CONFESSORI E CORRUTTORI

Confessori e Corruttori

Il presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati, Dottor Sabelli, ha detto che lo Stato accarezza i disonesti e schiaffeggia i magistrati. Il premier Renzi gli ha prontamente replicato che queste sono falsità.

In realtà, lo Stato non se la prende mai con i magistrati che abusano del loro potere a spese dei comuni cittadini e dei comuni imprenditori, oppure per il proprio vantaggio personale o di categoria. Lo Stato colpisce i magistrati (non sempre) che disturbano i ladri dell’alta burocrazia, della pubblica amministrazione e della politica. Ma lo Stato è obbligato a far ciò, perché il consenso politico, la legittimazione al potere pubblico, in Italia, si basano sulla distribuzione del bottino di queste ruberie, che sono la struttura portante, quindi, delle istituzioni. Se ostacoli questo affarismo, mini le fondamenta dello Stato.

Le opere pubbliche in Italia costano circa tre volte rispetto alla Germania, e di solito sono peggiori. Il che vuol dire che i settanta od ottanta percento della spesa per tali opere viene rubato o sprecato: Inoltre molte di queste opere vengono decise e progettate non perché siano utili ma appunto per rubare. Non si tratta quindi dei € 10.000 del Rolex del figlio del ministro Lupi, né dei 100.000 donati da Buzzi a un certo partito, ma di oltre 100 miliardi l’anno, come ordine di grandezza, solo per mangerie e sprechi su opere e forniture pubbliche.

Con uno spread del 300% in questi costi rispetto ai paesi con cui deve competere, l’Italia ovviamente è fottuta. Ovviamente, anche, il moltiplicatore economico dei pubblici investimenti non funziona, ossia se in Italia aumenti la spesa pubblica investimenti di 1 hai un aumento del prodotto di 1, cioè il moltiplicatore zero, mentre in Germania si ha un aumento di 1,30. Perciò le ricette keynesiane, da noi, vanno poco lontano.

Misure come inasprire le pene, introdurre nuove figure di reato, allungare la prescrizione, non sono mai risultate efficaci, perché queste misure sono sempre state neutralizzate, così da far continuare la prassi delle ruberie, che viene insegnata e trasmessa dai burocrati, dai politici, dagli amministratori di professione, anno dopo anno alle nuove leve, e nei partiti vi sono scuole di delinquenza specializzate in queste materie. E, dopo Mani Pulite, le cose sono addirittura peggiorate. Pertanto, se non si risolve prima questo problema, l’Italia è spacciata.

Già, ma come risolverlo? È chiaro che i politici contemporanei non hanno idee valide, quindi dobbiamo rivolgerci a quelli del passato. Ho pertanto evocato l’anima purgante del compagno Josif Stalin e le ho chiesto come si può fare per debellare la corruzione in Italia. Stalin ha risposto che per risolvere il problema è indispensabile uccidere tutti gli alti dirigenti pubblici e tutti i politici e amministratori di professione. Il compagno Stalin ha spiegato che non si può mettersi a separare i buoni dai guasti, perché non ce n’è il tempo e perché non c’è un criterio sicuro. Ha concluso ribadendo che sterminare per intero questa categoria di persone è l’unico modo per impedire che le pratiche ladresche vengano trasmesse di generazione in generazione di questa gentaglia parassita.

Non convinto della sua risposta, ho poi evocato lo spirito di Cesare Ottaviano Augusto, e gli ho chiesto che cosa ne pensasse. Mi ha risposto che Stalin, come tutti i sovietici e i marxisti in generale, ancora oggi non capisce un tubo di antropologia culturale e di sociologia, infatti non si rende conto che, anche se li ammazzi tutti, circa 400.000, rimane intorno a loro tutta una popolazione, decine di milioni di persone, abituata a quei rapporti di scambio corruttivi e a quelle prassi di potere clientelari. Conseguentemente, anche se si compie l’operazione raccomandata da Stalin, in breve tempo tutto riprenderà come prima, la casta si rigenererà. Quindi l’unica cosa da fare con gli italiani è spolparli per bene dall’esterno, comprando la collaborazione dei loro governanti, fino a ridurli in condizioni di povertà e di servaggio, e comandarli da fuori, come popolo sottomesso da una potenza imperiale.

Il ragionamento del divo Augusto mi ha colpito per la sua lucidità, ma mi ha colpito anche un altro ragionamento, dell’onorevole Francesco Paolo Sisto, forzista, il quale alla radio, intervistato da un giornalista, alla domanda se, secondo lui, il ministro Lupi dovrebbe dimettersi, ha risposto che bisogna lasciare decidere Lupi stesso, perché questi, avendo ricevuto una solida formazione etica e religiosa cattolica, è perfettamente qualificato a decidere da sé su questa opzione.

Purtroppo però, se guardiamo alla storia della Chiesa-apparato, dei Papi e dello Stato Pontificio, nonché alla formazione che hanno dato agli italiani, ci apparirà evidente che è una storia caratterizzata da sistematica corruzione, sfrenata avidità, continui delitti, sfacciato nepotismo, assoluta ipocrisia, per non parlare della depravazione sessuale – sia pur con molte sante eccezioni, usate per camuffare la sostanza. E probabilmente, nei secoli, è stata proprio questa Chiesa cattolica la vera origine e scuola, il fomite, della particolare corruzione politica italiana e degli altri paesi cattolici. Invero, col suo continuo esempio, la Chiesa ha abituato la popolazione, e soprattutto chi vive a Roma, a considerare la corruzione come normale, accettabile, perdonabile, compatibile con la santità delle istituzioni e la legittimità del potere politico. E con la pretesa di giudicare ed ammaestrare l’Orbe intero.

18.03.15 Marco Della Luna

 

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3 risposte a CONFESSORI E CORRUTTORI

  1. ahfesa scrive:

    Corollario in tema : la gerarchia cattolica.

    Io sull`amministrazione secolare ecclesiastica ho una personale opinione.
    Ovvero da sempre la Chiesa si é strettamente attenuta a due regole strategiche di gestione dei suoi affari terreni, che sono propedeutiche ad un terzo fondamentale principio.
    a) i vizi umani sono insopprimibili e vanno accettati come parte della vita, tanto che affinchè non opprimano fisicamente e psicologicamente i credenti, possono essere facilmente sanati mediante la confessione auricolare, che tra l`altro, anche nel rispetto del segreto, permette al pastore pro tempore di sapere vizi e contese delle sue pecorelle e dei loro conoscenti. Di conseguenza si può permettere la corruzione (sia per simonia, nepotismo, cupidigia, dissolutezza e/o vizi carnali) anche del clero, ma con una invalicabile limitazione. Ovvero il vizio non deve mai incidere sull`esercizio reale del potere canonico così che al corrotto e/o all`incapace assurto ad alte cariche per nepotismo o favoritismo clientelare, può benissimo essere garantita l`impunità, la continuità nel comportamento inappropriato, la pompa ed il rispetto esteriore e le prebende correlative alla carica, ma MAI, l`esercizio di un reale potere dispositivo sia sulla gerarchia che sui credenti. Lo stesso vale per i laici che occupano incarichi ausiliari.
    b) Chiunque occupi incarichi di potere nella gerarchia o sia laico con funzioni ausiliarie, deve essere positivanente capace di assolvere al meglio le funzioni che gli sono attribuite e cessa immediatamente se non risulta più in grado. E cotale regola é applicata senza alcun riguardo all`éta, al censo, alla posizione del soggetto. Una volta per « mandare in pensione » persino un papa si ricorreva a certi accorgimenti che acceleravano l`ineluttabile corso della natura, o lo si sostituiva di fatto con un comitato di reggenza. Oggi, si sono finalmente riscoperte le dimissioni, l`affiancamento o il collocamento a riposo. O magari il ritiro spirituale praticamente perpetuo in riservatissimo ambiente, qualora il personaggio da tacitare fosse troppo ingombrante, com mons. Milingo p.e. Ma naturalmente nei casi impellenti non si disdegnano i rapidi e definitivi sistemi antichi dal sonnifero a certi suicidi, anche collettivi, davvero manifestazione dell`insondabile volontà divina. Come pure chi entra nella gerarchia, sia pure con umilissime origini, sovente anche come converso da religioni nemiche, se emerge come capace, assurge sempre alle massime cariche. E lo stesso vale per il consultore laico.

    Da ciò consegue il terzo principio. Ovvero a livello strategico chi occupa pro tempore la posizione decisionale ultima ai vari livelli, deve delegare ai validi sottoposti la gestione del presente e l`eventuale sanatoria delle situazioni del passato, mentre deve concentrare tutta la sua energia e capacità nella previsione del futuro e nell`elaborazione delle strategie conseguenti. Ed anche qui canonicamente attenendosi al principio che la storia terrena per la Chiesa é parte della volontà di Dio, che quindi né si può cambiare, né si può contrastare nel suo divenire. Si possono magari ritardare o accelerare gli effetti di certi eventi, ma mai vi si può andar contro. Così nonostante si fosse concluso con successo il pontificato del conservatorisssimo Pio XII, in conclave si optò per personaggi completamente differenti, prevedendo con oltre un decennio di anticipo quel cambiamento epocale che si sarebbe poi manifestato dal 1968. E successivamente, sempre con almeno 10 anni di anticipo, si previde il crollo del comunismo facendo poi un papa polacco.
    Oggi chi comanda é un gesuita, quindi persona di assoluti requisiti intellettuali e dottrinali, che é stato educato a nascondere dietro la massima bonomia, umiltà, semplicità e disponibilità, l`atteggiamento più duro, inflessibile e categorico. I gesuiti come nelle intenzioni del fondatore, sono soldati di Cristo. Ma essi non usano le armi tradizionali della truppa e rifuggono da forme di eroismo palese sanguinario. Tuttavia sono molto più pericolosi per i loro nemici, ricorrendo ad armi molto sottili e micidiali per strerminarli.
    E difatti oggi la Chiesa attua la strategia preparata da tempo. Ovvero si é presa coscienza che certi atteggiamenti del passato se pure persistono e sono insopprimibili, devono essere esteriormente stigmatizzati e repressi, con punizioni evidenti e nominativamente dirette. Come pure il lusso e la pompa dell`alta gerarchia, se può benissimo permanere in forma strettamente privata, non deve più essere palese. Certe stauizioni di diritto di famiglia e di morale privata, possono diventare impolitici nella società attuale e quindi allontanare o inimicare importanti forze. Quindi diventa opportuno costituire una forma di tolleranza su certe situazioni dottrinali. Vedasi la questione dei divorziati che da scomunicati a pieno titolo, cominciano a diventare una forma riconosciuta di fedeli. Lo stesso per la posizione della donna nella gerarchia. Come pure la gestione delle immense ricchezze della Chiesa deve adeguarsi – di certo formalmente soltanto – a quelle dell`amministrazione dei beni degli altri potentati terreni, divenendo politicamente insostenibili certe antiche prerogative canoniche. Ma attenzione che la gestione di queste realtà sono affidate ad esecutori, come attuazione di scelte già operate. I vertici si stanno occupando di quello che loro pensano diventerà il nuovo mondo, trovando le basi per un`alleanza con le nuove forze che lo domineranno. E cosi la Chiesa tende a diventare sovranazionale, a superare le divisioni etniche e persino quelle dottrinali dirimenti. Vedasi l`avvicinamento molto prossimo ad una riunificazione di fatto se non istituzionale con anglicani ed ortodossi.

    La sintesi del governo della gerarchia é nel « calembour » che la Chiesa Romana ha sempre esternato la sua bravura nell`appoggiarsi per tempo ai vincenti terreni, con l`identica motivazione politica di prendere sempre le parti dell`unico perdente a cui abbiano mai dato credito, ovvero Gesù Cristo.

  2. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e pluriconcussi (pochi) lettori,

    a mio avviso i personaggi evocati presentano un dirimente vizio di prospettiva, ovvero sono autocrati. Difatti Ottaviano assunse il cognomen di « Augustus » per sé e successori, mentre Josif Baffone era roso dal « culto della personalità ». Pertanto entrambi erano inclini a soluzioni radicali e forzose, avendo non solo la volontà, ma anche i mezzi per imporle, non avendo i sudditi alcun potere di contrasto.
    Difatti se convengo con l`endemicità della nostra attitudine alla corruzione (in senso lato) attiva e passiva e parimenti penso che la stessa sia la principale causa delle nostre disgrazie passate, presenti e future, non concordo sul fatto che gli attuali nostri padroni stranieri (che non si manifestano in un unico autocrate, ma per lobbies mutanti) vogliano imporci il loro « buon governo » appunto per estirpare il fenomeno e farci forzatamente ravvedere e progredire. Anzi, esattamente al contrario, io credo che la corruzione e le pratiche furbastre, siano parte essenziale del loro stile di « amministrazione » coloniale. E ciò per l`evidente ragione che per trovare soggetti che palesemente facciano gli interessi stranieri contro ed in grave detrimento delle garanzie vitali del proprio paese e dei propri concittadini, pure con frode, prepotenza ed abusi, nonchè accettino il generale e personale discredito, occorra fornire agli stessi un diretto e lautissimo compenso privato. Non solo, é necessario anche garntire loro (ed ai loro cari) una forma di immunità e protezione dai sudditi, ma contemporaneamente mantenere sempre palese il loro stato di furfanti e vili, al fine di poterli facilmente controllare ed all`occorrenza sostituire, potendo anche dar a bere alla massa sempre più pecorile ed indigente dei sudditi, che « la riforma » sia fatta nel loro interesse.

    A riprova di queste semplici argomentazioni, basta prendere coscienza dell`evoluzione « dell`offerta politica » nella Nuova Europa (dei paesi sudditi)
    Sostanzialmente defunti i partiti ideologici e di massa, ogni movimento si impernia su un « leader » più o meno carismatico ed autocratico all`interno del movimento. Poi é parimenti defunto il concetto sostanziale di «maggioranza/opposizione ». Ovvero oggi abbiamo due tipi effettivi di opposizione : A) i movimenti di natura etnico-religiosa formati da immigrati e naturalizzati che vogliono istituzionalizzarsi nel governo dello stato ospite (anche con mezzi violenti) per esercitare un potere politico di fatto, ovviamente a detrimento degli interessi degli indigeni. Attitudine questa palese in personaggi come la sig.ra Kyenge e che diventerà molto pregnante e duramente punitiva verso gli autoctoni quando gli attuali capi nazionali saranno inevitabilemte così idioti da concedere in via indiscriminata i diritti politici agli immigrati (anche ai clandestini con l`occasione prontamente regolarizzati) nella spaventosa illusione di ampliare il proprio consenso. B) movimenti a difesa della reale democrazia, dell`indipendenza nazionale e dei diritti vitali dei cittadini. Purtroppo però cotali formazioni, che per natura acquistano consensi, sono ovviamente temutissime dai poteri costituiti e così sono concusse da opportuni provvedimenti parapolitici e giudiziari allo scopo di distruggere la loro base elettorale e/o di renderle di fatto ininfluenti. Quindi si ricorre alla proscrizione ed alla disinformazione mediatica, all`inceppo legislativo, alla punizione giudiziaria basata su fatti anche reali, ma irrisori rispetto alle vere situazioni di illegalità tollerata (paghette, preservativi rimborsati in frode, Renzo il Pluribocciato, esternazioni etiliche dei verdecornuti, macchinari agricoli obsoleti camuffati da carri armati ecc.). Nonchè – quando i predetti espedienti non sono impiegabili con profitto, la corruzione interna di conosciuti personaggi del movimento. Vedasi la « moral suasion » coi capetti grilliti, i « ravvedimenti » con l`Angelino prima ed ora con il Fitto, per atrofizzare il sempre più ingombrante Berlusconi. Ed infine il comodissimo Tosi per sabotare la promettente (almeno per statistica) campagna elettorale di Salvini e Zaia.
    Invece i « partiti » che hanno l`effettiva possibilità di governare, sono prima di tutto accomunati da una sicura fedeltà politica e personale a Bruxelles e Berlino. Tanto che i capi e persino i capetti e sottopancia che ahnno qualche locale ambizione, prima di prendere qualsiasi iniziativa (o occupare qualsiasi carica di potere) si devono presentare umili e deferenti nei luoghi anzidetti per ricevere il gradimento e prendere ordini. Ovviamente « l`offerta » prevede movimenti antagonisti e « alternativi » ispirati al comodissimo quanto provvidenzialmente ambuguo concetto di « conservatori » e « progressisti ». Ma in realtà i predetti partiti perseguono un politica identica, restando incognita solo quale classe sociale sarà più colpita o sfavorita rispetto ad altre per soddisfare le sempre più esose e pressanti esigenze dei padroni stranieri. E non di rado, quando il popolaccio bue dà segni di insofferenza, si ricorre ad una sana « grosse koalition » così tutti (i capi) sono contenti ed a ciascuno va la sua fettina di profitti e potere concussorio a spese dei soliti. Gli altri fuori dal giro non contano nulla e restano a bocca asciutta, salvo le briciole che eventualmente potessero raccogliere dalla gestione di governi locali, ma sempre più secondari e poveri.

    Un altro cambiamento epocale a danno dei sudditi é l`ossessione per l`uniformità legislativa e giurisdizionale, imposta con la scusa della fantomatica unione sovranazionale.
    Ovvero pochi cooptati scelti e cambiati a piacere senza alcun tipo di reale elezione popolare, possono creare a piacere, estinguere e/o modificare qualunque norma nazionale o comunitaria. Ma a parte l`abuso di potere il trucco più punitivo consiste nel fatto che norme e/o le « riforme », nominalmente eguali per tutti, sono applicate in forma e con coazione diversissima a seconda che si tratti di Germania, paese suddito o altro paese dominante. Così in Germania le stesse statuizioni di Bruxelles (o FMI) se non piacciono, o sono contrarie agli interessi nazionali, sono semplicemente ignorate senza che nessuno faccia nulla. Un piccolo esempio : solo l`herrenvolk ha diritto di utilizzare gratis le autostrade nazionali, mentre gli stranieri (UE o altri non importa) devono pagare un pedaggio ed anche salato. Ovvio che questa norma discrimina i cittadini comunitari rispetto ai tedeschi, ma per Bruxelles, salvo un timido pigolio, tutto va bene.
    Al contrario le statuizioni o persino i « desiderata » lanciati a mezzo stampa dei capi di Bruxelles (e Berlino) sono legge durissima per i paesi sudditi (vedasi noi ed i greci) e se non ci si piega si é subito messi alla fame con immediati blocchi di credito, spread ed altre divertenti diavolerie.
    Così pure la tanto decantata unione fiscale é in realtà un capestro per i deboli ed i senza potere ed una cuccagna per gli amici degli amici che nella più perfetta legalità ottengono esenzioni e trattamenti privilegiati. Come pure l`inquisizione fiscale é durissima nei paesi sudditi, mentre non esiste in queli dominanti, anche se leggi e principi sarebbero formalmente analoghi.

    Infine tutte queste norme tendono per volontà politica implicita ma ineluttabile, a strangolare ed a punire il singolo cittadino, privandolo delle fondamentali libertà, quali ad esempio il diritto alla riservatezza o « privacy » che dir si voglia, mentre elargiscono favori e prebende oltre che alla cooptata classe dirigente, anche alle multinazionali ed alle grandi (ed amiche) imprese finanziarie e non. Basti pensare che il privato ed il piccolo é strozzato da fisco e burocrazia concussoria, mentre la grande impresa é sempre nella legalità perchè, come detto prima, tratta privatamente con le autorità in deroga alla legge generale, quella fiscale per prima.

    Nossignore, fino a quando non avremo recuperato una coscienza nazionale, non per moralità o scienza, ma solo ai fini di sopravvivere e non farci ridurre in schiavitù dagli attuali padroni o da quelli che vorrebbero conquistarci, faremo sempre la parte dei ladri di polli e vivremo di espedienti in miseria.

  3. enrico scrive:

    Come in altre occasioni , ho sostenuto che la soluzione sarebbe quella di porre Questi Compari alla Gnogna nelle publiche piazze come strumento educativo .Questa Operazione dovrebbe partire ovviamente dalle Masse ,ma Qui casca l’Asino quale Massa?, non certamente quella educata nei Secoli dalla Santa Chiesa Cattolica come Lei Dottore evidenziato.Dobbiamo Quindi augurarci che Eventi Esterni in futuro possano modificare questo Universo che Conosciamo come unico possibile .Noi di certo per motivi di tempo non avremo modo di verificarlo ,ma possiamo solo Sperare che in un Prossimo Futuro possa accadere.u

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