DOPO LA SCARSITA’ MONETARIA

DOPO LA SCARSITA’ MONETARIA

E’ fallita nei fatti l’idea che si possa indurre il miglioramento qualitativo della spesa pubblica dei paesi inefficienti imponendo a questa spesa vincoli quantitativi nonché il falso dogma della scarsità monetaria.

Coloro che prendono le decisioni finanziarie generali sanno che, in un mondo che usa simboli come moneta, la scarsità monetaria è irreale, è un’illusione (cioè sanno che non ha senso logico dire che manchi e non si possa produrre la moneta necessaria per investimenti utili, che essa prima vada risparmiata e accumulata e solo dopo si possa investire, che sia utile o necessario rispettare il pareggio di bilancio, che vi siano limiti oggettivi e logici alla quantità di debito pubblico sostenibile: non ha senso dire tali cose, perché la moneta che si usa è appunto un mero simbolo senza costo di produzione, senza valore intrinseco, e la moneta legale non costituisce nemmeno un titolo di debito). Quindi, nella misura in cui serve, la moneta può essere prodotta sempre e nella quantità richiesta.

Il difficile non è produrne quanta ne serve, ma usarla bene, decidere bene come spenderla: un problema politico, ossia di fare scelte tecnicamente valide nell’interesse generale di medio-lungo termine, e che tali siano percepite, anziché scelte di spesa di interesse personale, clientelare, mafioso, tecnicamente inefficienti, miopi, clientelari, demagogiche.


Probabilmente la parte in buona fede, cioè la meno intelligente, di quelle persone, pur consapevole che la scarsità monetaria è un’illusione, ha collaborato ad affermarla come principio, ad introdurre i vincoli dell’austerità, la frusta dei mercati, il pungolo del rating e la minaccia dello spread, credendo che attraverso questi vincoli quantitativi sia possibile indurre i sistemi politici scadenti a usare bene la moneta, cioè a spendere in modo efficiente, produttivo, a fare riforme, ad ammodernarsi, a sopprimere gli sprechi e la corruzione.

La prova dei fatti ha dimostrato che questa credenza era erronea, e che anzi i limiti quantitativi dell’austerità in diversi casi hanno prodotto un peggioramento qualitativo della spesa pubblica, oltre che a un peggioramento quantitativo del deficit, del debito, del pil, del rating, dell’occupazione (i governi italiani del rigore, per esempio, hanno mantenuto e ampliato la spesa improduttiva destinata ai privilegi della casta, tagliando quella utile alla collettività, perché la casta, per conservare i suoi consensi e i suoi redditi mentre fa tagli della spesa sociale e aumenti di tasse, deve fare più clientelismo e più ruberie).

Dire, con Tsipras e altri sedicenti di sinistra, che di fronte a questo fallimento dell’austerità, la soluzione sarebbe semplicemente più solidarietà, fare più spesa a deficit e comunitarizzare i debiti, significa voler restare entro il paradigma della scarsità monetaria.

Specularmente, l’altro fronte del pensiero monetario sostiene che la soluzione del problema del rilancio economico sia l’approccio opposto, ossia smetterla coi mendaci dogmi della scarsità monetaria e con le relative, fallimentari ricette, e fare invece investimenti statali diretti mediante spesa pubblica a debito (che tanto lo Stato riesce sempre a sostenere, come dice la Modern Money Theory di Warren Mosler, stante che la moneta è un mero simbolo) oppure, meglio ancora, mediante una spesa sganciata dall’indebitamento (come raccomanda A. Galloni) attraverso l’emissione diretta di moneta da parte dello Stato. Ciò darebbe più benessere alla gente e slancio allo sviluppo, ma non migliorerebbe, anzi probabilmente peggiorerebbe, la qualità e l’efficienza della spesa, della produttività e della stessa società, incentivando atteggiamenti improduttivi, assistenzialisti e ristagnanti. Soprattutto nei paesi come l’Italia in cui la classe dominante è parassitaria e retriva, e la mentalità popolare è molto ideologica, e ampia parte della popolazione vive di redditi presi ad altra parte della popolazione. La storia insegna.

La lezione da imparare e che la qualità e l’efficienza della spesa, cioè delle decisioni di spesa pubblica e privata, dipendono da fattori sociologici e politici inerenti ai differenti popoli, o ai differenti insiemi di popoli, e derivano dalle loro diverse storie. Lo dimostra il fatto che alcune nazioni vanno bene e altre male pur applicando o subendo tutte i medesimi erronei principi di economia monetaria. Cioè l’efficienza dipende dai fattori storici, sociologici, culturali, dai mores, dai meccanismi di produzione del consenso e della coesione di questo o quel popolo. I vincoli quantitativi esogeni non “correggono” questi fattori – semmai li accentuano. La Germania, il Veneto, la Lombardia hanno una spesa pubblica abbastanza efficiente; la Grecia, l’Italia, Roma, la Sicilia e la Campania no, perché hanno prassi, mores, mentalità diversi, che non correggi imponendo vincoli esterni di bilancio.

I popoli efficienti non dovrebbero avere una moneta comune con i popoli inefficienti, né pagare per sostenerli. L’esperienza dell’Euro mostra che imporre una moneta comune (anzi, un cambio fisso) a popoli con diverse efficienze non alza quella dei meno efficienti, ma li impoverisce; e l’esperienza dell’Italia unitaria, della Jugoslavia e di altri paesi simili mostra che non la alza nemmeno l’ imporre l’unione di bilancio e la solidarietà.

Tutti questi fattori, però, vengono oggi superati, sconvolti e travolti dal fatto che il grosso della spesa, dei movimenti monetaria, cioè del business, avviene in mercati finanziari, apolidi, e secondo logiche aliene dalla produzione di beni e servizi e dal soddisfacimento dei bisogni reali. Se il 90% delle transazioni monetarie avviene in mercati speculativi liberalizzati, perlopiù opachi e non controllabili, il ruolo delle società, della politica e delle istituzioni nelle scelte di spesa, quindi lo stesso grado di efficienza specifica dei vari organismi nazionali, viene drasticamente ridotto. Le dinamiche e le richieste dei mercati speculativi cambiano continuamente le carte sui tavoli politici e schiacciano le decisioni degli attori del residuo 10% delle transazioni economiche, cioè dei popoli e dell’economia reale, pubblica e privata. Tendono a imporre loro i propri bisogni e le proprie decisioni, a fare di essi una loro colonia, una sorte di appendice, che serve essenzialmente ad assicurare al business speculativo riferimenti contabili stabili e un quadro legislativo-giudiziario di supporto. I bisogni della gente non devono interferire. Perciò lo Stato è divenuto rappresentante di interessi esterni e in conflitto con quelli del popolo, quindi ha perso la legittimazione rispetto a questo.

05.07.15 Marco Della Luna

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12 risposte a DOPO LA SCARSITA’ MONETARIA

  1. enrico scrive:

    Rispondo al Sig. Giussavo non per replicare ,ma credo che sia giovane e penso di dover fare precisazioni.E’ Vero che sono state dette molte menzogne ,che il processo di Norinberga sia stata una Farsa ,tuttavia le Guerre in genere portano purtroppo a far emergere la parte peggiore degli uomini .Un esempio la guerra in Irac dove militari hanno commesso violenze inaudite ,eppure i loro connazionali ritenevano quei soggetti modelli di di Cittadino.Anche in Germania molti si sono opposti al Regime e hanno pagato con la vita è anche in Germania c’è stato l’olocausto ( ma tanto loro erano i cattivi quindi….)Affermare Oggi che il Nazismo non è Criminale non solo è errato ma Pericoloso,esso non appartiene solo al popolo tedesco come Oggi stiamo purtroppo sempre più constatando.

  2. giusavvo scrive:

    @Enrico

    Gent.le Signore non è un questione di temperature, mi infastidisce solo l’intervento inopportuno nelle discussioni, il volersi aggrappare agli specchi a tutti i costi per difendere posizioni indifendibili ed il parlare per luoghi comuni.
    Sotto tale profilo ad esempio, sono dell’opinione che dire che la Germania Nazista sia stata criminale, sia un luogo comune.
    In realtà, noi tutti, del nazismo, sappiamo meno di quel che crediamo di sapere e che ci hanno, ritengo in mala fede, fatto credere.
    Troppe cose cominciano ad uscire fuori, prima secretate, che non erano per come si credeva che fossero.
    Analogamente, una pagliacciata è stato il processo di Norimberga. E chi è giurista, questo non può revocarlo in dubbio.
    Comunque, non voglio difendere il nazismo nè condannarlo, ne parlo in modo assolutamente neutro, così come cerco di fare per ogni altro argomento della vita.
    Però di una cosa sono certo, se una verità logica è anche valida, la difendo. Chiunque l’abbia detta, fosse stato anche Nerone o il conte Vlad.
    Le argomentazioni vanno sostenute per la loro validità intrinseca non per chi la dice.

    P.S. argomentazioni non contrastanti con i divieti ex DECRETO LEGGE 26 aprile 1993, n. 122

  3. ahfesa scrive:

    @giusavvo

    Quello che ciascuno legge o meno é sua scelta personale, normalmente agli altri non interessa.
    Per adesso vige ancora la libertà di espressione e quindi, sempre in termini educati, intervengo quando mi pare. E sempre con ampia facoltà di replica a patto che sia altrettanto civile.
    Nel merito confronti e vedrà che io ho usato unicamente il vocabolo « apologia » ovvero « discorso o scritto in difesa di sè o di altri, di un`opera, di una fede, di una dottrina » Ovvero io penso che sia sul serio che per celia (nel suo caso non saprei dire) diffondere, lodare, comunque approvare concetti propri del nazismo sia cosa negativa. Indipendentemente dalle fonti consultate. E tale é e resta la mia opinione, anche se differente dalla sua.
    Diverso concetto é invece « l`apologia di reato » sul quale pare lei si dilunghi. Inutilmente temo, poichè é cosa che io non ho menzionato.
    Quanto al fatto che i « certificati di lavoro » e/o documenti equivalenti emessi dalle varie organizzazioni naziste ed assimilate fossero oggetto di spudorata corruzione e falsificazione é cosa troppo nota ed evidente per dilungarsi oltre.
    Infine é per libera scelta che ritengo sia meglio usare più parole per esporre concetti complicati, poichè l`alternativa tipo « twitter » sovente o é incomprensibile, o riesce a far passare le corbellerie per portenti.

  4. enrico scrive:

    Vedo che il terreno incomincia a scottare del resto le temperature in questi giorni sono poco sopportabili e possono maggiormente riscaldare gli Animi.Apologia o non anche io ritengo che porre in evidenza come possibile strumento un provvedimento in uso in un periodo Criminale della Umanità e quindi da “dimenticare” sia inopportuno.Non possiamo nemmeno ascoltare le affermazioni di un Giornalita cretino che riteneva hitler intelligente altrimenti non si sarebbe fatto manipolare dagli Americani.Come Mezzo Sangue non mi sento nemmeno un poco parzialmente Superiore ,anzi mi convinco sempre di più di essere l’ultima ruota del Carro (anche sgangherato)

  5. giusavvo scrive:

    @ahfesa

    Guardi che non fa altrettanto bene intervenire ad ogni piè sospinto in ogni discussione, specie quando non si sa quello che si dice e si è, come personalmente ritengo nel suo caso, particolarmente ampollosi, inutilmente ridondanti e noiosi alla lettura, al punto che almeno io, regolarmente, salto a piè pari i suoi “interventi lenzuolata”.
    Poi, giusto per chiarire agli altri utenti di questo sito il concetto di apologia, inopinatamente e inopportunamente “messo in mezzo” dall’utente ahfesa, va chiarito quanto segue.
    Per aversi apologia non è sufficiente l’espressione di un giudizio positivo su di un fatto sia esso di disvalore o delittuoso, ma è necessario che le forme di manifestazione di tale giudizio siano tali, per la loro forza di suggestione e di persuasione, da poter stimolare la commissione di altri “fatti disvalore” o delitti del genere di quelli oggetto della ritenuta apologia.
    Nello stesso senso è la giurisprudenza che, sullo specifico punto, ha chiarito che l’apologia: “punibile è solo quella che, per le modalità, le caratteristiche dei destinatari ed il particolare momento storico-politico in cui si svolge, costituisce comportamento concretamente idoneo a provocare la commissione del fatto esaltato. (Nella specie, la Corte di assise di Milano ha escluso che integrasse gli estremi del delitto di apologia di genocidio la condotta del sindaco di un Comune, il quale, intervistato da un giornalista, aveva detto: “Hitler è stata la persona più intelligente del mondo. Ma i tedeschi, che pure sono esseri superiori, hanno sbagliato. Gli ebrei dovevano friggerli tutti”)” (cfr. Corte assise Milano, 14/11/2001)
    Infine,per quanto riguarda il mio accenno ai certificati del lavoro, beh le mie fonti sono le seguenti:
    “Nazionalsocialismo. Origini. Lotta. Weltanschauung” di Johannes Ohquist; “L’Ordinamento Economico Nazionalsocialista” Renè Dubail.
    Ora ahfesa, come le ho già detto, salto regolarmente tutti i suoi commenti pertanto, in caso di sua replica (che sicuramente non mancherà), se ci tiene che io la legga, sia breve e conciso.

  6. enrico scrive:

    Quasi dimenticavo di dire che alla Gogna ci vanno anche i Parenti che non hanno denunciato e quindi Complici ,così non ci troveremmo con Professorini Universitari Ordinari .

  7. enrico scrive:

    Dott.Della Luna ,nella prima parte del Suo articolo descrivendo la natura simbolica della moneta e accettando inizialmente anche la buona fede dei promotori della austerità sulla spesa publica ,dimostra poi di seguito che Buona Fede in realtà non c’è stata da parte dei governanti il cui compito sarebbe tradurre il bene comune .A questo punto dovrebbe intervenire il popolo che si rende conto di essere stato ingannato .se ciò non accade la responsabilità è tutta del popolo non ci sono scusanti ( popolo Bue ,pensa solo alla Pancia ,italiani corruttibili ecc ecc) Queste persone a partire dal governo monti andrebbero giustiziati come traditori ,personalmente non penso alla violenza (sarebbe anche un costo inutile )ma alla Gogna ,non trovo nulla di meglio per ristabilire la Giustizia Umana .In un tempo in cui si parla solo di Emergenze non trovo nulla di più efficace.Il Popolo Bue ecc ecc imparerebbe subito che non conviene fare il Malandrino .Ho già più volte indicato questo rimedio salutare ,ma credo che non sia ancora apprezzato nella Sua Efficacia .Spesso i Vecchi Metodi funzionano meglio delle nuove tecnologie Facciamone una campagna promozionale visto che siamo nell’era della pubblicità .

  8. enrico scrive:

    Leggevo un articolo sul messaggio dato dal Papà in Bolivia che condanna questa Società del profitto illimitato e si schiera dalla parte di quei movimenti che si ribellano .Mi viene da Dire Guarda da chi Viene la Predica ,questa loro ipocrisia e menzogne non si smentiscono Mai .Premesso che Ogginon esistono di fatto Movimenti di resistenza e tanto meno di rivolta contro tale sistema ,non capisco questo signore con chi sta.Ormai la Gente è Zombizzata non riesce nemmeno a percepire minimamente chi si prende gioco di Loro.Aggiungo inoltre che ai tempi della caduta del Muro , la Chiesa ben consapevole della delicatezza del momento aveva scelto una mente Geniale ( Voitila) ,oggi che non temono rivali , possono tranquillamente essere rappresentati da un semplice Caporale ,tanto vanno sul Sicuro.

  9. ahfesa scrive:

    @giusavvo

    Guardi che l`apologia del nazismo, al vero e/o per scherzo non va mai bene.
    E poi nel merito persino nei ghetti di paese si stampavano i “certificati di lavoro” fasulli che però i “rottenfürer SS” prendevano per buoni coprendosi gli occhi con le banconote estorte au subumani.

  10. giusavvo scrive:

    Il sistema hitleriano mi sembra in assoluto il migliore: i certificati del lavoro.

  11. ahfesa scrive:

    La mia maestra quando ci rimproverava per reiterate mancanze (oltre a qualche bonario e ben dato sberlotto) soleva dirci che presumere che un pollo potesse diventare tacchino semplicemente ingozzandolo di cibo o punendolo con legnate, era presunzione, cioé peggio di un errore. E parafrasando Gandhi senza saperlo, aggiungeva che sbagliare non é in sè male, ma presumere per prepotenza di essere nel giusto é invece mortale. O per dirla alla greca gli dei fanno insuperbire quekki che vogliono distruggere.

    Ecco, senza far cervellotiche astrazioni di fine politica e finanza, non é difficile capire che questa é esattamente la situazione dell`ennesima crisi attuale.
    Difatti oramai tutti sanno che il mostruoso ed imponente carrozzone di Bruxelles/Francoforte si regge su un`illusione ed una frode.
    L`illusione consiste nel volere imporre al continente europeo tramite una nebulosa ed elitaria autorità sovranazionale, una forzata e burocratica uniformità di leggi, fiscalità, giustizia e persino religione, cultura e modi di vivere. Ovvero si decide con la forza coattiva della legge e della manipolazione del consenso (disinformato), che le stesse norme e parametri economici validi per l`Estonia debbano per esempio essere vigenti in Sicilia ed in Romania. Chiunque vede l`estrema difficoltà di portare ad effetto questi propositi, per evidenti impedimenti che sono sanabili solo in un tempo che si misura in decenni e con metodi persuasivi più che punitivi.
    Ma questa chimera (che i capi sanno benissimo essere tale) é utilizzata a fini imperialistici, per imporre col miraggio di un futurissima età dell`oro (vi ricordate il discorso di Ciampi quando arrivò l`euro ?) gli interessi di pochi iniziati ad esclusivo scapito di quello di molti altri. Ed il verificarsi di cotale situazione non é opinione ma realtà. Basti solo pensare alla nostra situazione, dove governi imposti con la frode e con la frode operanti ci hanno gabellato che accollandosi trattati capestro, tra l`altro evidentemente insostenibili, una fiscalità usuraria, delle norme punitive, la rinuncia ai basilari diritti civili e politici, si sarebbe ottenuto il risanamento del paese ed appunto la chimerica età dell`oro dove tutti prosperano senza fatica. Il risultato che invece tutti possono vedere é che le punizioni e le rinunce sono puntualmente arrivate, predurano e diventano sempre più pesanti, ma lungi dal progredire, addirittura i debiti sono aumentati, nonostante le requisizioni e la svendita del patrimonio nazionale pubblico e privato.

    Quindi non mi sorprendo che qualcuno alla fine dovendo scegliere tra la povertà assoluta e perpetua come suddito senza potere, o la povertà con però la libertà e la reale possibilità di cercare di contrastarla, scelga finalmente la seconda ipotesi anche se molto dolorosa.
    Siamo alle solite : qualnuque piano di « salvataggio » dei greci altro non é che una partita di giro dove vengono elargiti denari fatti dal niente e di niente (carta emesssa dalla BCE) i quali poi ritornano subito al soliti enti privati finanziatori, mentre i greci di tanta ricchezza non sentono neppure l`odore. Ed in cambio di cotale « piacere » naturalmente gli ossequienti governanti locali devono imporre ai soliti l`usuale, perpetuo e progressivo rosario di tasse, punizioni, restrizioni, semplificazioni e via discorrendo. Il tutto per estrocere altro denaro, sempre poi a favore dei soliti finanziatori, il cui credito ovviamente si estende per naturale insostenibilità. E quindi niente di strano che finalmente un debitore pluriconcusso (sia pure con i suoi torti) non ci stia.
    Ed appunto per chiarezza il torto dei greci é lo stesso che abbiamo noi. Ovvero i governanti furbastri (esattamente quelle che oggi parlano di regole e moralità) hanno di buon grado a suo tempo aderito al capestro, accettando di truccare i conti a profittandone pure, semplicemente perchè si illudevano di scaricare sui ricchi stranieri i debiti e le malversazioni locali. E purtroppo la punizione per la frode é arrivata, ma grava sugli innocenti senza potere e non su chi ha messo in pista l`ingenuo tentativo di truffa.

    Ma quello che é terrificante e porterà rovina é che sembra tutti sappiano, ma nessuno si faccia carico di questa evidenza. Ovvero Bruxelles, Berlino e Washington continuano a procedere come sempre, ignorando che forzando il meccanismo si rischia di provocare una catastrofe generale che vedrà non i greci ma loro stessi come primi perdenti.
    Per una volta (solo per l`enunciato sia chiaro) sono d`accordo con il Renzi : la Grecia é una sicumera, il problema é che necessita rivedere completamente la costruzione economico-finanziaria e politica attuale. E non (e qui mi differenzio) continuando a vacheggiare i chimerici Stati Uniti d`Europa, ma al contrario facendo umilmente e prudentemente dei passi indietro, ripristinando ad evidente convenienza comune la sovranità nazionale, per l`evidente motivo che gli euroburocrati sovranazionali hanno fallito. E non solo nel chimerico progetto, anche in quello imperialistico. Difatti in Germania si sta accogendo che continuando su questa strada saranno proprio i tedeschi (come la storia insegna) a pagare per tutti alla fine.

    E qui torniamo all`inizio : un pollo non diventa tacchino. Imporre ai greci anche manu militari norme e comportamenti pure giustissimi in senso assoluto, ma contrari al loro attuale modo di vivere non produce risultato. Ed é ancora peggio l`imporre di partecipare a situazioni e sistemi che generano costi ed impegni che semplicemente i greci (come noi del resto) non possono permettersi.
    È come voler obbligare un normale salariato alll`acquisto ed al mantenimento di un`auto di lusso. Cosa bellissima e prestigiosa in assoluto, ma che al caso corrente diventa invece per il malcapitato un capestro insostenibile. Ed é parimenti demenziale far carte false per mantenere o estendere crediti per consenture al debitore già incapiente di possedere quello che non può, né gli conviene avere.

    Ma riusciranno anche i più dubbiosi e prudenti eurocapi a farsi carico di questa semplice verità ? Temo di no. Difatti sembra che si affermi il solito pasticciatissimo « piano di aiuti » con paritetico carro di legnate sui soliti. Ed ammesso che l`ingarbugliata transazione vada in porto, dopo poco tempo ci si ritroverà peggio di prima. E questo tutti lo sanno, ma fidando in miracolose quanto fallaci trasformazioni si riesce a mantenere ancora in vita il carrozzone ed a goderne le prebende. Per questo non é escluso che fra poco ci sarà gran festa (a nostre spese) negli europalazzi. Esattamente come di festeggiò dopo lo sciaguratissimo patto di Monaco, in cui persino un dittatore di cartapesta come Mussolini arrivò a far (per finta) la parte del Grande.

  12. ahfesa scrive:

    Caro avvocato,

    Sono d`accordo con lei salvo alcuni rilievi.

    Primo. Vero che la moneta é un simbolo convenzionale creato allo scopo di fungere da unità di misura del valore dei beni ed intermediario degli scambi. Vero che una volta superato il concetto di quasi equivalenza tra il valore del bene scambiato e quello intrinseco della moneta necessaria allo scambio (proprio dei sistemi monetari a base metallica o reale) non esistono vincoli pratici e/o di costo all`emissione fisica di qualsivoglia quantità di moneta. Ma quello che salvo errore lei sembra tacere é che un vincolo preciso all`offerta di moneta esiste ed eccome, ovvero la quantità di beni reali circolanti nel sistema. Difatti l`equilibrio tra offerta e domanda di moneta si ottiene quando la quantità di moneta in circolazione nel sistema (tutta, quella scritturale, fisica e surrettizia) é tale da assicurare la circolazione dei beni senza tensioni sui prezzi. Poi vi é chi considera la moneta un puro veicolo convenzionale senza influenza sul mercato dei beni reali, data la condizione di equilibrio, e chi invece (lord Keynes p.e.) afferma che essa quantità é influente nel senso che un incremento esogeno della stessa potrebbe portare anche ad un incremento della produzione di beni e servizi nel sistema. Ma lo stesso lord Keynes ci dice anche che questa verità non é assoluta, nel senso che P R I M A dell`addizione monetaria esogena devono essere presenti nel sistema le materie prime, la tecnologia, le risorse umane e l`apparato strumentale necessario a realizzare fisicamente l`aggiuntiva produzione di beni e servizi. Infine l`offerta di moneta é quantità naturalmente ed autonomamente varibile e misurabile come una derivata per rapporto incrementale. Quindi abbisogna di una gestione continua e mutevole, assolutamente non inquadrabile in regole e parametri aritmetici fissi.

    Secondo. La gestione dell`offerta di moneta dovrebbe essere praticata con criteri economici per assicurare – almeno in teoria – la massima occupazione, la migliore (non necessariamente la massima in senso quantitativo) produzione nel rispetto dei vincoli ambientali ed umani, senza tensioni sui prezzi e con la migliore possibile allocazione delle risorse. Ma questa impostazione non é la sola possibile. Difatti si potrebbe benissimo usare la gestione dell`offerta di moneta per fini politici, imperialistici e di controllo geopolitico, ovviamente facendosi carico della conseguenti distonie economiche.

    Terzo. Il concetto di « debito » é relativo. Ovvero escludendo la morale vittoriana, il far debiti non é di per sè cosa negativa. Ma non solo é indispensabile usar bene i soldi avuti in prestito, come dice anche la parabola dei talenti, ma é pure indispensabile essere sempre in grado di controllare il servizio del debito stesso.
    Ed a livello pubblico é evidente che cotale risultato non si ottiene solo con un`oculata politica economica e finanziaria, che appunto non vuol dire far solo austerità, ma anche mediante la sovranità monetaria che permette di garantire S E M P R E la solvibilità nominale del debito emesso. E cotale accorgimento non é affatto funzione della possibilità di emetter debito all`infinito, ma soltanto un accogimento che evita appunto l`assoluta ed imprevedibie sovranità apolide dei mercati e l`uso politico imperialistico della stessa.

    Quello che fino ad oggi é accaduto é semplice da enunciare. Ovvero si sono creati, senza il consenso democratico, un insieme di regolatori sovranazionali apolidi, di diritto privato, irresponsabili e privi di obbligo di rendiconto non avendo un`autorità superiore, i quali hanno con evidenti forzature economiche scollegato l`offerta di moneta dal settore dei beni reali, facendola diventare a circuito chiuso. Ovvero rendendola scarsa ed elargibile con criteri di favore per gli operatori della produzione ed illimitata per il settore finanziario, a patto che ogni aggiunta a piacere sia sempre sterilizzata dal settore produttivo reale.
    Togliendo la sovranità monetaria e vincolando i bilanci e la fiscalità pubblica con vari capestri si é praticamente tolto ogni margine operativo di politica economica e finanziaria ai governi sudditi, dovendo gli stessi finanziare qualsiasi intervento aggiuntivo di finanza con una corrispondente riduzione ad altri operatori avendo un vincolo di pareggio imposto. Ne consegue anche che in questa situazione chi dispone del monopolio dell`offerta di moneta così congegnata é in grado di influenzare a piacere e formare ogni tipo di prezzo sul mercato dei beni reali. E naturalmente grandemente profittarne a spese di chi i beni reali non li scambia telematicamente per speculazione, ma li usa e li produce veramente.
    Naturalmente cotale « nuovo ordine » camuffato sotto varie ideologie e istituzioni di facciata é gestito a fini imperialistici per assicurare prosperità e potere ad alcuni e miseria a tutti gli altri.
    Non a caso chi conserva (o tenta con sempre più difficoltà di farlo) la propria sovranità monetaria, fiscale, di bilancio, riesce a prosperare e sopravvivere, mentre chi é incatenato al meccanismo, se non é parte dei padroni, affonda sempre più nella miseria, qualunque governo abbia.

    Quindi temo che prima di preoccuparci del corretto uso o meno delle risorse e della loro scarsità, sia prima indispensabile cercare di usare ogni accorgimento possibile per recuperare la sovranità monetaria, fiscale e di bilancio perduta, altrimenti ogni « prestito » « salvataggio » « intervento umanitario » non sarà che un ulteriore capestro.
    I poveri greci, propabilmente eroi per forza perchè pressati dal bisogno, stanno cercando di fare ciò che é evidente a ciascuno per tentare di cavarsi a qualunque prezzo fuori dall`eurocuccagna.
    Ma la cosa é molto diffcile, tanto che alla vittoria democratica, si é accompagnata la destituzione dell`artefice principale, evidentemente imposta dal dr. Draghi e dai tedeschi, solo per sedersi al tavolo negoziale.
    L`ho già detto l`Euro (ed il coacervo di capestri collegati) é come il peccato in senso cristiano : o ce se ne libera totalmente pagando il prezzo della confessione, del pentimento e della penitenza o ce se lo tiene sul groppone tutto intero per sempre. La via di mezzo non esiste.

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