie, e di danni criminali. E toglierebbero profitti e potere al crimine organizzato nazionale e internazionale. E migliorerebbero l’ordine pubblico. E limiterebbero contagi e altri danni alla salute di decine di migliaia di cittadini.

Se la Chiesa Cattolica si opporrà, le si ricorderà che è nel suo interesse pagare le tasse, per rifarsi l’immagine compromessa da troppa pedofilia, e da troppo nascondimento della pedofilia (vedi gli archivi segreti che il card. Ratzinger fece istituire dai vescovi per tenervi le denunce di abusi sessuali), e troppi abusi bancari coperti sotto il neo-beato (vedasi Calvi, Marcinkus, Banco Ambrosiano e Ior). E le si ricorderà che l’alternativa sarebbe tagliare la spesa sociale e per l’occupazione: è per caso ciò che vogliono o preferiscono in Vaticano? Lo dicano. Agli oppositori laici si ricorderà che lo stato già vende i tabacchi e tassa le vendite di alcolici, che tra tutti e due fanno circa 190.000 morti l’anno (Fini, ad es., fuma in pubblico), e un numero molto maggiore di invalidi, mentre ora di droghe muoiono circa 3.000 l’anno, perlopiù uccisi dalle sostanze di taglio, e che ne morirebbero molti meno se le droghe fossero prodotte e vendute dallo stato, senza veleni e con controllo medico.

Come farebbe qualsiasi altra maggioranza, l’attuale maggioranza governativa si va a spaccare sullo scoglio dei vincoli di bilancio e risanamento da una parte, e le esigenze di investimenti e di alleggerimento fiscale. Perché se si taglia la spesa pubblica (welfare e investimenti), si hanno sia danni e conflitti sociali, sia calo del pil, e questo calo restringe le risorse (il reddito) per pagare gli interessi sul debito pubblico, e ancor più toglie quelle per ridurlo. Il paese diviene ingovernabile.

Per fare uscire l’economia dalla fase bassa e pessimista, occorrono forti e continui investimenti pubblici infrastrutturali, che creino prospettive e sicurezze di medio-lungo termine per gli investitori privati. Senza di queste, i privati non ritornano a investire, ma stanno alla finestra. Tanto più se intanto monta la tensione sociale per effetto dei tagli. E il ciclo espansivo non riparte di certo. E allora dove trovare le risorse per gli investimenti infrastrutturali? Giusto colpire fiscalmente le speculazioni finanziarie – solo che queste si spostano facilmente all’estero. Giusto colpire i grandi patrimoni – solo che anche questi sono o vanno all’estero. Giusto colpire i colpevoli delle maxi-frodi finanziarie, dei derivati-truffa, delle obbligazioni-fregatura etc.: ma bisognerebbe nazionalizzare grosse quote di banche (inclusa Bankitalia) e commissariare qualche fondazione bancaria di peso, prima che si auto-danneggi troppo con manovre incredibili e si faccia dirigere, che so, da una Goldman-Sachs. Questo però è troppo per qualsiasi maggioranza. E allora? Colpibili realmente e strutturalmente sono solo i medi e medio-piccoli patrimoni e redditi incapaci di riparare all’estero. Purtroppo però si tratta delle persone più attive nell’economia reale, che verrebbe ancor più affossata; o di pensionati con patrimonio ma oramai inattivi – che secondo il governo dovrebbero vedere le loro pensioni indicizzate al pil; o di piccoli risparmiatori che Tremonti sta aggredendo con la sua trovata di aumentare la tassa sui depositi di titoli.

 Certo, ancora meglio sarebbe fare una riforma monetaria, per eliminare la moneta-debito, cioè sostituire l’attuale insieme di money supply generato tutto mediante operazioni di indebitamento, con mezzi monetari generati senza indebitamento, come si fa con le monete metalliche, e come sporadicamente si è fatto anche con le banconote in periodi recenti e remoti. Ma una simile riforma non è fattibile perché incompatibile con gli attuali assetti di potere effettivo e coi loro interessi. Bisogna quindi pensare a riforme compatibili con questi.

In conclusione, non resta  che far emergere (regolamentandole nel miglior interesse collettivo) le attività economiche oggi ancora illogicamente sommerse, come la prostituzione e il commercio di droghe (oppure una logica c’è: cointeressenza tra istituzioni e traffici ufficialmente illeciti).  (La legalizzazione comprenderà controlli  periodici con spese a carico dei tossicodipendenti e obbligo di comunicazione dello stato di dipendenza  ai rispettivi datori di lavoro). E tassare i redditi e gli immobili imprenditoriali anche degli enti ecclesiastici, mentre oggi, in violazione della Costituzione e del principio di eguaglianza e leale concorrenza, sono esentati al fine di avere il sostegno politico del Vaticano. E colpire fiscalmente la manomorta immobiliare, ossia quel processo per cui gli enti definiti religiosi continuano ad accumulare, per lasciti ereditari, donazioni, compravendite, immobili su immobili, fino a costituire patrimoni esentasse smisurati, conferenti alla Chiesa un corrispondente peso economico e politico, che soggetti realmente religiosi non dovrebbero avere né aspirare ad avere, come diceva anche l’abate-filosofo Rosmini.

Sul fronte dei risparmi, occorre invece fare i conti, innanzitutto, con la previdenza e l’assistenza.

La previdenza non regge finanziariamente perché la popolazione invecchia, quindi si allunga il periodo in cui si percepisce la pensione mentre ci sono meno giovani occupati per pagare la pensione ai pensionati, i quali per giunta vivono più a lungo. Inoltre i giovani di oggi hanno sovente impieghi remunerati poco e irregolarmente, quindi versano meno di contributi. Si aggiunge il problema dell’onere aggiuntivo delle pensioni di reversibilità per mogli extracomunitarie sposate da italiani maturi o anziani al fine di procurare loro il diritto alla reversibilità. Questo insieme di problemi richiede misure decise: gradualmente, la soppressione della reversibilità per il coniuge superstite, che deve avere un reddito proprio; subito, l’innalzamento dell’età pensionabile, un tetto quantitativo alla reversibilità quale che fosse il reddito del coniuge defunto; un tetto alla cumulabilità con altri redditi; esclusione (con meccanismi da elaborare) della reversibilità di comodo per la moglie straniera.

Se per l’assistenza, la spesa sanitaria, le risorse sono insufficienti, bisogna che si cessi di erogare risorse in favore dei non-cittadini. Se le risorse scarseggiano per i cittadini, è illogico e illegittimo destinarle a beneficio di non-cittadini, soprattutto se non legittimamente residenti. Oggi stiamo pagando noi sanità e welfare di centinaia di migliaia di stranieri, con tasse e contributi più elevati, con servizi peggiori, con tagli ad investimenti e ricerca, con crescente indebitamento nazionale. L’Italia è in gravissime difficoltà: non può permettersi di regalare costose cure agli stranieri che non versano. Occorre innanzitutto quantificare il costo che attualmente  il paese sta sostenendo per l’assistenza sanitaria e non sanitaria in favore degli stranieri che non pagano contributi e tasse, e porre fine a questa uscita di denaro. Come? Lo straniero che non paga tasse e contribuiti e non si sottopone a controlli anti-infettivi non può avere assistenza sanitaria a spese dei contribuenti italiani. Punto. Se non si dota di adeguata assicurazione privata, viene espulso: quanto così risparmiato viene destinato a sanare il deficit della sanità. Secondo punto. Noti settori industriali e agricoli traggono vantaggio dai lavoratori immigrati pagandoli poco o in nero, e scaricando i costi sociosanitari sulla collettività (esternalizzazione del costo); ma ciò è contrario agli interessi del paese: se gli stranieri costituiscono un costo netto, questo costo va finanziato mediante un’imposta collegata al loro soggiorno in Italia. Terzo punto.

Ma lo scenario di fondo è un altro, è più ampio. E’ che siamo non in una crisi di ciclo, bensì di sistema. Di un sistema che sta per esplodere. Questo governo che sceglie di far quadrare il bilancio con una manovra di 68 miliardi scaricati però quasi interamente sul 2013 e sul 2014, e un’opposizione che sostanzialmente la accetta, e una UE e BCE che non insorgono, nonostante lo scarico differito sia palesemente una furbata irrealistica, perché nessun governo riuscirebbe a reggere un paese sottoposto a quei tagli – tutti questi fattori significano una cosa molto chiara: governo, opposizione, sindacati, UE, BCE, prevedono che di qui al 2013 la situazione cambierà tanto radicalmente, che quegli irrealistici impegni saranno semplicemente superati, che non si dovrà rispettarli. che quindi non serve nemmeno trovare idonee fonti per pagare il debito pubblico – cosa che si sa impossibile, e non solo per l’Italia. Per ora, per l’anno corrente e il prossimo, si tratta soltanto di far quadrare formalmente i bilanci, per mantenere una certa calma e governabilità, in attesa dello sconquasso che porrà fine a tutte le finzioni.

07.07.11 MDL

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25 risposte a I 68 MILIARDI PRENDIAMOLI QUI

  1. It awesome to go to see this site and reading through the views of all mates concerning this article, even though i am also keen of receiving experience.

  2. alessandro.ricchi scrive:

    Il problema di fondo, in questo momento di stagnazione/depressione dell’economia reale, è costitutito dal rallentamento/diminuzione della domanda di beni e servizi,

    che si riflette successivamente in:

    minore attività manifatturiera/commerciale -> minore occupazione -> minore sviluppo -> minore gettito fiscale (entrate statali) -> minore possibilità di risparmio -> minori possibilità di investimenti per il futuro (sia da parte delle imprese, che da parte dello Stato)

    e, come un gatto che si morde la coda, determina inoltre :

    peggioramento del rapporto Debito/Pil ( che impone la necessità di ricorrere a misure di finanza straordinaria = TASSE, per coprire i disavanzi di bilancio -> ulteriore impoverimento -> aggravamento della situazione sociale (che implica ulteriori aumenti di spesa) -> – conflitti sociali.

    L’economia (per lo meno nel modello di sviluppo che stiamo adottando) è come un motore, che gira finchè c’è carburante (ricchezza), e gira sempre più forte in rapporto alla quantità di carburante fornito. Inoltre ( se non altro fino al successivo momento di crisi) è in grado di auto-sostenersi essendo in grado di auto-produrre ulteriore carburante (ricchezza =>domanda => acquisti => produzione di beni => lavoro => profitti => ricchezza).

    Ma perché rallenta la domanda di beni e servizi?
    Semplice. Perché la gente, in un momento di crisi, o stringe la cinghia (la maggior parte per obiettive necessità dettate dalle condizioni economiche, che si sono ridotte, ma anche per l’incertezza generale del momento che suggerisce maggiore cautela ) o, addirittura non ha più neanche la cinghia da stringere (giovani – disoccupati – gente che ha perso il posto di lavoro ), vedendo azzerata la propria capacità di acquisto.

    La diminuita capacità di acquisto dei soggetti di cui sopra (sostanzialmente le classi meno abbienti) ne è la causa principale.

    E allora come fare per rilanciare la domanda?
    Semplice anche questo. Aumentandone la capacità di acquisto.

    E come farlo (senza un aumento degli stipendi che provocherebbe un’escalation dell’inflazione e problemi di competitività alle imprese) ?
    Ancora abbastanza Semplice.
    Ad esempio diminuendo il carico fiscale a carico dei redditi bassi, rimodulando le aliquote Irpef in modo che la parte tolta alle classi più misere venga recuperata da quelle più abbienti.
    Questa operazione consentirebbe, a saldi invariati per lo Stato, di aumentare il potere di acquisto generale della popolazione, ributterebbe sul mercato la “benzina” necessaria a riaccendere la spinta propulsiva a favore dell’industria e del commercio, potrebbe portare ad un aumento dell’occupazione, stimolerebbe ulteriormente le entrate fiscali (riduzione debito/pil) e la propensione all’investimento da parte dell’imprenditoria, contribuirebbe a placare i conflitti sociali latenti anziché inasprirli.
    Rimetterebbe in moto, in sintesi, la macchina dell’economia.

  3. Elisabetta scrive:

    @Alfio
    Vorrei precisare che la cassa integrazione viene concessa ai lavoratori dipendenti, quelli che le tasse le han sempre pagate perchè gliele hanno prelevate direttamente dallo stipendio. Ma non serve soltanto a mantenere a casa una persona in attesa di tempi migliori che altrimenti verrebbe licenziata senza troppi complimenti, ma serve anche, in un momento come questo, a non azzerare totalmente i consumi: piu’ mancano soldi, meno si consuma, piu’ ditte chiudono, quindi altre persone che non avranno possibilità di spendere, quindi altre ditte che chiudono e via di questo passo. Mi piacerebbe, ma, lo so, sono una sognatrice, che i grandi manager ci pensassero due volte, prima di sostituire i lavoratori con le macchine perchè alla fine è il lavoro che genera lavoro e se veniamo man mano sostituiti da questa o quella macchina, il lavoro svanisce. E’ vero che una macchina non percepisce stipendio e non protesta, ma è anche vero che non va a far la spesa, non va dal dentista e nemmeno dall’avvocato……..

  4. Roby scrive:

    Buone vacanze a tutti!

  5. Roby scrive:

    …sono in Uk e sono da poco rientrato da un viaggio di lavoro a Singapore, domani sono in Italia. Sono curioso di incontrare e respirare l’atmosfera italiana.

    Confermo che all’estero l’Italia e’ vista molto male, molto male dagli investitori istituzionali.

    Distinti saluti,
    Roby

  6. Roby scrive:

    Gentile Edoardo,

    la ringrazio per il suo commento.
    Distinti saluti,
    Roby

    P.S: ci sentiamo in privato

  7. Edoardo V Melaragna scrive:

    per Roby rif. Mail 15 Luglio 3:06 by [email protected]
    Cortese Roberto,
    ho letto la mail di cui a rif. e mi permetto di complimentarmi . La Sua analisi sia di pensiero che di filosofia di vita mi ha colpito in quanto e’ in completa antitesi rispetto alla massa critica che circola nei perimetri di questo: Stato ? Io sono persona che ha un back-ground di spessore e ho decriptato , anche se gia’ lo era , il messaggio Suo : urbi et orbi . In particolare essere apolitici , ma non anarchici . Ottimo quella capacita’ di auto-istruirsi ( internet docet ) . Ottima la analisi sui flussi di masse critiche a valore aggiunto e non . A parte , quel fallo vagante , lo dico laicamente .
    Cordialmente.
    Edoardo V Melaragna

  8. Roby scrive:

    vi invito a emmigrare, agli imprenditori a proteggere i propri asset all’estero. Alle famiglie di mandare i figli a studiare o lavorare fuori Italia, ad esempio in Svizzera o Canada.
    Distinti saluti,
    Roby

  9. Roby scrive:

    a proposito:

    l’INPS e’ inutile, e’ una industria di persone pigre
    la PA e’ impiegata da meridionali, e non solo, pigri
    i sindacati non servono a niente….sono dei burattini
    i politici servono a riempire i telegiornali di stupidita’
    ——————————————————————–
    totale 68.000.000.000 Euro

    Italia – politici – sindacati – PA – INPS = + 68.000.000.000 Euro

  10. Roby scrive:

    tutto quello che avevo scritto e’ in azione…

    Distinti saluti,
    Roby

  11. Roby scrive:

    Commento da Roby
    Inserito: 31 agosto 2010, 12:46

    Rispondo a @ Luca @ Alfio @Brumik

    Una piccola premessa.
    Io sono apolitico, per scelta, e non sono anarchico. Ho ricevuto un educazione cristiana-cattolica. Conosco abbastanza bene la Bibbia, l’jo studiata da giovane. Non sono massone e neanche praticante di società segrete di qualsiasi tipo. Sono ricco, libero ed indipendente. Questa è la mia forza. Amo la natura umana. Per mestiere creo e gestisco sistemi d’impresa a livello europeo. Quindi dal mio punto di vista, e torno a sottolineare il mio punto di vista non è assoluto, ma è la somma di fatti accaduti ed osservati filtrate dalle mie intuizioni personali posso affermare che l’Italia non ha nessuna speranza. Qui mi riferisco a l’Italia come sistema-paese, non come popolo italiano. Però vi ricordo che un sistema esiste perchè ci sono degli “attori del sistema” attivi. Quindi un sistema esiste solo se le persone (gli attori del sistema) giocano un ruolo attivo. Se queste persone non giocano quel ruolo il sistema non ha diritto di esistere. Ultima cosa il sistema, qualsiasi sistema deve essere misurabile.
    Se ogni individuo, avesse la capacità di discernere un pensiero oggettivo, dal suo sistema di credenze/opinioni e analizzasse/misurasse il sistema Italia, scoprirebbe che ci sono dei grossi problemi che non hanno soluzione, o meglio la soluzione c’è ma per farla breve il gioco non vale la candela, quindi è meglio lasciare a questi problemi a loro stato e “naturale” decorso.

    Il sistema è più forte dell’individuo, sempre. Se quell’individuo prova a riformarlo dall’interno, le possibilità di successo sono improbabili, ma non impossibili. L’improbabilità è legata al fatto che chi è attivo in un sistema, per scelta o per imposizione, deve rimanere in continua “allerta” (come fa l’avv. Dell Luna) ma questa attività cognitiva richiede un quotidiano e costante lavoro personale/individuale che gran parte della popolazione non è capace. La conseguenza è che l’Io delle Persona si fonde con l’Io del Ruolo/Sistema a cui si è assoggettato per “sentirsi” vivo. Nella gran parte della popolazione italiana l’io della persona è uguale l’io del ruolo, ma non per scelta volontaria ma per semplice accettazione, anzi ignorante accettazione della “realtà del sistema”. Se osservate le popolazioni nordiche scelgono di rispettare il sistema, contestano le sue regole, sono soggetti attivi per scelta, ma poi nella vita privata sono meno condizionabili rispetto al popolo italiano. Questo è un fatto! Hanno sistemi più avanzati di vita che influenzano l’io delle persona ed in ultimi analisi anche il suo patrimonio genetico. A tal punto che se il sistema è disegnato/progettato bene l’io della persona che si assoggetta al’io del ruolo/sistema può migliorare il suo patrimonio genetico. O non evolvere, vedi popolo italiano.

    Il sistema italiano è progettato male, per motivi storici/culturali e “genetici”.

    E’ inutile che vi ribellate al sistema, ma riprendetevi il vostro io personale. Liberatevi dall’io-ruolo imposto dalla “cultura italiana, imposto dal cultura del sistema veicolata attraverso i media. Scegliete altri sistemi di vita più avanzati. Perchè il sistema Italia è morto. Non perchè lo volgio o desidero, ma perchè è così. Non sprecate energia per combattere un gigante impazzito, costa troppo in termini energetici: emigrate. La scissione è un opzione, ma non sperate, non accadrà. Purtroppo, non accadrà.

    Gli immigrati saranno la salvezza dell’attuale sistema Italia, prenderanno il posto dei soggetti attivi che hanno scelto di emigrare. Per quelli che rimangono saranno domati dalle forze dell’ordine e schiacciati dal sistema.

    Il sistema Italia nel progetto globale, non vale un cazzo. Dal punto di vista economico è utile perchè la sua geografia offre dei porti per entrare nell’Europa del Nord. E non che i porti preoccupatevi saranno dati in gestione a società estere asiatiche ed arabe.

    Se avete letto il libro dell’avv. Della Luna – del quale ho la massima stima, anche se non lo conosciuto personalmente – posso affermare che ha fatto molto per analizzare e stimolare il dibattito nazionale. Ma secondo me la reazione è stata minima, non è causa sua, ma vostra ( @ Luca @ Alfio @Brumik…)

    Distinti saluti,
    Roby

    Commento da Luca
    Inserito: 31 agosto 2010, 20:42

    Ciao Roby, complimenti per il tuo commento. Si vede che è di cuore e quindi molto sentito.
    Ho tutti i libri di Della Luna, tranne “Il Codice di Maya” e “La moneta copernicana”.
    Quando scrivi che “L’improbabilità è legata al fatto che chi è attivo in un sistema, per scelta o per imposizione, deve rimanere in continua “allerta” (come fa l’avv. Dell Luna) ma questa attività cognitiva richiede un quotidiano e costante lavoro personale/individuale che gran parte della popolazione non è capace.“, dici cose sagge e che ho sperimentato nel mio piccolo.
    Infatti non si può vivere in perenne allerta, tutto questo – continuando con il tuo discorso che si sviluppa più in là della tua frase prima menzionata – comporta anche frustrazione e, alla fine, rassegnazione.

    Ma lo sai qual è il fatto? è che essendo italiano, ho a cuore la mia Nazione, mi dà fastidio che continui a stare in mano a zimbelli ( politici ) del genere ( qualunque essi siano ) dalla nascita della Repubblica fino ai giorni d’oggi ( diciamo che dopo Mani pulite la situazione si è peggiorata. Questa è la mia sensazione ).
    Mi dà fastidio come, a causa di “politici” del genere, si sia evoluta la popolazione italiana, sempre a caccia di sotterfugi, del pensare al proprio orticello e bassezze del genere.

    Emigrare? E’ da un po’ che ci stò pensando. Il tutto, se si dovesse realizzare, lo farei all’anno nuovo. Ora non posso. Ma l’idea è sempre più forte.

    Ancora complimenti per il tuo commento, veramente.
    Un saluto.

    Luca

    Commento da Roby
    Inserito: 1 settembre 2010, 11:44

    Rispondo @Luca

    Commento da Roby ( a l’articolo dell’ Avv. “Inganno, Depressione e Corruzione”)

    Inserito: 21 maggio 2010, 14:15

    avv. Della Luna scrive “Quindi, se non scoppia la rivoluzione, non perdiamo nulla, tranne il truculento e inverosimile spettacolo del popolo che sfoga la sua indignazione sulle piazze, facendo in pezzi ministri, onorevoli e senatori, boiardi di Stato e tutti gli altri da cui crede di essere stata ridotta in miseria”

    La rivoluzione può accadere da parte delle fasce deboli, è molto probabile che accada nelle grossa città da parte degli immigrati, il cittadino si vergona (per un questione di “dignità”) subisce, o chi ha la possibilità e la forza psicologica e culturale emmigra.

    Quello che sta per accadere, e che gli immigrati che che vengono dai paesi poveri saranno quelli che pagheranno il debito pubblico insieme ai cittadini che hanno “scelto” di non muoversi. Quindi dal punto di vista sociale si formerà una nuova stratificazione sociale più che basata sul reddito, dal mio punto di vista, sarà basata sulla capacità di auto-istruirsi. Quindi fasce di popolazione istruite e benestanti e fasce debole povere (hanno accesso beni di prima necessità) ma povere di istruzione, per motivi culturali. Se scapo dall’Africa per venire in Italia, avrò sicuramente un qualità di vita superiore a quella del paese precedente, male che vada c’è la Caritas. Quindi nonostante la crisi resisterò il più possibile in Italia, o in altri paesi della UE. Io che vivo in Italia sarò in competizione con l’emmigrato, quindi o mi adagerò ad uno stile di vita austero e povero, legato ai fattori contingenti, oppure mi auto-istruisco però da quel momento di le mie opzioni di scelta aumentano e se non trovo realizzazione in uno stato, ed ho coraggio, emigro. La contrazione economica porterà che i poveri vanno a lavorare nei paesi come l’Italia, i ricchi italiani vanno all’estero a vendere le loro risorse professionali perchè piu’ remunerati. Quindi quello che accdrà nei prossimi 10 anni una migrazione di massa dei ricchi auto-istruiti nei paesi con economia più moderna o stabile o i in via di sviluppo, ed i poveri emmigrati lavorare nei paesi in crisi, come schiavi. Però con condizioni di vita migliori rispetto al paese di provenienza.
    Il signoraggio, purtroppo rimane, anche se forze contrarie stanno lavorando per cambiarlo ( ma ci vorranno parecchi decenni, e forse di più), e lo scensario mondiale per i prossimi 30 anni sarà una classe sociale di emigrati di lusso e cittadini poveri. I richhi saranno sempre in movimento, mentre i poveri poco istruiti saranno duri a lavorare per il sistema. Trieste realtà, ma purtroppo, penso che sarà così.

    Cordiali saluti,
    Roby

    Commento da Roby
    Inserito: 21 maggio 2010, 14:23

    dicevo auto-istruirsi perchè il sistema didattico non evolverà, e quindi bisognerà accedere alla formazione provata e allo studio personale.

    Lo stato, a causa della crisi non investirà sulla formazione istituzionale.

    Quindi il ricco si auto-istruirà il più possibile per apprendere e migliorare la capacità cognitiva per interpretare i scenari che saranno liquidi per molti anni, a causa dell’immigrazione di massa e alla nuove forse sociali e politiche che si formeranno che cambieranno le regole del gioco. Dato che questo periodo di transizione durerà per molti anni, l’unico modo per muoversi con “sapienza” e furbizia e auto-istruirsi perchè l’apparato statale didattico sta andando verso la fine della sua funzione istituzionale. E’ il suo sapere sarà utile solo agli emmigrati dei paesi poveri inseriti nel nostro sistema, per loro, evoluto e di benessere. E dove riceveranno un bel lavaggio di cervello istituzionale!

    Cordiali saluti

    Commento da Roby
    Inserito: 1 settembre 2010, 11:50

    @ per Luca altri miei post in questo blog

    Commento da Roby
    Inserito: 24 luglio 2010, 18:19

    Il problema tra Nord e Sud Italia, e’ un problema “inventato” dai politici e’ sfruttato bene, bene per mantenere il potere politico, sia al Nord che al Sud. Al sud garantendo aiuti, e al Nord incentivando gli investimenti al sud, oppure sfruttando la manodopera locale, ed emigrata. Creando un ciclo inarestabile, mafia, lavoro nero, sviluppo industriale del nord, maggiore debito pubblico, pressione fiscale. Se ci pensate bene, entrambi i poli hanno gudagnato “qualcosa” e perso molto a danno, di chi? Degli elettori e contibuenti: cittadini italiani…
    Il problema, dal mio punto di vista, non si puo’ risolvere ne’ con la politica, ne’ con la divisone dell’Italia. Cioe’ non ci sono le risorse, e soprattutto le forze sociali-economiche interne per risolvere questo “problema”. In realta’ la soluzione e’ nel problema. Se ci fosse una cultura comune italiana in entrambi i poli, il problema non esisterebbe. Ma questa cultura, non esiste e non e’ mai esistita. Quindi la soluzione e’ nel problema perche’ parlare di nord e sud e’ come dire parlare di una Italia divisa e non unita. Quindi significa riconoscere ed “accettare” politicamente e culturalmente una realta’ ontologica. E’ cosi’. Punto e basta. Quindi e’ un problema costruito. L’Italia unita e’ una invenzione COSTITUZIONALE. E da questa invezione si creato il problema, che e’ poi e’ stato istituzionalizzato e confezionato bene, bene da tutti i politici di turno: fascisti, comunisti, missini, democristiani, leghisti, forza italia, e via dicendo. Se io fossi un politico parteciperei al questo gioco per raccogliere i voti inventando il partito della Nuova Italia, dove Nord e Sud esistono com stati federali autonomi, chiaramente come sempre, governata e controllata da Roma. Detto cio’ vorrei aggiungere e consigliare a tutti, come ho fatto in questo blog in altri post d, di emmigrare dall’Italia in massa. Il perche’ lo scitto e’ spiegato alcuni post provando a descivere brevi scenari socio-economici. Sono italiano e mi dispiace dire queste cose, ma le realta’ purtroppo di questo paese, e’ molto negativa. Ripeto molto negativa. Pensate al futuro dei vostri figli, l’Italia non ha futuro economico. C’e qualche speranza nel Nord Italia, vicino ai porti in quanto sono e saranno venduto ai Cinesi che per forza entrare in Europa via mare e devono passare per forza per l’Italia, quindi l’indotto di quella parte d’Italia avra’ qualche speranza. Per il resto l’italiano medio e’ ignorante: non parla e scrive l’inglese e non ha capacita’ di autoorganizzazione socio-politica come altri paesi del Nord Europa, e di investimento oltre all’immobile, pero’ e’ un grande risparmiatore. Poi questo paese subira’ l’arrivo di immigrati Africani disperati, molti usano il nostro paese, se ci riescono, come bridge (ponte) per andare in Svezia, Olanda, Germania e Uk. Dove pero’ in questi paesi le politche di immigrazione sono piu’ restrittive. La maggior parte degli italiani non ha nozioni di macroecnomia, e di finanza quindi non riescono a cogliere il problema del debito pubblico italiano (economia strutturalmente debole) e politica monetaria della BCE e della impossibilita’ dell’Italia a resistere a lungo, e quindi inevitabilmente fare una operazione di meacartolarizzazione di almeno 200 mild € per in 40 anni per uscire dal buco nero. Quindi vuol dire privatizzare TUTTO. Eliminare gran parte della pubblica amministrazione, privatizzare anche scuole e sanita’, trasporti insomma apririe il mercato al libero mercato. Questo non lo dico io, o lo deisdero e’ gia’ in atto. Da un bel po’, soltanto che i media non parlano di questo. Io sono cristiano-cattolico, ma la Chiesa placca gli animi ricordando a tutti i cattolici e credenti che riusciamo a superare la crisi pregando e cambiando etica individuale e sociale, rivolta all’aiuto dei meno sfortunati, ad accogliere gli immirati e pengando le tasse per uscire tutti insieme, scusatemi la parola, dalla merda. Bene vi ricordo che l’Italia e’ un paradiso geografico, gli italiani un popolo bellissimo, ma non ha sistema. Non c’e’ cultura di sistema, non e’ nel patrimonio GENETICO-BIOLOGICO e quindi culurale. Ora queta crisi/contrazione economica la superano solo i paesi con una cultura di sistema. Perche’ il sistema puo’ reggere alla pressione, l’individuo singolo, no. Gli Italiani sono creativi, ma mancano di disciplina e sistema come singoli e societa’. E’ nella loro vita gli unici esempi di sistemi che seguano con passione sono le squadre di calcio. Per il resto non sanno, e non hanno modelli nazionali. Fortunati sono quelli che magari hanno lavorato all’estero in qualche multinazionale dove e’ una la cultura sistema/squadra e’ prassi quotidiana. La scuola e l’universita’ sono abbandonate alla loro triste fine, escluso quelle private: Bocconi, Luiss ed altre minori. Dovete avere il corraggio per il vostro progetto di vita, per il futuro dei vostri figli e della vostra famiglia di emigrare. Pianificando con i vostri questo decisione importante, difficile, ma vitale per la vostra vita. Vi ricordo che Polizia non riceve la paga per gli starordinari da mesi informatevi, e anche alcuni corpi felle forze armate, la Gdf guardia della finanza e’ ancora indenne da questi tagli pubblici. Questi sono segnali di sofferenza strutturale importanti, che chiramente non si scrive, e non se ne parla nei media. Per quei pochi che hanno energia e risorse finanziarie consiglio di lasciare l’Italia. Quando? Il piu’ presto possibile. La vita e’ bella, va vissuta e goduta fino in fondo, pensando sempre che c’e’ una soluzione o una opzione di scelta per decidere. E se non vedete l’opzione createla: emmigrazione di massa. Buona Fortuna! W gli Italiani

    Commento da Roby
    Inserito: 1 settembre 2010, 11:56

    ultimo post per @Luca

    Commento da roby
    Inserito: 15 luglio 2010, 21:25

    germania ha i conti ha posto, l’economia e’ in crescita.
    Paesi del Nord Europa, con monarchia costituzionale.
    Svizzera, stabile e’ in crecita.
    Paesi in via di sviluppo: Brasile, Asia.
    Valutare anche alcuni paesi dell’est: Polonia e Slovacchia.
    No Italia, Spagna, e paesi del sud Europa.
    Usa solo in alcune zone in forte crescita: Silicon Valley, Denver, Seattle.
    Valutare anche il Canada.

    Commento da Giacomo
    Inserito: 2 settembre 2010, 8:10

    Ottimo articolo, lo condivido completamente, inclusa la parte relativa alla migrazione dal sud al nord dell’italia. Un disastro di proporzioni bibliche.

    Pingback da Realismo e immigrazione, di Marco della Luna – Politica in Rete Forum
    Inserito: 2 settembre 2010, 8:12

    […] […]

    Commento da Alfio200
    Inserito: 9 novembre 2010, 10:48

    @ Roby

    Ho letto il tuo commento in ritardo, per cui mi limito a qualche osservazione. Se lo leggerai e risponderai, vedrò di essere più specifico.

    Ti apprezzo come persona colta e intelligente e condivido molte delle tue oservazioni, ma certe tue conclusioni, nascono a mio avviso, da cerebralismi astratti e utopistici, privi di qualsiasi riscontro o dimostrazione concreta.

    Tu continui a scrivere che gli extracomunitari pagheranno il nostro debito pubblico al posto degli italiani che emigreranno. Emigreranno dove e per fare cosa? Certo, emigreranno gli imperenditori, ma quanti? Qualche decina, qualche centinaio, diciamo pure qualche migliaio…e gli altri? Vorresti dire che i metalmeccanici, i manovali, la moltitudine di laureati disoccupati (e assolutamente impreparati rispetto agli standard del resto del mondo sviluppato) andranno all’estero a lavorare. Cosa intendi? Che andranno in Romania o Cina per lavorare con le tariffe di quei paesi, mentre rumeni e cinesi verranno a lavorare in Italia? Certo, potresti dire che i nostri lavoratori migreranno verso paesi dove verranno pagati di più (Germania, Francia, Stati Uniti), ma dimentichi che anche quei paesi hanno una discoccupazione vicina al 10%. E ancora, perchè gli extracomunitari dovrebbero venire a lavorare da noi se in quei paesi sono pagati meglio? Quindi, tu ipotizzi una migrazione congiunta di italiani ed extracomunitari verso Germania, Francia e Stati Uniti che hanno di loro una disoccupazione del 10%??!! Come farranno questi paesi ad assorbire questa forza lavoro proveniente dall’esterno? Ha senso? No.

    Stimandoti per la cultura e l’intelligenza che dimostri, mi permetto un consiglio:
    lascia la retorica e prendi in mano il calcolatore che ti darà un solo responso, ovvero…per un paese che ha un 10%, anzi, secondo gli ultimi dati, un 11% di disoccupazione, gli extracomunitari sono solo ed escusivamente un costo aggiuntivo (per non parlare degli altri problemi che mette bene in evidenza Della Luna).

    P.S.: Di recente è trapelata, non certo sulle prime pagine dei principali giornali, questa notizia: “Il costo della società multirazziale per la Francia è pari al costo dell’Italia per il Mezzogiorno”. Pensa che noi sommeremo i costi della società multirazziale a quelli del Mezzogiorno!!

    Commento da Roby
    Inserito: 21 dicembre 2010, 5:03

    rispondo @ Alfio200

    ….condivido le tue critiche e aggiungo che non penso di avere ragione, ma ho solo esposto il mio punto di vista, o meglio la mia analisi ed un possibile macroscenario. Quello che descrivo non e’ quello che desidero, anzi vorrei tutto il contrario, di cio’ che ho scritto. L’Italia forse, forse, solo se la classe politica va a quel paese. Sono dei vecchi inutili, paraculi, mantenuti, senza mestiere. Bravi a parlare e sparare un sacco di sciocchezze. La gente dovrebbe rifiutare la classe politica italiana attuale. Per il loro bene. Il popolo italiano e’ proprio cosi masochista??? Ma che siamo cosi stupidi???

    Cordiali saluti,
    Roby

    Cordiali saluti
    Roby

    Commento da Roby
    Inserito: 21 dicembre 2010, 5:12

    ….mi auguro che Marco Della Luna entri in politica. Non e’ una provocazione, ma un sincerio augurio per l’Italia. Perche’ se un persona ha le capacita’ e il talento, non vedo perche’ non lo mette in gioco per il bene comune. Se crede ad un nuovo paradigma. Oppure volete al governo Grillo??? O un conduttore televisivo o meglio un calciatore??? Anzi mettiamo, in stile americano, un bodybuilder italiano al gioverno. Non vi piace l’idea?
    Cordiali saluti,
    Roby

  12. Luka78 scrive:

    @ Alfio:

    Alfio, guarda che la Cassa Integrazione è finanziata – pur se in percentuale minore se paragonata all’ammontare di tutte le mensilità che un lavoratore percipirà – dallo stesso cassaintegrato!

    Eventualmente, se tanto è così pesante aiutare una persona che perde un lavoro, “aggiustare” la Cassa Integrazione in Deroga, che viene percepita anche da chi, lavorando in ditte in cui NON sono previsti gli ammortizzatori sociali, NON finanzia nessun sostegno al reddito.

  13. Eliseo scrive:

    Le misure prospettate in questo articolo, dirette a trovare una via d’uscita all’attuale congiuntura economica, sono effettivamente sensate, rispondenti a criteri di serietà e integrità morale. Ma la classe politica italiana, ahimè, non è animata dalle suddette virtù, presupposto auspicato dallo statista Salazar, il quale sosteneva che nessun sistema di governo può essere efficiente in mancanza di uomini di principi etico-morali. L’attuale classe politica è costituita di individui impreparati o disposti ad assistere senza batter ciglio alla rovina delle propria nazione, essendo marionette ben pagate al servizio dell’alta finanza (giudaico-massonica?).

  14. Alfio scrive:

    Aggiungo solo…abolizione della cassa integrazione. Va a pesare sull’INPS e quindi sui pensionati e ne fruiscono solo una parte dei lavoratori. Oppure…scorporarla dall’INPS e proporre una tassazione su base volontaria. Se vuoi avere la cassa integrazione devi pagare una percentuale del tuo stipendio al fondo per la cassa integrazione, se non paghi, non avrai la cassa integrazione.

  15. Alfio scrive:

    Parole sacrosante, a cominciare dall’uso dei congiuntivi “bisognerebbe”, “si dovrebbe” e altro. Il fatto è che “non si far࣠e “non si provvederà”.

    Si “dovrebbe” anche favorire lo sviluppo, ma è già stata stralciata lo norma che prevedeva l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, il primo degli ordini da abolire (in realtà, si tratta di un “non ordine”, visto che non si capisce bene quali siano le competenze di questa categoria e si diventa giornalisti o pubblicisti non in seguito a studi o altro, ma a discrezione dell’ordine).

    Questo permetterebbe a qualsiasi cittadino, come succede nel resto del mondo, di dar vita ad un proprio periodico e avremmo sicuramente un fiorire di riviste e periodici di ogni tipo. Oggi, questo non è possibile perché il direttore responsabile di un periodico deve essere (per una legge che esiste solo in Italia) un giornalista o un pubblicista.

  16. LordBB scrive:

    @ Paolo

    link utili:

    gruppi di acquisto: http://www.retegas.org/

    costruirsi la pensione > imparare a investire http://www.retegas.org/

    informazione indipendente > http://www.unimondo.org/ e poi http://blog.ilgiornale.it/foa/

    banca etica > http://www.bancaetica.com/

    Cordialita’
    LordBB

  17. LordBB scrive:

    @ Paolo

    …grande solidarieta’ per quanto scrive.

    Purtroppo Paolo il sistema e’ marcio dentro…lei, o chi come lei descrive, non ha colpa se si e’ appoggiato al sistema-paese per vivere…ed ora rischia di perdere la pensione.

    Quello che mi preoccupa, umanamente, e la mancanza di risorse sistemiche del sistema-Italia. Lo stato sociale non va toccato, semmai bisogna attingere risorse vendendo una parte del patrimonio pubblico, privatizzando i servizi (suggersico di dare la gestione della operazione ad un advisor inglese – imparziale). E poi accorpare le provincie in un sola per regione, senza licenziare i dipendenti. Ma non assumendo piu’ nessuno per i prossimi 10 anni. E quelli in esubero, offrirli altri posti statali con corsi seri di riqulificazione in altri enti statali o parastatali. Inoltre i parlamentari devono essere ridotti a non piu’ di 200 tra senatori e deputati. E non dovrebbero stare in carica massimo 10 anni, e poi non possono essere piu’ rieletti.
    Ci sarebbero tante cose intelligenti da fare, per rendere il sistema-paese un macchina di profitti. Ma purtroppo, e’ un paese che non ha cultura sociale del senso di squadra. Il concetto di squadra non appartiene all’italiano. E’ questo rende il paese vulnerabile internamente ed esternamente.
    Che fare? Beh chi decide di rimanere in Italia, per svariati motivi non perda la speranza, ma nello stesso tempo si attivi. Come? Inventandosi un mestiere, se non ha un lavoro. Costituendo cooperative di operai ed artigiani per cercare lavoro e fare profitto insieme. Insomma sforzandosi per quanto e’ possibile di fare squadra. Creando gruppi di acquisto specializzati: generi alimentari, vestiario, etc.
    L’idea di base e’ che il governo, attuale, passato e futuro non vi aiuteranno a vivere meglio. Ve lo garantisco. Non ascoltae i sindacati che sono un massa di ingnoranti, che parlano tanto, ma come sempre senza utilita’. Cercate di fare squadra. Il telegiornale per quanto possibile evitatelo, vi rovina il cervello.
    Leggete, andate in giro per i blog.
    LordBB

  18. paolo scrive:

    e lei vorrebbe che togliessero la pensione a chi rimane vedova ?
    e di cosa dovrebbe vivere una persona che era a carico del marito,nn per colpa sua ,ma perche’ il lavoro per le donne non c’e’.
    LA REVERSIBILITA’ E’ UN DIRITTO SACROSANTO!!!!!
    E TUTTI QUEGLI ANNI DI CONTRIBUTI VERSATI DAL MARITO
    E MAI GODUTI IN TASCA A CHI DOVREBBERO ANDARE?

    FACCIA UNA COSA .. PERCHE NON COMINCIA LEI AD AUMENTARSI L’ETA’ DELLA PENSIONE ,SE NON LO E’ GIA’, VISTO CHE UN OPERAIO LAVORA DURAMENTE
    PER GUADAGNARSELA ,ALZANDOSI ALLE 4 DEL MATTINO E
    SGOBBANDO PER 8-10 ORE FILATE MAGARI SOTTO IL SOLE DI LUGLIO!!

  19. Pingback: I 68 miliardi prendiamoli qui « Terracina Social Forum

  20. Robert scrive:

    per la fretta mi è uscito un messaggio un po’ sconnesso , perdonatemi , la parte importante comunque sono le due righe finali

  21. Robert scrive:

    per rafforzare il concetto dire: tassare e normare la prostituzione (per le ^droghe^ culturalmente l’italia non è pronta ,penso) come sul modello tedesco , come ci invita a fare il governatore draghi
    che non si stanca di ripetere di copiare il modello tedesco…
    (la chiesa non sara’ formalmente alla prostituzione…)

    comunque spero che questo messaggio sia copiato e spedito alle sedi di partito , ai conoscenti e a chiunque abbia detenga un po’ di potere in italia…

  22. Brumik scrive:

    E no, egregio avv. Della Luna, contrariamente a quanto lei ha asserito nei suoi precedenti articoli in materia economica e alle argomentazioni riportate nei suoi pregevoli libri, ora mi trova in completo disaccordo.

    Ho avuto modo di conoscere e di studiare le teorie economico-liberiste della “scuola austriaca” (fondata da Carl Menger e poi esportata oltreoceano da Ludwig von Mises) e da ciò mi sono più che convinto del fatto che lo Stato deve starsene completamente al di fuori dalle faccende dei privati cittadini.

    Col presente articolo lei si dichiara più o meno consapevolmente seguace delle teorie di J.M. Keynes le quali contemplano come cura delle fasi di recessione dei cicli economici un massiccio intervento dello Stato. Cioè lei, perfettamente allineato al corrente pensiero keynesiano che tanto piace ai governanti, dà per scontato che i cicli economici coi loro “boom” e “bust” siano inevitabili.

    Dato per assodato questo fatto, anche se non esplicitamente dichiarato, lei deduce che lo Stato deve tassare i cittadini per avere i soldi da spendere nella sua missione salvifica dell’economia languente. Così le sue argomentazioni si soffermano su “chi-e-come” tassare e non sul fatto che le tasse devono essere abolite (o al limite ridotte all’osso) come deve essere abolita ogni intromissione dei governanti nella libera interazione tra i cittadini.

    Questo suo ragionamento devo dire che un po’ mi meraviglia perché viene portato avanti proprio da lei che ha versato fiumi di inchiostro sulla stupidità e sulla inaffidabilità della nostra classe politica. Ma come può pensare che quelle teste di rapa, dopo aver rastrellato con la tassazione enormi quantitativi di ricchezza, sappiano spenderli in modo oculato per evitare che in futuro ci sia ancora bisogno di “salvare l’economia” col loro intervento?

    Lei mi insegna che sono proprio le crisi economiche, e il conseguente panico della popolazione, a creare le condizioni per cui lorsignori possono aumentare il loro potere di “spremitura”. Per cui è oltremodo ingenuo pensare che con la spesa pubblica (che lei chiama “investimenti”) essi vogliano veramente risolvere il problema, prosciugando in tal modo la fonte della loro supremazia.

    Questo sistema di “fare economia” dura finché ci sono i politici marrani che per il mantenimento del loro potere rastrellano a man bassa il capitale creato col lavoro dei propri concittadini allo scopo di istituire fondi di salvataggio per quegli stati “cicala” che da diverso tempo avrebbero dovuto dichiarare bancarotta.

    E dura finché i contribuenti stanno al gioco senza sapere che, per chi li governa, loro non sono altro che “polli da spennare” e nemmeno si indignano più di tanto quando periodicamente si sentono dire che bisogna “fare dei sacrifici” e che le tasse sono inevitabili. E come lei si perdono nell’inconcludente discorso sul “chi-e-come” tassare (rimuginando tra sé e sé: “io speriamo che me la cavo”), senza sapere che la soluzione si trova altrove.

    — Michele

  23. LordBB scrive:

    ” troppi abusi bancari coperti sotto il neo-beato (vedasi Calvi, Marcinkus, Banco Ambrosiano e Ior) ” tutto con l’aiuto dei formidabili McKinsey’s boys….

    LordBB

  24. Old Hunter scrive:

    Tutto giusto, caro Marco.
    Il problema è che nessuno, tra coloro al governo che potrebbero attuare tale programma, è in grado di farlo. E non per cattiva volontà, ma perché costoro sono solo pupazzi teleguidati, marionette agli ordini di quegli occulti poteri forti che dominano l’Italia e l’Occidente: Chiesa cattolica, grandi banche (a cominciare dalla BCE), multinazionali, élite economiche varie.
    D’altronde, se i nostri governanti, sia di destra che di sinistra, con un rigurgito di senso dell’equità e di compassione per gli oppressi solo provassero a proporre il bel programma descritto nel suo articolo, farebbero tutti rapidamente una brutta fine.
    La storia è piena di esempi di uomini politici finiti male solo perché hanno provato a toccare gli interessi delle banche centrali, cioè del più potente aggregato mondiale del potere. Basti un solo nome, quello di Kennedy.
    Ma lei queste cose le sa bene, illusioni sicuramente non ne ha più, e ciò che dice è quindi solo per celia.
    Con affettuosa stima, Old Hunter

  25. Luka78 scrive:

    Avvocato, con le ultime righe ha descritto ciò che da ormai un anno penso, ovvero che ci stiamo avvicinando alla fine dei giochi. E anche tutto questo lassismo, dovuto pure alla solita politica all’italiana, è indice che il crack è dietro l’angolo.

    Complimenti per il resto dell’articolo, in cui individua le “zone” nelle quali poter racimolare il denaro per far cassa. Sia nella questione della prostituzione ( anch’essa, da anni, affrontata da Benetazzo ) e in quella dell’immigrazione ( si sa, questa gente costa e ultimamente abbiamo visto pure che, a causa dei continui sbarchi, sono aumentate le accise sui carburanti ).

    Arrivederla a presto.

    Luca D’Amico

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