L’OBSOLESCENZA DEGLI UOMINI-MERCE

L’OBSOLESCENZA DEGLI UOMINI-MERCE

Questo articolo è in continuazione col tema del precedente, Progresso zootecnico e falsi vaccini, ossia col dato di fatto che per le oligarchie dominanti la popolazione generale è un mezzo (come il bestiame per l’allevatore) e non un fine (come i figli per i genitori), e che tener presente questo fatto è indispensabile per capire l’ordinamento, il funzionamento e il divenire della società.

Conseguentemente, per capire le decisioni politiche ed economiche, è necessario porsi nel punto vista non della popolazione generale, bensì dell’oligarchia dominante, e tener presente che questa decide, governa e legifera nell’interesse proprio, quindi innanzitutto agisce al fine di consolidare il proprio potere e di estrarre più ricchezza possibile dal corpo sociale che essa gestisce.

Negli ultimi decenni si è accreditata e affermata l’idea che i fattori economico-finanziari siano la vera e ultima causa degli eventi, e che la scienza economico-finanziaria sia quella più di tutte in grado di spiegarli, di dettare le riforme e di individuare errori e rimedi.

Questo convincimento deriva dal fatto che si è capito che, soprattutto nel mondo contemporaneo e globalizzato, la moneta (e non le ideologie e le religioni), è effettivamente il motivatore universale, ossia il fattore che -nella sua forma positiva di profitto, di pagamento, e in quella negativa di indebitamento e downrating- induce la quasi totalità dei comportamenti e delle scelte sia dei singoli che delle organizzazioni (società commerciali, enti pubblici, governi…). Quindi il potere di creare moneta e indebitare sembra poter comandare il corso della storia, e l’analisi, la comprensione e la previsione dei processi finanziari sembrano in grado di spiegare praticamente la totalità del divenire; e sembra pure che nessun valore o risorsa possa prevalere in efficacia o aggirare o sfuggire al controllo della finanza e dei suoi mercati e sostituirsi ad essi nella direzione anche della politica, sicché a guidare le scelte pratiche del potere saranno sempre, ultimamente, obiettivi economici.

Ma qui sta un errore di fondo, perché si perdono di vista tre cose essenziali, ossia:

a) La stessa struttura generale delle società -cioè la forma oligarchica, con tutte le sue conseguenze- è superiore alla dimensione economica, non deriva da essa (ma dal fatto che ogni nota organizzazione politica stabile si sostanzia in una distribuzione piramidale e specializzata del potere);

b) La moneta (la ricchezza) è non il fine dei detentori del potere, bensì un mezzo che essi usano: il loro fine ultimo è il dominio di quanto più possibile della realtà, della società, delle sue risorse, del mondo, e il controllo del loro divenire (affinché non sfugga loro di mano, non metta in pericolo la loro posizione dominante). Essendo l’economia-finanza un mezzo per un fine (il potere sui cittadini e sui governi), è ovvio che, quando un mezzo alternativo e più efficiente per assicurare quel fine diviene disponibile, essa viene sostituita con quest‘ultimo, come i cavalli come mezzo di trasporto sono stati sostituiti dai veicoli a motore. E precisamente questo è ciò che sta avvenendo, da quando per il fine della gestione della popolazione sono divenuti disponibili strumenti biofisici e informatici più efficienti di quelli finanziari: strumenti di controllo dei singoli, delle masse, dell’informazione, della stessa atmosfera e del clima, che fino a pochi decenni fa erano immaginabili soltanto nella fantascienza.

c) Per giunta, l’utilità della stessa popolazione, della società da controllare e gestire, è venuta ampiamente meno, poiché, come si spiegherà sotto, i popoli, dopo essere divenuti superflui come masse di combattenti e di cives, ora sono divenuti superflui anche come massa di lavoratori-consumatori – non hanno più un uso, sono obsoleti – quindi è diminuito lo stesso bisogno di controllarli e di ottenere il loro consenso, la loro collaborazione.

Per queste ragioni, si illudono anche coloro che credono di poter comprendere e risolvere i mali attuali (recessione, disoccupazione, svuotamento della politica, concentrazione della ricchezza e del potere con diffusione della povertà e dell’impotenza, esaurimento delle risorse planetarie) elaborando e proponendo rimedi e riforme sul piano economico, politico, giuridico. Sbagliano perché non tengono conto di quanto sopra. I loro sforzi sono fallaci e impotenti.

Nella ormai esaurita fase storica dell’economia incentrata sulla produzione e sul consumo di beni e sul profitto come principalmente derivante da tale ciclo, all’uomo e al popolo è stata fatta in modo molto graduale assumere pienamente la forma-merce, ossia diventare pienamente produttore e consumatore (e non più civis, polites), togliendogli ogni reale forza, funzione, indipendenza, dignità sociopolitica e culturale rispetto al capitale; e lo Stato, la polis o respublica, sul finire di questa fase, è stato sostituito dal mercato. Ciò affinché né il singolo, nella forma-civis, né lo Stato, nella forma-respublica, interferissero, disturbandole, con le riforme utili per il capitalismo alla massimizzazione del profitto attraverso la continua espansione e razionalizzazione quel ciclo di produzione-consumo, in ambito nazionale e internazionale. Questa fase storica dell’economia è stata gradita e accettata dalle miopi masse opportunamente stimolate perché, con la sua espansione dei consumi, nel breve, termine comportava un ampliamento del loro benessere materiale, delle loro gratificazioni.

Dopo aver perfezionato la riduzione del civis a forma-merce e della respublica a forma-mercato, la fase storica dell’economia finanziarizzata oramai vede il grosso dei profitti venire da processi finanziari in cui la componente ‘produzione’ richiede pochissimi addetti e la componente ‘consumo’ è modesta e immateriale (non vi è bisogno di produrre e vendere beni reali, se ci si può arricchire producendo e collocando simboli di valori, e facendo correre dietro di essi sia i privati che le imprese che i governi). Perciò le grandi masse di lavoratori e consumatori non servono più alla produzione di ricchezza e potenza, come non serve più la crescita dell’economia reale e del benessere della popolazione generale, quindi il suo consenso; e su questo punto, sulla gestione delle quantità di esseri umani che non servono ormai più nemmeno come forma-merce, anche perché soppiantati dall’automazione e dell’intelligenza artificiale, questa fase è già da tempo entrata in un processo di trasformazione globale dell’ordine delle cose.

Il famigerato NWO parte dal dato di fatto che la finanziarizzazione dell’economia (assieme alle tecnologie) ha reso superflue le masse e intercambiabili i popoli. E che quindi bisogna trovare una ‘sistemazione’ per loro in un quadro di rapido esaurimento delle risorse planetarie.

10.02.19 Marco Della Luna

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1 risposta a L’OBSOLESCENZA DEGLI UOMINI-MERCE

  1. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e stimati lettori,

    Concordo con molto di quanto é stato scritto, ma non su tutto.
    Ora é vero che l`umanità é sempre stata governata da oligarchie, come pure ogni cambiamento di sistema politico/economico/sociale si é verificato in quanto un`altra oligarchia portatrice di interessi divergenti da quella pro tempore vigente ha potuto usare la forza cieca e/o l`acquiescenza delle masse per soppiantarla. Ma io considero anche altri storicamente frequenti accadimenti : a) quando le masse stufe della vigente oligarchia cercano di ribellarsi, senza avere alle spalle il potere e la direzione di un`altra oligarchia alternativa, sovente dopo un intermezzo di caos si degenera nella tirannia. Essa tirannia, normalmente dopo un periodo di governo del terrore, é poi rovesciata da una nuova oligarchia, sempre mercè l`utilizzo delle masse b) la natura umana é portata all`eccesso, ovvero ad abusare di certi principi, astrattamente magari utili, fino ad essere soggiogata dagli stessi. Come quello che amando gustare il vino, in sé bevanda salutare, ne abusa e diviene etilista, dovendo poi perire o con sofferenza disitossicarsi c) i mezzi mediante i quali le oligarchie raggiungono, perpetuano e poi perdono il loro potere sono mutevoli e si evolvono nel tempo. Non di rado la fine di una oligarchia é proprio causata dalla sua incapacità di evolvere gli strumenti di potere che la sostengono.

    A mio avviso quanto oggi sta accadendo non é frutto di un determinato e coordinato concerto di certi poteri e centri di interessi, i quali mediante attività scientemente organizzate nel tempo stanno conquistando il mondo, bensì é il prodotto di certi accadimenti, non necessariamente tra di loro connessi, che hanno originato determinate conseguenze e che sono stati provocati e gestiti da differenti centri di potere ed interessi ed a volte anche dal caso.
    Così all`inizio degli anni 70 lo shock petrolifero ha fatto comprendere drammaticamente alle lobbies di allora di non essere onnipotenti poichè controllavano in toto traffici, finanza e produzione. Quindi é iniziata una pressione sui governi pro tempore al fine di svillupare il progresso scientifico per creare altre forme di controllo. Difatti negli anni 80 e 90 abbiamo avuto scoperte ed invenzioni che hanno radicalmente cambiato il nostro modo di vivere. Però tali prodigi sono stati accompagnati da un forte decadimento morale dal crollo dei valori tradizionali (patria, famiglia, nazionalità, onestà valore del lavoro ecc.) e da una decisa separazione dei livelli di istruzione e formazione : ovvero sempre migliori e più costosi per chi poteva permetterseli e sempre più degradati in funzione del decrescere del livello sociale.
    Il progresso ottenuto ha poi originato delle esigenze imprescindibili. a) la rivoluzione delle qualifiche richieste, nel senso che quelle di basso livello sono rimaste inalterate o aumentate non convenendo la sostituzione con macchine, quelle medie (impiegato, operaio specializzato, artigiano, piccolo commerciante ed agricoltore ecc..) sono scomparse a livello di massa, al massimo confinate in settori di nicchia ed esclusivi, quali il « lusso », quelle alte si sono estese, ma data la esclusività dell`istruzione superiore valida e la cooptazione di lobby sono andate a vantaggio delle classi già abbienti
    b) banalizzazione dei livelli di produzione di beni e servizi, causa l`automazione
    c) sviluppo del commercio di beni « virtuali » ovvero che hanno gran valore pur non avendo struttura fisica
    d) possibilità di sviluppo all`infinito della finanza, poichè l`automazione e l`intelligenza artificiale permette di creare infinite transazioni e strumenti di profitto, come pure smaterializza l`attività riducendo costi e vincoli fisici, legali e fiscali.
    Tali situazioni hanno provocato degli interventi delle oligarchie sui governi che a loro volta hanno causato : a) sviluppo dell`immigrazione di lavoratori di basso livello dai paesi del terzo mondo per coprire le necessità della produzione e mettere fuori mercato i lavoratori indigeni a qualifiche non più necessarie non disposti a sostanziali rinunce sui loro diritti economici, sindacali e politici b) esigenza di globalizzazione dei mercati e degli strumenti di pagamento e legislativi per permettere la migliore allocazione delle risorse e conseguente deregulation, ma soltanto a favore delle grandi imprese, per altro le sole in grado di gestire validamente e con profitto attività globali c) assunzione della finanza a livello di leader totale a causa del forte sviluppo e dei conseguenti profitti, con necessità di creazione di istituzioni sovranazionali controllate ed autoreferenziate d) pesante fiscalità per mantenere un decrescente livello di welfare alle masse e finanziare i costi del loro controllo al fine di evitare sommovimenti sociali, ma facendo in modo che esso welfare e costi siano solo a loro dirette spese senza intaccare i profitti delle oligarchie e) messa in diretta concorrenza di aree disomogenee per livelli di welfare e relativi costi, per costi di maonodopera e relativi diritti, con conseguente trasferimento di risorse e produzione dai paesi a minore produttività finale verso quelli che offrono maggiore convenienza. f) campagne di disinformazione e diffusione di disvalori per disorientare le masse, indebolirle moralmente e fisicamente al fine di meglio controllarle g) intimidazione degli indigeni a mezzo dei nuovi immigrati ed utilizzando forme di terrorismo fiscale e legislativ, di sempre più stretto controllo e tracciamento sia sugli atti dispositivi dei patrimoni privati (oligarchi esclusi almeno in teoria) che sulla riservatezza personale.

    Ora io dubito che queste multiformi attività, per altro a livello planetario, siano gestite da una sorta di cupola tipo Bilderberg, con premeditato consenso e stabilite finalità future coordinate. Penso piuttosto che siano vari centri di potere e di interesse, non di rado con scopi opposti dalla cui interazione sia nata questa situazione. Inoltre il controllo pur pesante e deleterio non é assoluto, non mancando un`opposizione reale e producendo il meccanismo conseguenze esiziali, alla lunga letali proprio per i gestori del sistema.

    Difatti oramai in tutti i paesi a modello occidentale davanti ai tentativi delle varie lobbies di stravolgere l`ordine sociale democratico nato dalla seconda guerra mondiale per arrivare ad una autocrazia burocratica a controllo totalitario, l`offeta politica si é oramai ristretta tra i fautori del « nuovo ordine » e coloro i quali vogliono preservare le libertà e le conquiste sociali del tempo passato. Certamente oggi predominano per mezzi, prepotenza e risonanza mediatica le oligarchie, ma la loro forza é sempre più vistosamente vacillante tanto che oramai non bastando più la disinformazione ed il solo terrorismo fiscale si deve oramai ricorrere a strumenti di aperta repressione, di scoperto ricatto economico, fino alla violenza fisica e morale.
    Sicuramente l`opposizione ha molto da imparare ed ancor più da fare, nonché manca di leaders adeguati, ma il periodo dell`acquiescenza acritica delle masse temo stia finendo, poichè é la miseria dilagante e lo stridente contrasto tra le promesse ed i fatti reali a far prendere coscienza della necessità di fermare questo mostruoso meccanismo.
    Poi questa evoluzione é a tempo, bruciando l`attuale sistema molte più risorse di quante ne produca in termini reali (non finanziario/cartolari) e quindi é molto probabile che in tempi relativamente brevi si arrivi ad uno scontro tra le vecchie oligarchie aggrappate ai loro privilegi e le opposizioni che aspirano ad un riequilibrio. Penso infatti che le nuove elezioni europee, se da un lato non cambieranno certo le maggioranze vigenti, data la forza economica e mediatica dei detentori attuali del potere, dall`altro daranno molta più visibilità alle opposizioni ed accresceranno nella pratica il loro potere di intervento.

    Dunque io oggi vedo non un mondo in via di irreversibile trasformazione in senso globale e totalitario previa gestione scientifica e coordinata di una elite di potentati apolidi, quanto lo scontro sempre più duro tra due antitetiche concezioni dell`economia, del governo e del sociale. Esattamente come negli anni 30 quando il mondo delle democrazie occidentali fronteggiava i totalitarismi neri e rossi.
    E mentre dal lato dei « cattivi » sembrava esservi onnipotenza, ricchezza ed assoluta unità di intenti, dall`altro vi erano disunione, ingenuità, antagonismi ed anche atteggiamenti decisamente demenziali e suicidi. Ma per fortuna a carissimo prezzo, ci si é ravveduti e certe idee sono state sconfitte. Idee per altro nella sostanza molto vicine a quelle delle attuali oligarchie dominanti, benchè edulcorate e camuffate da speciosa disinformazione. Ad esempio lo spacciare il controllo totalitario del cittadino con la lotta all`evasione fiscale, la libera circolazione delle persone, con l`ingegneria sociale, le deregulation e la « libera » circolazione dei capitali, con la concentrazione monopolistica, il mercato unico con un`unica giurisdizione oppressiva senza appello, la gestione dei debiti monetari pubblici con un capestro a ricatto perpetuo fomite di miseria e schiavitù.

    PS Non concordo con quanto scritto da alcuni nel post precedente : a mio avviso il controllo dell`offerta di moneta da solo non é condizione né necessaria né sufficiente per il controllo di una nazione o del mondo. Come dice l`avvocato il denaro é uno strumento che in sé non vale nulla se non vi é nulla da commerciare.
    Difatti io credo che per governare autocraticamente qualcosa sia necessario avere il controllo delle vie di commercio e di traffico, l`avere i mezzi per difenderle e/o chiuderle ai nemici, l`avere la migliore tencologia ed innovazione ed infine avere una classe di persone esperte e sperimentate ai vari livelli per gestire quanto sopra. Difatti l`impero britannico che per un secolo ha governato il mondo direttamente controllava territori modestissimi, ma importantissimi per le finalità cui sopra (Gibilterra, Malta, Hong Kong, Singapore), ma era assoluto signore dei mari, delle leggi che presiedevano ai commerci internazionali, tanto che aveva la forza di far passare per pirati i concorrenti e per onesti commercianti gli amici. Dunque niente si poteva muovere se gli inglesi non lo volevano. Tanto che Napoleone pur padrone di tutte le ricchezze dell`Europa (che allora era il mondo) si dovette piegare. Oggi questo potere é nelle mani degli USA che appunto controllano mari, cieli e tutte le possibili comunicazioni. Ma sono sempre più insidiati dai cinesi che stanno creando silenziosamene nuove vie e sistemi di comunicazione e controllo.

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