TRUMP AL BALLO DEI VAMPIRI
TRUMP AL BALLO DEI VAMPIRI
Posso andare errando, ma l’avvento di Trump, Vance e la loro squadra alla Casa Bianca sembra sempre più non il solito, semplice, scontato avvicendamento intrasistemico tra Democrats e Republicans, cioè un avvicendamento rispettoso della tradizionale dialettica controllata del bipartitismo, bensì la vittoria di una fazione, quella del capitalismo industriale e produttivo portatrice di un modello economico veramente alternativo, che vuole la reindustrializzazione e il rilancio dell’economia reale, contro la fazione sinora dominante, quella del capitalismo finanziario, monetario, speculativo e sterile, che da decenni sottrae liquidità all’economia produttiva, agli investimenti, alla domanda interna, per destinarla a sostenere il gioco delle bolle e dei crack bancari a spese della popolazione generale, che via via si impoverisce e beneficio di una ristretta aliquota di super ricchi.
Impropriamente detta anche deep state, la fazione sconfitta da Trump è precisamente la fazione di Davos, del WEF, che domina ancora l’Europa e parla e agisce per bocca della Commissione Europea, della BCE, dei governi e dei capi di Stato di quasi tutti i paesi europei. Di essa fanno parte i vari partiti popolari, conservatori, liberali e soprattutto quelli sedicenti di sinistra, nonché il coro degli intellettuali e dei giornalisti mainstream. La sua sede è tra la City e Parigi, con metastasi a Bruxelles e Francoforte. La sua migliore ricostruzione storica si trova, per quanto io sappia, nel libro L’Altra Europa di Paolo Rumor e altri. Unisce vecchie dinastie coronate con grandi finanzieri, grandi commis e stirpi bancarie. È quello che l’ottimo vicepresidente Vance recentemente a Monaco ha additato come il nostro vero nemico, precisando che il nemico non è la Russia. È quello che censura le comunicazioni e invalida le elezioni quando vince qualcuno di non gradito. Quello che ha spinto al conflitto con la Russia. Quello dei lockdown.
La vittoria di Trump e compagni segna quindi, per gli USA, una rottura di sistema a livello infrastrutturale, non un’alternanza entro il sistema. Una seconda guerra d’indipendenza da Londra. Essa è stata propiziata dal fatto che la Russia, nella proxy war di Ucraina, ha vinto sia militarmente che industrialmente, anziché crollare rapidamente sotto le armi e i soldi dell’Occidente che sosteneva Kiev. Ha vinto perché la sua economia reale non è stata dissanguata per sostenere i facili profitti di quella speculativa. Ha vinto perché ha mantenuto sotto controllo pubblico le industrie strategiche anziché cartolarizzarle e offrirle in pasto ai mercati. Ha vinto perché ha costi di produzione di un decimo rispetto all’Occidente, dove tutto viene gonfiato per creare più ricchezza contabile. sempre più staccata dai valori reali.
Quindi ha vinto un modello economico alternativo all’ordoliberismo finanziario, che nell’Occidente è stato inculcato come unico sistema razionale, scientifico, legittimo, delegittimando e oscurando ogni modello alternativo. Prima della guerra di Ucraina, pur davanti al disastro del suo modello liberale e liberista, e a dispetto dei devastanti danni che esso continua a causare all’economia e alla società, l’oligarchia burocratica non si rassegnava, non voleva metterlo in discussione. Anzi, portava avanti politiche recessive e di deindustrializzazione, come il Green Deal. Essa. Si era molto impegnata ed era quasi riuscita ad oscurare e squalificare proposte di alternative di tipo socialista, fino a restare l’unico modello possibile e pensabile, così da potersi addirittura permettere di preannunciare l’arrivo di decine di milioni di disoccupati in conseguenza dell’intelligenza artificiale, ma sul più bello lo scontro perdente contro la Russia ha proposto agli occhi di tutti la superiore efficienza del modello russo, il quale, con liquidità molto minore a disposizione rispetto all’Occidente, riesce a fare molto di più. È un modello capitalista, non certo comunista, ma appunto di capitalismo produttivo, alla Alberto Beneduce, stile IRI ed ENI, e con un certo interesse per gente in carne ed ossa – non un modello recessivo e antisociale del tipo dei Super Mario, Christine Lagarde, Ursula von der Leyen, Enrico Letta e compari. Neanche un modello dem-woke di diritti sostitutivi.
Forze potenti entro gli Stati Uniti hanno capito la lezione, e con Trump stanno ritornando a un capitalismo di investimenti e produzione. L’Europa rimane soggetta, al contrario, a quel potentato parassitario, sopra additato, e che Putin, azzeccatamente, chiama “i vampiri”. E dice anche che la loro danza sta finendo. Per ora però da noi la loro danza sta continuando. Stanno persino progettando di prenderci più soldi per gli armamenti, perché tentano di distrarre la popolazione dai dati di realtà sopra descritti e dal loro fallimento suscitando un’isteria allarmista e guerrafondaia e fomentando una bagarre con la Russia mediante provocazioni come l’accostarla al terzo Reich.
La fazione di Trump sinora ha vinto una battaglia ma non la guerra. L’aspettano prove molto dure, e non può vincere contro la dinastia dei vampiri senza l’alleanza con la Russia e probabilmente con il resto dei Brics. Zelensky non lo ha capito, metteva i bastoni nelle ruote ed è stato trattato di conseguenza. La bordata di Trump e Vance contro di lui, creatura e servitore della fazione Davosiana, era primariamente diretta contro i vampiri. Trump sta attaccando non l’Europa, ma loro, la cricca che la domina.
02.03.25 Marco Della Luna