SOVRANISTI E SERVILISTI
SOVRANISTI E SERVILISTI
Quello odierno sulla legge di bilancio non è tiro al piccione, ma tiro al tacchino:
“La maggioranza del cambiamento ha partorito una legge finanziaria di conservazione dell’esistente nei suoi tratti peggiori: infatti, concedendo il c.d. reddito di cittadinanza essa incentiva il parassitismo e il lavoro nero, mentre togliendo il credito d’imposta per l’innovazione disincentiva gli investimenti per l’efficienza e la competitività, fattore critico dell’economia italiana; inoltre non ha toccato i capitoli di spesa a spreco mentre non sostiene le assunzioni. Si noti: il reddito di cittadinanza va a sostenere la domanda interna, che non stimola la crescita economica, anche perché i poveri comperano perlopiù prodotti di importazione nei discount. Tagliare i fondi a innovazione e infrastrutture per sovvenzionare chi non lavora è la cosa più folle e suicida che si potesse immaginare. Ma l’elettorato grillino è così: vuole ciò che piace all’Italia che non ci piace. Di majo in pejo, insomma. I grillini vanno bene per fare opposizione, ma al governo sono più nocivi dei servitori dell’eurocrazia.
Il governo sovranista era partito con proclami di sfida e di menefrego verso l’UE e lo spread; ma, dopo i mancati aiuti di Trump e Putin, dopo le prime minacce di procedura di infrazione e le prime impennate dello spread, si è arreso, non avendo la forza né le condizioni politiche per resistere. Ha proprio capitolato, tanto da lasciare alla Commissione di scrivere i tratti fondamentali della legge di bilancio, che poi ha presentato in parlamento blindata dalla fiducia senza passare per la commissione. Ossia ha imposto al parlamento italiano di approvare senza discuterla una legge scritta all’estero da Moscovici e Dombrovskis. Esattamente l’inverso del sovranismo: questo governo si è fatto servilista, strumento dell’affermazione della sovranità straniera sull’Italia, della Commissione junckeriana sul parlamento italiano. E il Quirinale si è confermato garante di tale obbedienza.
Inoltre il governo ha accettato di imporre all’Italia un rialzo a 23 e 29 miliardi delle clausole di salvaguardia per il ’20 e il ’21, che porterebbero l’iva al 26%, per giunta in un periodo di recessione, congiunta alla prossima fine del quantitative easing, la quale rende insieme più probabile che le dette clausole scattino, e più devastante in senso depressivo il loro effetto: una follia.
Insomma, questi supposti sovranisti sono incompetenti, velleitari e immaturi, non sanno valutare le conseguenze delle loro azioni e sembrano proprio andare avanti senza alcuna strategia, ma solo con scelte tattiche, alla giornata, guardando ai sondaggi e improvvisando.”
Agli ingenerosi cacciatori di tacchini che così sparano sul governo, io replico sommessamente: questa è una legge razionale, perché è una legge attendista, mirante a conservare i consensi in funzione delle prossime elezioni europee, con le quali si vuole rovesciare il rapporto di forza entro l’UE in favore di una politica economica espansiva e di tutela delle democrazie nazionali. Stanti gli sfavorevoli rapporti di forza attuali, è stata una scelta obbligata, anche se comprende concessioni alla demagogia a spese del sistema-paese.
Ammetto che altre cose però non sono razionali nelle scelte del governo.
Non razionale e inutilmente dannosa (per 3 miliardi, si stima) è stata la scelta di partire con dichiarazioni bellicose di stampo sovranista, per poi doversi piegare agli ordini delle istituzioni europee. Se non hai i mezzi per fare la guerra o non hai la volontà politica di farla, perché mai l’hai dichiarata?.
Non razionale, inoltre, appare l’aver rialzato le clausole di salvaguardia, appunto perché l’attuale tendenza recessiva italiana e generale, combinata con la fine del quantitative easing, aumenta assai il rischio che esse scattino e che poi, scattando, mandino in rovina il Paese.
Io però immagino ben tre possibili giustificazioni razionali di tale scelta apparentemente suicida:
a)Di Maio e Salvini scommettono che i sovranisti vinceranno le elezioni europee di Maggio 2019, che riformeranno le regole comunitarie, e che ciò risolverà i problemi di osservanza dei vincoli finanziari europei;
b)oppure auspicano il tanto peggio, tanto meglio, ossia che le clausole scattino, che l’iva schizzi al 26%, che si prospetti il baratro del crollo economico, e che ciò crei le condizioni per uscire dall’Euro e, forse, dalla stessa Unione Europea (oggi ancora il 70% degli italiani vuole restare dentro);
c)oppure ancora prevedono che, nel 2020, quando quelle clausole potranno scattare, al governo saranno non più loro, ma altri partiti, i quali quindi dovranno farsi carico della patata bollente (assieme agli italiani).
L’ipotesi a) è inverosimile: è molto probabile che i sovranisti non ottengano la maggioranza assoluta e che nell’Europarlamento si formi una maggioranza di popolari, liberali, socialisti; ma anche se i sovranisti ottenessero la maggioranza, non coopererebbero tra loro perché sono nazionalisti, e ciascun gruppo nazionale farebbe gli interessi del proprio paese; e già sappiamo che i paesi di Višegrád hanno un orientamento diverso da quello di Lega e Stelle; e che i sovranisti austriaci come quelli francesi hanno interessi contrastanti con l’Italia, quindi non ci sarà un fronte sovranista europeo.
L’ipotesi b) è problematica: è difficile prevedere che cosa avverrà in caso di tracollo economico; ma, stante la disunione, la remissività e la codardia tipiche degli italiani, è probabile ne approfitteranno i potentati finanziari stranieri, e che manderanno una supertroika a prendersi tutto il prendibile, comprando politici e istituzioni.
L’ipotesi c) è concretamente possibile: basta che questo governo non metta ministri competenti e capaci di rapportarsi con la realtà al posto di velleitari e improvvisati improvvisatori, basta che continui a procedere in modo dilettantesco, a far danni, a rimangiarsi promesse, e che l’economia continui a peggiorare. La popolazione generale non vede i nodi prima che arrivino al pettine: per ora, non presta attenzione e non capisce le implicazioni delle clausole di salvaguardia e delle altre scelte economicamente sbagliate, fatte a scopo elettorale. Ma se un domani alla gente arriveranno sul muso le conseguenze di tali scelte, qualcuno rischia di battere in sputtanamento lo stesso Matteo Renzi.
21.12.18 Marco Della Luna