TRUMAN WAR
I capitalisti delle armi, delle banche e dei farmaci, che chiaramente guidano il mondo libero e democratico anche perché posseggono i mass media e decidono quale film della realtà proiettare alle masse, stanno mettendo a una tecnica di governance basata su sceneggiate belliche o guerre controllate. È molto simile alle guerre senza fine del famoso 1984 di Orwell, concertate da una sovragestione globale che le fa combattere ai tre maxi stati in cui ha suddiviso il mondo, facendo credere agli abitanti di ciascuno che siano guerre genuine e che lo stato cui appartengono stia realmente combattendo altri stati cattivi, e che abbia ragione, cioè diritto a bombardare. Stiamo infatti vedendo, ripetutamente, che vengono inscenate situazioni belliche e prebelliche controllate e che si rivelano tali a una semplice verifica dei fatti.
Lo ha reso evidentissimo il recente intervento statunitense nello scontro tra Israele e Iran: i due paesi si colpivano reciprocamente con preavvisi in modo da limitare le perdite umane e non arrecarsi gravi danni materiali e senza che le installazioni iraniane per la produzione dell’arma nucleare fossero disabilitate (n quelle israeliane). Israele e Stati Uniti hanno dichiarato che l’Iran era a poche settimane dalla realizzazione dell’arma nucleare ma la AIEA li ha smentiti attestando che l’Iran non stava dotandosi di tale arma. Alla AIEA si sono unite fonti delle intelligences di USA e Francia, nonché parte della stampa, e Trump li ha smentiti e redarguiti. Lo stesso medesimo Trump che aveva preavvisato degli attacchi il governo iraniano, in modo che questo ha potuto mettere in salvo il materiale nucleare su una vistosa flotta di autocarri, la quale ha operato indisturbata da israeliani e americani.
Trump ha inscenato una spettacolare, supertecnologica operazione di bombardamento dei cui esiti non c’è certezza; ma dal Pentagono è trapelato che i risultati sono stati modesti, però ha vantato di aver distrutto la capacità di costruire la bomba atomica. Questa operazione più psicologica che militare è stata ben descritta da Luttwak su Il giornale del 25 giugno 2025. Luttwak ha sottolineato che Israele avrebbe potuto facilmente distruggere il terminale petrolifero iraniano di Khark, azzoppando finanziariamente il “nemico”, così come l’Ira avrebbe potuto bloccare lo Stretto di Hormuz, ma on lo ha fatto.
L’Iran ha preannunciato rappresaglie tremende contro gli USA, ma si è limitato a sparare ridicoli colpi di mortaio una loro base in Siria e a lanciare pochissimi missili, preannunciati per telefono, contro un’altra base in Qatar, il tutto senza causare morti o danni. I mercati non hanno mai creduto che la guerra fosse reale e pericolosa, infatti le borse hanno reagito blandamente e blandi sono stati pure gli incrementi del prezzo del petrolio.
Poi ciascuno dei tre governi ha cantato vittoria. Ciascuno ha vinto. Ciascuno ha potuto farsi bello con la sua popolazione in senso propagandistico. Ciascuno ha anche beneficiato di una maggiore solidarietà patriottica intorno a sé stesso come conseguenza dei fatti bellici inscenati. Tutti mentono. Poi Trump sostanzialmente ha tagliato il sostegno militare a Israele, e con ciò ha costretto a cessare gli attacchi all’Iran, facendo così una bellissima figura mondiale, da premio Nobel, se la pseudopace reggerà. Se no reggerà, Noel lo stesso, per aver eliminato la minaccia nucleare iraniana.
Nella realtà, e per sua volontà, gli impianti nucleari iraniani sono stati preservati assieme al loro prezioso uranio già parzialmente arricchito, buoni per inscenare nuove minacce, così che il tutto potrà essere ripetuto quando è necessario. Ottimo modello di governance.
C’è anche da dire che la storia stessa del dell’arma nucleare iraniana ha qualcosa di poco credibile: se realmente il regime degli avesse voluto dotarsi di tale arma e con essa distruggere Israele, non l’avrebbe dichiarato 45 anni fa, rinnovando ad ogni occasione la promessa di farlo, senza mai farlo in –ripeto- 45 anni. Al contrario, non avrebbe dichiarato tale intenzione e si sarebbe dotato della suddetta arma in silenzio e rapidamente, per poi adoperarla al fine suddetto. In realtà, quel regime ha usato la promessa di distruggere Israele con la bomba atomica come uno strumento di psicologia politica per creare e mantenere mobilitazione e consenso nella popolazione nazionale e nel mondo islamico. Cioè gli ayatollaha, co quelle promesse-minacce, hanno aiutato assai i sionisti a giustificare le loro policies aggressive.
In Europa si sta svolgendo una strategia di moltiplicazione delle spese per gli armamenti incalzata da un clima di allarme artificiale circa la minaccia di invasione russa, alimentato dai mass media mainstream, dai capi di stato e di governo (tranne un paio) e dagli esponenti dell’arco neoliberista. Chi non lo alimenta, è eo ipso di ultradestra o ultrasinistra.
Quella minaccia, nel mondo reale, non sussiste: la Russia non ha interesse a invadere l’Europa perché ha solo 145 milioni di abitanti su ben 17 milioni e mezzo di chilometri quadrati, con tutte le risorse naturali che vuole; del resto con una popolazione così piccola non potrebbe occupare un’area abitata da quasi mezzo miliardo di abitanti. D’altronde, poiché una guerra tra la Russia e il resto di Europa sarebbe combattuta inevitabilmente con armi nucleari, il riarmo europeo avrebbe senso soltanto se comprendesse la costruzione di un deterrente nucleare, mentre questo non è contemplato. Sostanzialmente, lo scopo del riarmo europeo così perseguito è far guadagnare l’industria degli armamenti che paga laute commissioni alla vendutissima politica, e dotare il potere politico di strumenti per un maggior dominio della popolazione in vista dell’imposizione di restrizioni alle libertà, ai consumi, all’occupazione.
In Ucraina, un regime autocratico che si arricchisce con la guerra anche rivendendo a stranieri gli aiuti militari che riceve da noi, mantiene il proprio potere coltivando una guerra che sta lentamente perdendo, ma che gli consente di sospendere le elezioni, di chiudere tutti i mass media non allineati, di arrestare gli oppositori e di esercitare un controllo totale sulla popolazione –meno quella cospicua parte di essa che è scappata all’estero.
Negli USA, il metodo in esame aveva già funzionato bene con la interminabile campagna di “guerra al terrore” dopo il più che dubbio fattaccio dell’11 Settembre, con le connesse menzogne della complicità dell’Iraq, delle sue armi di distruzione di massa, dei suoi legami con Al Quaida. Menzogne che funzionarono fino a “mission accomplished”. Nel tempo, però, la guerra al terrore si era fatta percepire come una montatura. Ma non è un problema: le montature basta che reggano qualche anno, poi se ne fanno di altre, perché tanto il popolo non ricorda e non impara.
Prepariamoci pertanto ad essere stabilmente governati con i metodi sopra descritti.
26.06.25
Marco Della Luna