MPS: PRESERVARLO E RILANCIARLO

 

MPS: PRESERVARLO E RILANCIARLO

 

MPS è, per l’Italia, una banca strategica, con 6 milioni di clienti, oltre trentamila impiegati e funzionari di apprezzabile competenza, e una grande conoscenza dei territori. Sin dal mio articolo Ora si salvi MPS, risalente al 29.06.11, mi sono speso per la sua tutela. E, pur sapendo più e prima di altri che cosa bolliva in pentola, ho mantenuto il mio storico conto corrente presso di esso.

Oggi nuovamente voglio intervenire in suo favore perché la stampa specializzata segnala manovre e preparativi di banche straniere, e non solo della già socia Axa, ma anche della Deutsche Bank, per prendersi il Monte approfittando della situazione. La Deutsche Bank, quella che, presumibilmente col placet delle autorità tedesche, ha sparato di shorting prima contro il debito pubblico greco, poi contro quello italiano, facilitando e aggravando le crisi di questi due paesi. La Deutsche Bank che, nel silenzio della Bundesbank, ha nascosto perdite per 12 miliardi onde evitare controlli ispettivi. La Deutsche Bank, sotto indagine per diverse altre anomale condotte.

Forse i miei articoli di avvertimento e segnalazione di dove e come si doveva indagare hanno contribuito a prevenire che, dopo essere stato spolpato (e non solo con l’operazione Antonveneta e coi derivati, ma anche con altre acquisizioni e con una marea di crediti concessi in mala fede), il Monte venisse adoperato per ulteriori malefatte, quali ho adombrate nei miei ultimi articoli.

Oggi, molto semplicemente, vorrei lasciare da parte le analisi e le critiche, e indicare il da farsi per il bene di questa banca, dei suoi dipendenti e clienti, del sistema-paese, in relazione alla situazione contingente, molto difficile. Ecco quanto raccomando:

1 – Mantenere la calma e non diffondere frenesia tra i quadri e gli impiegati; non è il momento di premere sull’acceleratore e mostrare agitazione, mentre buona parte della clientela sta chiudendo i rapporti; meglio mostrarsi normali e tranquilli; quindi non fare vendite da disperazione, come quella in programma della collezione di opere d’arte; e non trascurare la manutenzione e le pulizie delle filiali, per non mettere in ulteriore allarme la clientela: sono spilorciature controproducenti.

2 – Al personale, che è tutta la forza rimasta della Banca, non si deve raccontare falsità, attribuendogli responsabilità altrui, ossia non si deve dirgli, come si è detto di recente, che è suo compito riscattare l’onore della Banca: il danno all’onore e alle casse lo hanno fatto altri soggetti; il personale sa come stanno le cose e sa di essere vittima, non colpevole.

3 – Al personale è inopportuno imporre un budget irrealistico e togliere molto tempo per riunioni, teleconferenze, telefonate, circolari; è inopportuno mettergli l’ansia di fare raccolta e di piazzare prodotti anche inappropriati ad alto upfront e ad alto potenziale di delusione per i clienti; il prelevabile va ricostituito diversamente.

4 – Al personale è inopportuno mandare paternalistici decaloghi del perfetto dipendente: prima di dettare decaloghi i vertici devo ricostruire e rimeritare l’autorevolezza perduta, quindi è bene che mantengano un profilo sommesso e pragmatico, parlando il più possibile coi fatti.

5 – Al personale, che, dopo la perdita del capitale, è tutta la sostanza rimasta della Banca, si deve invece enunciare la realtà: Il Monte ha subito enormi perdite per le note vicende, vi chiamiamo a uno sforzo straordinario e a qualche sacrificio per saltarne fuori, e vi garantiamo formalmente che lo sforzo e il sacrificio vi saranno riconosciuti in termini di carriera e stipendio quando avremo superato questa fase; intanto, ci attiviamo subito per individuare i colpevoli e recuperare i soldi perduti. E’ meglio dire che, dietro le richieste pressanti di raggiungimento budget, e quindi di utili, c’è ( e c’era anche nel recente passato ), la necessità non di essere competitivi sul mercato, ma di coprire le perdite: ecco a che cosa serve il taglio dei costi praticato all’organico che ha prodotto utili.   

5 – Profumo e Viola non hanno denunciato prontamente i misfatti delle precedenti gestioni e le relative perdite, di cui avevano avuto almeno parziale conoscenza già nel 2012, e non hanno operato un’idonea discontinuazione rispetto ad esse; quindi devono essere sostituiti, possibilmente con persone che abbiano ottenuto, nel recente passato, risultati aziendali positivi, anziché perdite. Anche il Gabriello dovrebbe essere avvicendato con una persona qualificata come economista e di adeguata struttura culturale.

6 – La Fondazione e il CdA preannuncino che agiranno in giudizio per il recupero di ogni risarcimento dovuto da tutti i responsabili dei fatti illeciti che hanno danneggiato la Banca, ossia contro persone fisiche, persone giuridiche, istituzioni, sia italiane che non; dichiarino che saranno individuati e sanzionati, licenziati, citati in giudizio per danni, a seconda dei casi, tutti quei funzionari infedeli che sono stati complici di erogazioni di prestiti fraudolenti: questi signori hanno fatto soldi e carriera ai danni dei colleghi e di tutti gli stakeholders e shareholders, e colpirli risolleverà il morale e infonderà un senso di giustizia attiva, soprattutto nel personale, che ne ha molto bisogno.

7 – Fondazione e CdA valutino la possibilità di ottenere anticipazioni in denaro sulle azioni risarcitorie.

8 – I PM interessati richiedano il sequestro, ai fini risarcitori, dei beni dei presunti responsabili. Il Governo dichiari che esigerà il rimborso del maltolto anche dallo Ior e dal Vaticano, se risultino corresponsabili o beneficiari degli illeciti, o tramiti del riciclaggio dei loro proventi.

9 – Il governo, la Banca d’Italia e la Consob, rapidamente e discretamente, con un unico intervento, mettendo alle strette chi di dovere, e verificando i bilanci dal 2005 in poi di MPS, nonché i bilanci delle singole filiali, nonché i partitari, nonché i bilanci delle siv (società di cartolarizzazione), accertino tutte le rettifiche di bilancio da eseguirsi, il valore delle perdite effettive (buco), e facciano immediatamente fronte, garantendo al 100% i depositanti, nonché con misure adeguate quantitativamente e qualitativamente, non esclusa la nazionalizzazione: continuare a far emergere il male un poco alla volta, intervenendo a rate, costa molto di più e non risolve, mentre un MPS nazionalizzato sarebbe l’ideale banca pubblica per i finanziamenti a tassi competitivi alle pmi e allo small business. Del resto, BMPS andava al meglio quando era ente di diritto pubblico…

11.02.13               Marco Della Luna

 

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