ART. 123 TUE: ROMPERE IL CAPPIO DEL DEBITO E DELL’INGANNO

PRESENTAZIONE

Quanto segue si basa su dati da tempo noti, circolanti e non controversi, anche da me riportati negli ultimi saggi.

Dati giuridici, quali l’art. 123 TUE che consente agli Stati dell’Eurozona di dotarsi di una banca statale e di usarla per finanziarsi presso la BCE ai tassi che questa pratica alle banche, cioè ora allo 0,25%; lo Stato italiano potrebbe così risparmiare circa 80 miliardi l’anno, ma non se ne parla nemmeno: combutta del silenzio tra mass media, istituzioni, politica. Segnalo che, contro la dolosa omissione governativa di questa soluzione, sto collaborando con l’amico Loris Palmerini (il primo, a mia conoscenza, che abbia segnalato la possibilità offerta dall’art. 123 TUE) alla redazione di una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale.

Dati economico-finanziari, come il fatto che, a far impennare i tassi di interesse, il deficit, l’indebitamento pubblico, e a scatenare il declassamento, è stata la scelta, fatta nel 1981, di rinunciare alla banca centrale nazionale che garantiva l’acquisto per mandare lo Stato a finanziarsi sui mercati finanziari speculativi sovrannazionali. Prima, il debito pubblico era sotto controllo. Da allora in poi, e sempre più, l’impennata dei rendimenti sta operando un massiccio trasferimento di redditi e assets, attraverso le tasse e i tassi, dalla popolazione generale e dal settore pubblico alla comunità bancaria-finanziaria sovrannazionale. L’Italia soprattutto ha un forte, fortissimo avanzo primario, maggiore di ogni altro paese comunitario, e il suo deficit, che capitalizzandosi nel corso degli anni ha prodotto il debito pubblico attualmente di circa 2.100 miliardi, è prodotto dagli interessi passivi sul debito pubblico. Ma gli alti tassi, rectius rendimenti, sono oggettivamente ingiustificati (dato l’avanzo primario del Paese), e vanno intesi come artefatti strumentali a “mungere” il lavoro e il risparmio degli italiani, anche attraverso un artificioso liquidity crunch che li costringe a svendere e a svendersi. Travaso che avviene anche col fatto che la BCE ha prestato migliaia di miliardi allo 0,50% e meno alle banche europee, che poi li hanno usati per comprare btp che rendono loro (e costano agli italiani) oltre il 4%. Mentre lo Stato potrebbe finanziarsi direttamente allo 0,25% dalle BCE attraverso la predetta banca statale. Ma i governi non lo fanno perché sono al servizio degli stessi beneficiari di questo travaso.

Ad ogni modo, l’operazione del 1981 – il c.d. Divorzio di Bankitalia dal Tesoro e la soppressione dell’autodeterminazione monetaria – risalta, nell’articolo che segue, assieme a Maastricht, all’Euro, al Fiscal Compact, come una tappa fondamentale non solo per la destabilizzazione finanziaria permanente dell’Italia e il suo perpetuo sfruttamento, ma altresì per la sottomissione politica dell’Italia al potere e all’interesse finanziario. E’ il grande golpe iniziale, rispetto a cui quelli recenti e ripetuti di Napolitano sono solo sotto-golpe attuativi.

La proposta degli autori del seguente articolo, cioè risolvere il problema del deficit e del finanziamento pubblico ricorrendo a una banca pubblica operante secondo l’art. 123 TUE – è  in se stessa perfettamente logica e dovrebbe essere attuata, pur tuttavia non mi sembra realizzabile proprio perché essa va contro gli interessi e i poteri che hanno, con successo e profitto, realizzato quanto sopra, acquisendo il dominio delle istituzioni nazionali ed europee.

20.02.14 Marco Della Luna

 

Il debito pubblico è un problema di interessi, non di deficit eccessivi e si può risolvere.

di Giovanni Zibordi e Claudio Bertoni

 

Possiamo far ripartire l’economia risparmiando fino a 70 miliardi di euro l’anno.

La soluzione è scritta nell’articolo 123 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Il governo può creare una banca di proprietà statale che lo finanzi.

Il sistema è semplice: la Bce crea il denaro e lo presta alla banca pubblica allo 0,25% e la banca pubblica lo presta allo Stato a tassi di interesse nettamente inferiori all’attuale 4%.

Lo abbiamo chiesto all’Unione Europea e il 14 gennaio 2014 abbiamo ricevuto la risposta. Si può fare.

Ecco i dettagli tecnici e la corrispondenza con la BCE.

 

L’immagine che ognuno di noi ha dell’Italia è di un paese in cui “non ci sono soldi” e la spiegazione che ci viene fornita è che i governi da decenni spendono di più di quello che incassano per cui l’accumulo dei deficit pubblici cronici ha creato un enorme debito rendendo necessaria l’austerità.

 

In realtà, la causa dell’elevato debito pubblico, attualmente di 2.100 miliardi, sta nel fatto che negli ultimi trenta anni lo Stato italiano ha pagato più di 3.000 miliardi di interessi. La soluzione del problema è quindi ridurre il costo degli interessi sul debito ad un livello pari o inferiore all’inflazione, come accade in Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Cina o come si faceva anche in Italia fino al 1981. Aggiungiamo che in termini di costo annuale lo Stato italiano ha pagato in media il 3% circa in più dell’inflazione (ad esempio adesso il BTP a 10 anni paga un 3,7% e l’inflazione in Italia è dello 0,6% e questo “spread” costituisce una rendita finanziaria permanente).

Il problema del debito pubblico non è, quindi, un problema di deficit eccessivi, ma di interessi eccessivi: ce lo dicono i dati.  Basta notare che dal 1992-1993 le spese delle Stato in Italia sono sempre inferiori alle entrate e addirittura, se guardiamo alla situazione attuale nel mondo, l’Italia è oggi il paese in cui lo Stato ha il surplus di bilancio più alto!

 

 

 

Se guardiamo i numeri nella tabella successiva vediamo che il debito pubblico italiano è esploso di colpo tra il 1982 al 1993, quando la spesa per interessi passò da 35 a 156 miliardi (traslando le lire di allora in euro di oggi). Si può quindi sostenere che, a parità (presumibilmente) di sprechi e corruzione, il debito pubblico è raddoppiato in percentuale del PIL a causa della spesa per interessi.

 

 

 

Come si vede nell’ultima colonna della tabella (in valori attualizzati e traslati in euro di oggi), i deficit annui (differenza tra spese ed entrate) hanno oscillato intorno ad una media di 40 miliardi annui e in percentuale del PIL hanno oscillato dal 3% al 7%, ma la spesa per interessi è raddoppiata in quattro anni, dai 35 miliardi del 1980 ai 69,8 miliardi del 1984 e di nuovo è raddoppiata a 142 miliardi nel 1991 per toccare un picco a 157 miliardi nel 1992.

 

Quello che si vede nella tabella è anche che dal 1992 lo Stato italiano ha applicato politiche di austerità, cioè di aumento delle tasse, aumentando le sue entrate in modo da avere sempre un avanzo di bilancio (differenza tra spese ed entrate prima degli interessi), come si vede nell’ultima colonna. Nonostante più di venti anni di politiche di austerità, cioè di imposizione fiscale crescente iniziate con i governi Ciampi e Dini nei primi anni ’90, lo Stato non è poi più riuscito a ridurre il debito pubblico a causa della “rincorsa” degli interessi che si cumulavano.

 

La ragione di questa esplosione di spesa per interessi è che nel 1981 è caduto l’obbligo della Banca d’Italia di comprare debito pubblico calmierandone gli interessi (e dal 1989 si è vietato formalmente, nel Trattato di Maastricht ogni finanziamento dello Stato da parte della sua Banca Centrale).

 

 

 

 

La “Troika” (UE, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario) e i governi Monti, Letta e ora Renzi, non menzionano mai, però, questo semplice fatto, che il debito pubblico si è cumulato a causa del fatto che lo stato è Stato costretto a finanziarsi sul mercato e quindi pagare interessi reali elevati, mentre prima usufruiva del finanziamento di Banca d’Italia che ne riduceva il costo ad un livello pari o inferiori all’inflazione e quindi il debito non si accumulava (in percentuale sul PIL).  In aggiunta, come molti sanno, con l’euro circa metà dei BTP sono stati comprati da investitori esteri per cui almeno metà degli interessi pagati sono usciti dalla nostra economia (a differenza di quanto avveniva fino a metà anni ’90).

Detto in parole semplici, lo Stato italiano è stato obbligato a farsi prestare denaro a costi di interessi dettati dalle banche estere (diciamo dal mercato finanziario estero), quando invece avrebbe potuto continuare a farsi finanziare a costo zero dalla Banca d’Italia.

Se quindi eliminiamo questo laccio finanziario che costringe all’austerità permanente, l’Italia potrebbe ridurre le tasse in modo sostanziale e tornare ad essere un paese con un economia paragonabile agli altri paesi europei e non un caso quasi disperato di depressione economica come accade ora.

 

Nella tabella di fianco l’andamento del Pil dagli anni ’70 ad oggi.

 

 

 

La soluzione

Lo Stato italiano può però invertire questo meccanismo e da subito. In apparenza non sembra possibile farlo senza uscire dall’Euro e rompere i trattati europei perché l’Unione Europea ha vietato alla Banca Centrale Europea di finanziare l’acquisto diretto di titoli di stato[1] e l’unica azione che la BCE può fare è quella di creare denaro per prestarlo alle Banche.

 

E’ vero che la BCE ha anche comprato nel 2011-2012 titoli di stato di paesi in difficoltà, ma come misura di emergenza e in misura molto limitata perché appunto è vincolata dai trattati europei (a differenza delle Banche Centrali dei paesi anglosassoni e asiatici).  La BCE da quando è iniziata la crisi finanziaria nel 2008 ha però creato (“dal niente” e senza costi) circa 2,800 miliardi di euro e ha di recente fornito alle banche più di 1,000 miliardi ad un costo vicino a zero, usati da queste per comprare titoli di stato a lunga durata come i BTP.  In pratica le banche italiane hanno ricevuto prestiti ad un costo inferiore allo 0,5% con cui hanno comprato BTP che rendevano più del 4%.

 

E’ evidente che se lo Stato potesse prendere a prestito dalla BCE lo stesso denaro che ha fornito alle banche a questo tasso, risparmierebbe decine di miliardi e della famosa “spread” non si sentirebbe più parlare, ma come sappiamo questa strada sembra sbarrata, oltre che dall’opposizione dei quattro paesi nordici, dai trattati europei che l’Italia ha firmato.

 

In realtà il comma 2 dello stesso articolo 123 offre una scappatoia agli Stati dell’Eurozona[2], perché prevede che gli enti creditizi di proprietà pubblica possano anche loro ricevere finanziamenti dalla BCE. E poi niente impedisce che girino questi soldi allo stato.

 

Uno stato della UE che controlli enti creditizi potrebbe farsi finanziare da loro i deficit, pagando un interesse vicino a quello che la BCE offre, cioè vicino allo zero e comunque non superiore all’inflazione.  L’ideale sarebbe non continuare ad emettere BTP; ma utilizzare prestiti diretti, ad esempio a tre anni, che rispetto all’acquisto di BTP offrono il vantaggio che il loro valore a bilancio non oscilla di anno in anno a causa di andamenti di mercato e quindi elimina il problema degli attacchi speculativi sul BTP.

 

Su un debito pubblico italiano attuale di circa 2.000 miliardi questo significa arrivare a pagare interessi per ad esempio 10-20 miliardi annui invece che gli oltre 80 miliardi attuali. Anche se occorre del tempo perchè man mano il debito a scadenza venga rifinanziato con prestiti diretti di banche pubbliche, in pratica l’effetto di “calmiere” sul mercato lo sentiresti da subito, perché il mercato finanziario si renderebbe conto che lo Stato italiano ha di nuovo accesso diretto alla liquidità. In pratica avresti un effetto calmieratore sul costo del debito simile a quello che ottengono in Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti con l’accesso diretto alla liquidità della loro Banca Centrale

 

Le cifre che indichiamo sono esemplificative e l’analisi può essere fatta in modo più dettagliato, ma la sostanza è che se il debito pubblico venisse man mano rifinanziato tramite prestiti diretti di banche pubbliche (che hanno accesso al finanziamento della BCE), il suo costo non verrebbe più determinato dal mercato finanziario. Si tornerebbe cioè alla situazione pre-1981, quando il costo del debito pubblico non era un problema perché era costantemente pari o inferiore all’inflazione.

 

Va sottolineato che non ci sarebbe alcun rischio per le banche pubbliche, perché lo Stato italiano, al netto degli interessi, è un ottimo “pagatore”, come si evince dai dati della tabella precedente. Infatti lo Stato italiano sarebbe in attivo negli ultimi 20 anni di 500 miliardi di euro (sempre al netto degli interessi). E’ chiaro che è un ottimo cliente per qualsiasi banca e un banca pubblica può prestare senza fini di lucro, ad un costo che copra le sue spese amministrative. Senza contare che prestare allo Stato non è considerato nei regolamenti bancari europei un rischio che richiede di accantonare capitale e di conseguenza è possibile per le banche prestare 500 o 1.000 miliardi senza dover aumentare di un euro il loro capitale (cosa dimostrata dal programma di Draghi chiamato “LTRO” lanciato a fine 2012, in cui appunto le banche hanno comprato centinaia di miliardi di BTP senza accantonare alcun capitale addizionale).

 

Uno scambio di email con la Banca Centrale Europea

Esiste quindi la strada per lo Stato italiano per arrivare a risparmiare anche 70  miliardi di euro di interessi all’anno. Abbiamo voluto verificare questa possibilità, (applicata in Germania e Francia tramite due enti pubblici, rispettivamente KfW e Bpi), contattando gli uffici dell’Unione europea circa la fattibilità dell’utilizzo di banche pubbliche per finanziare lo stato.

 

La risposta ricevuta per email (a nome della BCE) è stata affermativa: “il divieto di scoperto bancario e di altre forme di facilitazione creditizia in favore dei governi non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell’offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati”. Inoltre, in riferimento a banche pubbliche: “gli istituti di credito possono liberamente prestare i soldi ai governi o comprare i loro titoli di stato, nonché prestare soldi a qualsiasi cliente”

 

E’ quindi possibile per lo Stato italiano nazionalizzare una Banca, la quale acceda alla liquidità della BCE e finanzi il suo debito ad un tasso di interesse appena superiore a quello applicato dalla BCE stessa e in ogni caso sempre molto inferiore a quello di mercato, che va ricordato è attualmente superiore del 3% all’inflazione.

 

Stiamo parlando qui di come “trovare” non due o tre miliardi con l’IMU o qualche privatizzazione o risparmiando sulla sanità, le scuole, le infrastrutture, ma risparmiando sugli interessi, sulla rendita che da decenni lo Stato italiano paga a investitori esteri, banche e anche a investitori italiani.

 

Si tratta alla fine di scegliere tra rendita finanziaria favorendo il lavoro e le imprese. La rendita finanziaria ha incassato in trenta anni dallo Stato, lo ricordiamo ancora, più di 3mila miliardi di euro di interessi, mentre le imprese e i lavoratori italiani venivano schiacciati da una tassazione soffocante, giustificata con il peso del debito pubblico di 2mila miliardi, creato dall’accumularsi di questi interessi.

 

Gli italiani devono rendersi conto che non è vero che “non si può fare niente” contro il peso del debito pubblico e delle tasse a causa dei trattati firmati e delle posizioni degli altri governi all’interno delle istituzioni europee. In realtà, un governo italiano competente e che abbia a cuore gli interessi degli italiani invece che del “mercato finanziario” può muoversi anche all’interno dei trattati europei.

 

Il nostro, oltre che un articolo, è anche un appello ai cittadini italiani che trovino convincenti i fatti che abbiamo esposto e diffondano, ovunque possano, questa soluzione pratica al problema del debito, allo scopo di mettere la parola fine alle politiche di austerità che stanno soffocando l’economia italiana.

Giovanni Zibordi e Claudio Bertoni

 

Giovanni Zibordi, si occupa di mercati finanziari e gestisce uno dei siti finanziari più noti in Italia, www.cobraf.com economia a Modena, ha anche tre anni di dottorato in economia a Roma, un MBA a UCLA e ha lavorato precedentemente in consulenza manageriale e ha vissuto a Los Angeles e New York per sette anni.

 

Claudio Bertoni si occupa di impresa ed è stato per più di vent’anni imprenditore nell’ambito del commercio equo e solidale. Dottore in Scienze Agrarie sa che i beni reali valgono di più del denaro e ricerca come cittadino le soluzioni possibili ai problemi monetari di macroeconomia.

 

 

Post fazione

Alcune obiezioni

Per quanto riguarda l’obiezione sul mancato rendimento che questi ultimi avrebbero sui loro investimenti in titoli di stato, va notato che gli investitori italiani hanno oggi solo un terzo dei titoli di stato e si concentrano in prevalenza sui BOT e CCT che rendono meno dell’1% mentre gli investitori esteri e le banche si concentrano sui BTP che pagano intorno al 4%. Si può stimare quindi che su circa 80 miliardi di interessi annui ne ricevano non più di 20-25 miliardi. In secondo luogo i detentori di titoli di stato in larga maggioranza appartengono alla fascia più benestante della popolazione, che è quella che ha in realtà beneficiato della crisi, perché ha goduto di rendimenti (al netto dell’inflazione) maggiori degli anni precedenti e anche di guadagni in conto capitale. In terzo luogo, quando, a causa del finanziamento diretto di banche pubbliche allo stato suggerito, i rendimenti dei BTP scendessero intorno o sotto l’1% le famiglie italiane possono comunque investire in fondi e titoli di reddito fisso in tante altre parti del mondo. Infine, se i titoli di stato diventeranno meno attraenti, possono essere spinte a investire allora di più in obbligazioni italiane aziendali, aiutando così il finanziamento delle imprese italiane.

 

Il carteggio originale con L’Unione Europea e la Banca Centrale Europea
Date: Tuesday, 10/12/2013 17:23:50
From: “Claudio Bertoni”

Subject: [Case_ID: 830870 / 1548784] art. 123- Delucidazioni
————————————————–

[…]

E’ chiaro che la BCE non può acquistare direttamente Titoli di Stato e quindi quello che è mia intenzione approfondire ora, e in ultimo, sono le seguenti domande:
 1) comma 2 art. 123  TFUE: è possibile per un Ente creditizio di proprietà pubblica accedere all’offerta di liquidità, oggi al tasso dello 0,25%, della BCE?

 

2) Se sì come penso, questo Ente creditizio di proprietà pubblica può prestare denaro al Governo affinchè lo stesso possa pagare i suoi debiti ai mercati finanziari? Ovviamente attraverso la cessione a garanzia dei Titolo di Stato acquistati dall’Ente creditizio pubblico stesso?

 

3) E l’Ente creditizio pubblico può decidere liberamente il tasso di interesse?

Grazie ancora per la vostra cortese risposta

 

 

———- Messaggio inoltrato ———-
Da: Europe Direct <[email protected]>
Date: 13 gennaio 2014 10:50
Oggetto: [Case_ID: 0830870 / 1548784] art. 123- Delucidazioni
A: [email protected]

 

Gentile Signor Bertoni,

La ringraziamo per il suo messaggio. Desideriamo scusarci per il ritardo.

Le inoltriamo le risposte alle sue domande, fornite dalla Banca centrale europea:

 

1) comma 2 art. 123  TFUE: è possibile per un Ente creditizio di proprietà pubblica accedere all’offerta di liquidità, oggi al tasso dello 0,25%, della BCE?

 

1. Gli enti pubblici creditizi dell’area dell’euro sono un elemento importante del sistema bancario e pertanto hanno un ruolo essenziale nel fornire prestiti all’economia reale. Pertanto è importante per l’Eurosistema che essi siano trattati alla pari degli istituti creditizi privati nel contesto delle operazioni di rifinanziamento per assicurare un efficiente trasmissione delle decisioni riguardanti la politica monetaria all’economia. Pertanto la risposta alla sua prima domanda è si ed e per questo che l’articolo menzionato è presente nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)*. L’articolo stabilisce che il divieto di scoperto bancario e altre forme di facilitazione creditizia in favore dei governi “non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell’offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati”.

 

2) Se sì come penso, questo Ente creditizio di proprietà pubblica può prestare denaro al Governo affinchè lo stesso possa pagare i suoi debiti ai mercati finanziari? Ovviamente attraverso la cessione a garanzia dei Titolo di Stato acquistati dall’Ente creditizio pubblico stesso?

 

2. Non è il ruolo della banca centrale di decidere per gli istituti di credito come utilizzare i soldi. In pratica, gli istituti di credito possono liberamente prestare i soldi ai governi o comprare i loro titoli di stato, nonché prestare soldi a qualsiasi cliente. Questo è possibile nel caso in cui esista una decisione commerciale indipendente da parte dell’ente pubblico creditizio di entrare in tale rapporto con lo Stato. In questo contesto è necessario ricordare la clausola stabilita dall’articolo 124 del TFUE, che stabilisce quanto segue: “È vietata qualsiasi misura, non basata su considerazioni prudenziali, che offra alle istituzioni, agli organi o agli organismi dell’Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri un accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie.” Lo Stato, nel caso in cui adottasse una legge, regolamento o qualsiasi altro strumento giuridicamente vincolante, che obbligherebbe un istituto finanziario a comprare i titoli di stato governativi, violerebbe l’articolo 124.

 

3) E l’Ente creditizio pubblico può decidere liberamente il tasso di interesse?

 

3. La domanda non è chiara. Tuttavia, nel contesto della decisione indipendente presa dall’istituto creditizio di prestare soldi ai clienti, il prezzo dell’operazione deve essere basata su considerazione finanziarie e economiche (per esempio, il profilo di rischio del cliente). Per quanto riguarda la decisione di comprare titoli di stato pubblici, si aspetta che il tasso di interesse nominale per i titoli governativi (come per gli altri) venga determinato dalle caratteristiche del titolo stesso (incluso il profilo di rischio dell’emittente, la liquidità e commerciabilità del titolo, etc.). Il rendimento effettivo del titolo (emesso da un pubblico o provato) negoziato sul mercato riflette l’evoluzione di queste caratteristiche nel tempo.

 

Ci auguriamo che queste informazioni possano esserle di aiuto. La preghiamo di contattarci nuovamente in caso avesse ulteriori domande.

 

 

 

 

 



[1] art. 123 della Versione consolidata del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea Comma 1: “Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca Centrale Europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate «banche centrali nazionali»), a istituzioni, organi od organismi dell’Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l’acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali.

 

[2]Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell’offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati”

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30 risposte a ART. 123 TUE: ROMPERE IL CAPPIO DEL DEBITO E DELL’INGANNO

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  4. Giovanni V. scrive:

    Cne ne pensa di questo, Avvocato? Mo ora pure Barnard ci casca…

    PAOLO BARNARD 12 SETTEMBRE 2014
    ABBIAMO VINTOOO! DRAGHI CROLLA E INVOCA KEYNES. YAHOOOOO!
    Alla fine neppure lui ce l’ha fatta, neppure sto cadavere telecomandato dal Neofeudalesimo e cresciuto a scudisciate Neoliberiste, quelle di Hayek, Friedman, da cui escono anche gli Alesina, Serra, Taddei, Boldrin o Giavazzi (gli unici tordi rimasti al mondo della serie “l’euro ha fatto tutto giusto, guai mollarlo”, cui seguono sbadigli e sghignazzi di Goldman Sachs, JP Morgan, Krugman e altri principianti di questa sorta).
    Ma Draghi ieri ha fatto outing, e si è strappato la camicia mostrando sul petto il tatuaggio di John Maynard Keynes. Ebbene sì!
    Mario era all’Eurofi a Milano, e per fortuna che c’era un cronista del Wall Street Journal, perché se no tutto questo non l’avremmo mai saputo sui nostri quotidiani ( pardon, conato). E quindi Draghi, ormai fucilato alla schiena dalla Germania che l’ha bocciato a morte tre giorni fa, ormai sepolto da un’irrimediabile deflazione dell’Europa cui non ha mezzi per rimediare, ormai umiliato come l’uomo che ha presidiato la distruzione di una civiltà economica, ormai senza più mezzi per fare nulla, insomma, Mario Draghi ha abbracciato di colpo Keynes (e Mosler Economics che è Keynes adattato al terzo millennio) e a Milano ha detto:
    A) I governi devono agire con forza per incoraggiare gli investimenti, includendo garanzie di Stato per le Piccole Medie Imprese.
    B) E, quando i conti glielo permettono, i governi devono spendere soldi di Stato. (Giavazzi ricoverato per attacco fulmineo di anusite emorroidaria)
    C) Solo se le politiche monetarie saranno affiancate da politiche strutturali e da politiche economiche di spesa di Stato, vedremo gli investimenti tornare in UE. La Banca Centrale non può fare tutto da sola. (Cosa vi avevamo detto noi della Mosler Economics per anni? Senza politiche economiche di spesa di Stato, la politica monetaria non può fare niente. Serra e Alesina colpiti da psoriasi fulminante, volano alle Canarie con Ryan Air)
    Mario, quanto ci hai messo! Ma come ci insegna il Figliol Prodigo… welcome fra noi.

  5. Giovanni V. scrive:

    Il cappio del Debito pubblico e la “Liquidity Trap” della BCE di DRAGHI….

    http://www.globalresearch.ca/to-the-bankers-hes-super-mario-2-0-draghi-neoliberalism-prevails-the-devastating-impacts-of-the-ecbs-policies/5400382

    Quanti ne sono a conoscenza, anche tra i cosiddetti “addetti ai lavori”?

    “The few who understand the system will either be so interested in its profits or be so dependent upon its favours that there will be no opposition from that class.
    On the other hand, the great body of people, mentally incapable of comprehending the tremendous advantage that capital derives from the system, will bear its burdens without complaint, and perhaps without even suspecting that the system is inimical to their interests.
    So Give me control over a nation’s currency and I care not who makes its laws”.

    [Mayer Amschel Rothschild (1744-1812), founder of the “House of Rothschild”]

  6. lorenzo scrive:

    Ho una proposta semplice da fare all’ Avvocato Marco Della luna.
    Un Convegno che parli di Signoraggio, Banche e Ue con Lei, Pioli, più l’ economista
    Nino Galloni da una parte e dall’ altra i Professori che negano il Signoraggio; sto parlando di commercialisti. filo Ue e Professori filo Ue di economia politica e monetaria.
    Grandi città’ come Milano e Roma per iniziare invitando Confcommercio , Confindustria locale oltre ad altri cittadini.
    Dai l’ annuncio su qualche trasmissione locale, per iniziare Telenuovo.
    Lanci l’ appello per una maggiore comprensione del problema da parte dei cittadini.
    Se il Vostro invito sarà’ declinato significa che gli Accademici avranno paura e questo verrà’ notato dalla gente dubbiosa, se invece ” loro” accetteranno saranno smascherato e da lì potrebbe iniziare un processo di demonizzazione ( es. Vada Lei con Galloni nella tana delle tigri bocconiane e li sfidi apertamente sul signoraggio che attualmente viene considerata una bufala così come da Lei illustrata e da altri predicatori finanziari).
    Un personaggio in vista come Lei,se loro avranno paura di affrontarla, saprà’ come utilizzare la vicenda per rafforzare la Sua versione dei fatti e delle ipotesi.
    Si unisca a coloro che all’ incirca La pensa come Lei ( Monia,Barnard,Benettazzo ecc. ) E faccia il salto di qualità : la scientifica’ delle Sue ipotesi mediante sbiancamento di tali Accademici o Commercialisti finanziari,come Galileo.
    Che ne pensa del mio programmino Avvocato?..

  7. Sonica scrive:

    Gentili Signori, cari concittadini…
    leggo i contraddittori che emergono dalle analisi socio-economiche nonchè giuridiche dello stato in cui versiamo oggi e dai suoi “derivati” (perdonate e passatemi il gioco di parole, lungi da me preannunciare con questo la sostanza del mio intervento).
    Quello che mi lascia perplessa, di conseguenza alla moltitudine di tecnicismi finanziari nazionali e analisi pressochè vicine al vero della situazione generale del nostro paese, consiste nel non vedere la via d’uscita.
    Vedete, quello che avete scritto tutti sono la sintesi e la riflessione di svariati aspetti e sfaccettature VERI della storia dell’Italia, sociale economica finanziaria giuridica politica e fiscale, guardandoli dall’esterno, in quanto se foste consapevoli del fatto che fate parte di questo macinino trita carne e che ne state pagando le conseguenze ogni giorno, forse la prospettiva cambierebbe…
    Non sono un avvocato, ma ho lavorato per dieci anni nella consulenza in uno degli studi di avvocati più grossi d’Italia sicuramente, lavorando con tutto il mondo.
    Non sono un imprenditore, ma ho lavorato per quattordici anni a fianco di imprenditori conosciuti a livello nazionale, operanti in svariati settori merceologici.
    Non sono un politico, ma mio padre lavorava per il 90% con la politica locale, regionale e nazionale di un grande città del nord Italia.
    Quindi non ho lauree attestati o certificazioni che comprovino quello che vi sto dicendo, ma, il mio, è solo il frutto di una lunga e attenta esperienza, quale arricchimento ed evoluzione del mio lavoro di consulente marketing, che vuol dire tutto e niente, sia per chi lo pratica, sia per chi lo immagina, proprio perchè è un’attività nata con l’avvento dell’industria e ridefinita con i mass media.
    Chiedo scusa in anticipo se dovessi disturbare la sensibilità di chiunque, ma nel gioco della verità, spesso ci sono verità scomode che offendono per categoria, più che il singolo individuo.
    La politica MONDIALE è semplicemente un’enorme scacchiera di gioco dell’ECONOMIA. Le teorie sul complottismo sono tanto vere quanto antiquate, servono ancora e solo a distanziare le soluzioni dai problemi.
    Qualsiasi prodotto o servizio – e le relative aziende/gruppi che si generano di conseguenza – sono assolutamente decisi a tavolino e propedeutici all’arricchimento di gruppi di persone che concertano concordemente l’intero sistema, insomma… è il sistema deviato “massonico”, sta a dire che viene usato al contrario di come lo usavano i primi e veri massoni. Va da sè che, controllando l’economia (e vi assicuro che l’operazione sul singolo territorio è più capillare di quanto pensiate, in quanto i governi di tutti gli Stati si avvalgono delle associazioni a delinquere…. per monitorare e tenere a bada i singoli territori), si controlla anche il governo di un paese (con le buone o con le cattive..) e attraverso il quale si controllano anche i governi degli altri paesi.
    Basiti? Non credo, ne sentite parlare da decenni ma nessuno ha mai mosso un dito perchè questo processo malatissimo terminasse, anzi tutti i governi mondiali sono stati nel tempo alimentati da una sempre maggiore ignoranza nelle varie competenze, con la speranza che “l’amico” in Comune, in Banca, in Tribunale o in Ospedale ci risolvesse i problemi nel momento del bisogno….
    A titolo del tutto personale, visto che tutte le denunce che nel tempo ho depositato sono ancora “stranamente” nel limbo delle procedure penali e civili dei Tribunali Italiani, tento di suggerire che la “via di fuga” possa identificarsi con il cambiamento radicale dei singoli individui, cominciando a DIRE NO tutte le volte che vogliono sottometterci a leggi inique, creando centri di attività slegati dal giogo finanziario, attraverso l’autosostentamento, unendo capacità competenze e finanze limitate al centro di attività, collaborando e interagendo con attività analoghe alle nostre e soprattutto vicine, di cui quindi possiamo monitorarne i requisiti continui e costanti, crescendo insieme senza bisogno della “benedizione statale”.
    Dimenticatevi dei denari che lo Stato Italiano si è mangiato-divorato in 50 anni di finta democrazia, non lo recupereremo e se anche fosse possibile, sapete che “fatta la legge trovato l’inganno…”, troverebbero il modo per “rientrare” in altro modo delle “perdite”…
    Stante che anche le perdite in bilancio negli anni sono diventate un valido bacino di scarico delle porcherie imprenditoriali…
    Per proseguire poi e ancora con l’annullamento delle responsabilità penali in materia di bancarotta (ho visto citare MPS…. sapete che nella compagine sociale – come in quella di altre banche italiane – ci sono altri governi che ci stanno nel frattempo colonizzando prendendo i nostri migliori marchi e know how a 4 soldi????)
    Forza! magari trovare la soluzione legale è meglio, più sofisticato e meno pericoloso, ma sapete meglio di me che la Legge Italiana è subordinata alle esigenze di pochi singoli, sì, quella stessa Legge Italiana che viene decisa dai vari governi che si susseguono….
    Non avete ancora capito che Renzi è l’attuale “testa di legno” (gergo per definire persona che opera a modi burattino) per “rottamare” quel che resta del nostro paese?
    Non sapete che gli accordi che, sembra andare a conciliare, sono finte processioni per generare miracoli sempre agli stessi???
    Domani diremo che è un cretino come Berlusconi (che non poteva creare ciò che ha creato in Italia e all’estero se non glielo avessero preparato ALTRI per benino), come Prodi (che ha fatto fallire l’IRI e …..), o come chi?
    Ci meraviglieremo se avrà ingrassato la sua città la sua regione e le sue tasche con i finanziamenti ai partiti, alle scuole, a chi? Magari in quei giorni in cui ha mantenuto contemporaneamente (certo per motivi puramente burocratici legali….) CARICHE ISTITUZIONALI in netto conflitto d’interesse fra loro…..
    FORZA!!!!! SVEGLIA!!!!!!!
    Ecco lo sapevo, chiedo venia per gli errori e gli eccessi…
    Guardate attorno a Voi, prima che lontano da Voi

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  11. Giovanni scrive:

    Caro jfk,
    certo sharing is caring.
    In Italia però solo metà della popolazione usa il web quasi tutti i giorni….ma, grillini a parte, la quasi totalità lo fa per vedere video porno, scaricare suonerie cellulari, guardare l’orario dei treni o scrivere stupidaggini sulla propria pagina Facebook.
    Capisci l’inghippo?
    Guarda il M5S…è stato votato da circa 8.000.000 di persone last year, ma a votare i referendum online sono sempre gli stessi…non più di 30 o max 40.000 persone, che decidono per tutti.
    E gli altri 7.960.000 elettori, attirati con il passaparola dell’amico o parente dopo aver assistito ad un comizio di GRILLO, perché non partecipano ai dibattiti online?
    Ergo la rete non basta, soprattutto in Italia ma non solo (guarda il caso di Ron Paul in US, dove quasi tutti usano il web, persino i novantenni)!
    Bisognerebbe fare come ha fatto Casaleggio…ossia usare un personaggio celebre per attirare le folle con il passaparola.
    Ma il problema è che nessun personaggio popolare sarà mai disponibile a diffondere notizie come quelle contenute in questo mirabile articolo dell’Avv Della Luna, altrimenti verrebbe fatto fuori quasi subito da chi ci governa dietro le quinte.
    Ricorda che la popolarità e il successo di un personaggio (e la sua dichiarazione dei redditi) è direttamente proporzionale alla sua fedeltà al sistema.
    GRILLO non fa eccezione a questa regola, essendo in realtà un GATEKEEPER usato dai soliti noti per tenere a bada la parte più informata e infuriata della popolazione (che in genere in ogni paese occidentale si aggira sempre attorno al 20 max 30%)!!!

  12. jfk scrive:

    Caro Giovanni quel che tu scrivi è vero ma sta a noi diffondere questo sito ed altri all’ opinione pubblica, io ad esempio ho postato il link di questa pagina su facebook ( che uso quasi completamente per diffondere siti come questo ) , più diffondiamo la giusta cultura della conoscenza e più la gente verrà informata e a sua volta informerà quindi amici diffondiamo diffondiamo!!!
    buon lavoro a tutti !

  13. Giovanni V.. scrive:

    Caro Avvocato!

    Tutto ruota attorno al cosiddetto effetto di “Interazione parasociale”, ossia la tendenza psicologica delle masse a stabilire legami affettivi e di fiducia con personaggi famosi, creati ad hoc dai mainstream media essendo in realtà al soldo dei soliti noti.

    (cerchi su Google articolo della Randazzo dal titolo “Intrallazzi Mediatici”)

    Quindi se una cosa la dico io o Lei in rete poche persone ci credono, ma se la stessa cosa la dice che ne so la Gabanelli, Grillo, Il Corriere della Sera, Bruno Vespa o il mega Professor X dell’Università Y allora la stessa notizia fa breccia nell’opinione pubblica e diventa credibile.
    E allora come fare a rompere questo effetto mediatico diabolico sulle masse, se la gente (specie in Italy ma non solo) usa la TV anziché il Web per informarsi e ovviamente personaggi scomodi come Lei, Avv Della Luna, in TV non potranno, per ovvi motivi, mai metterci piede?

    Guardi cosa è appena successo in Ukraina: qualcuno (e secondo me c’è di mezzo la CIA e la UE) ha fatto credere agli Ukraini che entrare in Europa significhi benessere, ricchezza e libertà.
    Ovviamente nessuno di loro è a conoscenza della verità (cioè di tutto ciò che è scritto nel suo bestseller “Euroschiavi”) perché i media gliel’hanno nascosta, così come l’hanno nascosta a noi, insieme a scuola e Università.
    Ma ciò è stato sufficiente per scatenare una Revolution, basata sull’inganno!

    E allora chiediamoci perché personaggi teoricamente antiestablishment come ad es Beppe Grillo non parlino mai di Signoraggio né in Tv, né in rete, né ai comizi.

    Quanto scritto in questo articolo, se fosse applicato, consentirebbe un risparmio di 80 miliardi l’anno….altro che reddito di cittadinanza.

    Grillo che dice? Che per finanziare il reddito di cittadinanza basterebbe tagliare i costi della politica e le spese militari.
    E gli altri? Che per dare soldi ai giovani disoccupati e ridurre il debito pubblico occorre tagliare la spesa pubblica (pensioni, sanità etc….), perché altrimenti mancherebbe la copertura finanziaria.

    Nessuno, ovviamente, si azzarda a dire la verità, citando ad es l’ART. 123 TUE, perché altrimenti ZAC verrebbe fatto fuori dai soliti noti a capo dell’Euro e del mondo.

    Dunque tutto viene lasciato a noi e a pochi altri temerari sparsi nella rete, che però contano nada in termini di influenza sull’opinione pubblica, a causa soprattutto dell’effetto di “interazione parasociale” sopra menzionato.

    Capisce l’inghippo, Avvocato?

    In altre parole non è solo un problema di privilegi, purtroppo!

  14. Giovanni V scrive:

    Caro Avvocato!

    Tutto ruota attorno al cosiddetto effetto di “Interazione parasociale”, ossia la tendenza psicologica delle masse a stabilire legami affettivi e di fiducia con personaggi famosi, creati ad hoc dai mainstream media essendo in realtà al soldo dei soliti noti.

    http://antonellarandazzo.blogspot.it/2008/07/intrallazzi-mediatici.html

    Quindi se una cosa la dico io o Lei in rete poche persone ci credono, ma se la stessa cosa la dice che ne so la Gabanelli, Grillo, Il Corriere della Sera, Bruno Vespa o il mega Professor X dell’Università Y allora la stessa notizia fa breccia nell’opinione pubblica e diventa credibile.
    E allora come fare a rompere questo effetto mediatico diabolico sulle masse, se la gente (specie in Italy ma non solo) usa la TV anziché il Web per informarsi e ovviamente personaggi scomodi come Lei, Avv Della Luna, in TV non potranno, per ovvi motivi, mai metterci piede?

    Guardi cosa è appena successo in Ukraina: qualcuno (e secondo me c’è di mezzo la CIA e la UE) ha fatto credere agli Ukraini che entrare in Europa significhi benessere, ricchezza e libertà.
    Ovviamente nessuno di loro è a conoscenza della verità (cioè di tutto ciò che è scritto nel suo bestseller “Euroschiavi”) perché i media gliel’hanno nascosta, così come l’hanno nascosta a noi, insieme a scuola e Università.
    Ma ciò è stato sufficiente per scatenare una Revolution, basata sull’inganno!

    E allora chiediamoci perché personaggi teoricamente antiestablishment come ad es Beppe Grillo non parlino mai di Signoraggio né in Tv, né in rete, né ai comizi.

    Quanto scritto in questo articolo, se fosse applicato, consentirebbe un risparmio di 80 miliardi l’anno….altro che reddito di cittadinanza.

    Grillo che dice? Che per finanziare il reddito di cittadinanza basterebbe tagliare i costi della politica e le spese militari.
    E gli altri? Che per dare soldi ai giovani disoccupati e ridurre il debito pubblico occorre tagliare la spesa pubblica (pensioni, sanità etc….), perché altrimenti mancherebbe la copertura finanziaria.

    Nessuno, ovviamente, si azzarda a dire la verità, citando ad es l’ART. 123 TUE, perché altrimenti ZAC verrebbe fatto fuori dai soliti noti a capo dell’Euro e del mondo.

    Dunque tutto viene lasciato a noi e a pochi altri temerari sparsi nella rete, che però contano nada in termini di influenza sull’opinione pubblica, a causa soprattutto dell’effetto di “interazione parasociale” sopra menzionato.

    Capisce l’inghippo, Avvocato?

    In altre parole non è solo un problema di privilegi, purtroppo!

  15. Enrico scrive:

    Non riesco più a entrare nel blog che fare?

  16. Enrico scrive:

    Prima non riuscivo nemmeno a entrare nella pagina

  17. Enrico scrive:

    Sto di nuovo riprovando

  18. Giovanni V scrive:

    Mirabile articolo, come al solito!

    Ma veramente, Avv Della Luna, pensa che la Magistratura (Corte Dei Conti) possa venirLe incontro nella sua denuncia per danno erariale, se Lei stesso ha più volte ammesso (a mio avviso a ragione) che i magistrati sono i primi difensori dell’attuale sistema, avendo in cambio la possibilità di godere di una marea di privilegi da far impallidire persino la Casta dei Politici?

    Onestamente, se Lei fosse un magistrato rinuncerebbe ai propri privilegi per amor di patria, andando contro i voleri di Bilderberg & co?

    Io sinceramente fossi un Magistrato non lo farei e Lei??

    Stessa cosa vale per i giornalisti, professori universitari ed economisti di regime al soldo dei soliti noti!!

    PRIVILEGI ==> UBBIDIENZA AL SISTEMA!
    IGNORANZA MASSE ==> UBBIDIENZA AL SISTEMA!

    Come rompere questo meccanismo diabolico?

    ^_^

  19. franco sotis scrive:

    La banca pubblica per effettuare tali operazioni già esiste: è la Cassa Depositi e prestiti, ma ciò non toglie che se ne potrebbe creare una ad hoc… basta volerlo!!

  20. lorenzoleopoldo scrive:

    Egr. avv. Della Luna, secondo Lei la banca pubblica da costituire allo scopo sopra descritto potrebbe essere il MPS? Mi pare che entro quest’anno debba restituire € 3 mld dei 4 ricevuti in prestito dall’ex premier Monti e non li abbia. Così vengono trasformati in azioni del MPS di proprietà del Tesoro che così diventa azionista di maggioranza e ancora di più nel 2015 quando arriverà a scadenza l’ultimo mld €. Le chiedo inoltre: si può forzare la mano al governo con una class-action per non voler adottare una simile soluzione pur avendone la possibilità? Distinti saluti.

  21. Enrico scrive:

    Continua a non funzionare

  22. jfk scrive:

    ah dimenticavo per chi non lo sapesse Padoan l’ ha imposto Napolitano a Renzi, il servizievole presidente delle banche e dei poteri forti

  23. jfk scrive:

    Caro ahfesa appunto direi….game over speriamo nel presto insert coin to continue…naturalmente i coins sono i nostri…

  24. ahfesa scrive:

    Caro avvocato con il prof. Padoan all`economia temo che il suo bel discorso si sia allontanato dall`applicazione pratica di qualche secolo luce. Sempre che fra un po`non mettano in una comoda galera chi propugna cotali idee.
    Con quell`esimio signore al fianco il cambiamento di Renzi é assicurato. Verso la miseria più nera per i poveri e la classe media. Chi vie d`Europa può invece dormire tranquillo.
    Io personalmente (ma é un`opinione privata e discutibilissima) mi sento come un ebreo di Praga quando ha appreso che il simpatico Heydrich sarebbe diventato il Reichprotector con poteri assoluti.
    Spero ardentemente di sbagliarmi ed esser smentito dai fatti, ma temo che tra poco piangeremo forte, avendo nostalgia di un squalo bonario come il Saccomanni.

  25. ahfesa scrive:

    A corollario aggiungo che tutto il discorso, ancorchè legalmente corretto é assolutamente utopico. Difatti i primi a non avvalersi delle eventuali norme a nostro vantaggio, sono proprio i nostri capi.
    E per la semplice ragione che sono preventivamente di fatto nominati dai padroni a Berlino.
    E poi – nonostante le affermazioni di rispettabilissimi santi, profeti, eroi ed innocenti – in questo mondo senza pecunia non si fa nulla.
    Basta vedere la farsa del costituendo governo Renzi che ancora prima di esser nato é già morto per quanto attiene alla difesa degli interessi nazionali e persino per i modesti scopi che si prefigge. Difatti é formato (nei posti chiave) da nominati e non ha denari da spendere.
    Potrà solo fare, con gli ennesimi effetti nefasti, i giri di carte dei predecessori: ovvero togliere 100 ad alcuni per elargire 10 ad altri sprecando nel tragitto la differenza.
    No, noi siamo come la Cecoslovacchia di sovietica memoria. O ci teniamo l`autocrazia e moriamo lentamente di fame o ci pigliamo un Dubcek con i relativi carri armati “fraterni”. Finchè non ci si libera dai capestri stranieri che ci hanno imposto non ci sarà salvezza ma solo povertà, fiscalità, obbedienza.

    ———————————————————-

    @antonio (dal precedente)

    Lei é un buontempone, senza offesa ovviamente.
    Difatti – fino a prova contraria – in recente passato sono stati i tedeschi (con la complicità di italiani loro alleati) a ridurre l`Italia in macerie ed alla guerra civile, e sono stati gli americani (certo nel loro interesse e profitto) a darci i mezzi per ricostruirei il nostro paese (ed anche la Germania)
    Lo stesso zio Sam, sempre guadagnandoci, ci ha fatto campare decentemente per 50 anni, magari anche proteggendoci da certi signori “autolesionisti” di cui il nostro Grande Presidente era esimio ed emerito esponente. Invece i tedeschi sono riusciti in meno di 10 anni a ridurci nelle condizioni economiche degli anni 50 del secolo scorso, con loro vantaggio, ma con nostra rovina.
    E lei vorrebbe i teschi per capi, magari con il simpatico sig. Schulz come gauleiter che ci insegna a far la “o” col culo del bicchiere.
    Rispetto ogni opinione, ma sappia che io, età permettendo, prenderò come i miei padri le armi per difendere il mio paese da una simile definitiva rovina.

  26. ahfesa scrive:

    Caro avvocato, senza pretese accademiche il suo dire presta il fianco ad alcune
    obbiezioni sostanziali.
    Il finanziamento monetario al tesoro da parte del banchiere centrale,
    provoca aumento di base monetaria che a sua volta moltiplica l`offerta di
    moneta. Questo ha il vantaggio di dare al tesoro un`illimitata elasticità di
    cassa, in presenza di sovranità monetaria ovviamente, ma crea forti rischi
    sugli equilibri economici del sistema e sul livello dei prezzi. Inoltre se
    come accaduto per 30 anni da noi, i proventi dell`indebitamento sono
    dilapidati in operazioni clientelari non solo improduttive, ma anche
    generanti a loro volta altri costi e debiti, l`effetto diventa mortale.
    È verissimo che in astratto la struttura economica reale dell`italia era
    sana e generava avanzo primario, persino non pompato dalla pressione
    fiscale, ma lei dimentica che (ad essere ottimista) un terzo del paese é di
    fatto governato dal sistema clientelare appoggiato alla criminalità
    organizzata, i vari governi hanno dato un`immagine spaventosa delle
    capacità direzionali del paese, l`innovazione (vera) l`istruzione e la
    ricerca per 30 anni sono state a livello del terzo mondo. Tutto questo non
    può non incidere sull`affidabilità del sistema a livello internazionale e sui
    costi del credito pubblico. E si spiega anche perchè con relativa facilità le
    più floride attività nazionali sono state svendute a stranieri. I quali non
    solo le gestiscono sovente contro il nostro interesse nazionale, ma ne
    esportano legalmente i proventi a vantaggio della loro economia ed
    attitudini imperialistiche, come pure addossano a noi le eventuali perdite.
    Catastrofica é anche la nostra gestione dei flussi migratori, che arriva
    all`assurdo di accollarci con costi demenziali indigenti e furfanti, per
    esportare a provente zero i tecnici ed i laureati (ovviamente quelli validi)
    che prima abbiamo formato a nostre spese.
    L`art. 123 é vero e vigente ed é corretto quando esposto sulla BCE. Difatti
    ogni banchiere (salvo le 183 regole della EBA recentemente approvate,
    che temo molto cambieranno a nostro ulteriore catastrofico svantaggio)
    potrebbe prestar denaro a chi crede. Dunque anche la BCE ai singoli stati,
    almeno in teoria, mediante finanziamento monetario. Difatti a torto o
    ragione, i poteri della BCE in campo monetario sono illimitati e privi di
    controllo. Tanto che come si vede sullo spaventoso pasticcio greco (dove
    si é truccato il bilancio per far entrare la Grecia nell`euro con il risultato
    che i greci sono affamati ed i soliti poteri forti ne hanno tratto miliardi)
    quando é evidente la frode (anche della BCE) semplicemente si segretano
    i documenti probatori e si impone un corale, comodo e tombale silenzio.
    Anche molto opportunamente statuito da ossequienti sentenze dei
    burleschi, ma costosissimi, tribunali europei. Ma come vede il « potere »
    della BCE é discrezionale. E tutti sanno che i signori di Francoforte sono
    molto duri con i suonatori di mandolino, ma altrettanto disponibili e
    deferenti con i padroni di Berlino. Difatti prestar denaro a noialtri allo
    0,25% creando base monetaria é praticamente realizzare il sogno dei
    paesi periferici. Ovvero metter in comune non solo gli attivi, ma anche i
    passivi, divenendo l`esposizione della BCE a carico dei paesi ricchi,
    essendo quelli periferici di fatto falliti. E questo, non tanto per ragioni
    economiche, ma per quelle imperialistiche che fanno di gran lunga
    premio, i signori di berlino non lo consentiranno mai a nessun prezzo.
    Difatti ciò significherebbe la fine della loro egemonia ricattatoria.
    L`italia é come quel bravo artigiano, un po`sprovveduto e magari furbetto,
    ma fondamentalmente onesto, che dipende per la sua liquidità e quindi
    per la vita e l`espansione della sua impresa da un banchiere. Ma per sua
    sfortuna questo banchiere é controllato da un soggetto che ha interesse a
    mantenere in vita l`artigiano perchè gli occorrono i suoi prodotti, ma ha
    altrettanta convenienza a che sia sempre nell`indigenza e nell`insicurezza.
    Ora l`unico modo per l`artigiano di non morire alla lunga di fame, non é
    quello di reclamare i suoi diritti verso il banchiere, invocando leggi che, o
    sono a suo sfavore, o sempre gli sono rivolte contro. Nossignore deve
    avere il coraggio (ed accollarsi gli oneri ed i sacrifici) di cambiare
    banchiere.
    Euristicamente la BCE inietta i clistere di liquidità non agli stati, ma alle
    singole banche. E questo perchè sa benissimo che detta liquidità non
    andrà mai al sistema produttivo reale, ma resterà nel circolo vizioso
    formato da banche, finanza, mercati drogati che però generano utili fittizi
    che tengono in vita i bilanci, debito pubblico ridotto ad uno scambio di
    carta, e rientro dei mezzi alla BCE che poi ricomincia un altro giro.
    Giusto il debito pubblico oramai si espande per interessi o sprechi. Difatti
    la sua circolazione é oramai tutta interbancaria e basata sul rinnovo della
    carta in circolazione aumentata degli interessi. Gli oeratori sani e reali o
    non hanno più mezzi liquidi, o non si fidano più. Anche perchè i proventi
    decuratati da tasse e commissioni tendono a diventare irrisori rispetto al
    rischio vero.

  27. jfk scrive:

    Come i 2 autori citano all’ inizio dell’ articolo il potere forte che da questa situazione ci guadagna e non poco non permetterà la nascita di questa banca/ente pubblico che vende denaro a così poco e contro i LORO interessi….la speranza che ci rimane è che la poltrona del ministro dell’ economia sia occupata da una persona che sia contro l’ euro-sistema ma naturalmente questo non succederà fintanto che ci sarà Renzie come premier…solo allora si potrà sperare in queste manovre e dettare legge minacciando di non pagare un debito che non appartiene ai cittadini ma alle banche.

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