TARGET 2: NON ESISTE LA MONETA UNICA
TARGET 21: NON ESISTE LA MONETA UNICA
Il funzionamento e la stessa esistenza2 della piattaforma per pagamenti bancari internazionali detta Target23, dimostrano che tutto il denaro sui conti correnti bancari, anche se denominato “euro”, non è l’euro, e non è creato dalla BCE, ma dalle banche dei singoli paesi aderenti. “Euro” è solo l’etichetta applicata a realtà giuridico-monetarie diverse tra loro per indurre la gente a pensare che siano un’unica cosa.
Queste ragioni si aggiungono a quelle già comunemente addotte per negare che l’euro sia una moneta e che sia una moneta unica4.
Confermano inoltre la teoria, già ampiamente dimostrata5, che la liquidità, gli attivi dei conti correnti, siano generati dall’attività di prestito delle banche commerciali, e solo in minima parte dalle banche centrali.
Innanzitutto, dicevo, la moneta che si trova registrata sui conti correnti non è l’euro della BCE, ma un’altra cosa. Infatti, se fosse l’euro “vero”, l’euro-valuta legale della BCE, per fare un bonifico di 1.000 euro dal mio conto corrente italiano a quello del mio fornitore in Germania, la mia banca opererebbe esattamente come quando fa un bonifico a un altro conto corrente italiano, a un altro conto corrente ABI, anziché passare per Target2, cioè chiedere alla Banca d’Italia di prestarle 1.000 euro della BCE (e la Banca d’Italia lo fa indebitandosi verso la BCE), con cui viene eseguito l’accredito sul conto corrente tedesco.
Il che dimostra che gli “euro” segnati sui conti correnti italiani non sono euro veri (non sono cioè la valuta legale), non sono emessi dalla BCE, sono diversi anche dagli “euro” segnati sui conti correnti tedeschi (greci, spagnoli, finlandesi…): gli euro sui conti correnti italiani sono gli euro… dell’ABI, cioè creati dal sistema bancario italiano, e non sono accreditabili su conti correnti non italiani.
Abbiamo due riprove della veridicità di ciò.
La prima, diretta: se voglio pagare un debito estero usando gli “euro” che ho sul mio conto corrente, devo passare per il meccanismo suddescritto; se invece voglio pagarlo con euro-banconote o euro-spiccioli (cioè euro-valuta legale), posso pagarlo direttamente, versandoli sul conto corrente estero del mio creditore in una banca del suo paese. Ergo gli euro del cc sono una cosa diversa, per natura giuridica, dagli euro-valuta legale.
La seconda, indiretta: Target 2 è adoperato per i pagamenti anche da paesi che non usano l’euro, ergo Target 2 è strutturata per trattare valute anche diverse dall’euro.
Si conferma quindi che il grosso del money supply, circa il 97%, è generato con strumenti essenzialmente contabili dai vari sistemi delle banche commerciali. Vi sono tanti (pseudo) euro quanti sono i paesi partecipanti all’Eurozona, e ciascuno di essi ha circolazione limitata al paese del sistema bancario che lo ha generato; e in più vi è l’euro vero, la valuta legale, cioè quello creato dal Sistema Europeo delle Banche Centrali – l’unico che circoli, che sia accettabile, in tutta l’Eurozona, tanto in forma scritturale, che in forma cartacea o metallica.
Il che ha diverse implicazioni.
Innanzitutto, gli euro che ho sul mio conto corrente sono una cosa giuridicamente diversa dagli euro che si trovano sui conti correnti degli altri paesi dell’Eurozona, anche se hanno la medesima denominazione – imposta evidentemente per creare un’illusione di identità nell’opinione pubblica.
Dissolta tale illusione, appare evidente che non solo non esiste una moneta unica, ma siamo lontanissimi da un’unione monetaria e da un’integrazione bancaria europee, e che le tesi che essa si stia realizzando o si possa realizzare sono mistificazioni di mala fede.
In secondo luogo, Target 2 conferma che la massa monetaria non è creata dalla BCE, ma dai sistemi delle banche commerciali.
In terzo luogo, appare evidente anche che il money supply denominato in euro non è creato unico per l’intera Eurozona, ossia che non c’è un money supply unitario per la c.d. UEM, bensì paese per paese in forma di rilascio di prestiti di banche commerciali denominate “euro” sebbene, nella realtà giuridica, consistano non in euro (reali-legali), ma in promesse di euro reali-legali, emessi dalla BCE. Naturalmente, gli euro veri, oggetto delle promesse suddette, non esistono se non in minima parte, dato che, come già ricordato, il money supply consiste per il 97% circa in euro-promesse, e solo per il 3% in euro veri.
In quarto luogo, quelle cose che la banca ti presta (nel mutuo, nel fido, nello sconto, nell’anticipazione) non sono, giuridicamente, euro, anche se falsamente sono denominati “euro”, e tu quindi puoi chiedere al giudice di dichiarare che non sono euro, o perlomeno non sono il vero euro, la moneta legale, l’unica riconosciuta dalla Stato.
Ma che cosa sono, giuridicamente, gli “euro” sui conti correnti? Non sono il vero euro, la moneta legale, l’unica riconosciuta dalla Stato. Non sono soldi, sono saldi. Sono saldi attivi di un rapporto debito-credito: credito per il correntista, debito verso la banca. Debito di che cosa? Debito di euro veri. Se io ho un attivo di conto corrente di 1.000 euro, vuol dire che la banca, a mia richiesta, mi deve dare euro-banconote per 1.000 euro. E se io bonifico a te questi 1.000 trasferendoli sul tuo conto corrente, ciò che avviene è che il rapporto debito-credito di 1.000 rimane, ma cambiano il debitore (che diventa la tua banca in luogo della mia) e il creditore (che diventi tu invece di me). Questa sostituzione può avvenire direttamente soltanto tra banche del medesimo sistema bancario. Evidentemente, le banche di un paese non accettano, senza la garanzia delle banche centrali e gli euro veri della BCE, di sostituirsi alla banca di un altro paese in questo rapporto di debenza. In sostanza, quindi, tutto questo discorso arriva a un approdo concettuale molto semplice: l’euro non esiste, se non come cartamoneta, conio e come moneta delle banche centrali; tutto il resto è promessa di euro emessa dalle banche ordinarie, che tra loro se la accreditano come se fosse euro, e ciascuna se la contabilizza come se fosse euro.
Corollario del fatto che l’euro vero è solo quello della Banca centrale europea e quindi la carta moneta, mentre sui conti correnti bancari un euro solo apparente, perché è illegittimo costringere allo uso del nome euro, cioè dell’euro apparente, proibendo quello dell’euro vero, cioè della carta moneta. È un costringere la gente a spogliarsi del vero e a darlo in cambio del falso. E’ un privarla del diritto all’uso dell’unica vera moneta, della moneta legale.
Analogamente è illegittimo istituire controlli e deterrenti al deposito e al ritiro o peggio all’uso, di euro veri, cartacei. Sono tutte operazioni nell’interesse dei banchieri privati quali creatori esclusivi dell’euro apparente – operazioni per rafforzare l’illusione e nascondere la realtà.
24.01.15 Marco Della Luna
P.S. Non affronto, in questo articolo, riservandola per altri, la problematica di come veramente funzioni Target2 e dei suoi effetti reali.
1 “Target” è l’acronimo di Trans-European Automated Real-time Gross settlement Express Transfer system
2Le basi legali di Target2 si trovano in https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/1003/1349/html/index.en.html
3Se io voglio pagare una fornitura che importo da un fornitore tedesco, devo chiedere alla mia banca di chiedere alla banca centrale italiana di chiedere in prestito la somma dalla BCE, e di metterla a disposizione della banca centrale tedesca in modo che questa la accrediti al conto corrente della banca commerciale del mio fornitore. Se l’Italia esposta consistentemente più di quanto esporta, succede che la banca centrale italiana accumula debiti crescenti verso la BCE, mentre le banche centrali dei paesi da cui importiamo aumentano corrispondentemente i propri crediti verso la BCE. Così è successo: alla fine del 2011 le banche centrali dei PIIGS avevano accumulato debiti verso la BCE per 600 miliardi, e la banca centrale tedesca un credito di 800 miliardi. Praticamente, la BCE finanzia le esportazioni della Germania e dell’Olanda, favorendo il progressivo indebitamento dei paesi meno competitivi; così ha creato una mina monetaria colossale. Per una descrizione del funzionamento, vedi: http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=817:il-meccanismo-target2&catid=39:politiche-economiche&Itemid=176
4Queste ragioni sono: l’euro è in essenza un sistema di blocco dei rapporti di cambio delle monete dei paesi aderenti; non esiste un bilancio comune, non esiste un sistema di trasferimenti nell’Eurozona per compensare gli squilibri delle bilance commerciali interstato, non esiste una comune banca centrale di emissione che faccia da prestatore di ultima istanza e garantisca l’acquisto dei titoli del debito pubblico; le varie monete nazionali esistono ancora, sebbene denominate tutte “euro”, perché ciascuna poggia sui titoli del debito pubblico nazionale, e ciascun debito pubblico nazionale riceve un suo proprio rating, paga un suo proprio rendimento, è soggetto a un possibile default separato dagli altri.
5 Tra gli altri, èstato dimostrato scientificamente dal prof. Richard Werner dell’Università di Southampton mediante un esperimento, che è stato filmato da una troupe televisiva. Su International Review of Financial Analysis – 36 (2014), Werner ha pubblicato un paper su questo esperimento, col titolo Can banks individually create money out of nothing? – The theories and the empirical evidence (Possono le banche creare denaro dal nulla? Teorie e prove empiriche.