BANCHE: MONETA ILLEGALE, CONTRATTI NULLI

BANCHE: MONETA ILLEGALE, CONTRATTI NULLI

Banca d’Italia, con l’Avviso al pubblico del 06.06.17, https://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/avvisi-pub/, dichiara: “La Banca d’Italia precisa anzitutto che sulla base della normativa internazionale e nazionale, l’unica forma di moneta legale – ossia dotata del potere di estinguere le obbligazioni in denaro – è la moneta emessa dalla Banca Centrale Europea (BCE)”. Banca d’Italia ammette che però le banche di credito italiane creano mediamente 1.000 miliardi all’anno di euro scritturali (si veda il Supplemento al Bollettino statistico pubblicato dalla Banca d’Italia, “Moneta e banche https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/moneta-banche/2017-moneta/suppl_01_17.pdf in particolare Tavola 1.2.a.”

 Da quanto sopra dichiarato dalla BdI discende che le banche di credito usurpano una funzione riservata alla BCE. E la BCE lo sa. 

Le conseguenze giuridiche di quanto sopra sono molteplici, e tutte portano a una conseguenza pratica: la banca non può pretendere il rimborso dei suoi “prestiti” né il pagamento degli interessi, perché i contratti sono nulli.

Innanzitutto, usurpando una funzione pubblica riservata dalla legge e dai trattati alla BCE, le banche commettono sistematicamente il reato previsto e punito dall’art. 347 del Codice Penale (Chiunque usurpa una funzione pubblica … … è punito con la reclusione fino a due anni.) e/o il reato previsto e punito dall’art. 453 (È punito con la reclusione da tre a dodici anni e con la multa da lire un milione a sei milioni 1) chiunque contraffà monete nazionali o straniere, aventi corso legale nello Stato o fuori).

La moneta così creata è corpo di reato e va sequestrata, e ogni contratto con la banca, utilizzante questa moneta, è nullo per illiceità dell’oggetto, e la banca non può pretendere in restituzione un quid ejusdem generis di ciò che ha dato, perché si tratta di un genus illecito.

In secondo luogo, se ciò che la banca ha creato e prestato come “euro” non è moneta legale, essa, non avendo mai erogato moneta legale euro, non ha mai eseguito il prestito.

In terzo luogo, la banca ha dato un aliud pro alio. Che si tratti di un quid alii, diverso per essenza, è evidente: la moneta legale è solo quella creata dalla BCE; solo essa non nasce come monetizzazione di un rapporto obbligatorio; solo essa ha la capacità di estinguere i rapporti di credito-debito senza crearne degli altri; solo essa è ontologicamente indipendente dalle sorti (dall’eventuale insolvenza) delle banche; la moneta contabile bancaria è per contro sempre consistente, giuridicamente, in una promessa di pagamento (tale è il saldo attivo di conto corrente o di libretto di risparmio o l’importo dell’assegno circolare) avente ad oggetto una qualsiasi valuta legale a scelta delle parti (Euro, Dollari, Yen, Sterline…); essa quoad existentiam dipende dalla solvibilità della banca depositaria-debitrice., e non è fiat (cioè non è dotata di accettazione imposta d’imperio dallo Stato: il bonifico di una banca insolvente non vale nulla).

In quarto luogo, la banca ha creato contabilmente mezzi monetari non-euro dichiarandoli e contabilizzandoli come euro, come moneta legale, pur sapendo di non avere la facoltà di crearla e di agire contro le leggi e i trattati.

In quinto luogo, ha spacciato per euro ciò che euro non è, al fine di ottenere l’impegno del cliente a rimborsare euro non ricevuti: quindi ha adibito dolo, frode, per ottenere un profitto ingiusto, smerciando un quid intrinsecamente illecito.

Quelli sopra esposti sono argomenti da usare per difendersi dalle banche eccependo la nullità nelle vertenze individuali. Ma sul piano generale, essi fanno emergere la radicale ipocrisia-contraddizione giudica, logica, sociale e morale su cui poggia lo Stato e la sua parvenza di legalità. Non si tratta, evidentemente, di una questione secondaria, né di una questione di mero principio morale, ma della stessa struttura dell’economia, della distribuzione dei redditi e del carico fiscale, del potere politico in un sistema-paese che dipende dalle banche per il finanziamento sia privato che pubblico.

Una recente ordinanza del Tribunale di Savona, nella causa n. 1580/2017, dichiara che sarebbe valido il mutuo erogato da una banca con denaro da essa creato contabilmente come “euro” anche se la banca non ha la facoltà di creare euro, ed è valido perché il mutuatario lo ha comunque utilizzato. Questa ordinanza ha espresso un principio implicante, da un lato, che il denaro bancario è valido anche se falso, purché sia accettato; e, dall’altro lato, che la banca è il disopra della legge (la quale riserva la creazione di denaro alla BCE). Il tribunale ha scritto, infatti: l’eventuale violazione delle disposizioni relative alla creazione di moneta ed alla raccolta del risparmio, in nessun caso potrebbe riverberarsi sulla validità ed efficacia del contratto di finanziamento”: ossia, le banche hanno il diritto di usare, per arricchirsi, anche il denaro da esse creato abusivamente e in violazione delle leggi. Le banche quindi sono al di sopra della legge che vale per il resto della società – quindi la legge non è eguale per tutti.

Per il Tribunale, ai fini del diritto della banca a incassare, è irrilevante se il denaro prestato sia o non sia legittimo e di origine legittima, cioè è irrilevante il problema della sua legalità. Ossia, è irrilevante il dato di diritto; mentre è rilevante il dato di fatto, ossia il fatto che quel denaro sia stato usato, accettato, dai terzi, dal mercato.  Il fatto dell’accettazione del denaro bancario legittima la pretesa bancaria superando la illegittimità della creazione monetaria da parte della banca. Nella fattispecie, la banca aveva dato a mutuo al cliente una somma di denaro da essa scritturalmente creato, e il cliente la aveva usata per pagare un appartamento mediante bonifico sul conto corrente del venditore presso un’altra banca, la quale aveva accettato questo denaro accreditandolo al venditore sul conto corrente di questi. L’accettazione del denaro contabile creato da una banca sta semplicemente nel fatto che le altre banche, nel mutuo interesse, ricevendo quel denaro, lo accreditano. Cioè i banchieri si accettano, si validano, si legittimano l’un l’altro il denaro che ciascuno di loro illecitamente crea sotto la falsa denominazione di moneta legale. E il potere giudiziario recepisce questo dato di fatto illegittimo e lo tutela. Cioè i banchieri si fanno la legge da sé e i giudici la applicano. Per contro – aggiunge l’ordinanza – la moneta scritturale creata dai cittadini non è valida, perché non ha accettazione. Questo il senso dell’ordinanza.

L’ ordinanza in esame è pertanto un’ulteriore prova del fatto che il principio della rule of law (o di legalità) non vale nel mondo reale; che vi è un ordinamento giuridico reale e materiale, non scritto, dato dai rapporti di forza effettiva, al di sopra della Costituzione ufficiale e delle leggi scritte; e che il potere giudiziario tutela questo ordinamento reale e materiale, nongià il diritto ufficiale. Right is might.

Ora resta da vedere ciò che farà la Corte di Cassazione, la quale è però l’organo apicale della giurisdizione, quindi, se confermerà la decisione dei giudici di Savona, se legittimerà l’uso della moneta illegalmente creata dalle banche, tale decisione e la sua palese contrarietà alla legge e alla Costituzione ufficiali sanciranno formalmente che lo Stato-apparato reale è, rispetto ad esse, radicalmente illegittimo.

27.06.17 Marco Della Luna

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3 risposte a BANCHE: MONETA ILLEGALE, CONTRATTI NULLI

  1. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e stimati lettori.

    Mi scuso per l`OT precedente ed entro subito nel merito. Come sempre propongo considerazioni di ordine tecnico, astenendomi dalla disamina giuridica, salvo il notare con piacere che se Bankitalia si perita di emetter comunicati e diffide, vuol dire che le argomentazioni dell`avvocato (e di altri colleghi che lo seguono) hanno davvero un fondamento che potrebbe metter in difficoltà le istituzioni.

    Consentitemi una premessa sintetica. A mio avviso la teoria economica generale postula che in qualsiasi sistema economico esistano una circolazione di beni ed una circolazione di denaro. La circolazione dei beni é funzionale alla produzione ed al consumo per il soddisfacimento dei bisogni umani, quella del denaro é al minimo funzionale alla necessità di un intermediario degli scambi per evitare il baratto. Ne consegue per tabulas che la ricchezza del sistema in primis dipenda dalla quantità e dal tipo di beni in circolazione, come l`utilità del denaro sia per natura subordinata ai beni stessi. Difatti qualsiasi bene economico ha un proprio valore ed é suscettibile di utilizzo (o trasformazione per creare altri beni), mentre il denaro da solo (spece se cartaceo ed a corso forzoso) non ha valore intrinseco e non serve a nulla se non vi sono beni disponibili. Come nella risorgente Unione Sovietica dove si potevano avere tutti i rubli colorati del mondo, ma si faceva la fame perchè non c`erano cose da comprare. O come lo stesso oro che ha un utilizzo industriale limitatissimo e che varrebbe assai poco se non ci fossero beni acquistabili. Cosa ancora più evidente se il denaro é fatto da carta o da records virtuali che nemmeno hanno forma fisica visibile.

    Ciò stabilito é ovvio che esistano relazioni strettissime tra offerta di beni ed offerta di denaro, come pure che la circolazione degli uni influenzi quella dell`altro. Dunque per base teorica in un sistema economico devono esistere dei beni che circolano, sono prodotti ed entrano ed econo dal sistema, come vi é un`offerta di moneta che deve necessariamente essere opportuna per evitare da un lato tensioni sui prezzi se c`é troppo denaro a fronte di beni insufficienti, o al contrario che punisca i contributori dei fattori produttivi, salvo quelli del capitale monetario, in caso vi sia poco denaro a fronte di tanti beni.

    Quindi serve un regolatore che qualunque sia la sua forma giuridica deve garantire il corretto equilibrio tra le due circolazioni, MA con l`avvertenza che la circolazione reale faccia premio su quella monetaria, per la semplice ragione che spece a corso forzoso la creazione/drenaggio del denaro é infinitamente più facile ed immediata rispetto alla modifica della domanda/offerta di beni reali.
    Difatti per produrre beni occorre impiegare un`attività fisica che richiede tempo e disponibilità dei giusti fattori produttivi e persino la produzione di servizi informatici per natura immateriali, richiede ingente attività reale che si concretizza nella programmazione/sviluppo, nonchè nella costruzione e mantenimento in continua attività di macchine estremamente complesse che per altro richiedono enormi quantità di energia.
    Invece il denaro si crea con una semplice scrittura contabile e con l`informatica non solo la procedura é resa semplicissima ed istantanea, ma anche duplicabile all`infinito in tempi infinitesimali. Ovvero in millisecondi é possibile creare/distruggere quantità astronomiche di denaro o di strumenti assimilati.

    Non solo mentre una volta il conio (o stampa) della moneta era controllabile con relativa facilità ed erano immediatamente individuati i soggetti legalmente abilitati, oggi il controllo diviene estrememente diffcilile, causa l`immaterialità del denaro e l`enorme molteplicità degli strumenti ad esso assimilato e dei soggetti abilitati a trattarli e ad emetterli. E non solo, poichè fermo quanto sopra,
    il denaro aumenta in modo automatico in un sistema a causa del moltiplicatore dell`offerta di moneta dovuto al credito ordinario ed alla semplice circolazione monetaria.

    Quindi oggi a mio avviso abbiamo una situazione artificialmente manipolata con pochi regolatori di fatto sovranazionali ed autocratici, che non solo per natura e vizio non controllano l`offerta di moneta reale, ma neppure volendo riuscirebbero a farlo, dati appunto gli strumenti esistenti e l`enorme variabilissima platea di operatori di fatto abilitati. Il tutto a fronte di una costruzione giuridica in gran parte basata sulla vecchia situazione pre globalizzazione/digitalizzazione. Inoltre l` »autenticità » del denaro non dipende più da un`esame contabileo fisico dello stesso, ma da un abnorme procedimento statistico-matematico-aleatorio detto « rating ». Ovvero sono soggetti emanazioni degli emittenti/intermediari che devono dire se ed in quale misura uno strumento é esigibile, in che misura e con quale affidabilità. Ovvero come se il banco al casinò potesse cambiare a piacere il numero uscito alla roulette quando la pallina si é fermata.

    Da qui abbiamo un diritto positivo vigente e sulla carta validissimo, che però non é applicato di fatto, anzi é contraddetto anche da strane pronunzie giurisdizionali, a fronte di regolatori che non vogliono o non possono far rispettare le regole che loro stessi emettono.

    Ed ha evidentemente ragione l`avvocato quando dice che i contratti di mutuo basati su creazione non consentita di moneta scritturale sono nulli per la semplice ragione che la provvista fornita al contraente non bancario non é altro che moneta falsa. Come il banchiere di altri tempi che fà credito ad un cliente consegnando denaro che lui stesso ha stampato clandestinamente disponendo per frode delle matrici e della carta autentica.
    Resta però secondo me una prova che deve fornire l`attore per invocare la nullità del contratto : ovvero deve dimostrare sulla base delle scritture contabili della banca, del bilancio corrente e degli accantonamenti effettuati che la banca stessa abbia davvero creato moneta dal nulla. Difatti in teoria la provvista potrebbe provenire dal denaro depositato da altri clienti risparmiatori.

    Ma tutto questo bel discorso non vale niente. Difatti – scusate la ripetizione – l`attuale sistema di gestione dell`offeta di moneta e della finanza non é dovuto a scelte errate dei regolatori, bensì esattamente al contrario é solo parte di una strategia globale voluta.

    Programma geopolitco che prevede la cancellazione graduale, ma progressiva ed inarrastabile dei fondamentali diritti individuali, sia civili, che economici e politici. Il tutto per giungere ad una nuova Unione Sovietica dove un pensiero unico regola inderogabilmente la vita dei sudditi a vantaggio di una ristrettissima élite di cooptati per fedeltà e/o eredità a cui spetta tutta la ricchezza e tutto il potere. Ed é evidente che il primo passo per rendere possibile questa meraviglia é privare l`individuo prima del proprio patrimonio e reddito indipendente, mediante l`oppressione fiscale ed i monopoli distributivi, e poi sorvegliare ed al caso denegare ogni suo atto dispositivo in tempo reale mediante il regolatore che insindacabilmente gestisce l`accesso al denaro ed al suo utilizzo. Si capisce che raggiunto questo obbiettivo su scala geopolitica, impedendo l`esistenza di zone franche (per i senza potere) dove l`oppressione non possa esercitarsi, privare poi il suddito degli elementari e minimi diritti civili e politici diventa facile conseguenza. Il tutto poi supportato da un totale meccanismo di controllo e formazione del consenso, dell`informazione e dell`istruzione che naturalmente privilegia « libertà » o dannose o prive di reale importanza ed ovviamente giustifica e/o camuffa la privazione e la negazione degli interessi e dei diritti veramente fonadamentali.

    Per « boucler le discours » voi vedete si torna tragicamente al povero bimbo : difatti noi siamo liberi, anzi incoraggiati ad intrattenere legalmente rapporti famigliari abnormi, come praticare gusti sessuali contro natura, come dedicarci a pratiche ludiche demenziali, ma non abbiamo più segreto epistolare, la privacy sul nostro patrimonio, la privacy sui nostri movimenti ed adesso per mille speciose e complicate ragioni, ovviamente proclamate senza contraddittorio da supremi giuristi e dotti esegenti, pare che i genitori siano rimpiazzati dai giudici e dai medici nella cura dei loro figli e nel loro diritto alla vita. In altri termini il medico non é piu il professionista che ci cura (sempre che lui voglia farlo e noi farci curare) ma diventa con l`assistenza di un magistrato (che é assolutamente fallibile e corrompibile) quello che decide se noi dobbiamo vivere o morire. E non solo, anche come dove e quando. Sembra di esser tornati ai tempi dai faraoni.

    Voi capite che davanti a queste situazioni diventa spiegabilissimo il fatto che il cittadino senza potere sia oppresso da meccanismi finanziari sempre più abnormi, assurdi e funzionali soltanto ad una maggiore restrizione e punizione.

  2. ahfesa scrive:

    A complemeto di quanto detto sotto ho letto la sintesi del dispositivo della sentenza che consente (non ordina) ai medici di praticare l`eutanasia al piccolo Charlie.

    In sintesi il giudice monocratico stabilisce che la sospensione delle cure é stabilita nell`interesse dello stesso paziente, anche riferendosi ad un altro unico precedente, però di natura abbastanza differente. Si stabilisce inoltre che in queste circostanze l`ultima parola non bebba spettare né al paziente stesso, se inabile a manifestare il proprio volere, né ai suoi legali rappresentanti, bensì alla giustizia, ovvero allo stato.

    Ora io non conosco la legge inglese vigente in materia, ma trovo l`ultima statuizione molto vicina a quei sani concetti che facevano la gioia dei “magistrati” della compianta Unione Sovietica. Ovvero nelle decisoni vitali per l`individuo era lo stato a decidere “per il suo bene”. Ed anche qui nella civilissima Inghilterra non vorrei che per interpretazione estensiva si passasse poi dall`intervento dirimente dello stato in materia di cure per malattie inguaribili, anche a temi come l`istruzione, il lavoro e magari anche il domicilio il seso e la religione. Cose che sembrano nuove, ma che invece sono fantasmi terrbili di oscuri e purtroppo dimenticate epoche passate.

    Ma io non sono giurista e da profano vorrei chiedere un parere esegetico all`avvocato:

    1) Non le pare strano che l`estrema difesa che la giustizia accorda ad un innocente affetto da un male gravissimo non per sua colpa sia unicamentw quella della sua soppressione comandata?
    2) Non le pare estremamente discutibile che i genitori vengano di fatto puniti con la sottrazione della loro potestà genitoriale solo perchè non si arrendono e cercano di garantire alla loro creatura tutte le cure possibili, solo cedendo alla naturale scomparsa? E non le pare discutibile che – salvo il caso di palese indegnità – debba essere prima il giudice e poi il medico a decidere senza appello su chi debba vivere e chi debba morire?

    Nota. Invece devo correggermi sulla decisone del tribunale “dei diritti umani” di Strasburgo. Difatti i supremi e pagatissimi magistrati di ultima istanza se ne sono guardati bene dal pronunciarsi, ma hanno fatto come Ponzio Pilato, ovvero se ne sono lavate le mani dicendo che non era materia di loro competenza decidere nel merito e si sono rimessi alla giustizia nazionale. Dispositivo questo che la dice lunga sull`affidabilità dei supremo tribunale.

  3. ahfesa scrive:

    Sulle vicende di Bankitalia e sulla differenza tra diritto “teorico” e diritto “reale” nel senso della pratica applicazione tornerò tra breve.

    Intanto sullo stesso tema , ma relativamente alla più fondamentale questione dei diritti fondamentali dell`uomo (nel senso di essere umano) e del cittadino permettetemi una riflessione.

    Ora accade che un bimbo di nome Charlie, affetto da una malattia che i medici ritengono incurabile, contro il parere dei genitori, fino a prova contraria e salvo manifesta ed accertata indegnità, i soli suoi rappresentanti legali, debba per ordine medico (confermato dal tribunale “dei diritti umani” di Strasburgo) essere soppresso, benchè non malato terminale, né afflitto da sofferenze insopportabili. Anzi con pure la possibilità di una cura sperimentale, benchè incerta e complicata.

    Ora l`applicazione del dispositivo di queste concordi sentenze, equivalenti all`esecuzione di una condanna a morte, mi riempiono non solo di sdegno, ma anche di terrore.

    Difatti non dobbiamo dimenticare che in un recente passato nel felice paese che oggi di fatto ci governa, proprio con la scusa di evitare sofferenze a invalidi inguaribili, malati di mente, e malati terminali si é autorizzato l`uso comune e generalizzato dell`eutanasia.

    Solo che poi il concetto si é esteso per proprietà transitiva ed interpretazione estensiva delle comode disposizioni ad una platea sempre più ampia di soggetti ritenuti prima improduttivi, poi indesiderati ed infine la cui esistenza fisica era semplicemente di intralcio ai programmi politici di personaggi, i quali benchè criminali e psicopatici dichiarati, erano invece considerati “grandi statisti”.

    Quella strada che ha trasformato soggetti di debole cultura e modeste capacità in spaventosi assassini, i quali più o meno perfetta buonafede, pure menavano vanto della propria meritoria attività.

    Quella strada che ha portato a Treblinka, ad Auschwitz e naturalmente ai felici gulag di cui serbiamo più fresca memoria perchè sono durati (attivi ed ignorati) molto più a lungo.

    Che il padreterno ci protegga e non trasformi per nostra orribile colpa (nessuno può adesso dire che non sapeva) il povero Charlie nella prima vittima di un funesto ed oscuro cammino.

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