TSIPRAS BIFRONTE

TSIPRAS BIFRONTE

Eroe della liberazione greca, o subdolo agente dei banchieri europei?

Il debito pubblico greco è piccolo, circa 323 miliardi; perciò, vi dicono, non è grave se la Grecia lascia l’Euro e se esso viene svalutato o ridenominato in dracme. Questa rassicurazione è menzognera perché i titoli di questo debito, in sé piccolo, sono usati come base per una moltiplicazione finanziaria di molte volte; inoltre, vi è una grossa massa di contratti derivati, indicizzati al titolo greco; il totale potrebbe superare i 2.000 miliardi. Perciò una svalutazione di quei titoli o una loro ridenominazione in dracme avrebbe un impatto molto forte, forse catastrofico, o destabilizzante per il business finanziario globale. E tutto questo vale per il btp italiano molto più che per il debito greco, dato il rapporto quantitativo. Ho spiegato più approfonditamente queste cose nel mio recente, breve saggio Sottomissione Finanziaria, in questo blog.

Ecco spiegata una buona ragione per trattenere nell’Euro paesi che avrebbero bisogno ad uscirne. Una ragione che non viene resa nota all’opinione pubblica, ma che determina le scelte politiche dei suoi governanti, burattini del potere bancario.

Negli anni ’70, i nostri governanti ci imposero le targhe alterne, cioè ci fecero provare il disagio della privazione dell’automobile, la paura di perdere un sistema di vita basato su di essa, per indurci ad accettare forti rincari dei prezzi dei carburanti a beneficio dei petrolieri – il tutto dietro il pretesto del risparmio energetico, che non ci fu. E anche quella veniva chiamata “austerity”!

Analogamente, Tsipras forse sta usando la stessa tecnica psicopolitica per far accettare ai Greci le condizioni dei padroni-beneficiari dell’Euro: indice il plebiscito per lasciare al popolo la responsabilità della scelta se accettarle o no, ma condiziona per il sì questa scelta facendo provare alla gente la paura e il disagio della chiusura bancaria e della privazione dei soldi: se voteranno sì, la buona Europa concederà gli aiuti e tutto tornerà normale.

Normale per un po’, perché gli effetti macroeconomici e strutturali dell’Euro, cioè la divaricazione progressiva delle economie, in un anno circa riproporrebbero il problema.

Sussiste un preciso elemento indiziario che suggerisce che Tsipras in realtà stia facendo il doppio gioco al servizio dei padroni dell’Euro e della grande finanza nel senso suddetto, anziché per i Greci – un elemento che ha in comune con Vendola, con Grillo e con Iglesias, il leader del partito Podemos:

-tutti e quattro, in fondo, agiscono da neutralizzatori del dissenso (cioè lo intercettano, lo alimentano e lo dirigono lontano dai temi di fondo);

-tutti e quattro cercano di tenere nell’Euro i loro rispettivi paesi;

-tutti e quattro evitano di parlare sia della realtà indicata nel primo paragrafo di questo articolo,

-sia e soprattutto della radice ultima dei problemi monetari e finanziari, ossia del fatto

a) che usiamo una moneta-simbolo creata interamente (quasi) dalle banche con operazioni contabili di prestito-indebitamento;

b)quindi che siamo tutti (escluse le banche) impegnati nell’assurdo e matematicamente impossibile compito (detto “virtuosità”) di estinguere i debiti con denaro preso a debito (mentre, dato che per pagare si usa denaro ottenuto originariamente mediante operazioni di indebitamento, per giunta gravate da interessi composti, il totale dei debiti necessariamente aumenta sempre);

c)e soprattutto del fatto che, se si usa come moneta simboli senza costo di produzione (non convertibili in oro), dire che il denaro possa mancare, essere oggettivamente insufficiente, è privo di senso; quindi insensata è tutta la dottrina della scarsità monetaria, dell’austerità e della virtuosità di bilancio, mentre rilevante e decisivo è (soltanto) se il denaro viene speso produttivamente o improduttivamente;

d) che questo sistema è creato e imposto da una classe globale di soggetti che hanno il potere di creare a costo zero e far accettare al resto del mondo,  senza produrre beni reali, moneta contabile, con cui comprano o finanziano (cioè indebitano) praticamente tutto e tutti, incluse le istituzioni e la politica, come ho spiegato nel mio recente articolo La macchina del destino;

d) e, infine, che è questa classe sociale a governare l’Occidente, incontrastata e irresponsabile.

L’Euro stesso è un sistema con cui i paesi forti (soprattutto la Germania) conquistano il ruolo di banchieri dei paesi “eurodeboli” (soprattutto l’Italia), accumulando crediti verso di loro, sottraendogli liquidità con gli interessi e l’imposizione di avanzi primari, e imponendo loro misure recessive che li indeboliscono ulteriormente nell’economia reale e nella competitività internazionale, peggiorando gradualmente il loro rapporto debito/pil. Alla fine conseguono il pieno controllo di questi paesi, così come le banche conseguono il controllo delle aziende che dipendono da esse per tirare avanti. E’ un sostituto della conquista militare dei secoli scorsi. E dei Reichskommissaren nazisti.

La BCE, con le sue misure di sostegno (acquisti massicci di debito pubblico dei paesi eurodeboli sui mercati secondari), in realtà svolge il còmpito di mascherare, compensandolo provvisoriamente, tale processo di demolizione pilotata, così da rendere possibile il suo completamento. Una BCE che, mediante tali acquisti, assicura il rifinanziamento del debito pubblico a tassi minimi a paesi con un rating da spazzatura, e che quindi sarebbe logico e sano che divenissero insolventi, è  come un medico che mantiene in vita una persona mediante una macchina di supporto vitale, mentre un altro le espianta gli organi, e l’imbonitore di turno chiama questo espianto “riforme” e “risanamento” ,  e dice che grazie ad esse il paziente è oramai fuori pericolo e si è riguadagnato rispetto, autorevolezza e fiducia sui mercati. Cerca persino (invano), attraverso il quantitative easing, di dare l’impressione di una ripresa reale.

Non è fuori pericolo: se togliessimo all’Italia il sostegno artificiale e anti-mercato della BCE, i tassi (rectius: i rendimenti) schizzerebbero alle stelle e l’Italia tornerebbe alla Lira. Ma tornerebbe ad essa indebolita dall’azione di governi che, col pretesto del risanamento, hanno tagliato le gambe sua economia in modo strutturale (chiusure aziendali, disoccupazione, indebitamento, emigrazione dei migliori), difficilmente reversibile, portando la pressione fiscale sulle aziende al 70%, ossia a livelli tali da renderle non competitive rispetto alla concorrenza straniera. Per non parlare del differenziale dei costi energetici.

30.06.15 Marco Della Luna

P.S. Non è vero che Tsipras, Grillo e Iglesias siano personaggi ingenui che omettono di tematizzare i problemi di fondo, sopra indicati, per loro ingenuità e impreparazione – come ha scritto qualche lettore (Mario Pansera). Li conoscono benissimo. Gli sono stati spiegati. Grillo ne parlava, in parte, prima di mettersi con la Casaleggio e Associati – poi ha smesso. Iglesias e gli altri capi di Podemos sono stati informati dei detti temi di fondo da un mio conoscente, dirigente periferico di Podemos, e hanno reagito emarginandolo. Si dichiarano anti-sistema o riformatori del sistema, mentre in realtà lo stabilizzano raccogliendo il dissenso della base e canalizzandolo su critiche sensate ma non pericolose per il sistema di potere finanziario, come quelle in chiave etica, giustizialista, solidarietà; e su proposte pure sensate, ma non risolutive, come l’unione fiscale e la fine dell’austerità: il fattore decisivo non è quanto deficit pubblico si possa fare, quanto denaro si possa spendere per rilanciare l’economia, ma chi ha il potere di fare il denaro, e se un insieme di banchieri privati deve avere il potere di addebitarlo agli Stati, ai cittadini e alla imprese che lo prendono a prestito, accreditandosene il valore, senza nemmeno pagarci sopra le tasse. Invano aspetterete che Tsipras, Vendola, Grillo e Iglesias parlino di nazionalizzazione delle banche e della produzione di tutta la liquidità!

 

Informazioni su admin

Avvocato, autore, scrittore
Questa voce è stata pubblicata in GENERALI e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

11 risposte a TSIPRAS BIFRONTE

  1. ahfesa scrive:

    Quanto scrivo é soggetto all`evidente limitazione che i risultati quali paiono ora, ovvero verso le 20 di domenica siano poi confermati. Difatti coi tempi che corrono niente é sicuro, avendo noi visto in casa nostra varie elezioni politiche ed amministrative che alla sera dello spoglio parevano indubbiamente vinte da qualcuno, risultare poi vinte ancor meglio dalla parte avversa a risultati definitivi. O per dirla in termini calcistici come quelle tante miracolose e decisive partite della juve o del milan (quando ci correva ancora la grana) che all`89° perdevano 3 a 0 e poi « nel recupero » si vinceva 4 a 3 e ovviamente tutto era regolarissimo. O quelle dell`inter dove succedeva simmetricamente la stessa cosa.

    Ciò premesso, scusandomi per il linguaggio coprico, limito il mio dire a due semplici osservazioni :

    a) Tutte le autorità europee, politiche e finanziarie, e loro impiegati e vassalli, oramai da oltre 20 anni ci stanno gabellando che la merda (ancora scusate) in realtà é cioccolato diversamente gustoso. E supportano cotale evidente frode con prolissi trattati che dimostrano l`eguaglianza fisica ed organolettica dei due specifici, semplicemente in forza della sola simiglianza del loro colore. Ed ovviamente il popolo bue ci deve credere, e chi avanza dubbi é folle e populista e quindi deve essere emarginato e silenziato. Talchè siamo stati sommersi da continue vagonate ed irrorazioni del predetto « cioccolato diversamente gustoso » che pure ci hanno fatto pagare a caro prezzo, con anche conseguente torcimento di budella al posto del millantato sollazzo. E la quantità del gustoso alimento é tanto salita che ci siamo trovati immersi fino al collo nell`euro cuccagna. Tutto perfetto, fin tanto che qualcuno ha avuto la meraviglia gustosa all`altezza del naso. Ora già l`odore a contatto con le narici affecava, ma la prospettiva di doverne evidentemente mangiare per poter respirare ha provocato dubbio e repulsione. Tanto che gli immersi prima di mangiare « il diversamente gustoso » hanno creduto bene, nonostante si sia tentato in ogni modo di dissuaderli, di analizzare lo specifico. E « sorprendentemente « hanno scoperto l`ovvio ovvero che la cacca é solo cacca e non é né cioccolato né é commestibile. Cosa ovvia, ma che ha messo 20 anni per essere ufficialmente affermata (forse, e salvo eurosorprese) al di là del ragionevole dubbio. Ma cotale « scoperta, se da un lato costituisce un grande progresso perchè sbugiarda i venditori di quelle certe cose gustose, dall`altro ci deve far capire due semplici cose 1) nello specifico ci siamo tutti appunto immersi fino al collo e si sta male e si puzza forte 2) bisogna ovviamente cavarsene fuori, cosa molto faticosa a farsi ed in ogni caso che é impossibile senza sporcarsi magari di più. 3) bisogna ricordarsi non solo di chi ci ha venduto la cacca per cioccolato, ma anche di chi ci ha fatto immergere fino al collo per restarne (almeno in parte) fuori lui ed i suoi cari e quidi assolutamente bisogna diffidare di queste persone anche se magari si offrono di convertire l`attuale specifico in una nuova cuccagna.
    b) Il secondo pericolo é ben descritto da un famoso filme dove si narra di un avvocatello novellino che riesce per fortuna e per bravura a far aver ragione ai genitori di un povero giovane morto perche per frode la sua ssicurazione malattia ha rifiutato di pagare le cure. Il brillante giovanotto la fà in barba a tutti, sia agli agguerritissimi princi del foro avversari che alla potentissima compagnia di assicurazione. Ma quello che in teoria é finito benissimo in realtà é stata una dura punizione ed una sconfitta generale, non tanto per i furbastri, ma proprio per i poveracci, brillante avvocatello compreso. Difatti il giovanotto stravince in tribunale, dove la giuria impone un risarcimento astronomico a favore del querelante, tanto astronomico che la compagnia debitrice dichiara fallimento, lasciando tutti senza un quattrino. Dipendenti della stessa inclusi. Quindi attenzione a non strafare e trasformare un indubbia vittoria in una pesante sconfitta. I furbastri sono in agguato ed il tandem Tsipras/Varoufakis ha appena iniziato l`inseguimento.

  2. ahfesa scrive:

    Scusate ma bisogna distinguere. Altrimenti ci si comporta come gli inquisitori medievali che confondevano (a volte di proposito) gli errori delle varie sette eretiche, attribuendo ad una quelli delle altre.

    E difatti l`opposizione definita dall`UE « populista » non é assolutamente né concorde né omogenea. Difatti vi sono movimenti collocati (a mio avviso per errore o disinformazione) all`estrema destra che sono soltanto l`espressione delle paure – fondate – delle classi subalterne dei paesi dell`UE, che si vedono sempre più punite ed impoverite. Ed allora come un tempo si dava la colpa agli ebrei ed agli eretici, adesso si cerca di incolpare gli immigranti, gli zingari, gli « evasori », gli stati extra UE recalcitranti come gli svizzeri, attribunedo loro quei difetti e quelle frodi che invece evidentemente vengono da Bruxelles, Berlino, Washington. E la cosa vien comoda perchè i signori che ci comandano hanno il pugno duro con i veri dissidenti, se non altro potendo facilmente rovinarli e tacitarli, magari accuasandoli del comodissimo delitto di evasione fiscale, peculato o frode finanziaria.
    Poi vi sono i movimenti catalogati dall`establishment come « di estrema sinistra » che invece danno voce al generico dissenso, sempre più evidente dati i conclamati fallimenti dei governi in carica e dell`autorità sovranazionale. Ma essi o sono formati da dilettanti, o da esaltati o semplicemente volendo far tutto e subito, non riescono neppure ad eleborare un serio, operativo e difendibile programma alternativo.
    Naturalmente chi detiene la forza reale di governo é attentissimo a che nessuno di questi movimenti arrivi ad esercitare un reale potere. E ciò o semplicemente formando una specie di « arco costituzionale » derivante dall`ammucchiata di tutte le forze pro UE, oppure ricorrendo ad espedienti elettorali, leggi punitive, disinformazione e naturalmente al comodissimo uso politico della giustizia, mediante le paghette, le firme false, le ballerine ed altre amenità. Se ciò non dovesse bastare si usa il broglio puro e semplice (stranamente tutte le « votazioni » che hanno una valenza reale sull`esercizo dei poteri di governo dell`UE, o non valgono se sono sfavorevoli (vedi gli svizzeri che ovviamente sono scemi e devono rivotare per la libera circolazione) oppure si concludono con maggioranze infinitesimali a favore tipo 50, 001 contro 49,999. Ovviamente senza ricontare le schede) oppure all`acquisto a prezzo di cuccagna di un espinente dell`opposizione vera per dividerla e screditarla. (caso Tosi in Veneto o il famossimo Angelino per atrofizzare Forza Italia). Ma oggi il sistema che meglio paga é semplicemente il rinvio sine die delle elezioni accampando scuse da burlesque o semplicemente « convincendo » il capo dello stato di turno.
    Ed infine quando tutti questi divertenti accorgimenti non funzionassero ed il popolo bue insistesse nel volere i « populisti » semplicemente si usano le potenti autorità sovranazionali, sia politiche che finanziarie, che comemrciali, per strangolare il paese ribelle ed obbligarlo a « rinsavire » riprendendosi un « saggio » governo che in un battibaleno accoglie tutti i consigli dei capi e magari come il simpatico prof. Monti fà anche molto di più, svendendo non solo il presente ma anche il futuro.

    Quindi io andrei a disquisire di quello che potrebbero o non potrebbero fare gli oppositori solo qualora gli stessi arrivassero davvero a governare. Prima non serve perchè essi sono tutto e niente nello stesso tempo.

    Un`altra cosa che non vedo é la « nazionalizzazione delle banche ».
    Prima di tutto perchè le banche sono già da tempo di fatto « nazionalizzate ». Nel senso che se producono utili questi vanno ai manager ed alle lobby che dirigono la finanza e la politica sovranazionale, entrambi costiutenti la classe dirigente reale che gestisce i singoli stati. Se invece perdono la punizione va al popolo bue. E prima capitava indirettamente tramite il ripianamento con fondi pubblici, adesso invece per legge demenziale (ma prontamente e silenziosamente approvata con larga maggioranza) coattiva e diretta, ponendo a carico dei clienti il dissesto del loro istituto bancario. (la rifusione dei conti sotto i 100 mila la paga lo stato e quindi ancora il contribuente).
    Ma in Italia la « nazionalizzazione » sarebbe anche suicida. Difatti se la politica riesce a mungere istituti che almeno formalmente sono privati (vedi MPS e similai) figuratevi che succede se tornassimo ai bei tempi dei banchi meridionali, degli istituti di diritto publico, delle banche di interesse nazionale ecc.. dove con un decretino approvato di straforo si nominavano miriadi di dirigenti e si dirottavano miliardi nelle più sperticate e tartufesche operazioni.
    Nossignore. Come l`equilibrio della finanza pubblica (e privata) non si ottiene certo in forza di leggi che impongano pareggi e punizioni, ma col buon governo, così i banchieri possono essere indifferentemente pubblici o privati. Quello che conta é la regolamentazione. Ed é poca cosa che già esisteva ed ha funzionato benissimo per molti decenni. Ovvero un banchiere centrale con sovranità monetaria ed uno stato con sovranità fiscale e di bilancio (e dispositiva sul banchiere centrale come soggetto di diritto) per ogni area economica e politica omogenea. Vigilanza su basi di sistema , controllo soggetivo degli operatori, libertà vera dei movimenti di capitale, ma con monitoraggio non a fini solo fiscale. Specializzazione del credito e separazione assoluta tra aziende di credito ed altri operatori. Correlazione stretta ed obbligatoria tra raccolta ed impieghi. Divieto di operazioni derivate che trasformano i mercati in giganteschi casinò truccati tipo las Vegas. Erogazione del credito su basi strettamente soggettive e quantitative. Ovvero esattamente il contrario di quanto recentemente approvato dove si stabilisce che il credito si eroga S O L O in base al rating oggettivo. Cosa demenziale primo perchè le agenzie di rating sono enti privati non indipendenti ed irresponsabili. Secondo perchè questo distrugge le piccole e medie attività economiche unica fonte di progresso e prosperità, a vantaggio dei predatori monopoli sovranazionali apolidi.
    Come si vede che i banchieri siano pubblici o privati poco importa.

  3. Giovanni V. scrive:

    P.S. Non è vero che Tsipras, Grillo e Iglesias siano ingenui che omettono di tematizzare i problemi di fondo, sopra indicati, per loro ingenuità e impreparazione – come ha scritto qualche lettore (Mario Pansera). Li conoscono benissimo. Gli sono stati spiegati. Grillo ne parlava, in parte, prima di mettersi con la Casaleggio e Associati – poi ha smesso. Iglesias e gli altri capi di Podemos sono stati informati dei detti temi di fondo da un mio conoscente, dirigente periferico di Podemos, e hanno reagito emarginandolo. Si dichiarano anti-sistema o riformatori del sistema, mentre in realtà lo stabilizzano raccogliendo il dissenso della base e canalizzandolo su critiche sensate ma non pericolose per il sistema di potere finanziario, come quelle in chiave etica, giustizialista, solidarietà; e su proposte pure sensate, ma non risolutive, come l’unione fiscale e la fine dell’austerità: il fattore decisivo non è quanto deficit pubblico si possa fare, quanto denaro si possa spendere per rilanciare l’economia, ma chi ha il potere di fare il denaro, e se un insieme di banchieri privati deve avere il potere di addebitarlo agli Stati, ai cittadini e alla imprese che lo prendono a prestito, accreditandosene il valore, senza nemmeno pagarci sopra le tasse. Invano aspetterete che Tsipras, Grillo e Iglesias parlino di nazionalizzazione delle banche!

    PERFETTO!

    In una parola: GATEKEEPING!

    http://antonellarandazzo.blogspot.it/2008/08/insospettabili-gatekeepers.html

  4. Katerina scrive:

    Caro Marco, nessuno meglio di te
    sa cogliere e presentare l’essenziale.
    GRAZIE INFINITE per tutti gli articoli che scrivi
    – Katerina

  5. Giovanni V. scrive:

    Perfetta analisi as usual!
    Resta una domanda: e allora che fare? Uscire dall’Euro con il rischio di rimanere a gambe all’aria? Restare nell’Euro accucciati ai diktat della Troika?

    http://www.beppegrillo.it/2015/07/il_debito_greco_dalle_banche_agli_stati.html

    Lei che farebbe, Avvocato, se stesse al Governo?

  6. ahfesa scrive:

    Corollario. (leggere prima il precedente)

    Scrivo a futura memoria così se sbaglio mi piglierete a pernacchie.

    Oggi sul più bello della divertente partita di ping pong tra Atene e Berlino, quando pare che I tedeschi si siano fregati la pallina per trombare gli infidi avversari, il Renzi, ilare e deferente arriva nella capitale che fu di Bismarck. È un caso? Forse sì, forse no.

    Ci trova la sua “amica” Angela con cui ha strettissime relazioni, tanto che addirittura prima di candidarsi aveva chiesto udienza rispettosa per aver il permesso di competere prima col semolino decotto Bersani e poi coll`ormai catatonico Letta.

    Io non entro nel merito delle divertenti conversazioni corse tra I due personaggi, ma faccio solo notare due cose:
    a) la summa del meeting é stata espressa perfettamente dal Nostro Grande Leader, ovvero “quando abbiamo opinioni diverse ne parliamo e poi si esce con la stessa posizione, così si fa in Europa.” Verissimo peccato che quella “posizione” é sempre quella tedesca, eccezion fatta per I perfidi britannici ed appunto (almeno a parole) per gli stramannatissimi greci, che (previdentissimi) già stanno facendo incetta di mutandoni di latta per difendersi dai sicuri suppostoni acidissimi che I tedeschi loro prescriveranno in gran copia. E stavolta (per punizione) senza il beneficio della vasellina.
    b) La cronistoria dell`incontro, almeno tal quale riportata dalla stampa di governo ed opposizione non populista, sembra quella dei famosi incontri che si tenevano tra l`Omino coi Baffi e Quello-che-aveva-sempre-ragione ai bei tempi in cui l`italica stripe era addirittura padrona di un “Impero”.
    Ebbene anche in quelle sontuose occasioni noi facevamo la parte dei chiacchieroni in pubblico, esternando ovviamente lodi sperticate sul potente Reiche sulla nostra astuzia per averlo come alleato, invece in privato non proferivamo verbo altro che per assentire sinteticamente, alle disposizioni dell`appunto Grande Alleato, il quale ovviamente ad ogni colloquio diminiuva la cortesia sia pure solo formale e moltiplicava la prepotenza e le pretese. E questa é storia, tanto che alla fine siamo stati invasi e ci c`é voluto lo zio Sam per cavarci d`impiccio, a carissimo prezzo (per I soliti).

    Quanto sopra ci dovrebbe far attentamente meditare. Difatti il nostro istrionico Capo del Governo si sciacqua la bocca di sollievo poichè l`ira teutonica é rivolta ai greci e quindi può presentarsi come il servitore fedele ed obbediente.
    Ma ahimé il metro “della nuova Europa” oramai lo conoscono anche gli scemi e bisogna star attenti, perchè al caso la stessa ira fredda e determinata potrebbe ancora una volta essere rivolta contro il popolo dei suonatori di mandolino.
    E difatti non a caso l`odierna versione dell`autorevole Handelsblatt (il 24 ore Tedesco) chiama il povero Tsipras in prima pagina ed a caratteri di scatola “Teppichhändler” ovvero “venditore di tappeti” e poi più tardi rincara la dose con un altro articolo ai limiti dell`insulto personale, indipendentemente dal contenuto caustico.

    Quindi io nei panni del Renzi sarei estremamente prudente, come lo era il Magnifico (quello vero) , nel suo stesso personale interesse.

  7. mariopansera scrive:

    Pablo Iglesias non e’ un economista… insegna teoria della comunicazione all’universita complutense di madrid…
    per il resto il presunto doppiogiochismo di Tsipras, Grillo e…. Iglesias?!! mi sembra veramente una forzatura con poco fondamento. Al massimo sono a livelli diversi… solo degli ingenui

  8. ahfesa scrive:

    Premessa : non ho terminato la lettura del precedente articolo per cui mi riservo un commento più preciso in seguito.

    Nel merito invece dico subito che certamente Tsipras non é Achille redivivo, anzi somiglia ad una modesta riedizione di Ulisse.
    Ovvero usa astuzie levantine per tutelare in primis i propri interessi e quelli dei centri di potere che l`hanno nominato (qualunque essi siano) e poi magari cercherà anche di evitare la spogliazione dei propri concittadini, che credo in ogni caso non gli convenga. Che poi debba usare sistemi di dialogo contorti e furbastri lo si capisce, in quanto, volendo guardare, le carte che ha in mano rispetto agli avversari sono piuttosto modeste.

    Che Tsipras (e chi lo sostiene e finanzia) sia un cavallo di Troia degli europadroni però mi pare improbabile. Difatti per Berlino é molto più economico metter in sella soggetti come Renzi o Letta (per non parlar di Monti) piuttosto che personaggi coloriti, che però potrebbero aver idee ed atteggiamenti incresciosi. E poi il fondamentale principio a cui si attengono sempre i capi (siano essi banchieri o loro creature) é quello di non permettere M A I che in uno stato suddito arrivi a governare qualcuno o veramente capace e/o con una solida (anche se mutevole) leggittimazione ed appoggio popolare.
    Controprova. Se Tsipras dovesse in qualunque modo essere estromesso mediante un colpo di stato bianco come quello che ha defenestrato Berlusconi, ritornerebbero i soliti impiegati di sicura fede, ma con la differenza di essere ancor meno leggittimati e molto più odiati di prima. Il tutto dando ampio favore ad una sempre più tacitamente appoggiata fronda strisciante. Difficilmente inoltre una creatura di Berlino poi andrebbe a sollevare, e pure di sorpresa, la spaventosa idea di una qualsisasi votazione popolare, soprattutto dall`esito assolutamente imprevedibile. Ed esiste appunto il precedente di Papadopulos subitamente cancellato dalla politica ellenica solo per aver esternato (a parole) una simile pensata.
    Poi la strategia di Atene é tipica del debole opposto al forte. Ovvero a parole i greci si sono sempre detti più che disposti ad ogni tipo di accordo, ma nei fatti non hanno perso un`occasione per inceppare e depistare l`attività di Bruxelles/Berlino/FMI. Tanto che non hanno esitato a sfidare la Morte-che-veste Vittuon, la terribile Lagarde, pur dicendosi a parole pronti ad accontentarla. E tutto questo non giova di sicuro a Bruxelles & Sodali, che ogni giorno perdono sempre più autorità ed immagine. Come se per caso volessero recuperarla, infliggendo ai greci una punizione esemplare, in realtà sarebbero sempre perdenti mostrando un atteggiamento autocratico e punitivo verso i deboli. Nossignore a Bruxelles conveniva di certo conservare il grasso Venizelos ed il deferente Samaras e magari trovarsi un Napolitano locale per rimetterli in sella. Tanto che come apprendo in tempo reale, pare che Tsipras nel comico ping pong abbia dicharato (per l`ennesima volta) di accettare le proposte dell`EU/FMI, salvo qualche « piccola » eccezione. Ma stavolta sono i tedeschi i quali o per mancanza di senso dell`umorismo (come dice la pubblicità) o perchè sanno qualcosa che noi non sappiamo, o per puro spirito teutonico, a dire di no « aspettando il referendum ». Ovvero la Merkel vorrebbe (salvo cambiar idea) veder le carte dei greci e poi bastonarli a dovere quando caleranno alla fine le braghe.

    Ma io credo che questa disamina sia del tutto inutile. Difatti quello che capiterà ai greci (ed a noi) nell`immediato futuro é ininfluente. Come pure quello che verrà ad Atene deciso dai capi locali e dal popolo votante.
    Difatti il vero dilemma sta a Berlino ed a Washington ed i greci nulla possono fare a favore o contro. Ovvero anche i cervelloni che ci governano (siano essi banchieri, scienziati, politici, managers o maghi) hanno capito benissimo che l`attuale sistema non funziona più, reggendosi su basi sempre più pericolanti, virtuali ed aleatorie, benchè in apparenza solidissime. In altre parole la gente comune sta cominciando a capire l`evidente realtà che le politiche sovranazionali sono illusioni fraudolente e conseguentemente anche certe monete sovranazionali potrebbero trasformarsi in quello che in realtà sono, ovvero carta colorata. Difatti i paesi che prosperano, pure con i soliti problemi, sono quelli (USA compresi) dove é forte la tecnologia, la ricerca, l`istruzione e la produzione di beni e servizi reali e non la finanza fine a sé stessa.
    Chi dovrà decidere il destino di Atene ha presente che se lascerà la Grecia a sé stessa essa in qualunque modo costituirà un pericolossimo precendente per gli altri sudditi. Se invece tramite alchimie finanziarie e requisizioni fiscali verrà forzatamente mantenuta nel sistema, sarà solo questione di tempo ed il problema si ripresenterà in maniera peggiore. Ed allora magari la finanza e la fiscalità dovranno essere assitite dalla forza militare. Ma anche quel successivo e pericolossimo gradino non porterà a nulla per la semplice ragione che il sistema stesso per distonie evidenti brucia più ricchezza di quanta ne produca e la rifusione mediante carta forzosa e suoi derivati non basta più a tenere insieme il meccanismo.
    Quello che dobbiamo domandarci é se e come faranno i capi a riformare il sistema e non solo in tema di finanza e fisco.. Oppure se cercheranno di fare come la nobiltà di Luigi XVI, ovvero far finta di nulla, andando poi contro ad una immane catastrofe.

    Infine la Grecia é poca cosa davanti a ben altri e micidiali problemi che affliggono i nostri capi (e noi senza potere di riflesso). Basti pensare alla oramai inarrestabile avanzata islamica radicale, Due piccoli esempi. Il califfato con vero spirito moderno ha ripristinato i processi per stregoneria decapitando in mondovisione due « streghe ». L`evidente modernità sta che il nostro compianto Sant`Uffizio o gli equivalenti nel mondo protestante, prima di bruciare le colpevoli ricorrevano a complicati processi ed a contorti metodi di indagine. Il califfato invece evita queste brutture medioevali ammazzando subito anche tutti i parenti delle ree, facendo così pulizia rapida ed esemplare, salvaguardando la purezza della vera ed unica fede. Roba da surclassare la costosissima corte EU, che per altro normalmente agli islamici (di fatto radicali) dà ragione, ma dopo lungo dibattimento.
    Secondo. In base alla televisone di stato pare che nel Bel Paese ci siano 1.200.000 musulmani praticanti. Sono molti di più se si contano i clandestini ed aumentano a migliaia ogni giorno. Il 75% di questi sono giovani ed in età idonea per il servizio militare o attività a questo ausiliarie. Volete che fra questi non ve ne siano almeno 100 mila (un`armata) pronti ed addestrati (magari anche già forniti di armi) per servirci a dovere nel deprecato caso arrivasse da noi al governo qualcuno che davvero volesse metter norme limitative del presente comodissimo asilo generale ?
    Ecco, credo che questo sia molto peggio del problema dei greci, soprattutto perchè il nostro esercito é imbelle ed il popolo bue ancora peggio.

  9. enrico scrive:

    Leggevo in un articolo di Barnard che ci sono due politiche una per la Massa è un’ altra per i pochi che decidono dietro le quinte il destino dei popoli.Credo che sia vero , quando come oggi non vi sono Movimenti di resistenza a questo capitalismo assolutistaLa Grecia non ha futuro se non quello già definito da tempo dai poteri forti.Avremmo dovuto Noi paesi Pigs (Del cui aggettivo non ci sentiamo nemmeno offesi ) ribellarci e fare fronte comune contro questi delinquenti per ristabilire ciascuno il proprio stato Nazione e la Propria Sovranità Monetaria.insisto trovo interessanti gli Articoli del Dott.Della Luna per comprendere ,ma aime’ sprecati se non si da seguito All’azione I cambiamenti non possono avvenire solo con le denunce o le buone intenzioni.Non accetto neppure la conclusione che è tutto inutile,loro sono troppo forti.La resa legittima solo il loro fare.

Lascia un commento