LE TASSE AI LADRI E ALLA MAFIA

LE TASSE AI LADRI E ALLA MAFIA

Pagate le tasse senza discutere! Sono per la mafia e per la partitocrazia!

Ormai è sotto gli occhi di tutti: le tasse che paghiamo vanno in mano ai ladri della politica, delle istituzioni, della burocrazia, delle mafie, che le usano soprattutto per arricchirsi, senza curarsi di spenderle bene e utilmente, nell’interesse collettivo. A Roma era così già 50 anni fa. E’ la costante nazionale, il carattere essenziale e immutabile dello Stato italiano. Rubare è lo scopo per cui si fa politica, e il mezzo con cui si fa politica, è il criterio con cui si fa carriera in politica e nell’apparato pubblico e partecipato.

Ovviamente ciò vale per la politica che tocca la palla – non per tutta la politica. Anche questo articolo è un atto politico, solo che non tocca la palla – anche se forse unge il piano inclinato della storia. Anche quella che Napolitano, eletto delle segreterie dei partiti politici, bolla come antipolitica, in realtà è autentica politica. Politica disingannata verso il tipo di forze politiche e i metodi politici che Napolitano tutela. Anche contro i contraccolpi dei suoi scandali.

In questo quadro, i divieti all’uso del contante, l’imposizione di tenere i soldi in banca e di rendersi completamente tracciabili, col Fisco che ti fa i conti in tasca e ti manda la dichiarazione dei redditi a casa, come se l’evasione fiscale dipendesse dall’uso del contante nelle transazioni spicciole, è un modo per consentire alla casta di saccheggiare direttamente e senza difese il cittadino, e per le banche di lucrare su ogni transazione, cumulativamente: 100 pagamenti di 100 Euro l’uno, a 1,5 Euro di commissioni, fanno guadagnare alla banca 150 Euro, se fatti con la carta di credito, e zero, se fatti per contanti.

Il principio della rappresentanza democratica parlamentare è clamorosamente e definitivamente fallito sia perché il Paese non ha più autonomia politica nelle cose che contano, sia perché i rappresentanti rappresentano le segreterie affaristiche che li nominano, e vanno contro gli interessi dei rappresentati.

Fino agli anni ’80 questo sistema di potere si notava meno, faceva danni sopportabili e compatibili con un certo sviluppo del Paese, con un certo benessere, garantito da una spirale costruttiva di investimenti e consumi, grazie al fatto che allora la banca centrale e i vincoli di portafoglio delle banche ordinarie garantivano il finanziamento del debito pubblico a tassi sostenibili escludendo il rischio di default. E grazie al fatto che le banche ordinarie si dedicavano all’economia reale anziché alle speculazioni finanziarie e alle truffe ai risparmiatori. E grazie al cambio flessibile.

Oggi gli uomini della buro-partitocrazia sono tutti in pasta, trasversalmente, tra loro e con la mafia. Sono tutti nella criminalità organizzata. Quelli che non lo sono direttamente e attivamente, lo sono comunque, perché consapevolmente e volontariamente fanno parte di quel mondo. Quindi sono corresponsabili. Non ci sono onesti, solo finti tonti e tonti tonti.

Questo sistema ovviamente non si lascia cambiare dal suo interno, perché occupa i canali elettorali, mediatici, istituzionali, e in buona parte anche quelli giudiziari (molti arrestati di oggi sono assolti di ieri); e l’”esterno”, cioè l’”Europa”, la Germania, trae profitto e potere economici proprio da questa situazione.

E’ quindi chiaro che questa gente, questa casta, questa cupola nazionale non la si abbatterà mai con le leggi, i tribunali, l’indignazione popolare, anzi continuerà a tramandare il sistema alle nuove leve. Non la si potrà mai abbattere con strumenti interni all’ordinamento dello Stato, che essa occupa. La potrebbero fermare solo mezzi rivoluzionari,  solo la ghigliottina. Oppure un padrone straniero che la sostituisca e prenda direttamente in mano la gestione amministrativa del Paese – ovviamente nel suo proprio interesse.

I leaders carismatici proposti al pubblico possono essere “puliti” di faccia, ma gli apparati dei loro partiti sono tutto un cupolone, funzionano in quel modo, quindi nessun governo potrà cambiare questo sistema. Con le loro migliaia di società partecipate e di onlus mai contabilmente controllate che ricevono e spartiscono i miliardi del business dell’accoglienza. Renzi, che invoca giustizia e promette pulizia, finge di non conoscere che cosa sono gli apparati dei partiti e di non sapere che, se si mettesse di traverso, semplicemente verrebbe sostituito.

E infatti le principali componenti della partitocrazia, superando l’ipocrita distinzione maggioranza-opposizione, si accordano tra loro sulle riforme del sistema elettorale e del Senato, riforme concepite per proteggere e rafforzare il sistema stesso.  E così alla Camera resta il sistema dei nominati: possono divenire deputati solo i graditi dei segretari dei partiti. La riforma del Senato mette quest’ultimo ancora di più nelle mani dei segretari, i quali vi collocheranno nominati regionali e comunali – cioè elementi presi dagli ambiti più ladreschi dell’apparato – dotandoli così di ciò che resta dell’immunità parlamentare.

Intanto, il governo ha allontanato il Commissario alla spending review, Cottarelli, che aveva ardito raccomandare la soppressione di 6.000 società partecipate mangiasoldi, una indispensabile greppia di consenso per la partitocrazia.

Le condizioni degli Italiani -tassazione, recessione, disoccupazione- continueranno perciò a peggiorare e peggiorare e peggiorare, finché questi non insorgeranno con le armi e non faranno fuori materialmente la casta parassita e criminale, o quella parte di essa che non riuscirà a fuggire all’estero. Ma non lo faranno mai: in parte emigrano – come da sempre io consiglio di fare – e in maggioranza restano a subire o a raccontarsi le favole, aspettando il padrone straniero, e di vendersi a lui. Dopotutto, non è questa la storica tradizione del Belpaese?

08.12.14 Marco Della Luna

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10 risposte a LE TASSE AI LADRI E ALLA MAFIA

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  2. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e caro Enrico,

    A mio modesto modo di vedere quando una collettività é costretta a subire leggi chiaramente ingiuste e politiche evidentemente contrarie ai propri viatali interessi, essa potrà ribellarsi solo se é rispettata una condizione necessaria ma da sola non sufficiente.
    Ovvero ciascuno deve essere non solo convinto della bontà e dell`utilità della ribellione, ma deve anche F I D A R S I dei compagni di lotta.
    E qui, come dice bene l `avvocato, casca l`asino : difatti per indole atavica nessuno di noi si fida del vicino, anzi ne concupisce un eventuale benessere o ricchezza, non esitando per pura invidia autodistruttiva a ricorrere alla delazione per danneggiarlo. E questo semplice ma esiziale difetto nazionale é ciò che ha tenuto per secoli in vita governi ed attitudini di governanti, che altrove non sarebbero durati lo spazio di un mattino.
    La causa di questa cronica sfiducia, sempre io penso, non deriva da cattiva indole o vizio congenito, bensì dalla solitudine individualista in cui siamo stati, come sudditi prima e « cittadini » dopo, confinati. Difatti l`uomo comune da noi é considerato in principio come una nullità da sfruttare. E lo stesso per difendersi deve diffidare e munirsi di adeguati protettori. O magari associarsi ad una consorteria (dalla associazione dei consumatori alla mafia) che possa difenderlo, secondo il suo grado di importanza e potere nella stessa. Da noi il concetto secondo il quale una persona in quanto tale ha dei diritti ed obblighi in via naturale, che devono essere rispettati e fatti rispettare, nel vitale interesse di tutti, é considerato da sempre cosa risibile. E la coscienza sociale premia chi disattende senza conseguenze i propri doveri ed impone i propri ingiusti interessi agli altri. Naturalmente questo stato di cose si é consolidato nei secoli come effetto e causa dei governi meschini e fatiscenti che ci siamo meritati o fatti imporre. Ovvero una delle principali ragioni della sfiducia reciproca é che manca da sempre un`autorità onesta ed indipendente che sappia davvero difendere e ristorare chi é nel buon diritto. Ed allora, con processo circolare, ci si deve arrangiare da soli con i soliti trucchi da ladri di polli e da servi infidi ed accidiosi. In fondo le « frodi » operate da noi da politici e faccendieri di ogni epoca e colore, non sono operazioni criminali astute, nascoste e studiate, ma al contrario grossolane falsificazioni, trucchi da fiera di paese, intimidazioni da grassatori di strada, che per altro sono a tutti evidenti, salvo naturalmente a chi dovrebbe perseguirle. E naturalmente la gente ritiene proprio l`autorità inquirente e giudicante, come vile, incapace, prepotente, corrotta e da evitare per non trasformarsi facilmente da vittima in colpevole.

    Ed il governo, formato per forza da nullità gonfiate di niente, é pure lui specularmente timoroso dei sudditi, basando la propria autorità sul ricatto, sulla menzogna, sulla forza, sulla punizione tributaria e mai sul reale consenso, per la semplice ragione che lo stesso si deve meritare con i fatti. Un esempio : la mostruosa questione dei due militari sequestrati dagli indiani. Per uno si é trovato un vile espediente da renitente alla leva per farlo rimpatriare temporaneamente. Ed adesso scadendo il termine della « concessione » si é obbligati ad altre carte false, sempre più risisbili, costose ed umilianti. L`altro tuttora ostaggio deve « chiedere » la licenza premio come fosse un malfattore già condannato. Che qualcuno dei nostri boriosi ministri e procaci ministre si permetta di dir chiaro e tondo che questo é un sequestro di persona a scopo di estorsione e ricorrere alle autorità internazionali, magari come nel caso della buffonesca UE, minacciando di non pagare più i pesantissimi contributi imposti fino alla liberazione dei connazionali ed al giusto risarcimento del danno, é cosa che neppure ci si permette di pensare.

    E proprio queste situazioni dovrebbero farci meditare. Difatti chi ci comanda davvero a Berlino e Bruxelles, per non parlar dei nostri a Roma che oramai governano con la polizia tributaria, sembrano mostri onnipotenti, ma alla prova dei fatti anche loro sono tigri di carta davanti a chi si oppone davvero e vuol vedere il loro gioco.

    Dunque solo nella presa di coscienza collettiva della notre possibilità potrebbe esserci una faticosa e dolorosa riscossa. Un pochino come gli ebrei che stufi di incolonnarsi come pecore per esser prima spogliati e poi gassati e quindi ridotti a concime, hanno finalmente deciso di rivoltarsi contro gli aguzzini. Anche sapendo di far solo una fine altrettanto repentina, ma infinitamente più onorevole.

    Ma temo che per noi sarà la natura a smouverci, dovendo per supemo istinto ogni essere vivente far di necessità virtù per poter continuare ad esistere.
    Difatti le nostre condizioni di vita peggioreranno talmente che per forza dovremo ribellarci o almeno accodarci a chi lo farà prima di noi.
    Anche perchè l`emigrazione, come ho già detto altrove e mi par evidente, non é più la soluzione. Ovvero non esistono più porti franchi, luoghi al sicuro dalla cupidigia di capi ingiusti, per portare i nostri averi superstiti o per ricominciare una nuova vita. Ovunque ci sia un minimo di ricchezza subisce questo tipo di governo che oramai trascende i confini politici. Certo il discorso non vale per chi ha denaro, conoscenze, raccomandazioni o capacità eccezionali. Il prof. Fermi, pur essendo un ebreo italiano punito dalle leggi razziali e senza molti mezzi personali, non ha mai dovuto far la fila a Staten Island, ma dalla nave é passato, con passaporto USA fresco di stampa, all`università di Chicago in treno di prima classe, non usando allora l`aereo.

    Quindi io credo che dovremo soffrire parecchio a casa nostra e che molti purtroppo non arriveranno a vedere la luce, ma questo stato di cose dovrà per forza cambiare in meglio, non potendo fisicamente reggersi sui presenti presupposti.

  3. enrico scrive:

    Lei Dottore consiglia emigrare , ma come è possibile in un mondo globalizzato da un Capitalismo finanziario speculativo che riduce i cittadini a Schiavi ovunque sempre più sottomessi? Dove possiamo trovare un paese incontaminato dove iniziare una nuova vita?

  4. Giovanni V. scrive:

    Pare che 1/3 delle aziende italiane paghi tangenti a chi di dovere: e allora perché sorprendersi?
    E’ corruzione anche quella del negoziante che fa “regali” o megasconti al finanziere affinché questo chiuda gli occhi su tasse evase (fenomeno molto diffuso).
    Gli Italiani, oltre ad essere codardi e traditori sono anche “furbetti” nel senso che pensano solo al loro misero orticello.
    L’errore di GRILLO è stato quello di pensare che il marcio sia solo a Roma e in Parlamento!
    Da questo punto di vista penso che ci siano troppo pochi corrotti o condannati in Parlamento, visto che ogni Parlamento riflette la natura del suo popolo.

  5. enrico scrive:

    Finché questi insorgeranno…. ,Credo sia Possibile una speranza deve esserci comunque è’ nella Natura Umana , ma Bisogna che qualcuno inizi un Progetto di raduno delle Masse Popolari disposte al Sacrificio per Tutti.Non parlerei di Ghigliottina da dedicare ai sopra citati Ladroni ,poiché non lo trovo educativo per quelli che vengono poi ,(non certo per misericordia Cristiana)ma utilizzerei la Gogna nelle Publiche Piazze di ogni Città (ne ho già parlato in altri commenti) affinché sia da esempio alle Nuove Generazioni che Passeggiano per le strade con i propri Genitori.Nove milioni di Cittadini hanno Votato per il M5S , stanchi di questa politica Mafiosa , ebbene se Solo una Parte (diciamo 3/4/5 milioni si riuscisse a Riunire per Ribellarsi ,non ci sarebbero Forze di polizia Disposte a proteggere Questi Ladroni , una cosa quando si tratta di Migliaia di persone altra cosa Milioni di persone .A Napoli si dice , Qua’ nessuno è’ fesso , e la Poliza non sarebbe più disponibile a Difenderli se poi aggiungiamo che anche Loro sono Padri di Famiglia ,la Cosa è’ Verosimile.Insisto che Questa Strada Bisogna Perseguire.

    • admin scrive:

      A Enrico: no, gli Italiani sono codardi, diffidenti e traditori, non è possibile che insorgano rivoluzionariamente: inutile e irresponsabile spingerli alla violenza politica. L’unica via razionale e fattibile è quella dell’emigrazione, meglio se organizzata e contrattata coi paesi di destinazione.

  6. ahfesa scrive:

    Sempre potentemente corroborato da un nuovo dato economico che certifica la oramai evidente ed immancabile vittoria della strategia del Nostro Grande Leader, ovvero l`ennesimo calo della produzione industriale del 3%, vorrei commentare un post precedente di Enrico, che ci dice che esisterebbero « voci » nel PD a sfavore dell`euro. Persino si parlerebbe di « uscita ».

    A me nulla risulta, salvo il solito strisciante dissenso, motivato da invidie personali, liti tra prime donne, controversie clientelari e spartitorie, e sempre più dalla fifa nera. Certo non per la figuraccia barbina fatta a Roma dal dr. Marino, che é cosa di poco conto, anche perchè salvo le cifre differenti, cotale andazzo tutti sanno che é proprio di ogni pubblico istituto dal Quirinale dove simpatici furbastri lucrano persino sul concime dei giardini, al parlamento dove un commesso di infimo grado é più ricco di un medio imprenditore, senza per altro rischiare nulla né pagar noiose tasse. E la paura fa 90 anche perchè (altra interessante notizia) la Grecia che solo poche settimane fa i media davano coralmente per « uscita » dalla crisi, anzi in grande ripresa, pare invece che al dunque sia (come evidente per chi ci é stato di persona) alla fame ed alla miseria nera. Come il « resuscitato » Portogallo del resto. Tanto che si teme che gli eredi degli Achei invece di bere Uzi, cantare buzuki e ballare sirtaki per festeggiare, vogliano al contrario cacciare a pedate i « salvatori » prima di morire di fame o doversi vendere agli odiatissimi turchi.
    E non solo, sembra che aspirino anche a far carta igienica del loro debito pubblico. E questo fà davvero paura, perché (certe idee sono contagiose) se succedesse a noi (ovvero vi fosse un taglio imposto dalla UE del debito, restando nell`euro e senza monetizzazione compensativa) le nostre banche, impiombate di cartapecora statale dal prof. Monti a vantaggio dei franco-tedeschi, farebbero seppuku, naturalmente a spese del contribuente./risparmiatore. E questo unito ad una inevitabile patrimoniale confiscatoria sui beni privati, magari affiancata anche da un prestito forzoso sui superstiti risparmi, creerebbe un clima sociale e politico insostenibile. Mica usciremmo dalla UE certamente, come pure cornuti e contenti ringrazieremmo per il « salvataggio » ma il dr. Renzi (e l`istrionico circo da lui creato) scomparirebbe nel nulla sostituito da un gauleiter (magari finlandese) al cui confronto il prof. Monti sarebbe una vergine educanda del primo anno. E la polizia tributaria sarebbe affinacata da quella politica, nella migliore tradizione totalitaria. Ma noi saremmo sempre dei servi infidi felici della « cessione di sovranità ».

    Ma quanto ci dice Enrico, pur non avendo io per quanto poco conti, dei riscontri oggettivi, é molto verosimile.
    Difatti non dobbiamo dimenticare che il PD (capi, caporioni e capetti intendo) é riuscito a fare, unico nell`emisfero occidentale salvo Cuba, un`operazione portentosa. Ovvero gli stessi personaggi – molti dei quali ancor oggi in carica, altri doratamente pensionati, altri ancora scomparsi, ma con eredi ben farciti di cariche ereditarie o prestigiosi impieghi (la dottoressa Berlinguer p.e.) nonché laute reversibilità e prebende – hanno raccontato ai loro elettori per decenni meraviglie sul paradiso marxista, sul socialismo reale, sulla dittatura del proletariato, naturalmente presupponendo vita facile e ben pagata per tutti., a spese « dei capitalisti ». Ovviamente per loro, i capi, da subito, per i « proletari » magari molto meno e più tardi, ma certamente nel radioso sol dell`avvenire.
    Come per la Grecia, chi andava a visitare il « paradiso » di persona capiva subito l`antifona, tanto che molti, pur agitando la rossa bandiera e brandendo falci e martelli, preferivano al dunque andare altrove. E magari anche portare i loro soldi in posti che erano l`anticristo rispetto alla dottrina da loro stessi proclamata. Come il sig. Primo Greganti ed il suo conto « gabbietta » aperto e ben rifornito nel paese dei merdosi svizzeri. E quel che é sorprendente, é che lo stesso personaggio, malfattore colto in fallo, non solo se la sia cavata con niente, anzi, abbia perso il pelo ma non il vizio, essendo pare tuttora in degna e proficua attività.
    Vi immagitate se qualcuno avesse detto al dr. Napolitano, quando sull`Unità lodava il fraterno intervento purgativo sugli ingordi ungheresi fatto dagli eredi di Giuseppe Baffone, che in vecchiaia lui stesso sarebbe andato dal Papa, convertito, in atteggiamento deferente e per reciproco scambio di aiuto e consiglio ?

    Ecco io penso che nell`odierno PD qualcuno, magari tra gli anziani più sgamati, o tra i giovani capi rampanti (non di rado rampolli di duri signori del vapore che notoriamente ai proletari danno sonore legnate sui denti camuffate da carezze amorose) si sia ricordato del recente prodigio, o della favolosa burla messa infra al sottocoda del popolo bue che per decenni ha votato e pagato. E quindi niente di più facile che si stia preparando il terreno per un`altro spettacolo.
    Ovvero a tempo debito (e senza rischi né spese per chi comanda) ecco che di colpo si dice che il PD é « sempre » stato per la salvaguradia degli interessi nazionali e contro l`euro e gli euroburocrati (magari si porta ad esempio qualche sparata del Renzi) ed allora si cambia sistema ma le stesse facce (con un nome di partito diverso) restano al loro posto ed incassano come prima.
    L`idea é bellissima, ma dubito funzioni, per la semplice ragione che al momento della prima « trasformazione » i padreterni di Mosca (a cui si voleva svendere il paese, non dimentichiamo) avevano dichiarato bancarotta e non potevano più né elargire, né punire. Invece oggi il signori di Berlino/Bruxelles ecc.. sono ben vivi, cattivi e con tutti gli assi in mano. Quindi mica facile far finta di niente e cambiar bandiera. Un pochino come re sciaboletta e Badoglio che credevano con un bel pezzo di cartapecora firmato dagli alleati di passar dalla parte dei vincitori senza spese, anzi pure guadagnadoci. Il risultato lo sappiamo tutti : prima ci hanno fregato i tedeschi e poi gli alleati con un armistizio capestro che ancora subiamo.

    No, temo abbia purtroppo ragione l`avvocato, con questa gente ci vogliono metodi differenti, che trascendano i trucchi e le furfanterie dietro cui abitualmente si trincerano.

  7. Giacomo scrive:

    Breve guida sull’uso mediatico della corruzione come strumento di disattivazione della democrazia.
    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/03/breve-guida-sulluso-mediatico-della.html

    I rimedi alla corruzione. Ciò che non faranno mai fino in fondo.
    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/12/i-rimedi-alla-corruzione-cio-che-non.html

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  9. ahfesa scrive:

    Negli oscuri tempi in cui si stava peggio e la vita era dura, la principale (ed ambitissima) industria italiana era il turismo, che con pochi soldi sollazzava gitanti in Lambretta ed in Mercedes, seguita dalla FIAT che trasformava ferraglia in catorci e caprai in metalmeccanici.
    Oggi nell`età dell`oro dell`euro e dello stato sovranazionale, la FIAT non c`é più e la prima industria del paese é la mafia. I mafiosi sono gente seria, preparata, decisa, che attuano puntualmente quello che dicono e che si meritano il loro successo. Difatti se non fossero rosi da smodato individualismo ed ambizione, danneggiandosi uno con l`altro, sarebbero già da molto tempo i soli padroni del pianeta. Uno dei loro migliori prodotti é il pizzo. Ovvero il boss del territorio, che é anche il capo temutissimo di tutti i locali furfanti, ha compreso che é costoso, faticoso, rischioso ed inutile, assalire e depredare con atti violenti i sudditi danarosi del mandamento. Meglio inviare un distinto messaggero, il quale con competentenza ed educazione semplicemente « offre » la protezione da detti atti violenti, mercé il pagamento di un`imposta calcolata su una stima induttiva del patrimonio e del reddito del cliente. Naturalmente l`interpellato può rifiutare, accollandosi però i rischi della propria difesa. Certo in teoria dovrebbe essere lo stato – a cui il cliente sempre paga le tasse, oltre all`eventuale pizzo – a tutelarlo dai furfanti, ma questo raramente succede per tutto un complesso di strane ragioni che un secolo di costosissime commissioni antimafia non sono riuscite neppure a definire.
    Quindi la mafia riesce con una semplice ed urbana richiesta, che alcuni maldicenti chiamano volgarmente « atto intimidatorio » a monetizzare un evento che non esiste. Difatti se il cliente paga nulla succede e la Potente Ditta incassa praticamente senza costi.

    Ora cotale semplice, ma favolosa, trovata pare sia entrata nella zucca portentosa dei nostri Massimi Reggitori, sempre a caccia di quattrini freschi per mantenere il carrozzone, pardon la cuccagna, sovranazionale, nonchè qualche loro piccolo sfizio e vizietto. E così finalmente si é capito che le spedizioni punitive con mitra spianati e finanzini ghignanti, soprattutto se organizzate contro bevitori del sabato sera, proprietari di SUV (per altro già per forza dichiarati) o bottegai supposti di lusso, refrattari allo scontrino, generano solo costi e sfavore politico. E d`altra parte il Sig. Gen. Capolupo, che é di certo molto competente, avrà spiegato al Nostro Grande Leader che l`emissione di un avviso di accertamento – sia pure supportato da tutto il capestro normativo per il contribuente – costa parecchio. E poi o l`inquisito é amico degli amici ed allora vuoi per bustarella, vuoi per sofisma legale pilotato, non paga praticamente nulla, oppure é un povero Cristo. Ed allora o é distrutto ecomonicamente ed anche a volte fisicamente, trasformandosi da contribuente in assistito indigente, oppure avendo beni al sole e nessuna protezione paga in via naturale che abbia torto o ragione.
    Ed allora ecco il « fisco amico » che semplicemente ti manda la TUA dichiarazione in anticipo fatta da LUI, oppure ti manda un bel prestampato dove si dice che secondo le sue presunzioni ed algoritimi demenziali tu guadagni 100 hai un patrimonio di mille e quindi paghi tanto e tant`altro. Se accetti sei « protetto » altrimenti ti devi difendere da solo. Ecco la monetizzazione dell`infrazione neppure accertata realmente.

    E fin qui pazienza. É il sistema a testatico dove l`imposizione non si basa più su dati reali ma su « informazioni » induttive variamente elaborate che tendono a far in modo che l`incasso arrivi a coprire una certa cifra predefinita.
    Ma il vero guaio é un altro. Difatti i mafiosi, validi gestori di questi sistemi, sono persone capaci che capiscono benissimo che non si deve massimizzare per avidità la punizione individuale, né l`estorsione collettiva pro tempore. Bensì si deve arrivare a spremere il massimo dal mandamento, ma a livello stabile e continuativo. Ovvero non solo non bisogna ammazzare (economicamente) il cliente, ed anche lasciargli un certo patrimonio e reddito, ma occorre anche dargli un minimo di soddisfazione e convenienza a lavorare in quel modo, senza emigrare o far denuncie a vanvera.
    I nostri capi, che non sono mafiosi per fortuna, non lavorano però così. Difatti essendo pressati da sempre crescenti necessità pecuniarie per coprire i loro errori e vizi e per soddisfare le imposizioni dei trattati capestro che hanno dovuto accettare, saranno per forza costretti a dimenticare i sani principi estorsivi sopra descritti. Dovranno cioè far cassa e subito sempre di più e quindi la letterina di oggi dice 100, quella di domani 150. E se si dice no il 100 (che già sovente non é vero per eccesso) accettato prima verrà usato contro il contribuente per fargli accettare il 150. E via seguendo.

    Anche un idiota capisce che questa strada porta alla rovina. Difatti per prima cosa lo stato ammazza i propri contributori slegando l`imposizione dalla realtà, secondarimante distrugge il suo stesso sistema produttivo di ricchezza e terzo, ma vitale, invoglia la gente comune a nascondersi a diffidare e nascondere i propri averi per sfuggire alla rete di spie e delatori messa in piedi dallo stato. E naturalmente chi ha paura non crea nuove attività e neppure viene dall`estero ad investire. Un pochino come credere che i tedeschi di Bonn andassero in massa a depositare oltre il muro i loro averi, dimenticando la Stasi, solo perchè invogliati dal paradiso socialista.

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