POKER D’ATOMI

POKER D’ATOMI

Tutta la comunicazione sull’Ucraina è fuorviante perché inculca nell’opinione pubblica un metodo irrealistico e ingannevole di inquadrare il tema, ossia giudicando le mosse geostrategiche secondo categorie di legittimità morale e giuridica, di tutela della sovranità nazionale, della democrazia, delle libertà, mentre le decisioni di politica e strategia internazionale e domestica non vengono prese, ed è infantile pensare che vengano prese o possano venir prese, a tutela della morale o del diritto. Gli USA e i loro satelliti (Italia in testa) non lo fanno, anzi hanno regolarmente infranto il diritto internazionale (Iraq, Libia, Afghanistan). Esse vengono prese in base a calcoli di forze e convenienze, sebbene ovviamente chi le prende le ammanti di moralità e legittimità per ottenere consenso e per delegittimare l’avversario. Lo spiegava già mezzo millennio fa Niccolò Machiavelli dicendo che il principe, cioè il politico che vuole governare, per essere competitivo non deve porsi limiti morali o legali, però deve accreditarsi come buono e legittimo per ottenere appoggi e fiducia.

Per un inquadramento realistico, iniziamo col far presente che oggi abbiamo una superpotenza storicamente e strutturalmente imperialista e bellicista – gli Stati Uniti, più una superpotenza in fieri, altrettanto imperialista – la Cina, più una ex superpotenza, la Russia, dotata di un grande arsenale strategico nucleare e di alcuni settori di superiorità in ambito strategico (missili ipersonici etc.), ma economicamente debole e pertanto impossibilitata a mantenere quella superiorità a lungo. La Russia infatti investe per le forze armate cerca un decimo degli Stati Uniti e un ventesimo del blocco occidentale. Gli Stati Uniti, o meglio l’oligarchia finanziaria angloamericana, domina la Nato, e da decenni la sta espandendo verso i confini della Russia, come sua piattaforma di dominazione globale. Mosca pertanto deve decidere se accettare il proprio declino e in esito la sottomissione, oppure resistere e cercare di cambiare lo scenario rispetto alla tendenza globale presente verso un mondo unipolare centrato su Washington in una dialettica in via di evoluzione con Pechino. 

Deve deciderlo molto alla svelta. E sembra che l’abbia già fatto invadendo l’Ucraina e introducendo nel mondo fattori di crisi soprattutto energetica ed alimentare, dagli esiti imprevedibili e potenzialmente rivoluzionari.

L’interesse della popolazione generale è primariamente evitare una guerra mondiale, soprattutto una guerra nucleare strategica; secondariamente, di evitare crisi economiche e carestie e nuovi stati di emergenza che le oligarchie usano per accentrare il potere e togliere diritti, libertà e denaro alla popolazione generale, oltre che per guadagnare sugli armamenti, la ricostruzione etc.  Infatti stanno coltivando un’escalation nonostante il rischio che la Russia, messa nell’angolo, perso per perso, scateni l’inferno nucleare. Nell’interesse della popolazione generale (non dotata di rifugi anti-atomici), che è in evidente contrasto con quello della sua oligarchia (dotata di rifugi anti-atomici), sono quindi auspicabili due cose, fondamentalmente:

A) Che la Russia, Potenza nucleare strategica in crisi, si senta non minacciata dalla fronte avversario, e a questo scopo è utile che abbia intorno a sé una cintura di paesi neutrali in funzione di cuscinetto, Ucraina compresa, e che la Nato non la circondi:

B) Che l’oligarchia angloamericana, essenzialmente finanziaria, non rimanga unica dominatrice del mondo intero o del mondo occidentale, perché l’esistenza di almeno un sistema diverso e politicamente forte crea una situazione di concorrenza, di critica, di potenziale alternativa, che costringe quella oligarchia a concedere più libertà e giustizia sociale e benessere alle popolazioni che domina, e le impedisce di costituirsi come sistema totalitario e di pensiero unico obbligato alla cinese. Ricorderete che finché esistette nel mondo un’area comunista funzionante e in competizione sul piano ideologico, sociale e politico, il regime capitalista, per reggere la concorrenza, doveva concedere di più alla gente; mentre, da quando la concorrenza comunista è cessata, concede sempre di meno e si evolve verso una autocrazia elitista, diffondendo la povertà e concentrando la ricchezza, l’informazione, la capacità decisionale, e imponendo un pensiero unico molto censurante.

Quanto sopra non toglie ovviamente che l’azione del governo russo contro l’Ucraina possa risultare, come per ora sembra risultare, controproducente e dannosa per la Russia stessa, se non addirittura fallimentare. Quindi progettualmente sbagliata, nonché inutilmente nociva anche per noi. Vedremo.

Un’ultima considerazione in fatto di moralità e legittimità.

l’Italia è un paese a sovranità limitata, ossia inesistente, perché occupata militarmente da oltre 100 basi statunitensi e governata politicamente da decisioni che vengono prese fuori dai suoi confini in sedi atlantiche ed europee. Usa una moneta emessa e controllata da altri, e altri dettano le condizioni della sostenibilità del suo debito pubblico. Si distingue anche per una scarsa libertà di informazione e per una giustizia da quarto mondo. E’ in declino costante da 30 anni. Il suo governo, sulla questione Ucraina, esegue passivamente le direttive di Washington, e in generale amministra e addirittura legifera senza quasi controllo del parlamento, un parlamento popolato di mercenari obbedienti che non rappresentano gli interessi e la volontà del Popolo ma servono quelli delle segreterie che li mettono in lista. La Costituzione viene ampiamente ignorata. L’Ucraina era ed è qualcosa di simile, stato vassallo degli USA,

Tutta la comunicazione sull’Ucraina è fuorviante perché inculca nell’opinione pubblica un metodo irrealistico e ingannevole di inquadrare il tema, ossia giudicando le mosse geostrategiche secondo categorie di legittimità morale e giuridica, di tutela della sovranità nazionale, della democrazia, delle libertà, mentre nel mondo reale le decisioni di politica e strategia internazionale e domestica non vengono prese (ed è infantile pensare che vengano prese o possano venir prese) a tutela della morale o del diritto. Gli USA e i loro satelliti (Italia in testa) non lo fanno, anzi hanno regolarmente infranto il diritto internazionale (Iraq, Libia, Afghanistan) quando conveniva a fini di potenza e profitto. Quelle decisioni vengono prese in base a calcoli di forze e convenienze, sebbene ovviamente chi le prende le ammanti di moralità e legittimità per ottenere consenso e per delegittimare l’avversario. Lo spiegava già mezzo millennio fa Niccolò Machiavelli dicendo che il principe, cioè il politico che vuole governare, per essere competitivo non deve porsi limiti morali o legali, però deve accreditarsi come buono e legittimo per ottenere appoggi e fiducia.

Per un inquadramento realistico, iniziamo col far presente che oggi abbiamo una superpotenza storicamente e strutturalmente imperialista e bellicista – gli Stati Uniti, più una superpotenza in fieri, altrettanto imperialista – la Cina, più una ex superpotenza, la Russia, dotata di un grande arsenale strategico nucleare e di alcuni settori di superiorità in ambito strategico (missili ipersonici etc.), ma economicamente debole e pertanto impossibilitata a mantenere quella superiorità a lungo. La Russia infatti investe per le forze armate cerca un decimo degli Stati Uniti e un ventesimo del blocco occidentale. Gli Stati Uniti, o meglio l’oligarchia finanziaria angloamericana, domina la Nato, e da decenni la sta espandendo verso i confini della Russia, come sua piattaforma di dominazione globale. Mosca pertanto deve decidere se accettare il proprio declino e in esito la sottomissione, oppure resistere e cercare di cambiare lo scenario rispetto alla tendenza globale presente verso un mondo unipolare centrato su Washington in una dialettica in via di evoluzione con Pechino. 

Deve deciderlo molto alla svelta. E sembra che l’abbia già fatto invadendo l’Ucraina e introducendo nel mondo fattori di crisi soprattutto energetica ed alimentare, dagli esiti imprevedibili e potenzialmente rivoluzionari.

L’interesse della popolazione generale è primariamente evitare una guerra mondiale, soprattutto una guerra nucleare strategica; secondariamente, di evitare crisi economiche e carestie e nuovi stati di emergenza che le oligarchie usano per accentrare il potere e togliere diritti, libertà e denaro alla popolazione generale, oltre che per guadagnare sugli armamenti, la ricostruzione etc.  Infatti stanno coltivando un’escalation nonostante il rischio che la Russia, messa nell’angolo, perso per perso, scateni l’inferno nucleare. Nell’interesse della popolazione generale (non dotata di rifugi anti-atomici), che è in evidente contrasto con quello della sua oligarchia (dotata di rifugi anti-atomici), sono quindi auspicabili due cose, fondamentalmente:

A) Che la Russia, Potenza nucleare strategica in crisi, si senta non minacciata dal fronte avversario, e a questo scopo è utile che abbia intorno a sé una cintura di paesi neutrali in funzione di cuscinetto, Ucraina compresa, e che la Nato non la circondi;

B) Che l’oligarchia angloamericana, essenzialmente finanziaria, non rimanga unica dominatrice del mondo intero o del mondo occidentale, perché l’esistenza di almeno un sistema diverso e politicamente forte crea una situazione di concorrenza, di critica, di pluralismo, di potenziale alternativa, che costringe quella oligarchia a concedere più libertà e giustizia sociale e benessere alle popolazioni che domina, e le impedisce di costituirsi come sistema totalitario e di pensiero unico obbligato alla cinese. Ricorderete che finché esistette nel mondo un’area comunista funzionante e in competizione sul piano ideologico, sociale e politico, il regime capitalista, per reggere la concorrenza, doveva concedere di più alla gente; mentre, da quando la concorrenza comunista è cessata, concede sempre di meno e si evolve verso una autocrazia elitista, diffondendo la povertà e concentrando la ricchezza, l’informazione, la capacità decisionale, e imponendo un pensiero unico molto censurante.

Quanto sopra non toglie ovviamente che l’azione del governo russo contro l’Ucraina possa risultare, come per ora sembra risultare, controproducente e dannosa per la Russia stessa, se non addirittura fallimentare. Quindi progettualmente sbagliata, nonché inutilmente nociva anche per noi. Vedremo.

Un’ultima considerazione in fatto di moralità e legittimità.

l’Italia è un paese a sovranità limitata, ossia inesistente, perché occupata militarmente da oltre 100 basi statunitensi e governata politicamente da decisioni che vengono prese fuori dai suoi confini in sedi atlantiche ed europee. Usa una moneta emessa e controllata da altri, e altri dettano le condizioni della sostenibilità del suo debito pubblico. Si distingue anche per una scarsa libertà di informazione e per una giustizia da quarto mondo. E’ in declino costante da 30 anni. Il suo governo, sulla questione Ucraina, esegue passivamente le direttive di Washington, e in generale amministra e addirittura legifera senza quasi controllo del parlamento, un parlamento popolato di mercenari obbedienti che non rappresentano gli interessi e la volontà del Popolo ma servono quelli delle segreterie che li mettono in lista. La Costituzione viene ampiamente ignorata. L’Ucraina era ed è qualcosa di simile, stato vassallo degli USA, però con praticamente un partito unico e poca o nulla libertà di dissenso e informazione, con una forte persecuzione dei dissidenti e della minoranza etnica russa, che la ex premier Timoshenko nel 2014 dichiarò di voler bruciare con bombe atomiche. Il mondo occidentale è inoltre tutto sottoposto a una crescente trasformazione in senso orwelliano, cioè diviene una tecnocrazia controllante attraverso strumenti informatici, con progressiva elisione della libertà e della privacy. Quindi in prospettiva non è migliore della democratura russa.

Questi dati di realtà sull’Italia e sull’Ucraina tolgono dal campo le mistificazioni di valori da difendere e con cui legittimare la semi belligeranza della semi sovrana Italia, e in generale dei paesi occidentali.

5 maggio 2022

Marco Della Luna

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TERMINUS: IL DIO INCONSCIO E LO STATUTO DELL’ESSERE

TERMINUS

Il Dio inconscio e lo Statuto dell’Essere

[Edizioni Aurora Boreale, Firenze, 2022, pagg. 276, € 18]

Intervista all’Autore (rilasciata a Italicum)

D.: Marco, il titolo e sottotitolo del tuo nuovo saggio sono insieme suggestivi e strani, oserei dire misteriosi. Ce ne puoi chiarire il senso?

R.:  La locuzione direttamente indicativa dell’oggetto del saggio è ‘Lo Statuto dell’Essere’: il saggio è prettamente ontologico e tratta, ovviamente in modo nuovo e credo risolutivo, della Seinsfrage, della questione di che cosa sia l’esistere, che cosa sia la realtà ultimamente, nelle sue varie articolazioni problematiche: rapporto tra gli enti e il tempo, tra i singoli enti e l’esistere, tra i molti e l’unità, tra enti finiti e l’infinito, tra positivo e negativo, essere e non essere. Il titolo sarebbe pertanto potuto essere, semplicemente e nudamente, ‘Lo Statuto dell’Essere’, ossia la deduzione e poi l’esposizione di una struttura organica, logicamente necessaria ed empiricamente evidente, delle proprietà dell’esistere, tale che la negazione di uno qualsiasi dei suoi elementi si ritorca contro se medesima, confutandosi cioè ‘elencticamente’, così come E. Severino intendeva la sua ‘struttura originaria’. L’esposizione, i cui elementi sono cooriginari e simultanei, è formulata come un articolato di proposizioni, proprio come lo statuto di una persona giuridica. Ovviamente, la successione delle parole dello statuto e delle sue proposizioni non va ovviamente intesa come una successività di alcuni elementi logici o esperienziali (compresa l’esperienza della successione nel divenire, o estensione dell’anima) rispetto ad altri, così come la distinzione espositiva-predicativa di tali elementi non va intesa come loro reciproca indipendenza.

D.: La filosofia contemporanea, anzi da Herbart in poi, è praticamente tutta antropocentrica, esistenzialista, o analitica; che senso ha occuparsi ancora di ontologia e metafisica?

R.: Che senso ha, ribatto io, Luigi, chiedersi che senso abbia interrogarsi circa la realtà e l’esistere? E’ semplicemente la questione fondamentale. La studio sin dal liceo, ininterrottamente, cioè da quarantotto anni. Io però mi dissocio, come si suol dire, dalla metafisica comunemente intesa, e mi baso sul dato empirico, sull’evidenza immediata, e insieme sul principio di non contraddizione.

Ancora una parola: abbiamo una buona ragione esistenziale e psicologica per occuparsi di ontologia, considerando che l’umore di fondo di ciascuno, quindi la qualità della sua vita, dipende molto da come ‘sente’ l’essere suo proprio e l’essere in generale, fragili e labili oppure forti e saldi, assai più di quanto dipende dalle vicende della sua esistenza esteriore. E’ a quel sentire ‘ontologico’, che si deve un temperamento sereno oppure ansioso. Ai nostri tempi, pertanto, la coscienza dell’essere è assai importante.

D.: Puoi ritornare sulle principali questioni ontologiche che hai testé indicate e presentarle più ampiamente, ovviamente nei limiti di un’intervista, e rinviando per l’argomentazione al tuo libro?

R.: Innanzitutto il problema se il principio di contraddizione abbia, oltre a un valore logico, ossia come regola del ragionamento corretto, anche una portata onto-logica, ossia se provi che l’essere non può mai divenire non-essere, o nascere dal non essere. A questo problema pervengo a dare una risposta positiva. Gli enti sono eterni.

Ancora più importante è  il problema di che cosa sia l’essere, inteso come esistere, rispetto al divenire. Normalmente, anche da parte di molti filosofi, si intende che i due siano separati, e che gli enti siano ‘immersi’ nel divenire, nel tempo, che li genera, li altera, li annienta. Terminus, in una prospettiva attualistica, dimostra che esistere è tout court divenire, e viceversa. Il divenire non è esterno agli enti, è la loro ‘natura’.

Ma proprio perché esistere è divenire, ciò che non può divenire, ossia il perfetto, l’assoluto, l’immutabile, l’omnitudo realitatis, il Dio dei teologi e filosofi monoteisti, così come lo sphàiron, l’uno-tutto indifferenziato di Parmenide, semplicemente non può esistere: il suo stesso concetto è la negazione pura dell’esistere. Così si risolve il problema logico della acosmia, ossia di conciliare logicamente la coesistenza di un Essere perfetto e creatore con creature limitate (il mondo), che, non essendo entro di esso, quando vengono create si aggiungono ad esso, incrementando l’esistente e limitano ciò che dovrebbe essere, per assunto, illimitato; mentre, se non lo limitano, se non si aggiungono ad esso, allora sono interne e coeterne ad esso, prive di identità propria – vedasi Berkeley, Spinoza e, più sottilmente ma anche più drammaticamente, Bradley.

D.: Da quanto vai dicendo, arguisco che il senso del titolo, Terminus, sia che l’esistere richieda un limite, di un confine, di un terminus: ciò che non ha limiti, ciò che tutto comprende in sé, non può divenire, non esiste. Il dio romano Terminus, tutore dei confini, e la cui stele non si riuscì a spostare nemmeno per costruire il tempio del sommo Giove, rappresenta egregiamente questo principio ontologico necessario. Immagino quindi che tu arrivi alla conclusione che la totalità dell’esistente consista in molti enti limitati e divenienti.

R.: Esatto: molti enti limitati, divenienti, attualisticamente consistenti in esperienza (intesa come Erlebnis), pensiero in atto. E così si dà conto della molteplicità dell’esperienza, dell’esistente, come scaturente da una necessità funzionale interna all’essere stesso, senza bisogno di introdurre, di postulare un fattore ulteriore, col conseguente problema del dualismo ontologico. Ossia la molteplicità non è prodotta dall’azione di un principio altro dalla coscienza o dall’io o dall’essere, come avviene ad esempio in Fichte, in Schelling e in certe dottrine vedantiche, in cui si postula maya come fattore che oscura il brahman creando l’illusione del mondo fenomenico.

Tutte queste concezioni, come pure quelle di un Bontadini e di un Severino, fallacemente concepiscono l’essere come uno stato, come incarnato in enti immersi nel flusso del tempo-divenire, da cui appaiono, vengono trasfigurati, e alla fine fatti sparire.

Al contrario, l’essere non è uno stato ma è un’azione (intransitiva); anzi, l’esistere è proprio il divenire, non eccede il divenire – il divenire della coscienza, dell’esperienza, in un senso attualista rafforzato. Esistere è esperire. Esse est percipi et percipere. Pensare agli enti che resistono e sopravvivono al divenire, proteggendosi da esso, è un assurdo logico, così come pensare a un Ente supremo perfetto ed eterno che salvi dal divenire o che generi gli enti. Gli enti limitati sono gli unici esistibili, e insieme non possono cessare di esistere né di divenire.

D.: Mi suona come l’eterno ritorno di Nietzsche…

R.: Non è analogo, perché anche per Nietzsche il tempo è esterno all’ente. Trovo che più vicino alla mia concezione sia la concezione di esistenza in Eraclito.

D. Come risolvi la difficoltà di definire concettualmente il tempo, quindi il divenire, ossia la relazione tra passato e presente, nel senso che è presente alla coscienza solo ciò che è presente, non ciò che è passato, quindi non può essere presente l’estensione temporale, con la conseguenza che il tempo non può essere percepito? Consideri il tempo come un continuum o come insieme di tempuscoli discreti? Bradley, che tu ampiamente citi, riteneva il concetto di tempo come insuperabilmente contraddittorio, quindi illusorio.

R. Codesto problema, come altri problemi di relazionalità, si risolve osservando che il divenire è tutt’uno con l’esistere, con l’esperire, con la coscienza; dunque è un dato e una necessità primari, un dato di partenza, non scomponibile in più termini entro una relazione. La struttura primaria dell’essere comprende il carattere, l’esperienza, la coscienza del divenire. Di un tratto limitato di divenire. L’extensio animae, per dirla con Agostino.

D.: Ho notato che tratti anche il problema del negativo, del nulla, ossia di come si possa, senza contraddirsi, parlare, cioè porre, il contrario del porre, cioè il negare. Di come si possa parlare del nulla, nominandolo come se fosse un qualcosa. E parlare del negativo e del nulla appare necessario in quanto l’evidenza del divenire e della molteplicità e la stessa enunciazione del principio di non contraddizione richiedono l’affermazione che A sia non-B, essere sia non-non essere, quindi esigono la negazione.

R.: Il discorso sarebbe lungo, movendo dal fondamentale concetto di ‘puro positivo’, di autosufficienza del positivo, formulato da Tarca; ma, per sommi capi, le mie conclusioni sono che il nulla e la negazione non si manifestino e non possano manifestarsi, e che quando noi parliamo di esse non è che le ‘poniamo’ nel senso che conferiamo loro una qualche positività ontologica, ma semplicemente usiamo parole che esprimono impossibilità o irrealtà fattuale – cosa che non genera alcun problema, come non ne genera il parlare della fenice o della manticora. Della negazione il significare esiste e persiste, come affermare l’impossibile, il niente, il fallace: esiste il significare “zero” o “vedovo celibe” o “quadrato circolare”. Basta tener presente che stiamo usando parole, operatori logici, e non ‘creando’ o ‘annientando’ l’essere, e possiamo dire che A è non-B, che ente è non-niente, senza con questo pensare che stiamo affermando o creando l’esistenza del niente, o contaminando con la negatività l’ontologicamente positivo. Sono solo parole.

E su questa linea vado oltre, evidenziando come molta ontologia, molta metafisica, sia generata dall’interazione semantica tra le parole, la sintassi e le locuzioni, cioè sia una speculazione verbale, una fraseosofia, non una deduzione logica od ontologica. E ancora oltre evidenzio come molte dei problemi ontologici e metafisici siano illusori perché generati dagli usi linguistici, idola fori, scambiati per proprietà della realtà. Sono gli usi linguistici, ad esempio, che ci portano ad astrarre il divenire dall’essere, il tempo dal divenire, la coscienza dall’esistere, l’oggetto dal soggetto e dall’azione, etc.; poi inevitabilmente succede che quando cerchiamo di comporre in un quadro coerente queste ‘cose’ che il discorso ha separato, non ci riusciamo.

D.: Il tuo sottotitolo allude al divino con le parole “il Dio inconscio”, e il tuo libro è pieno di immagini di dei. Ma se esistono solo enti limitati, che spazio rimane per il divino?

R.: Rimane l’inconscio. Dio è appunto inconscio perché non può essere in atto una unitaria coscienza, ossia un’esperienza, del Tutto (appunto perché non potrebbe divenire, avere un cangiamento, quindi esistere). Il Dio inconscio si manifesta con molti volti, ossia come politeismo. Ma con questo Tutto, con l’Infinito, siamo tutti, noi enti limitati, in eterna relazione, ed esso dà il senso del nostro esistere, la possibilità del nostro divenire ed esperire. La Comunione con Dio è immanente ed eterna.

16.04.2022

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GLI ORDINI PROFESSIONALI NON HANNO IL ‘POTERE’ DI SOSPENDERE I NON VACCINATI

GLI ORDINI PROFESSIONALI NON HANNO IL POTERE DI SOSPENDERE I NON VACCINATI

IL TAR TRENTINO FA CHIAREZZA 

 Sentenza nr 62 del 18/03/2022

Il TAR di Trento, con la sentenza nr 62 del 18/03/2022, resa su un ricorso presentato da un medico contro l’accertamento (da parte dell’Azienda Sanitaria provinciale) di inosservanza dell’obbligo vaccinale e di sospensione dall’albo (da parte dell’Ordine dei medici) in esecuzione dell’art. 4 del DL 44/2021 come successivamente modificato, pare aver dato un inquadramento chiarificante e stabile, sia pur non completo, di questa delicata materia, riprendendo e integrando recenti pronunce dei Tar ligure, marchigiano e soprattutto veneto – inquadramento così articolabile:

1-La vaccinazione prescritta costituisce non un obbligo (ossia un dovere incondizionato) bensì un onere (un requisito da soddisfare per poter legittimamente fare qualcosa, nella fattispecie esercitare il lavoro sanitario).

2-I compiti assegnati dal DL e dalla legge di sua conversione all’azienda sanitaria provinciale sono meramente accertativi (dell’avvenuta vaccinazione o del valido esonero da essa), analoghi a quelli generalmente assegnati al medico del lavoro, e quelli assegnati agli ordini sono meramente replicativi e informativi (informare gli iscritti e i loro datori di lavoro che sono sospesi),

3-Tali compiti non comprendono l’esercizio di alcun potere discrezionale e autoritativo (cioè del potere di imperio dell’autorità pubblica), quindi sono atti non costituenti provvedimento amministrativo, cioè non riducono il diritto soggettivo di lavorare a mero interesse legittimo.

4-La tutela giudiziaria dei diritti soggettivi spetta al giudice ordinario, ossia al tribunale civile, e non al Tar, che ha giurisdizione (salvo alcuni casi che qui non ricorrono) sui soli interessi legittimi.

5- Il Tar ha anche escluso che la sospensione abbia un carattere sanzionatorio – disciplinare.

6-Ne consegue che, in pratica, il sanitario sospeso dall’ordine deve adire il tribunale civile, non il Tar né (aggiungo io) la Commissione Centrale per le Professioni Sanitarie; e in questa sede potrà sollevare questioni anche, ma non solo, di costituzionalità delle norme di legge e di sussistenza di cause di esonero dell’”obbligo”, rectius onere, vaccinale. Non sussistendo provvedimenti amministrativi, non si potrà (né ovviamente servirebbe) richiedere al giudice ordinario di disapplicare il provvedimento di sospensione (appunto perché la sospensione non è disposta dall’Ordine o da altro organo amministrativo, ma dalla legge direttamente).

7-Conseguentemente il Tar di Trento ha quindi dichiarato la propria mancanza di giurisdizione in favore del Tribunale ordinario – invalidando così la dichiarazione, contenuta negli atti di sospensione, che i medesimi siano impugnabili dinnanzi al Tar. Dovrò pertanto ripresentare la causa davanti aò Tribunale ordinario civile tridentino.

A questo punto resta però da verificare:

a) se la sospensione ex art. 4 del DL 44 sia da intendersi come sospensione dall’abilitazione professionale (comportante che il sospeso non possa compiere alcun atto professionale) oppure dalla facoltà di compiere le attività professionali idonee a trasmettere il contagio (mentre il sospeso può compiere le altre attività);

b) se nella normativa siano in qualche modo  ravvisabili obblighi a vaccinarsi (sia pure non sanzionati da una punizione specificamente prevista), e non solo oneri-requisiti di vaccinazione, dato che effettivamente le norme parlano ora di obbligo, ora di requisito;

c) tutti gli aspetti di compatibilità con la Costituzione e i diritti dell’Uomo riconosciuti dai trattati;

d)se i suddetti principi siano applicabili, e in che misura, alla successiva disciplina mirante a indurre i sanitari alla vaccinazione, e particolarmente al DL 172/2021, che riunisce la competenza per accertamento e sospensione in capo all’ordine;

e) se i suddetti principi siano applicabili, e in che misura, alla sospensione da parte del datore di lavoro del sanitario lavoratore dipendente.

In quanto ai punti a,b,c, osservo:

La sospensione prescritta dal DL 44/2021 riguarda le sole attività potenzialmente contagiose, quindi non è sospensione dell’abilitazione professionale. La sospensione prescritta dal DL 172/2021 definisce la vaccinazione obbligatoria come requisito essenziale per l’esercizio della professione; ne consegue logicamente che essa è una sospensione dall’abilitazione.

L’atto di accertamento-sospensione del DL 172 è definito un atto “dichiarativo”, emesso senza discrezionalità e senza esercizio di potere autoritativo, quindi, esattamente come quella del DL 44 (in cui l’accertamento spettava all’ASL e la comunicazione della sospensione agli ordini), non è un provvedimento amministrativo e non attenua il diritto soggettivo riducendolo a interesse legittimo; conseguentemente anche in questo caso è esclusa la giurisdizione amministrativa per le impugnazioni delle sospensioni.

Resta da stabilire se essa sia del giudice ordinario oppure della Commissione Centrale per le Professioni Sanitarie, come ritiene il Tar di Bolzano con ord. 23/02/2022 in un altro mio ricorso, riconducendo l’atto di sospensione alla tipologia dei provvedimenti attinenti all’iscrizione-cancellazione dall’albo assegnati dalla legge appunto alla CCEPS. Ma tale tesi non tiene conto del fatto che la sospensione de qua è un atto tipologicamente nuovo e non riconducibile al novero dei predetti. La questione merita però approfondimento.

Mantova, 19.03.2022 Avv. Marco Della Luna

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MOSTRO PRESUNTO: VOCI DAL PUTINFERNO

MOSTRO PRESUNTO: VOCI DAL PUTINFERNO

Dai mass media appare questo: Putin ha violato clamorosamente il diritto internazionale attaccando e dividendo uno stato indipendente riconosciuto dall’ONU, senza legittimo motivo, e si è cacciato in una situazione di isolamento internazionale che danneggia gravemente l’economia russa, mentre le forze armate russe, sebbene molto più potenti sulla carta, vengono efficacemente contrastate da una valorosa resistenza ucraina. Forse i capi di stato Maggiore russi, per adulare Putin, lo avevano illuso che avrebbero conquistato l’Ucraina con una guerra lampo. Forse Putin è uno psicopatico oppure è impazzito oppure è molto malato, come suggerisce la sua faccia apparentemente gonfia di cortisone, e vuole realizzare qualcosa di importante per passare alla Storia. Potrebbe spingersi fino ad attaccare la Finlandia e la Svezia o a scatenare una guerra nucleare, appunto perché è mentalmente squilibrato. Ma in ogni caso non sarà in grado di mantenere l’occupazione di paesi contro la volontà della loro popolazione, quindi ciò che sta facendo o che potrebbe fare è del tutto illogico e conferma l’ipotesi che non sia lucido.

Se però consideriamo che i mass media si sono fatti militanti contro la Russia, che fanno ascoltare solamente una campana, che non danno spazio al governo russo di rappresentare le proprie ragioni e le proprie verità, che la loro campagna di informazione si serve massicciamente di storie emotigene e di invettive, il tutto con modalità proprie di chi si rivolge a un pubblico ignorante e quasi incapace di accedere a fonti informative di altre lingue, quale è complessivamente il popolo italiano rispetto ai tedeschi o francesi o britannici- se consideriamo queste obiettive caratteristiche dei nostri mass media, allora è evidente che stanno manipolando e ingannando, sicché non sono credibili.

Chi ha da sconfiggere un nemico o da vendere un prodotto, ha bisogno di un pubblico che creda, compri, obbedisca. Che creda alle versioni che pongono tutte le ragioni e tutto il bene da una parte, tutti i torti e tutto il male dall’altra. Ti dice: o con me o contro di me. Non tollera e delegittima le posizioni diverse. Non tollera sospensioni di giudizio motivate con la incertezza e l’incompletezza e in affidabilità delle informazioni disponibili. Non sopporta il bisogno di verificare. E non tollera la non valutatività che Max Weber indicava come requisito Lo vediamo pure nella campagna del covid e dei suoi vaccini. Non tollera nemmeno i valori letterari e musicali della entità individuata come malvagia e nemica, quindi colpisce Dostoevskij e Tchaikovsky, sebbene non abbiano collegamenti con la situazione presente. Non si perita di apparire idiota e non se ne peritano nemmeno gli intellettuali lustrascarpe che ostentano fieramente tali intolleranze.

Idiota nel confronto col dato di fatto, storicamente ben consolidato, che le politiche soprattutto internazionali, particolarmente quelle delle grandi potenze, non sono guidate regolate da principi etici o da norme di diritto, ma dalla ragione di stato e dalla lotta per il potere e la sicurezza. Pretendere che siano o possano essere morali e legali è da ingenui. L’aveva spiegato bene Machiavelli cinque secoli fa, e l’abbiamo sempre visto all’opera nelle violenze e interferenze nei confronti di altri Stati da parte dei nostri alleati padroni, innanzitutto degli Stati Uniti, ma anche di Francia e Regno Unito, che hanno fatto cose molto più illecite per il diritto internazionale e per la morale nei confronti di Jugoslavia, Iraq e Libia, per esempio, di ciò che sta facendo Putin con l’Ucraina, e senza che i lustrascarpe intellettuali e giornalistici italiani protestassero un decimo di quello che fanno adesso, mentre l’Italia stessa, contro il proprio interesse e contro la propria Costituzione, partecipava attivamente a quei soprusi, nel suo ruolo ancillare di paese a sovranità limitata occupato da oltre cento basi USA.

Anche la politica della Banca Centrale Europea nei confronti della Grecia, ai tempi di Draghi, fu spietata e causa deliberata addirittura della morte di migliaia di persone per carenze di cure e per stenti, oltre che per suicidio, quando sarebbero bastati 11 miliardi (e la rinuncia a dogmi ecomomici fasulli) per evitare quella tragedia. Ma bisognava tutelare gli interessi predatori dei banchieri tedeschi e francesi. Insomma, per poter avere successo in politica, come diceva Machiavelli, non si ha da essere buoni, bensì da parere buoni; cioè umanità e legalità devono essere simulate, ma non osservate come limiti all’azione interessata. E per apparire buoni e legittimati senza esserlo, basta avere il controllo dei mass media.

Se andiamo a ricercare fonti informative fuori della cretina canea nazionale, troviamo notizie spesso non verificabili ma che ci inducono a riflettere e a sospendere il giudizio.

Voci che chi ha imposto le sanzioni ne approfitta per avvantaggiarsene e arricchirsi a spese nostre.

Voci secondo cui Putin avrebbe approfittato del crollo delle azioni delle società russe che vendono gas, petrolio e altre materie prime, per comperare quelle detenute da occidentali in modo che d’ora in avanti tutti i dividendi restino in Russia.

Voci che dicono che voglia arrestare o rompere il progressivo accerchiamento della Russia da parte della NATO con le sue gambe missilistiche.

Voci secondo cui Putin starebbe usando l’arma dei milioni di profughi di guerra per mettere in crisi e dividere l’Unione Europea.

Voci secondo cui i Russi bombarderebbero edifici residenziali civili e persino gli ospedali, e porrebbero le centrali nucleari conquistate in pericolo di fughe radioattive, per terrorizzare il mondo.

Voci secondo cui la Cina, già nello scorso autunno, sapendo dell’imminente attacco, avrebbe fatto grandi scorte di granaglie, petrolio e gas russi per poi rivenderli a prezzi maggiorati, sicché le famose sanzioni si traducono soltanto in un guadagno per la Cina.

Voci secondo cui gli ucraini avrebbero compiuto, dal 2012 ad oggi, nell’indifferenza dei governi occidentali, massacri di molte migliaia di Russi residenti in Crimea e nel Donbass, e che l’ex premier Julia Timoschenko dichiarava che tutti gli 8 milioni russi cittadini dell’Ucraina dovevano essere bruciati con bombe atomiche.

Voci secondo cui attualmente le forze regolari ucraine sarebbero ridotte a un quarto e a combattere sarebbero principalmente contractors musulmani pagati da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, come questi paesi fecero nella guerra di Bosnia.

Voci secondo cui questi contractors costringerebbero a combattere e a non fuggire anche i civili ucraini, sotto minaccia di ucciderli.

Voci secondo cui i medesimi contractors si nasconderebbero anche con armi pesanti tra edifici civili per attirare su di essi il fuoco Russo e farebbero operazione di false flag colpendo obiettivi civili per poi accusare i russi di averlo fatto.

Voci secondo cui la CIA, dopo aver organizzato il colpo di stato che depose il presidente legittimo Yanukovich, avrebbe preso  Zelenskyy quando era un attore comico e lo avrebbe formato in quattro e quattr’otto per fare il politico per conto di essa, e che lo avrebbe riempito di soldi e proprietà immobiliari.

Voci che si chiedono se, imponendo le sanzioni alla Russia e fornendo armi agli ucraini che non hanno ragionevole speranza di vincere,  non facciamo altro che prolungare la guerra e le loro afflizioni, al contempo alimentando la marea dei profughi e l’ondata di rincari che si riversano su di noi, colpendoci economicamente.

Voci che rispondono che fornire armi alla resistenza ucraina ha comunque il valore di logorare il nemico, cioè le forze russe; e altre che replicano che, insomma, la strategia occidentale risulta quindi essere quella di trasformare l’Ucraina in un nuovo Afghanistan, che destabilizzerà la Russia e l’Europa tutta.

Voci secondo cui l’Ucraina ospiterebbe impianti per la produzione di armi nucleari e laboratori per la produzione di armi virali e batteriologiche finanziati e organizzati da Bill Gates e soci.

Voci secondo cui i soldati regolari russi si prenderebbero cura della popolazione civile Ucraina nei territori occupati.

Voci anche di segno contrario circa crimini di guerra perpetrati dall’armata russa.

Voci che da noi ci sia o ci sia stata, non si sa bene quanto, la democrazia e l’informazione indipendente.

Voci secondo cui Macron avrebbe raggiunto un accordo per defilarsi ritirando i suoi contractors, come pure farebbe Boris Johnson, evitando ritorsioni di Mosca.

Voci secondo cui anche gli Stati Uniti non si vogliono impegnare realmente nel conflitto, come pure la Polonia.

Voci che, a subire le future ritorsioni russe, dopo la fine della campagna militare, sarà principalmente l’Italia, a causa anche delle sanguinose ingiurie preferite dal nostro ministro degli esteri bibitaro, che, definendo pubblicamente Putin “peggiore di un animale”,  è venuto meno al rispetto istituzionale sempre che sempre si pratica in diplomazia (speriamo che Mosca capisca che cos’è e non se la prenda, a causa sua, con noi, ma solo con Draghi e Mattarella).

Voci secondo cui Putin sta rallentando l’avanzata deliberatamente perché sta probabilmente ottenendo attraverso i negoziati, soprattutto grazie all’intermediazione di Israele e Francia, ciò che vuole, ossia La neutralità dell’Ucraina e l’annessione di Donbass e Crimea, che storicamente appartengono alla Russia e hanno una popolazione a maggioranza russa.

Voci secondo cui da tutto ciò la struttura strategica dell’Europa uscirà profondamente diversa anche in relazione all’altra sponda dell’Atlantico.

Voci vere, voci false? So di non conoscere il loro grado di veridicità e di non avere i mezzi necessari per accertarlo. So di non conoscere i veri presupposti e i veri scopi dell’azione di Putin né degli altri attori della geopolitica mondiale, e so che non li hanno nemmeno i mass media che fingono di conoscerli. So che possiamo soltanto fare ipotesi e cercare di verificarle nel tempo. Pertanto sospendo il giudizio, mentre ovviamente auspico che violenze, tormenti e distruzioni finiscano quanto prima.

08/03/2022 Marco Della Luna

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SPERARE NELL’INCONSCIO: l’attualità di C.G. Jung

SPERARE NELL’INCONSCIO:

L’ATTUALITA’ DI C.G. JUNG:

Il carattere dominante della presente situazione storica rende acutamente attuale il pensiero di Carl Gustav Jung, psichiatra, psicologo e antropologo svizzero (1875-1961), soprattutto in tema di inconscio collettivo e di processi archetipici.

Oggi, e in proiezione futura, la situazione vede il consolidarsi, l’imporsi e l’estendersi, dentro e fuori dell’essere umano, in tutti i settori della vita, della politica, della cultura, nella scienza, nella medicina, dell’economia, partendo da quello della finanza, un sistema tecnocratico e verticistico di potere che appare monolitico, senza brecce e irresistibile nel suo trasformare la società in un’azienda supertecnologica, superrazionale, super controllante, e gli uomini di tutte le etnie e religioni in persone-merce standardizzate, seriali, allineate, appiattite, prive di radici, di inconscio, di spessore storico, di spontaneità e imprevedibilità, a vantaggio della loro governabilità. Le incessanti ondate emergenziali, dai crolli di borsa al terrorismo alle pandemie, apportano legittimazione e consenso a questo progetto sostanzialmente illuminista e massonico, che pare irreversibile anche perché non si vede una forza al mondo capace di opporsi o sostituirsi ad esso efficacemente.

Nel passato storico vi sono invero state epoche di buio, di decadenza civile, culturale, antropologica; ma mai, come invece oggi, si è vista, su scala di industria globale, un’attiva produzione dell’oscuramento e del degrado e del declino umano, attraverso la somministrazione di massa di modelli, svaghi, cibi, droghe e farmaci corrompenti e rimbecillenti, dall’infanzia in poi. Degrado e declino che si riscontrano anche nel calo, scientificamente accertato e misurato, delle capacità cognitive della popolazione generale nelle generazioni che sono cresciute nella massiva esposizione al piccolo schermo: televisione, pc, playstation, cellulari, i quali esercitano persino un effetto negativo sullo sviluppo neurofisiologico, a detrimento delle capacità attentive, mnemoniche, logiche e dialogiche.

Jung, oltre cent’anni fa[i], aveva compreso, dalle sue osservazioni dapprima in alcuni suoi pazienti, poi in ambito sociale e storico, che oltre all’inconscio individuale, ne esiste uno collettivo; e che ricorrentemente la psiche, sia quella individuale che quella collettiva, tende a fissarsi e irrigidirsi unilateralmente su certune o cert’altre modalità o progetti o ideali, il che produce disagio, disfunzioni, talora malattia, sintomi, o anche distruzioni su larga scala, perché ogni irrigidimento, ogni unilateralità che esclude l’alterità e la variazione, è contraria alla vita, soprattutto alla vita psichica, la quale procede come un flusso energetico, un processo strutturante, secondo Jung finalisticamente orientato allo sviluppo, all’individuazione, all’ampliamento e arricchimento della vita cosciente e dei suoi rapporti con l’inconscio, attraverso una graduale integrazione di elementi inconsci in un io che si struttura, crisi dopo crisi, a livelli sempre più ampi, integrando nuovi contenuti attivi: il processo di individuazione.

Ai predetti blocchi, questo flusso, questo processo, che scaturisce dalle profondità dell’inconscio collettivo reagisce, prima o poi, dischiudendo a forza una via nuova, attraverso l’erompere nella vita individuale o sociale di grandi e impreveduti ideali, valori, soprattutto religiosi e politici, dotati di una potente vitalità, di una fortissima presa suggestiva e propositiva. La loro potenza, sia sui singoli che sul corpo sociale, è data dalla loro capacità di dare una risposta psichicamente ed emotivamente funzionante (non parliamo di validità logico-teoretica) ai dubbi, alle angosce, ai conflitti insiti nell’uomo. Angoscia di fronte alla morte, alla mancanza di valore e di scopo della propria esistenza, alla solitudine, alla minaccia del futuro, alla labilità e al fallimento dei valori, all’orrore del vuoto che ci aspetta. Periodicamente, in risposta a tale disagio, e prevenzione dei suoi effetti distruttivi sulla vita, dagli strati o dai nuclei più profondi della psiche emergono nuovi miti e nuove religioni: forme, immagini archetipiche, concezioni cosmiche, che danno una risposta forte, forte emotivamente e progettualmente prima ancora che esplicativamente, cioè come teorie-del-tutto. Metafisiche popolari, le chiamava, riduttivamente, Arthur Schopenhauer, alludendo al fatto che solo pochi sono capaci di metafisica razionale – però, di fatto, anch’egli elabora un’avvincente teoria cosmica e proposta soteriologica di quel tipo, radicata nelle concezioni e nelle prassi indovediche e buddistiche! In effetti, le religioni, i vissuti spirituali, come esperienza e non come dottrina, servono alla crescita sana della persona e del corpo sociale, e a prevenirne l’implosione.

Oggi ci troviamo in una stagnazione globale nel senso anzidetto. Il blocco caratterizzante la presente fase storica è di tipo radicalmente razionalista-illuminista, utilitarista, universalista, relativista, mercificante, destoricizzante, denazionalizzante, deindividualizzante, desacralizzante. Una possibile reazione compensativa da parte dell’inconscio collettivo sarà presumibilmente, pertanto, di segno opposto, energicamente spirituale, radicata nella storia, e insieme fortemente politica. Dovrà avere natura tale da vincere o trascendere una grave difficoltà: ai nostri giorni vi è una sovrabbondanza numerica di miti/religioni/valori compresenti e concorrenti, una loro inflazione numerica che li relativizza e desacralizza (castra); mentre un mito cosmico, una religione, per funzionare in un dato ambito (e oggi l’ambito sui cui dovrebbe agire è perlomeno continentale), deve essere sentita come o unica oppure almeno superiore a tutte le altre. Condizione, questa, che pare irrealizzabile in uno scenario come quello presente, non solo per la compresenza ‘democratica’ di molte ‘religioni’ in concorrenza e per la conseguente relativizzazione e banalizzazione di ciascuna, non solo per la ulteriore concorrenza esercitata contro la religiosità dalla sempre più potente tecnologia e dal pure potente, antireligioso materialismo dei consumi e dei piaceri, ma anche per la convivenza, entro molti paesi soprattutto del ‘primo mondo’, di molti e diversi popoli con disparate mentalità e disparati livelli di evoluzione-involuzione mentale, di talché è ben difficile che un’unica ‘religione’ faccia presa su intere popolazioni.

Che succederà, allora, se l’inconscio collettivo non riuscirà ad esprimere una nuova ‘religione’ che sia efficace per i nostri tempi? A occhio e croce, direi che esso  dovrà aspettare, per poter agire, che lo scenario attuale venga radicalmente mutato da un abissale degrado planetario, magari indotto da qualche evento catastrofico (come una guerra mondiale), cui lo stesso inconscio potrebbe anche spingerci, sentendolo come male minore, onde si ricreino condizioni adatte per la ‘re-ligio’. Oppure, la psiche collettiva dovrà non più limitarsi a ispirare i cuori, ma agire direttamente e in proprio sul mondo; ossia la risposta efficace per sbloccare la situazione dovrà scaturire da un livello ancora più profondo di quello degli archetipi, matrice delle religioni – dal livello che Jung, nelle sue ricerche e teorizzazioni più avanzate e talora tacciate di esoterismo, ravvisa in certi eventi-ponte tra lo psichico e il fisico: le correlazioni non causali (sincronicità) e i fatti detti ‘paranormali’, in cui si esprime la continuità ontologica tra il mentale e il materiale. Fatti che odiernamente molta scienza accademica non ignora né snobba più, né separa dalla ricerca sperimentale: abbiamo fior di ricercatori e di letteratura sperimentale[ii] che li studiano, partendo dall’osservazione che fatti oggettivi, incompatibili con i paradigmi scientifici vigenti non vanno scartati o declassati a curiosità, bensì, al pari di tutti i dati empirici, essere riconosciuti come confutazione e superamento di quei medesimi paradigmi (nella fattispecie, di quelli del naturalismo o realismo dualista). In questa prospettiva, potremo aspettarci di tutto, a cominciare da una grande teofania, come quella preconizzata dai veggenti di Međugorje, seguita da una marea di rinsavimento o impazzimento delle masse.

Ma ovviamente può ben essere che la psiche collettiva sia stata ormai messa fuori gioco dalle contemporanee trasformazioni tecnologiche e antropologiche, che essa abbia esaurito le sue cartucce, che Big Tech, Big Bank e Big Gates l’abbiano schiacciata, e possano pertanto proseguire nell’esecuzione di un’agenda in parte già dichiarata, e che nel 2010 anticipavo nel mio Oligarchia per popoli superflui:

-rendere le masse dipendenti e sorvegliate in tutto e per tutto dal codice QR controllato da istituzioni a loro volta in mano dei grandi finanzieri che finanziano i governi;

-privarle gradualmente del reddito, dei risparmi, delle prospettive di sviluppo e miglioramento e sicurezza, in modo da deprimerle e renderle più docili in tutti i sensi;

-privarle delle difese immunitarie naturali, onde costringerle a spendere il loro reddito disponibile in medicine, che hanno un basso costo energetico e in materie prime, anziché usarlo per consumi ad altro impatto ecologico e ad alto assorbimento di materie prime (sostituendo così un consumismo eco-sostenibile di farmaci a uno eco-insostenibile di automobili etc.): il consumismo alimentato dalla paura della malattia sostituisca quello alimentato dalla brama di lussi e piaceri;

-portarle, crisi dopo crisi, a condizione zootecnica in modo di averne il controllo totale e poterle ridurre quantitativamente, in modo pacifico, a quanto la Terra ne può sostentare o a quanto di esse serve a coloro che detengono il potere.

04.03.22 Marco Della Luna


[i] Jung mosse i primi passi in questo senso nel suo saggio del 1912 Psicologia dell’inconscio (poi: Simboli della trasformazione), per continuare, fino alla sua morte avvenuta nel 1961, con L’uomo in cerca della sua anima, L’io e l’inconscio, Psicologia e alchimia, Aion, Mysterium conjunctionis e la sua autobiografia  Ricordi, sogni e riflessioni, testo che consiglio a chi voglia rapidamente farsi un’idea complessiva della sua opera.

[ii] Vedi per es. The irreducible Mind: Toward a Psychology for the 21st Century di: Grosso, Michael, Kelly, Edward F. Kelly e altri, 2009.

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PSICO-LEGISLAZIONE PANDEMICA

La politica normativa pandemica è caratterizzata da tre fattori:

a)incertezza, nel senso di lacunosità (non sono previsti alcuni casi ricorrenti) che di ambiguità (obbligo od onere?) che di indeterminatezza (chi fa i controlli? Con che presupposti?);

b)antinomia, nel senso di contrasto con sopraordinate norme europee e costituzionali (in fatto di privacy e di discriminazione, di libera circolazione e di lavoro, ad esempio);

c)mutevolezza (le norme cambiano di frequente e senza coordinamento nelle transizioni).

Per questi oggettivi fattori, è impossibile raggiungere una certezza di non essere nel torto, di non essere punibili; pertanto la gente si sente indifesa e insieme è indotta, precauzionalmente, ad imporre a se stessa (e agli altri) l’interpretazione più rigoristica e repressiva delle norme governative, infliggendosi limitazioni che neanche queste esigono. E’ il meccanismo dell’auto-repressione dello psico-crimine descritto da Orwell in 1984.

Quanto sopra è voluto dal legislatore come metodo di soggiogamento psicologico della popolazione attraverso il regime di incertezza, insicurezza, impossibilità di difendersi perché mentre inizi un ricorso contro una norma, la norma viene cambiata, e perché prima che tu possa ottenere giustizia da un tribunale nazionale o sovranazionale farai in tempo a subire danni e spese. Devi dunque sentirti impotente e consegnarti completamente al potere costituito. Sulla carta, è dovere del Presidente della Repubblica rifiutare la firma di tali leggi.

13.02.22 Marco Della Luna

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MOVIMENTO INTERNAZIONALE ANTI ORWELLIANO

Movimento Internazionale Anti Orwelliano

– M.I.A.O.-

Contro lo Stato di Sorveglianza e Manipolazione

MANIFESTO COSTITUTIVO

L’Unione Europea, con la sua agenda 2030 direttamente ispirata da Bill Gates, ha posto al centro della propria politica l’istituzione della “identità digitale”, ossia della sorveglianza informatica dell’intera popolazione. Il Green Pass è solo il primo passo verso un ordinamento in cui l’oligarchia tecnocratica, collegando l’identità digitale al conto corrente, ai servizi, ai trasporti etc., e limitando l’accesso ad essi a chi non obbedisce, potrà tenere sotto costante e capillare ricatto ogni singolo individuo, riducendolo alla condizione di un animale in gabbia, che dovrà obbedire ad ogni direttiva del potere per poter vivere. I ministri Colao e Cingolani hanno parlato apertamente di un’azione sui corpi umani e sulle loro cellule attraverso la rete 5G. E’ la radicalizzazione della ‘solidarietà organica’ di cui parlava Emile Durkheim, l’obbedienza imposta dalla dipendenza dal sistema. Ma si va oltre l’obbedienza: come la rete 5G potrà uccidere (lo dice Colao) le cellule tumorali surriscaldandole, così potrà essere usata per sopprimere le persone indesiderate perché dissidenti o improduttive.

Non si tratta di un problema solamente europeo. Le classi dominanti storicamente usano, per mantenere il loro potere e i loro privilegi, gli strumenti che la tecnica rende via via disponibili. Oggi tali strumenti sono potentissimi e in grado di togliere alle classi dominate ogni spazio di libertà e di diritto, nonché di privacy, agendo anche dall’interno del corpo umano. Sono in grado di renderle completamente manipolabili dalla tecnocrazia, Le genti però accettano la loro introduzione e si rendono dipendenti da essi perché ne ricevono iniziali vantaggi e non ne considerano gli effetti di lungo periodo.

La libertà ha un costo, che è sempre conveniente pagare perché chi non ha libertà non è proprietario non solo dei suoi beni, ma nemmeno di se stesso.

In una società molto efficiente perché informatizzata e aziendalizzata,  l’efficienza è al servizio non della popolazione generale, bensì di chi gestisce la rete informatica e gli altri strumenti di controllo, il quale usa queste risorse per controllare e gestire la popolazione a suo profitto e a detrimento di essa e delle sue libertà.

Per restare liberi bisogna perciò sostenere un prezzo in termini di minore efficienza contrastando e mettendo al bando tutte le reti e gli strumenti a ciò idonei, in tutto il Mondo.

A tale scopo viene fondato il Movimento Internazionale Anti Orwelliano, come movimento internazionale.

Il Movimento contrasta e intende proibire, per legge e per trattato internazionale, nel modo più radicale e con le pene massime:

– tutte le pratiche con cui si condiziona l’uomo individualmente e collettivamente, a livello fisico o psichico, mediante impianti genici, cibernetici, elettronici, radionici, chimici, biologici o di altro genere e mediante onde e campi elettromagnetici o acustici;

-quelle con cui sì forza la produzione di convincimento o consenso mediante il martellamento propagandistico;

-o approfittando del monopolio od oligopolio informativo e dell’intrattenimento.

.

Il Movimento altresì contrasta e mira a proibire ed eliminare come sopra:

– tutte le pratiche e le situazioni di concentrazione e privativa di informazione, istruzione, ricerca, monopolio, monopsonio, cartello, perfetti o imperfetti che siano;

-la sottoposizione dei cittadini, delle aziende, degli enti pubblici alla dipendenza da reti accentrate distributrici di beni o servizi;

– l’imposizione diretta o indiretta del uso di moneta elettronica, contabile, girale e comunque non materiale; ed ogni restrizione all’uso di moneta materiale, considerato che la moneta bancaria, immateriale, può essere, con un semplice click, tolta al suo possessore o addirittura azzerata;

– tutte le raccolte di massa di dati sulle persone e sulle aziende, nonché il traffico e la cessione di tali dati;

– tutte le pratiche di intercettazione di massa delle comunicazioni, di riconoscimento facciale, biometriche, di identificazione o analisi biologica non volontaria e libera;

– ogni forma  di credito sociale (anche il punteggio di cittadinanza di tipo cinese), di esclusione da diritti, servizi ed esercizi pubblici e privati, attraverso l’imposizione di badges o procedure automatizzate o comunque in contrasto con le libertà fondamentali.

02.02.2022

Marco Della Luna

VERSIONE IN POSITIVO:

MANIFESTO COSTITUTIVO

L’Unione Europea, con la sua agenda 2030 direttamente ispirata da Bill Gates e GAVI, ha posto al centro della propria politica l’istituzione della “identità digitale”, ossia della sorveglianza informatica dell’intera popolazione. Il Green Pass è solo il primo passo verso un ordinamento in cui l’oligarchia tecnocratica, collegando l’identità digitale al conto corrente, ai servizi, ai trasporti, agli ATM, ai distributori di benzina, etc., e limitando l’accesso ad essi a chi non obbedisce, potrà tenere sotto costante e capillare ricatto ogni singolo individuo, riducendolo alla condizione di un animale in gabbia, che dovrà obbedire ad ogni direttiva del potere per poter vivere. I ministri Colao e Cingolani hanno parlato apertamente di un’azione sui corpi umani e sulle loro cellule attraverso la rete 5G. E’ la radicalizzazione della ‘solidarietà organica’ di cui parlava Emile Durkheim, l’obbedienza imposta dalla dipendenza dal sistema. Ma si va oltre l’obbedienza: come la rete 5G potrà uccidere (lo dice Colao) le cellule tumorali surriscaldandole, così potrà essere usata per sopprimere le persone indesiderate perché dissidenti o improduttive.

Non si tratta di un problema solamente europeo. Le classi dominanti storicamente usano, per mantenere il loro potere e i loro privilegi, gli strumenti che la tecnica rende via via disponibili. Oggi tali strumenti sono potentissimi e in grado di togliere alle classi dominate ogni spazio di libertà e di diritto, nonché di privacy, agendo anche dall’interno del corpo umano. Sono in grado di renderle completamente manipolabili dalla tecnocrazia. Le genti però accettano la loro introduzione e si rendono dipendenti da essi perché ne ricevono iniziali vantaggi in termini di comodità e risparmio, mentre non ne considerano gli effetti di lungo periodo.

La libertà ha un costo, che è sempre conveniente pagare perché chi non ha libertà non è proprietario non solo dei suoi beni, ma nemmeno di se stesso.

In una società molto efficiente perché informatizzata e aziendalizzata,  l’efficienza è al servizio non della popolazione generale, bensì di chi gestisce la rete informatica e gli altri strumenti di controllo, il quale usa queste risorse per controllare e gestire la popolazione a suo profitto e a detrimento di essa e delle sue libertà.

Per restare liberi bisogna perciò sostenere un prezzo in termini di minore efficienza e maggiori costi, contrastando e mettendo al bando tutte le reti e gli strumenti a ciò idonei, in tutto il Mondo.

A tale scopo viene fondato il Movimento Internazionale per la Libertà Digitale: MILDI.

Il Movimento difende e promuove:

-la libertà dalla sorveglianza, dal tracciamento, dalla schedatura,;

-la libertà dall’intercettazione di massa, dalla raccolta di massa di dati, dalla profilatura di massa, dal commercio di tali informazioni;

-la libertà dal monitoraggio biometrico e dal telericonoscimento;

-la libertà dall’inserimento nel corpo di microchip, nanobot, naomacchine;

-la libertà dai QR e dai badges per la circolazione, la vita sociale, l’accesso a servizi, l’acquisto di beni, i prelievi bancari;

-la libertà dalla dipendenza dai monopoli e dalle grandi reti di servizi, utenze, distribuzione, raccolta di dati, sia private che pubbliche;

-la libertà dalle costrizioni ad allinearsi ai governi e alla grande finanza;

-la libertà dall’imposizione della cittadinanza a punti e dal credito sociale (dittatura cinese);

-la libertà dai governi non eletti e non responsabili;

-la libertà dall’indottrinamento scolastico al pensiero unico;

-la libertà dall’essere spossessati della propria terra e della proprie radici;

-la libertà dai divieti di espressione delle proprie idee ed identità;

-la libertà dall’imposizione della moneta elettronica con abolizione  di quella fisica;

-la libertà dalle manipolazioni del proprio DNA e della propria fisiologia;

-la libertà dalle sperimentazioni forzate od occulte in campo biologico e medico.

Il Movimento opera per il riconoscimento delle suddette libertà come diritti dell’Umanità e per la punizione della loro lesione come crimini contro l’Umanità secondo l’art. 7 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

13 Febbraio 2022

Marco Della Luna

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CARTABIA, BRUTTA RIFORMA

CARTABIA, BRUTTA RIFORMA

Da decenni si lamenta che in Italia non pochi giudici emettono sentenze di parte vuoi per corruzione, vuoi per affarismo in proprio, vuoi per affiliazione massonica o politica, vuoi per faziosità ideologica.

La recentissima riforma Cartabia del processo civile, celebrata come velocizzatrice dei processi, nella realtà, seguendo la mala linea della precedente riforma,  facilita tutti questi abusi ed ostacola la difesa contro di essi, per le seguenti ragioni.

1)La riforma Cartabia stabilisce che tutti i processi civili, tranne alcuni ristrettissimi casi, siano trattati e decisi, in primo grado, da un giudice singolo, che potrà procedere “come riterrà opportuno”, cioè libero da tutte le regole di garanzia e trasparenza dell’attuale processo civile. Potrà motivare la sentenza molto succintamente.

2)La possibilità di ricorrere in appello e in cassazione contro le sentenze di primo grado viene ristretta e ostacolata, cioè si comprime il diritto di accedere alla giustizia.

3)Chi impugna le sentenza, se perde, viene sostanzialmente punito con multe salate, che si aggiungono alle tasse per l’impugnazione, alle spese legali proprie, al rimborso delle spese del vincitore, al risarcimento per  aver osato impugnare: una incostituzionale intimidazione a subire il torto.

In questo modo i cattivi giudici possono, molto più tranquillamente di prima, usare i loro poteri per prendere mazzette, aiutare gli amici, colpire i nemici. Essi sono i veri beneficiari della riforma Cartabia – riforma che voglio credere sia stata frutto di alto idealismo  e scarsa conoscenza di come vanno le cose fuori dal Mulino Bianco.

Per velocizzaare i processi bisognava invece togliere i magistrati dagli incarichi non giudiziari (ministeri, arbitrati) e adibirli a quelli giudiziari; mentre, per combattere la mala giustizia, bisogna consentire pienamente i due gradi di impugnazione delle sentenza, previsti dalla Costituzione, in modo che il giudice di primo grado, se malintenzionato, sappia che il suo operato sarà controllato da altri giudici, e che chi vorrebbe comperare da lui la sentenza sappia che questa potrà essere sgamata e corretta in appello o cassazione, e che quindi rischia di pagare e poi perdere il suo illecito acquisto.

08.01.21

Marco Della Luna

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INTERPRETARE LE MOSSE DEL DRAGO

INTERPRETARE LE MOSSE DEL DRAGO

Le più rilevanti tra le decisioni assunte dal governo, attuale e dal precedente per la gestione della pandemia risultano singolarmente difficili da interpretare. Esse sono così elencabili:

Ritardare di oltre 40 giorni, dalle prime segnalazioni ufficiali di epidemia in arrivo, le misure per proteggere il Paese dalla sua penetrazione, lanciando falsi annunci negazionisti.

Bloccare poi solo gli arrivi diretti dalla Cina, lasciando aperti quelli indiretti; di conseguenza, il contagio è arrivato in Italia molto presto, prima che nel resto d’Europa (l’Italia nel 2014 fu scelta da Obama e Renzi come paese capofila della vaccinazione di massa).

Adottare come test epidemiologico il PCR, che non è idoneo a questi fini ma solo per indagini di laboratorio, per giunta applicandolo con 35-45 cicli di moltiplicazione, mentre esso, persino ai fini di laboratorio, perde ogni validità oltre i 24 cicli; in tal modo sono stati gonfiati e vengono tuttora gonfiati, i dati dei ‘positivi’.

Non istituire subito, come consigliato dal comitato tecnico-scientifico, una barriera di contenimento intorno ai focolai della bergamasca; di conseguenza il contagio è dilagato; pende per questo un procedimento penale.

Prescrivere un protocollo controproducente, a base di 72 ore di vigile attesa e di tachipirina, che favorisce il processo citochinico – mantenendo il protocollo sino ad oggi, nonostante le conclamate evidenze che esso uccide e nonostante una risoluzione parlamentare che prescriveva di rivederlo.

Proibire le autopsie, che avrebbero consentito di capire come agisce la malattia e come curarla – scelta che, unita alla precedente, ha causato decine di migliaia di morti.

Ostacolare le cure efficaci di poco costo: ivermectina, idrossiclorochina, plasma iperimmune (De Donno) in favore dei costosi vaccini – altra scelta che ha cagionato decine di migliaia di morti.

Affidarsi unicamente ai vaccini, ostacolando le terapie domiciliari precoci.

Vaccinare a tappeto durante la pandemia, pur sapendo che i virus a RNA non possono essere debellati con la vaccinazione generale, perché reagiscono producendo nuove forme o varianti, che ‘bucano’ i vaccini, rendendo così necessari nuovi vaccini.

Annunciare falsamente che i vaccini avrebbero prodotto l’immunità di gregge (dapprima con il 70% di vaccinati, poi con l’80, poi con l’85, poi col 90, poi col 95…), mentre era notorio che i virus a RNA non possono essere debellati coi vaccini, perché mutano, producendo varianti adattative e più nocive, soprattutto se si fa una campagna vaccinale durante l’epidemia.

Mentire alla popolazione dichiarando che il vaccino renderebbe immuni e sicuri di non avere conseguenze gravi, mentre i vaccinati sono soggetti a infettare, infettarsi, ammalarsi gravemente e morire.

Mentire alla popolazione dichiarando che l’immunità sarebbe stata raggiunta permanentemente con due dosi.

Adottare il green pass come soluzione pseudo-liberatoria, cioè mandando in giro liberamente i vaccinati, che sono soggetti a contagiare e a contagiarsi, e così contribuendo nello scorso autunno a produrre una forte diffusione del contagio.

Vietare ai sanitari, sotto minaccia di radiazione, di diffondere informazioni non favorevoli ai vaccini.

Dare (non si sa da quale livello) direttive di celare i casi di vaccinati gravemente sintomatici, o morti, vuoi per il vaccino, vuoi per il Covid.

Far registrare come non vaccinati i vaccinati positivi ricoverati in ospedale.

Queste scelte del governo appaiono incomprensibili, contraddittorie, demenziali, controproducenti se si cerca di interpretarle come dirette al fine di tutelare la salute pubblica. Risultano per contro coerenti, lineari e chiarissime se le si interpreta come volte allo scopo di:

– arricchire le case farmaceutiche (note per essere corruttrici professionali della politica) rendendo la popolazione vaccino-dipendente, in modo che ogni 3-4 mesi ci si debba rivaccinare per le nuove varianti indotte dalla campagna vaccinale (business infinito, il mercato non si satura mai);

-arricchirle anche facendo risparmiare loro i costi della sperimentazione;

-far chiudere lavoratori autonomi, piccole imprese, le imprese turistiche nazionali, per farle sostituire dalle multinazionali che esprimono Draghi e Colao e altri;

-stabilizzare lo stato di emergenza e distorcere la Costituzione in senso autocratico e autoritario, aiutandosi con la campagna di terrorismo mediatico-istituzionale;

-abituare la popolazione ignava, col green pass (gestito dal fisco), al metodo di controllo del cittadino mediante un badge, con cui lo si sorveglia e gli si consente o impedisce di fruire di servizi e libertà in funzione della sua obbedienza al regime, sul modello cinese;

(-e l’ossido di grafene e quelle strane strutture, visibili al microscopio nei vaccini, che sembrano nanochips, non saranno esse lo scopo principale della vaccinazione forzata? quali strumenti la tecnica offre al potere, da immettere nella popolazione attraverso i farmaci)

Ciò è possibile, anzi naturale che avvenga, nel sistema di potere politico attuale, in cui la politica pubblica non esiste più, poiché:

–  i governi sono divenuti delegazioni esecutrici delle direttive e degli interessi del capitale finanziario globale, che dirige le politiche degli Stati grazie al fatto che questi dipendono da esso per il rating e per il collocamento del debito pubblico (governi market friendly) (il medesimo gruppo finanziario controlla il laboratorio di Wuhan dove è stato fatto il potenziamento funzionale virus, l’industria che produce i vaccini e il rating dei debiti pubblici, cioè la loro collocabilità e i loro rendimenti);

– i parlamenti sono mercati dove i finti rappresentati del popolo vendono il loro voto al miglior offerente (in questo caso, il paymaster distribuisce e lottizza i soldi del Pnrr);

. le magistrature si devono allineare, per convenienza o per timore, e fornire copertura di legittimità a quanto sopra;

– i capi di Stato garantiscono che tutto questo sistema funzioni regolarmente e che non si affermino tendenze populiste o sovraniste o nazionaliste, disturbanti per il capitale globalista.

Anche vaccinare bambini di pochi mesi, che non hanno ancora un sistema immunitario sviluppato, come vuole la Legge Lorenzin sui vaccini pediatrici, sembrerebbe del tutto insensato, ma non è così: se li vaccini a pochi mesi, gli effetti avversi non si notano quasi mai, così le malattie croniche desiderate per la farmacodipendenza si instaurano senza che si capisca la loro causa, e in tal modo crescono generazioni di consumatori obbligati di farmaci, e crescono le quotazioni in borsa delle case farmaceutiche. E si avvia a soluzione il problema demografico.

Non vi è motivo di stupirsi se un regime sacrifica i suoi sudditi al proprio potere e profitto, perché è ciò che, con le guerre, le classi dominanti hanno sempre fatto alle classi dominate, fino alle guerre più recenti per il controllo del petrolio irakeno e dell’oppio afghano.

  Quanto vale, nel mondo reale, il proverbio ‘il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi’? Lo vedremo presto, perché si sta formando un esercito  di scontenti: quelli che hanno scoperto che il governo li ha indotti a vaccinarsi con l’inganno di false promesse: scoprono che possono ammalarsi, che possono contagiare, che non possono tornare alla vita libera e  normale, che devono fare i tamponi e che, per giunta, che devono continuare a vaccinarsi e che vi sono molti effetti avversi, con rischio rinnovato ad ogni inoculazione, e magari che le dosi di controllo, cioè i placebo, vengono iniettate ai capi politici e burocratici, che non hanno mai effetti avversi. Si metterà in moto, questo esercito, contro il potere? Forse lo farà qualora gli effetti avversi si producano massicciamente anche nei bambini, come non pochi medici si aspettano, e i genitori  se li troveranno invalidi o morti tra le braccia.

23.12.21 Marco Della Luna

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RIFORMATTAZIONE MENTALE TOTALITARIA

RIFORMATTAZIONE  MENTALE TOTALITARIA

Le condizioni per la spontaneità, la pluralità, la libertà culturale di ricerca, critica, confronto, comunicazione, iniziativa economica, sono state storicamente anche le condizioni per i grandi avanzamenti della civiltà, per la creatività. Tali condizioni d’altro canto rendono più difficile il controllo sociale dall’alto, che invece è facilitato dalla educazione a un pensiero unico, allineato con gli obiettivi delle classi dominanti, da una vulgata ufficiale della realtà, e dall’organizzazione poliziesca, sorvegliante, dello Stato, a cui niente sfugge – vedi 1984 di Orwell.

Un tale controllo tende a comprimere infatti gli imprevisti anche culturali e politici, il rischio che la gente analizzi e critichi il regime, i suoi fini e il suo story telling; e ovviamente anche il rischio di possibili resistenze o reazioni oppositive, dissenzienti, dal basso o da ambienti intellettuali.

Il controllo sociale, in modo attivo, iniziando dalla scuola elementare, e continuando con l’entertainment e l’informazione, è usato dai regimi totalitari e para-totalitari (come il capitalismo) per produrre ‘l’uomo nuovo’, avente i caratteri desiderati, ideologicamente, comportamentalmente e moralmente: tutti programmati e modellati con lo stampino per produrre il tipo di società desiderato. Tutti plasmati per gli obiettivi del regime, tutti col paraocchi. Con massima soppressione della spontaneità, della libertà, del pensiero divergente, creativo, ironico, quindi incontrollabile.

Tutti i regimi totalitari hanno cercato, con propagande martellanti soprattutto nella scuola, di formare una mentalità corrispondente e polarizzata su dogmi, fini, valori, nemici, condivisi e uniformi, senza spazio per visioni alternative: l’uomo nuovo marxista, fascista, nazista, maoista, islamista, xijinpinista, europeista. E ora soprattutto è l’uomo della società che viene aziendalizzata al dichiarato fine di renderla efficiente. Le concezioni problematizzanti e divergenti sui temi strutturali e di fondo sono criminalizzate, psichiatrizzate, oscurate, punite. Insegnanti, accademici, giornalisti che le esprimono sono gradualmente marginalizzati, isolati, esclusi Solo la verità di regime e i suoi valori possono accedere alla visibilità. Tutti imparano ad auto-censurarsi per non essere isolati o per non essere bannato dai social media. L’autocensura diventa un habitus mentale di lotta allo psico-crimine.

 Per imporre il pensiero unico, la realtà unica, l’élite si è spesso servita delle emergenze finanziarie e monetarie che essa stessa crea con le sue pratiche di profitto, e delle ondate di paura e delle richieste di ‘salvezza’ che esse suscitano. Ha così recentemente imposto, come spiegazione praticamente incontestabile e unico dominatore della comunicazione per il grande pubblico nonché per l’insegnamento, un modello economico-finanziario monetarista mendace che da un lato le ha consentito e consente la depredazione economica della società generale con la concentrazione del reddito in una ristretta cerchia, e che, dall’altro lato, è strumentale ai suoi fini politici. Lo sta usando per giustificare l’abolizione della privacy economica, il tracciamento universale, ora anche l’abolizione del contante in modo che tutti i denari delle persone e delle imprese siano su conti correnti elettronici dove possono essere bloccati o prelevati senza pratica possibilità di resistenza da parte correntisti.

La comunità finanziaria globale ha così configurato lo Stato estrattivo, che sostanzialmente toglie sistematicamente denari e diritti alle classi produttive per trasferirli ai grandi capitali privati. E non può fare diversamente perché dipende dalla predetta grande finanza per collocare il suo debito pubblico, cioè per finanziarsi.

Una notevole progressione qualitativa nella trasformazione dell’apparato statale è in corso grazie all’emergenza sanitaria, con cui le classi dominanti acquisiscono il potere di chiudere ed aprire gli spazi di vita delle persone e di entrare, col ricatto lavorativo, nel loro sistema biologico immettendo molecole incontrollabili e dagli effetti di lungo termine del tutto ignoti, o segreti.

Tutto questo viene legittimato col dire che dobbiamo affrontare crisi globali, monetarie, terroristiche, climatiche, sanitarie e che esiste un unico modo scientifico per affrontarle e che dunque chi non approva e non riconosce come valido questo modo è un soggetto irrazionale, anti-scientifico, pericoloso per la società, potenzialmente da isolare e neutralizzare. Questa suggestione viene impressa nella mente del popolo attraverso principalmente la televisione, con l’aiuto di stati emotivi indotti ad arte, stati di paura, di speranza, di sospetto. In generale il principio è che per affrontare e gestire alla meglio ogni tipo di crisi, la società deve diventare un’azienda, perché l’azienda è il sistema organizzativo più efficiente in assoluto nel gestire le crisi (soprattutto quelle che essa stessa genera!) e in essa tutto è sotto il monitor dei gestori.

Ovviamente si omette di dire che l’azienda è il sistema più efficiente, sì, ma per l’interesse dei suoi proprietari-gestori, non per l’interesse dei lavoratori e della popolazione generale e dell’ambiente. Aziendalizzare la società significa dare l’egemonia, anzi l’esclusiva, innanzitutto in campo culturale, scientifico e accademico, all’ideologia utile ai dominatori della società. Demenziale è sostenere che il parlamento rappresenti il popolo e lo garantisca nelle sua libertà e nei suoi diritti: tutti vediamo che i parlamentari sono mestieranti politici, mercenari che cercano di far soldi ed essere rieletti e a questo fine votano per chi più li paga e garantisce, come vistosamente sta avvenendo col governo Draghi, dove stanno accozzati insieme, cani e gatti, per partecipare alla lottizzazione dei 200 miliardi del Pnrr. Rappresentare il popolo non li riguarda. Passata l’elezione, gabbato l’elettore.

 I tratti generali del nuovo modello culturale, cioè dei filtri e i lacci mentali che vengono impiantati con l’entertainment, la scuola e la propaganda, sono i seguenti:

-Irenismo (dal Greco ‘eirène’, pace), ossia negazione della conflittualità sociale, etnica, religiosa, internazionale, e in generale del conflitto degli interessi oggettivi. Esso impedisce di capire che la politica è essenzialmente conflitto di interessi, conflitto di classe, conflitto tra paesi, e che essi sono decisi dai rapporti di forza. Nella rappresentazione per il popolo, non vi sono, ad esempio nell’Unione Europea, contrasti oggettivi di interesse tra i vari paesi, né vi sono lotte per la reciproca sopraffazione, per imporre politiche comunitarie favorevoli ai paesi dominanti a spese dei paesi dominati. La società nazionale e internazionale, nella visione irenistica, è non violenta, corretta, collaborativa.

-Trasparenza della politica, cioè negazione del fatto che la politica, come Niccolò Machiavelli spiegò circa cinque secoli fa, è essenzialmente complotto, che si serve sistematicamente,m per sua natura, di inganno, menzogna, ricatto, corruzione, omicidio, segretezza, etc. La delegittimazione delle posizioni scettiche con l’etichetta di complottismo, dunque, è un’assurdità funzionale a impedire che la politica venga analizzata pubblicamente.

-Abolizione della storia: l’insegnamento della storia è sempre più diluito, ristretto e sabotato nelle scuole, perché esso fa percepire concretamente a) il fatto che sono esistiti diversi insiemi di valori, diverse concezioni politiche, diversi assetti socioeconomici, e che questi si sono succeduti attraverso i conflitti; b) che vi sono alternative possibili all’ordine esistente; c) inoltre fa percepire le radici multisecolari o millenarie delle diversità sociali e culturali tra i popoli, mentre il mondialismo pretende che tutte le persone siano considerate  e trattate, sotto pena di essere altrimenti tacciati di fascismo, come tra loro equivalenti e intercambiabili, quale che sia il loro retroterra storico. Questo si manifesta nella cosiddetta rivoluzione Woke e Cancel Culture.

-Appiattimento sul presente e niente progettualità: l’immersione per decenni in un clima permanente di incertezza e insicurezza non solo economiche fa sì che la gente rinunci alla progettualità, ai programmi di medio e lungo termine, compresi quelli di procreare, e viva alla giornata, appiattita su un amorfo presente, similmente agli animali: avremo una democrazia di animaletti indebitati e malaticci. E’ stata assimilata dalla popolazione generale la perdita di libertà e di diritti di partecipazione di controllo all’esercizio del potere, i diritti economici.

-I diritti e le libertà non sono intrinseci all’uomo, bensì sono dati, tolti, ristretti dal governo, secondo le sue contingenti valutazioni (green pass).

-Pensiero unico politically correct: contiene il divieto di descrivere realisticamente e liberamente la realtà e costringe a non chiamare il bluff dello story telling mainstream, soprattutto nei suoi tratti qui esposti; porta a una limitazione della possibilità dialettica, didattica e politica. Idee, dati, interpretazioni, proposte fuori dall’alveo del pensiero unico sono automaticamente trattati come estremisti, quindi illegittimi, e i loro portatori sono stigmatizzati e isolati.

-Villaggio globale: il mondo è per sua natura e inevitabilmente, ormai, unificato in un’unica polis globale; non è possibile impedire i flussi migratori.

-Gender: la vera libertà richiede il riconoscimento che non vi sono vincoli o caratteri biologici, obiettivi; l’opzionabilità delle caratteristiche fisiche, l’affrancamento dai dati biologici, la piena negabilità sociale e legale di questi. Il nemico della libertà, dell’uomo, dei suoi diritti, è chiunque neghi questa opzionabilità, sia sul piano biologico che su quello psicologico.

-A ciò si allacciano il doppiopesismo e bipensiero: la violenza verbale e fisica da parte di coloro che portano avanti il nuovo modello sociale è legittimata come lotta contro il fascismo è il razzismo, mentre ogni atteggiamento critico viene qualificato come fascista è razzista o perlomeno ambiguo ed esposto alla persecuzione, all’isolamento sociale, culturale, politico, mediatico.

-Per contro, l’uomo non ha più diritti di sicurezza economica e di partecipazione politica. Ciò aiuta a far accettare come nonviolenza l’uso di una violenza radicale da parte dello Stato e della finanza attraverso leggi e misure economiche, ed educa a sentire come invece violenza ogni denuncia dell’uso del potere politico e istituzionale come violento e antisociale e incostituzionale.

Il probabile obiettivo generale di questa strategia di riformattazione è di fare accettare la sostituzione dell’attuale economia dei consumi ad alto impatto ambientale (veicoli, carburanti)  spinti dall’edonismo e dall’ambizione, con una economia a basso impatto, sostenibile, in cui il PIL sia sostenuto dal consumismo di farmaci spinto dalla paura della morte e dagli allarmi sanitari. E insieme una nuovo modello costituzionale basato sulle concessioni del potere costituito, senza garanzie e senza diritti definiti.

L’uomo nuovo della società globale aziendalizzata, o nuovo ordine mondiale, è quindi sostanzialmente e semplicemente un cretino.

05.12.21 Marco Della Luna

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BASTA ITALIA: ARRIVA LA SECONDA EDIZIONE

BASTA ITALIA!

SECESSIONE, RIVOLUZIONE O EMIGRAZIONE?

Basta Italia uscì in prima edizione nel 2008 per dimostrare l’insostenibilità del paese ‘Italia’ per irrimediabile e irrimediato e ingravescente vizio di composizione nord-sud e per il suo carattere di protettorato, la subordinazione a potenze e interessi stranieri. Esce a breve in una seconda edizione, arricchita soprattutto di un’ampia sezione di aggiornamento e approfondimento.

L’inesistenza dell’Italia come entità politica statuale è ora comprovata dal successo di consenso del governo Draghi, una delegazione del grande capitale apolide che, per eseguire le consegne ricevute, acquista il sostegno dei parlamentari e dei leaders con la lottizzazione dei soldi prestati all’Italia per il molto decantato ma poco esplicitato PNRR.

Il parlamento e le altre istituzioni rappresentano ormai chiaramente non la popolazione, ma il punto di incontro tra interessi stranieri dominanti e organismi italiani mercenari, cioè i partiti politici, e la criminalità organizzata, la quale beneficerà enormemente del fatto che il 40% del Recovery Fund sarà speso Sud, dove 70 anni di sovvenzioni per lo sviluppo hanno avuto regolarmente non solo risultati controproducenti ma pure l’effetto di ampliare la dipendenza assistenzialistica e di rafforzare economicamente e istituzionalmente le storture, mafie in testa, nonché di meridionalizzare l’apparato pubblico e la politica su tutto il territorio italiano.

A questo processo di meridionalizzazione si sovrappone da anni, oramai, quello di islamo-africanizzazione.

E’ ovvio che in un paese composto di due parti, di cui una molto meno sviluppata dall’altra, si avrà necessariamente un massiccio e costante flusso di trasferimenti dalla parte ricca a quella povera, e che pertanto, altrettanto inevitabilmente, la classe politico-burocratica si concentrerà nell’intercettare e intascare questo flusso, e sul mantenere il divario di ricchezza per impedire che esso cessi e che con esso cessi la sua principale fonte di reddito. Specializzandosi su quell’intercettazione, la classe dirigente non imparerà a gestire bene, bastandole appunto il rubare. Si è specializzata, infatti, nell’organizzazione criminale, nel costruire reti di copertura anche entro il potere giudiziario, come ben vediamo nel caso Palamara e in altri. Col 40% del Recovery Fund da spendere per il Sud, ora la mafia si lecca i baffi. Nel governo del Paese conta molto più la Ndrangheta che l’elettorato.

Frattanto, la miope imprenditoria soprattutto settentrionale chiede sempre più Draghi, cieca e indifferente al disegno e agli effetti di medio e lungo termine, che saranno anche il boomerang del prevedibile fallimento della Conversione ecologica per inidoneità e insostenibilità economica della attualmente disponibile tecnologia per le energie rinnovabili, mancando innanzitutto la possibilità di un efficace stoccaggio dell’elettricità che assicuri la necessaria costanza della disponibilità energetica – per non parlare dei costi eccessivi e dei rendimenti insufficienti dei sistemi in commercio, e anche dell’inquinamento comportato dallo smaltimento di batterie e pannelli solari. Se i ‘decisori’ fossero in buona fede, pertanto, destinerebbero gli investimenti non alla realizzazione di impianti inidonei, bensì alla ricerca per inventarne di idonei.

 Avremo quindi, nel breve termine, forti spese, forti ondate di consenso, forte aumento del PIL, forte aumento del debito, ma nessun aumento della efficacia sistemica ovvero produttività ovvero competitività, quindi a medio termine una crisi finanziaria. Draghi si prepara ad essa col la revisione del catasto, che permetterà di fronteggiarla mediante un forte incremento delle tasse, da legittimare con una nuova emergenza, non necessariamente epidemica. Questo è il senso dello Stato estrattivo – cioè dello Stato occupato e manovrato dai grandi capitali globali coi loro fiduciari, e usato per togliere ai popoli risparmi, ricchezze, libertà, diritti, autodeterminazione, partecipazione, informazione, sicurezza, dignità, salute. Il pensiero unico obbligatorio e il controllo sulle comunicazioni servono a questo. Come pure le restrizioni alla libertà di riunione, spostamento, manifestazione. E le censure di Facebook. E i tracciamenti, anche quelli legati al green pass. Sono i mattoni della costruzione di uno Stato autocratico di controllo, proiettato all’adozione del punteggio sociale (che premia l’allineamento e punisce il dissenso), come in nella democratica Repubblica Popolare Cinese, alla quale uomini dell’attuale maggioranza sono molto legati.

Il governo Draghi, in continuazione col Governo Conte, ha manovrato e dominato la narrazione, lo story telling per la maggioranza dell’opinione pubblica che si affida alla televisione per conoscere la ‘realtà’, dispensando con la propaganda e le falsificazioni sia terrore che promesse rassicuranti (andrà tutto bene, nessuno sarà lasciato indietro), mentre centinaia di migliaia di piccoli esercizi e piccole imprese chiudono o passano di mano. Dopo un anno e mezzo di queste cose la popolazione, sperimentalmente vaccinata al 80%, alla prima tornata elettorale per metà non è andata a votare (cioè è andato circa il 10% in meno delle ultime volte), mentre la maggioranza di chi ha votato ha dato sostanzialmente il consenso a chi aveva manovrato e continua a manovrare la propaganda come detto sopra, facendosi per padrone del terrore e della rassicurazione nella mente dell’opinione pubblica.

Quando la popolazione è in preda a un forte stato emotivo, soprattutto di paura, coltivato con una narrazione generale della realtà, e focalizzato sul tema ansiogeno, diventa impossibile per la opposizione, ammesso che lo voglia fare, chiamare il bluff di quella narrazione propagandistica, perché la gente, le masse hanno perso nella condizione emotiva oggi capacità di visione critica e prospettica. L’opposizione può opporsi solo su dettagli, dovendo restare entro l’alveo della raccontazione ufficiale.

Così osserviamo, nelle recenti elezioni amministrative parziali, il fallimento elettorale della Lega ma soprattutto il fallimento della possibilità di una opposizione critica, all’interno della pratica impossibilità che le istituzioni, compreso il Parlamento dei parlamentari mercenari, rappresentino minimamente gli interessi nazionali e l’elettorato. All’astensionismo elettorale ha però sicuramente contribuito la percezione, crescente e realisticamente corretta, del fatto che i problemi strutturali sono del tutto al di sopra della capacità non solo di intervento ma anche di riconoscimento e discussione da parte di qualsiasi pubblica istituzione, essendo riservati alle strategie e pianificazioni di cabine di regia a porte chiuse e che non rendono conto ad alcuno, come il direttorio della Banca Centrale Europea, dell’Eurogruppo, del Fondo Monetario Internazionale e altri non ufficializzati come il Bilderberg, la Trilateral etc. Le decisioni vengono calate dall’alto dopo essere state elaborate segretamente su dati e modelli non alla portata della popolazione generale.

Il fallimento dell’Italia è dunque all’interno del fallimento globale dello Stato come istituzione pubblica, ovvero all’interno della vittoria del nuovo modello di Stato come azienda per la gestione della popolazione da parte di una élite sovranazionale.

La posizione di subordinazione protettorale o semi-coloniale dell’Italia, e il suo essere direttamente governata da una delegazione del capitale globalista, si concreta anche nel suo essere l’unico paese occidentale in cui la gente è sottoposta al ricatto vaccinale per lavorare, al green pass, a spese della salute pubblica e dell’economia nazionale, e beneficio dei profitti e della sperimentazione farmacologica di Big Pharma. Un ricatto assistito con falsificazioni e censure e impedimenti alle cure valide da parte di uno Stato, la cui stessa natura di organo degli interessi corporate multinazionali, suggerisce di evitare qualsiasi sostanza ti voglia propinare, perché il nostro benessere non è tra i suoi interessi, avendo esso anzi chiaramente optato per coltivare una popolazione di gente malaticcia e bisognosa di sempre nuovi, costosi farmaci e vaccini. Un ricatto degradante, che sostanzia il reato di riduzione in schiavitù aggravata (punibile con fino a 30 anni di reclusione): se vuoi lavorare e mangiare, devi accettare il ruolo di animale di laboratorio nell’interesse del grande capitale, che esprime il governo e la scienza – vedi l’art. 600 CP: Chiunque … … riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa, costringendola a … …  prestazioni che ne comportino lo sfruttamento, è punito con la reclusione da otto a venti anni. La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha luogo quando la condotta è attuata mediante violenza, minaccia, inganno, abuso di autorità o approfittamento di una situazione di inferiorità fisica o psichica o di una situazione di necessità, … … . La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti di cui al primo comma sono commessi in danno di minore degli anni diciotto … … . Lo Stato italiano, in questo caso, ha ridotto i cittadini allo sfruttamento come cavie.

Ma consoliamoci: pare che gli Italiani siano solo i capofila della sostituzione su scala globale di un sistema socioeconomico basato sul consumismo voluttuario di grande spreco e impatto ambientale (automobili, case…) con uno a basso impatto ambientale, quindi sostenibile, basato sul consumismo farmaceutico e sospinto dalla sempre rinfocolata paura della morte, che assicura a Big Pharma altissimi e costanti profitti, con cui potrà generosamente remunerare politici, burocrati, esperti e pennivendoli contaballe, garanti del consenso delle masse, per quel che ancora conta.

10.10.21 Marco Della Luna

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DIFESA COSTITUZIONALE CONTRO DITTATURA SANITARIA

DIFESA COSTITUZIONALE CONTRO DITTATURA SANITARIA

Il fondo della questione giuridica sulla normazione dell’emergenza, e la chiave per smascherarla, sta nella categoria giuridica di eccesso di potere amministrativo ed eccesso di potere legislativo. Ritengo che sia quello il punto su cui battere per contrastare la costruzione della dittatura sanitaria. La normazione pandemica viola in diversi altri modi la Costituzione e i Diritti dell’Uomo come statuiti dal Trattato di Norimberga, dalla Convenzione di Oviedo, da regolamenti europei etc.; ma la violazione fondamentale, a cui tutte le altre vanno collegate per comprendere la realtà di ciò che stanno facendo, è l’eccesso di potere.

In ambito amministrativo si ha la nullità del provvedimento quando l’autorità amministrativa, cioè il potere esecutivo, emette provvedimenti al di fuori dei propri poteri, per es. che invadono la sfera degli altri due poteri, quello esecutivo o quello giudiziario; si ha invece l’eccesso di potere nei seguenti casi: a)sviamento di potere, ossia quando il provvedimento è emesso da un soggetto che ha il potere di emetterlo, ma persegue un fine improprio; falsità del presupposto; travisamento o erronea valutazione dei fatti; difetto di motivazione; illogicità; disparità di trattamento; ingiustizia manifesta; violazione di legge..

Orbene, prima con Conte e poi con Draghi abbiamo visto il governo, il potere esecutivo, con i famosi dpcm e le ordinanze, servirsi in modo sistematico di provvedimenti amministrativi, cioè del potere esecutivo, per emanare norme di carattere generale, che sono riservate al potere legislativo, e, ancora peggio, per sospendere diritti e libertà costituzionali fondamentali.

All’inverso, con la normativa sulla vaccinazione forzata, dal decreto legge 44 al Green Pass allargato, assistiamo all’eccesso di potere legislativo, cioè sistematico abuso del potere legislativo per invadere il campo del potere esecutivo, con provvedimenti legislativi che hanno carattere di provvedimenti esecutivi, cioè che si applicano direttamente ai casi singoli.

Questo tipo di abuso serve ad eludere le norme che garantiscono la correttezza, legalità e sindacabilità dei provvedimenti amministrativi, i quali possono essere presi solamente attraverso un iter che consente ai cittadini interessati di interloquire, presentare informazioni, obiezioni, richieste, proposte. Il governo Draghi, facendo leggi che invadono la sera esecutiva, e che operano come provvedimenti amministrativi, elude quindi il diritto di partecipazione dei cittadini e inoltre, poiché le leggi come tali non possono essere impugnate davanti al tribunale amministrativo, elude anche il diritto alla tutela giudiziaria, consacrato dall’articolo 24 della Costituzione, che il cittadino avrebbe se le disposizioni contenute in quei decreti leggi e in quelle leggi fossero correttamente emanate mediante atti provvedimentali amministrativi. Ossia, di fronte a un provvedimento amministrativo illegittimo per determinate ragioni, il cittadino può ottenere giustizia dal Tar, il quale valuta la conformità del provvedimento alla legge, agli scopi dichiarati, alla logica, alle regole procedurali – cosa che non è possibile quando il provvedimento è adottato direttamente mediante un DL o una legge.

 Questo tipo di eccesso di potere per sconfinamento è stato riconosciuto come incostituzionale dalla consulta, la quale ha stabilito che, contro tali eccessi, è necessario che i giudici a cui i cittadini sottopongono le eccezioni di incostituzionalità verso tali leggi, abbiano un ampio diritto al sindacato di costituzionalità da parte della consulta stessa.

Ma il concetto di eccesso di potere legislativo si estende ad altre figure, nella giurisprudenza della Corte Costituzionale. Ricorre infatti anche quando il potere legislativo

-persegue un fine illegittimo;

-o contrario a quello dichiarato;

-o serve interessi impropri;

-o è esercitato formulando disposizioni illogiche, incomprensibili, contraddittorie, manifestamente inidonee.

Tali vizi ricorrono in tutta la legislazione pandemica, in particolare del decreto-legge 44 e del Green Pass.

Tali vizi sussistono tutti, macroscopicamente.

L’azione del governo e della politica ha perseguito e sta perseguendo evidentemente due fini strategici:

1-vaccinare quante più persone possibili, cioè dare a Big Pharma il massimo dei profitti e il massimo dei dati sperimentali, senza riguardo per la effettiva necessità, l’efficacia e la dannosità e i risarcimenti, stimolando forse con la vaccinazione di massa il sorgere di nuove varianti che producano bisogno di sempre nuovi vaccini a profitto di Big Pharma; e infine sostenendo questa campagna con la propaganda, la censura e le sovvenzioni ai medici e ai mass media collaborazionisti;

2-sovvertire la Costituzione instaurando un potere autocratico libero da ogni vincolo di legalità e divisione dei poteri, dove il governo usa liberamente provvedimenti amministrativi per togliere diritti costituzionali, provvedimenti legislativi per eludere le garanzie e la sindacabilità dell’atto amministrativo: il piano della P2, di Licio Gelli, se ricordate, compresa la repressione del dissenso, e la sottoposizione della vita delle persone al potere corporate: se per lavorare, socializzare, studiare, viaggiare etc. dobbiamo tutti vaccinarci o tamponarci, siamo sudditi dei produttori di vaccini e tamponi – che poi sono controllati dagli stessi soggetti che detengono gran parte del debito pubblico italiano e gli danno il rating, e decidono la politica dello Stato.

Tale piano era già delineato allorché, nel settembre 2014, Renzi e il Partito Democratico, nell’incontro alla Casa Bianca, consegnarono l’Italia a Big Pharma come capocavia della vaccinazione forzata di massa, ossia la resero capofila della sperimentazione del dominio della popolazione con mezzi biologici. Poco dopo mandarono al Quirinale Sergio Mattarella. Due anni dopo arrivò in Italia, unico caso al mondo, la vaccinazione obbligatoria con 10 vaccini di tutti i bambini cominciando a un’età in cui neanche si è strutturato il sistema immunitario. Nel 2021, unico caso al mondo, Green Pass e obbligo vaccinale. Ecco perché Draghi impone sempre più energicamente la vaccinazione, mentre gli altri governi vanno in senso opposto: vi erano accordi internazionali. Era tutto programmato. La salute pubblica non c’entra un fico secco coi vaccini e col Green Pass. Sperimentano tecniche di controllo sociale, di bio-potere. E tengono segreta buona parte di ciò che iniettano e soprattutto dei suoi effetti.

E siccome era tutto programmato a questi fini illeciti ed eversivi, siccome tutta la legislazione pandemica persegue chiaramente questi due illeciti fini e non la salute pubblica, allora è tutta affetta da eccesso di potere e da incostituzionalità.

Non è difficile dimostrare (vi è già molta letteratura al riguardo) che la normativa pandemica viola molte norme costituzionali, né che la gestione della pandemia ha calpestato la salute pubblica, né che il Green Pass non ha alcuna base scientifica e serve solo a forzare la gente a vaccinarsi per esercitare diritti fondamentali, e che anche la vaccinazione dei bambini è priva di senso ai fini della salute, quindi serve solo ad arricchire Big Pharma e a rispettare gli impegni assunti dal governo Renzi a spese degli italiani.

Forse un giorno non lontano si potrà anche dimostrare che la cricca politica, al fine di attentare alla Costituzione, abbia usato la violenza, consistente nel terrorismo basato su dati e tamponi falsi, sul ricatto vaccinale, sull’abuso della forza pubblica In tal caso si configurerà il reato di attentato alla Costituzione (art. 283 CP). Forse si arriverà a dimostrare che la medesima cricca abbia favorito il diffondersi del contagio omettendo o ritardando misure di contenimento, nel qual caso ricorrerebbe il reato di epidemia dolosa (art. 483 CP). Forse risulterà persino che il protocollo di vigile attesa e tachipirina, responsabile di gran parte dei decessi per Covid, sia stato studiato proprio per fare una strage continua (art. 422 CP), che alimenti il terrore popolare e il consenso intorno ai provvedimenti anti-costituzionali e alla campagna vaccinale, e che al medesimo fine siano state scoraggiate farmaci poco costosi e cure efficaci, soprattutto domiciliari.

Vediamo infine in dettaglio alcuni elementi di incostituzionalità per eccesso di potere specifici del DL 44/2021.

Sussiste l’incompatibilità con l’art. 3 Cost. dell’intero DL 44/2021 e legge di conversione, perché essi ledono il principio di ragionevolezza e incontraddittorietà, laddove prescrivono la vaccinazione contro il virus Sars-Cov-2, mentre non vi erano e non vi sono vaccini autorizzati contro tale virus, ma solo contro la malattia Covid 19; e altresì perché strutturalmente e sistematicamente equivoca parlando ora di obbligo, ora di requisito (due categorie giuridiche reciprocamente escludentisi), e contemporaneamente esige il rilascio di una dichiarazione di consenso informato, la quale non può sussistere, dato che si ignorano gli effetti di lungo e medio termini, non essendo tali termini ancora decorsi, ovviamente.

Ricorre un’ulteriore profilo di incostituzionalità nella violazione della divisione dei poteri dello Stato. Una legge del tipo di quella in questione, avendo carattere provvedimentale, siccome si applica direttamente alle persone senza mediazione del potere esecutivo, e avendo le caratteristiche della personalità riguardo ai destinatari, la concretezza riguardo al contenuto e gli effetti eccezionali, in passato, costituisce uno sconfinamento del legislatore nell’ambito dell’esecutivo. La Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi in numerose casistiche, ha escluso tale inammissibilità, ma ha affermato che spetta a essa Corte uno stretto controllo di costituzionalità del rispetto del principio di ragionevolezza:“il diritto di difesa del cittadino non viene annullato, ma si connota secondo il regime tipico dell’atto legislativo adottato, trasferendosi dall’ambito della giustizia amministrativa a quello proprio della giustizia costituzionale; tuttavia, il sindacato di costituzionalità sotto il profilo della non arbitrarietà e ragionevolezza delle scelte deve essere tanto più rigoroso quanto più marcata è la natura provvedimentale dell’atto legislativo sottoposto a controllo.” Corte Costituzionale n.116/2020; Consiglio di Stato – IV sez. – sentenza n. 2409 del 22-05-2021.

Rispetto al DL 44 e alle norme sul Green Pass,  l’illegittimità costituzionale dell’art. 34 bis ricorre  per violazione degli artt. 117 primo e terzo comma e 120 della Costituzione, derivante dalla riconducibilità della materia in esame alla tutela della salute, con conseguente limitazione della funzione legislativa ordinaria alla sola fissazione dei principi fondamentali. 

Nella suddetta sentenza, la Corte Costituzionale ha anzitutto rilevato che gli artt.  6 e 7 Cedu sono invocabili come norme interposte, la cui osservanza è richiesta dall’art. 117 comma 1 della Costituzione.

L’iter argomentativo che ha condotto il giudice delle leggi, in quella sentenza, a ritenere fondata la questione di legittimità costituzionale, ruota attorno alla valorizzazione del ruolo del procedimento amministrativo “nell’amministrazione partecipativa disegnata dalla legge 7 agosto 1990 n.241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”).

Osserva la Corte (i) che il procedimento amministrativo costituisce il luogo elettivo di composizione degli interessi, in quanto “[è] nella sede procedimentale […] che può e deve avvenire la valutazione sincronica degli interessi pubblici coinvolti e meritevoli di tutela, a confronto sia con l’interesse del soggetto privato operatore economico, sia ancora (e non da ultimo) con ulteriori interessi di cui sono titolari singoli cittadini e comunità, e che trovano nei princìpi costituzionali la loro previsione e tutela”; (ii) e che la modalità dell’azione amministrativa deve poter emergere “a livello giuridico-formale, quale limite intrinseco alla scelta legislativa…”. 

Sulla scorta di simili premesse, si legge nella sentenza che se la materia “per la stessa conformazione che il legislatore le ha dato” presenta i tratti della materia amministrativa, allora ne consegue l’applicazione delle garanzie tipiche del procedimento amministrativo. 

In applicazione di tale ultimo criterio ermeneutico, rileviamo che l’oggetto delle leggi-provvedimento vacciniste ha le caratteristiche della materia amministrativa e che la complessità delle scelte e degli interessi in gioco (legati alla tutela della salute) e le ricadute su tutte le strutture sanitarie regionali, avrebbero postulato una istruttoria amministrativa approfondita, fisiologicamente non appartenente all’iter di formazione delle leggi.

La qualificazione della materia come tipicamente amministrativa ha inoltre una specifica proiezione sulla fase successiva, quella del vaglio giurisdizionale, nel senso che sarebbe destinata a produrre un contenzioso specifico centrato sul rispetto delle regole del procedimento, quali il difetto di partecipazione degli interessati, che non si potrebbe addebitare all’atto legislativo in quanto elemento estraneo al relativo procedimento; e ciò è palese nella fattispecie con riferimento all’individuazione delle mansioni e delle attività professionali che “necessariamente” comportano il rischio di contagio, con la conseguenza che la disposizione di legge è, in questa parte, oggettivamente indeterminata e indeterminabile, quindi irragionevole e incompatibile con l’art. 3 Cost. 

Orbene, l’art. 4, come tutto il DL 44/2021 e la legge di conversione 76/2021, riveste, e in misura molto più marcata, estesa e penetrante, fino ad incidere nella libertà biologica delle persone e nel loro diritto al lavoro, quei medesimi caratteri, sopra individuati dalla Consulta, che hanno indotto la medesima a dichiarare incostituzionale la norma là contestata. Ancor più ciò vale per la normativa che impone il green pass.

Nel formulare queste eccezioni di incostituzionalità bisogna assicurarsi che il magistrato accetti la realtà, ossia che è diffusa la pratica del lobbying (gruppi di interesse pagano i politici per ottenere provvedimenti legislativi e amministrativi di favore), che i governi portano avanti interessi di parte (non necessariamente quelli collettivi o nazionali),  che dipendono più dal grande capitale apolide che dai cittadini, e che i parlamentari rappresentano innanzitutto chi li sponsorizza e non chi li ha votati, quindi la legittimazione parlamentare è soltanto teorica.

19.09.21 Marco Della Luna

19.09.21 Avv. Marco Della Luna

P.S. Per una lettura più amena e distensiva, vi offro oggi un brillante pezzo del prof. Massimiliano Bonavoglia, docente di Filosofia del Diritto e di Geopolitica.

Il Dogma Draconiano dell’infallibilità

Nel luglio scorso il presidente del consiglio Mario Draghi [noto banchiere di Goldman Sachs ed ex-governatore dalla BCE che non si è mai presentato ad una competizione elettorale, quindi privo di voto democratico, ma voluto dall’alto del mondo finanziario] pronuncia le seguenti parole:

L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore” (https://www.fortuneita.com/2021/07/22/draghi-stoppa-lambiguita-no-vax-di-salvini-chi-non-si-vaccina-muore/).

Con chi ce l’ha? Parrebbe con colui che solleva dubbi sulla vaccinazione contro il nuovo virus, o invita alla prudenza. In modo particolare se si tratta di un operatore sanitario insomma chi applica il principio di precauzione, elemento fondamentale per la sanità dei Paesi democratici. Dopo la Seconda Guerra si è fissata come assiomatica (Primum Non Nocere) l’adesione preventiva alla prudenza nella sperimentazione su esseri umani di prodotti chimici e farmaceutici, a fronte di quanto accaduto in precedenza con le terribili iniezioni dei nazisti [ma non solo, anche gli Stati Uniti ne praticavano] senza consenso su prigionieri, internati, disertori e altre categorie.

Draghi parla di “appello a non vaccinarsi…”, quindi chi dice che colui che è guarito dal Covid (pare tantissimi) e ha la memoria del virus rinvenibile nel test sui linfociti T, è da considerarsi immune e non bisognoso di inoculazione, commetterebbe questo odioso crimine condannato dall’editto di Draghi, perché indurrebbe al suicidio o all’omicidio.

Tuttavia nessuna legge o decreto al momento prevede l’esecuzione di questi test per evitare inoculazioni inutili, pure dispendiose, e sicuramente sperimentali, quindi non esenti da rischi per la salute. Ora, anche il solo dire questo, potrebbe rientrare nella categoria condannata da Draghi, perché indurrebbe qualcuno alla non vaccinazione.

In difesa del presidente in odore di santità, si può replicare che il green pass temporaneo in vigore dal 6 di agosto, è ottenibile se si è guariti dal COVID senza inoculazione.

Per poter dire che chi non si vaccina muore o fa morire qualcun altro, al tecnico banchiere bastano i dati dell’Istituto Superiore della Sanità che riporta per il Covid 19 il tasso di “(…) letalità su casi confermati del 2,4% nella seconda fase epidemica” (https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/3f4alMwzN1Z7/content/cs-n%25C2%25B09-2021-covid-19-letalit%25C3%25A0-su-casi-confermati-%25C3%25A8-del-2-4%2525-nella-seconda-fase-epidemica#:~:text=CS%20N%C2%B09%2F2021,nella%20seconda%20fase%20epidemica%20%2D%20ISS ). Dal 2,4% di letalità consegue secondo la misteriosa elaborazione del governatore d’Italia che i non vaccinati siano potenziali suicidi, dilapidatori delle casse della sanità (terapie intensive in primis), o quantomeno degli assassini, perché contagiando fanno morire qualcun altro. Questo lievissimo allarmismo [poi i violenti sarebbero no-vax] legittima le autorità a usare il “pugno di ferro” contro i pericolosi appestati criminali, noncuranti del bene pubblico e della collettività. Le parole del premier istituiscono un primo nesso di causalità certa tra la mancata vaccinazione e la malattia, quando è arcinoto che il virus, pur molto contagioso, nella grande, grandissima maggioranza dei casi rende asintomatici o paucisintomatici, quindi lascia sani, non malati. Un secondo nesso altrettanto granitico è dichiarato da Draghi nell’aggiungere che il malato muore. Anche i virologi più catastrofisti e ipervaccinisti [non c’è unanimità su alcunché, ma in tv si sente solo una campana] riconoscono che non tutti i malati defungono, per fortuna, proprio per il basso tasso di letalità.

Osserviamo che gli annunci di Draghi non contemplano la pericolosità delle inoculazioni, come se quell’atto sanitario fosse sicuro, privo di rischi, tale che sia insensato non sottoporvisi. Quella dei danneggiati è questione al momento spinosissima, quindi non ci addentriamo, ma una riflessione che si auto-dimostra la proponiamo. Domanda per i vaccinati: Siete stati chiamati dall’ASST o chi per esso, a seguito della inoculazione per sapere come state? Vi hanno sottoposto a esami post-vaccinali di monitoraggio?  No, vero? Questo significa che almeno in Italia i dati sugli effetti collaterali a disposizione sono inattendibili. Non si fa farmacovigilanza attiva, per la verità nemmeno passiva, stando alle dichiarazioni di molti presunti danneggiati che, sopravvissuti e ancora in grado di segnalare il proprio caso, si sono sentiti categoricamente negare ogni possibile attribuzione alla puntura sperimentale e lasciati soli [!].

Altrettando si può dire per i defunti, i cui parenti si sono sentiti negare senza autopsia ogni correlazione al vaccino. C’è anche da notare che questi tragici eventi curiosamente non fanno notizia, bisogna andare a scovarli nelle notizie minori, cronache territoriali locali, mai in tv o nelle maggiori testate giornalistiche. Il morto non vaccinato va in prima pagina, il sopravvissuto al covid no-vax pentito viene intervistato in prima serata, i famigliari delle vittime o i danneggiati urlano nel deserto perché per loro non ci sono microfoni. Per un’ironia della sorte [o piuttosto della corte, quella di Big Pharma] tutti costoro insieme a coloro che non vogliono porgere il braccio alla scienza vengono chiamati negazionisti. Non i professionisti dell’informazione che volutamente omettono di dare certe notizie, non le autorità sanitarie che non fanno il loro dovere con il monitoraggio addizionale in caso di farmaci sperimentali, bensì chi per questi motivi ha qualche dubbio sull’intera faccenda e non lo tiene per sé.

Siccome l’articolo 32 della costituzione italiana dice che non si può eseguire un trattamento sanitario obbligatorio, per di più l’introduzione dell’obbligo del green pass per svolgere la propria attività lavorativa per alcune categorie (sanitari e insegnanti), o per poter accedere alle lezioni universitarie lede il diritto allo studio e il diritto al lavoro di milioni di cittadini. Qualcuno obietta che lo stesso articolo ne riconosce la praticabilità per legge, ma allora invitiamo a leggerlo per intero:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Nel secondo comma si afferma che non si possono violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana… chi si sentirebbe di dire che in violazione del monitoraggio addizionale, che si esegue per i criceti e le cavie da laboratorio appunto per testare l’efficacia e la validità di un farmaco sperimentale, l’omissione di questi atti non sia palese lesione della dignità dell’essere umano? Chi (a parte il governatore d’Italia) si sente di affermare che negare ogni correlazione senza prima esami approfonditi rispetti la dignità della persona umana? Chi è certo che sia rispettoso della dignità umana selezionare cittadini di serie A, che possono allenarsi nelle palestre, andare al cinema e al ristorante, studiare o insegnare a scuola e altri di serie B che siano esclusi? In ultimo, come si può giudicare conforme alla costituzione il conferimento di un titolo lasciapassare che dura dodici mesi e permette di entrare in un luogo chiuso, sedersi ad un tavolo, quando non si ha idea se l’efficacia del vaccino duri sei o nove mesi, e dunque si induce un eventuale vaccinato infettivo ad assumere comportamenti noncuranti e disinvolti, mentre si tiene fuori un non vaccinato che con un esame recente è più certo della sua negatività? E per di più imporre un costo per i tamponi, per molti proibitivo perché si deve ripetere ogni 48 ore, mentre gratuità per la vaccinazione, che col green pass espone maggiormente ai contagi perché il possessore di questo marchio tecnologico è erroneamente convinto di non poter contagiare nessuno? È rispettoso della dignità umana ammettere che l’introduzione del green pass non ha alcuna funzione preventiva sanitaria ma serve solo a costringere i non vaccinati a vaccinarsi? Tali costrizioni e restrizioni delle libertà individuali (Cost. art. 13) e lesione dei diritti fondamentali (studio e lavoro in primis) non sono esse stesse palesi lesioni della dignità della persona umana che la costituzione vorrebbe garantire?

In difesa del dragone italiano si potrebbe contro-obiettare che il Covid almeno al 2,4% espone a un pericolo pur letale. Tuttavia ci vuole una certa coerenza sistemica quando si condannano milioni di italiani renitenti alla inoculazione attualmente non obbligatoria. Se questo accanimento su una malattia che rimane non letale per il 97,6% deve essere accettato, allora bisogna chiedersi come mai il presidente [non eletto democraticamente, ma nominato dal presidente della Repubblica e accolto supinamente da quasi il 100% dei partiti politici e santificato da quasi il “200%” dei giornalisti che gli riconoscono il dogma della infallibilità qualsiasi cosa dica] non si curi dei morti da tabacco: “In Italia, la mortalità attribuibile al fumo di tabacco è dell’ordine del 15% dei 560mila decessi registrati ogni anno” (https://www.prevenzionetumori.eu/in-italia-la-mortalita-attribuibile-al-fumo-di-tabacco-e-del-15-decessi-registrati-ogni-anno-pari-a-70-000-morti/); o anche solo (si fa per dire) di quello del consumo di alcool: “(…) è stato responsabile del 5,5% di tutti i decessi registrati nell’UE, per un totale di quasi 300 mila persone morte”,(https://www.epicentro.iss.it/alcol/epidemiologia-monitoraggio-2020#:~:text=In%20Italia%20ogni%20giorno%20in,alcol%2C%20oltre%2017.000%20ogni%20anno).

Interessante il doppiopesismo: chi fuma compie volontariamente un atto che danneggia il proprio corpo, chi abusa di alcool altrettanto, e in entrambi i casi si arricchiscono le casse dell’erario che ci lucra in regime di monopolio, mentre chi non è vaccinato ed è fino a prova contraria sano e innocuo, lo si vuol costringere con l’introduzione del green pass a sottoporsi a un trattamento farmacologico di un siero genico ancora sperimentale. Tanto innocuo che al CTS (ovvero gli espertoni del virus che compongono il comitato tecnico scientifico) hanno preteso lo scudo penale prima di firmare qualunque protocollo, disposizione, o direttiva in merito. Una terapia genica chiamata impropriamente vaccino talmente efficace da richiedere oggi una terza dose, da ripetere annualmente perché così vanno le cose in sanità (Big Pharma S.P.A.).

Da un documento della SIP (Società Italiana di Pediatria) apprendiamo che il coronavirus “(…) è associato alla SARS nel 2003, con un tasso di letalità del 9,2% e alla MERS nel 2012 con un tasso di letalità del 34,4%” (https://sip.it/2021/01/15/influenza-e-covid-a-confronto/)”. Ripetiamo: 9,2% e 34,4%. Eppure nessuno si sognò di dare degli assassini ai sani. All’epoca di quelle epidemie non c’era il vaccino, si dirà, però non può bastare l’esistenza di un presunto antidoto a legittimare la colpevolizzazione dei sani che non vogliono sottoporsi alla sperimentazione in corso. Soprattutto basta a giustificare l’allarme sollevato presso le autorità, indotte a vedere il sano come assassino-suicida, una tipologia che negli ultimi anni si associa al terrorismo più deprecabile.

Se al posto del pezzo da novanta della finanza mondiale, ci fosse stato uno qualunque dei suoi predecessori, ci sarebbe stata qualche critica su quelle parole, invece delle esegesi diverse ma sempre ossequiose, in cui si spendono gli autorevoli commentatori all’indomani delle sue dichiarazioni?

In attesa che il giornalismo italiano (al quarantunesimo posto nel mondo  per libertà di stampa (https://www.fnsi.it/rapporto-rsf-sulla-liberta-di-stampa-lorusso-il-41-posto-dellitalia-risultato-anche-delle-riforme-mancate) [altro che G7 o G20!]  batta un colpo, solleviamo la questione, finché si può…

Massimiliano Bonavoglia  

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IL SOGNO NAZISTA ERA SOLO RINVIATO

IL SOGNO NAZISTA ERA SOLO RINVIATO

Con la disfatta del Terzo Reich nella Seconda G.M., il sogno nazista (ossia assumere il dominio non solo economico, giuridico e culturale sull’uomo, ma anche quello sulle sue funzioni biologiche e sulla sua stessa vita, un potere come quello del giardiniere sulle piante del giardino) non fu cancellato, fu solo rinviato. Rinviato, perché a quel tempo mancavano le condizioni pratiche per realizzarlo: mancavano la globalizzazione, lo svuotamento della coscienza di classe, la sostituzione degli stati nazionali come decisori politici con ‘i mercati’, la tracciabilità universale, la manipolabilità del genoma.

Hitler, probabilmente perché consapevole di una sua malattia congenita che non gli lasciava molto tempo per attuare quel sogno, tentò di realizzarlo prematuramente, lanciò la Germania in un’impresa temeraria. Ma le stesse forze liberal-capitaliste che lo avevano finanziato per la presa del potere, capivano che la sua iniziativa era inopportuna, e allora lo fermarono militarmente; poscia, nei decenni postbellici, hanno costruito le suddette necessarie pre-condizioni per realizzare il sogno nazista, lavorando soprattutto in campo economico, come spiega in profondità il mio saggio Euroschiavi. Ora invece i tempi sono maturi. Il signoraggio biologico nazista oggi si fa.

Abbiamo ultimamente assistito alla transizione da un’epoca storica di dominazione sociopolitica prevalentemente mediante strumenti economico-finanziari, appoggiati dai mass media, a un’epoca di dominazione attuata sempre più attraverso il controllo e la manipolazione elettromagnetica e bio-genetica della popolazione. Questa cruciale transizione è analizzata da Tecnoschiavi. La moneta, le banche, il signoraggio monetario, dopo aver eseguito la loro missione di consegnare il controllo delle politiche degli stati e dell’Unione Europea al capitale finanziario apolide e irresponsabile, passano oggi in secondo piano, pur restando importanti. Oggi è tempo di mettere le mani nella genetica, nel sistema immunitario delle masse. E’ tempo di risolvere il problema dell’inquinamento, della sovrappopolazione. E’ tempo di green transition. I poteri forti globalisti si prendono per legge, attraverso le istituzioni statali da essi controllate, la potestà di entrare nei corpi delle persone e di manipolarle biologicamente nascondendo che cosa iniettano e che affetti avrà su di esse. E’ il capovolgimento del principio liberale secondo cui i governati modificano il governo quando non gli va bene: ora sono i governanti ad adattare ai propri interessi le masse governate. Ecco una buona e sufficiente ragione per non lasciarsi iniettare alcun farmaco da un tale stato, ricordando che le istituzioni non sono lì per servire il popolo, ma per servirsi di esso.

Gli stati infatti non dipendono più dal consenso e dal benessere dei loro cittadini, bensì da quello delle società di rating. Non hanno più capacità politica perché dipendono rigidamente, per il loro funzionamento, cioè il finanziamento loro bilanci, dal gradimento della grande finanza e dal suo rating. Le grandi decisioni vengono prese in segreto, a porte chiuse, in isolamento tecnocratico (G5, G7, G8, G20, BCE, FED, etc.). Ingenua sarebbe una interpretazione di questa evoluzione, o una proposta di contrastarla, formulata in termini morali, di malvagità di una cricca dominante, perché la legge storica è molto semplice: le classi dominanti adoperano i mezzi di dominio che la tecnica rende via via disponibili: lance e frecce, polvere pirica, stampa, radio, televisione, informatica, ingegneria genetica, nanomacchine, etc.

Privati di spazio decisionale, ridotti a utili apportatori di consenso popolare disinformato, i politici professionisti sono sostanzialmente -lo vediamo bene in Italia con le invereconde ammucchiate a sostegno prima Monti e poi Draghi, con ciò che questi rappresentano- nient’altro che mercenari, che stanno con chi paga e mai gli possono andare contro.  Mercenari che non rappresentano coloro che li hanno votati, che anzi raccolgono i voti antisistema per poi portarli in dote al sistema in cambio di una poltrona di governo o di opposizione. Mercenari che proteggono lo story telling della plutocrazia e si muovono entro la banda di oscillazione ideologica da questa predeterminata e autorizzata, che non consente di dire cose come quelle che state leggendo qui. Idem vale per i giornalisti e gli accademici, con poche eccezioni: tutti coristi del padrone pagante, che vuole il pensiero unico e la delegittimazione della critica, del dubbio anche solo socratico. Vuole e coltiva il conformismo del pensiero, della comunicazione, del comportamento, delle reazioni emotive, delle paure. Il tutto sotto l’efficace camuffamento dell’ umanitarismo, della tutela della salute e delle libertà.

Nessuna capacità di resistenza o reazione organizzate dal basso, grazie allo svuotamento etico e politico delle menti, indotto da decenni di consumismo ed edonismo e relativismo morale. E grazie ancor più alla globalizzazione, finanziarizzazione e automazione dell’economia e della società, che hanno resi superflui i popoli: come spiegavo undici anni orsono in Oligarchia per popoli superflui, le masse (di lavoratori, di coloni, di soldati, persino di consumatori) non servono più al sistema di potere odierno, mentre serve liberare la terra dalla sovrappopolazione inquinante e insostenibile, dagli useless eaters – come li chiama Jaques Attali. O i troppi vecchi che minacciano la vita dei giovani, come amabilmente ci faceva presente Christine Lagarde, poi prescelta a degna presidente della BCE. Cosa che, scrivevo in quel libro, si farà anche con false pandemie decretate dall’OMS per imporre, anche con misure di discriminazione amministrativa, vaccinazioni di massa con sostanze tossiche e sterilizzanti.

Per arrivare a tanto, però, lo snodo indispensabile è stato l’uso della menzogna economico-monetaria e l’occultamento del signoraggio monetario mediante sistematici falsi contabili, finalizzati a produrre consenso popolare a strategie politiche che lucidamente preparavano la distruzione dei popoli, come Euroschiavi ha messo in luce, sin dalla sua prima edizione, segnalando al contempo i punti deboli della tecnocrazia finanziaria, le sue lacune da cui traspare una ragionevole speranza che crolli prima di far crollare la civiltà.

10.09.21 Marco Della Luna

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BIG PHARMA E GOVERNO FANTOCCIO

BIG PHARMA E GOVERNO FANTOCCIO

Sono entrato in possesso di un documento riservato consistente in una lettera circolare che l’Ordine degli Infermieri di Brescia ha inviato a 27 indirizzi di vari enti territoriali per segnalare i nomi di 63 sanitari che non si sono sottoposti al cosiddetto vaccino. Non è una procedura molto rispettosa della privacy,  ma è sicuramente una forte pressione psicologica e ritorsione economica contro chi rifiuta il ruolo di cavia in questa terza fase di sperimentazione, ruolo assegnatogli dalle multinazionali attraverso il cosiddetto governo Draghi. Multinazionali che sono controllate dal medesimo capitale finanziario che controlla i fondi di investimento Vanguard, Blackrock, State Street, detentori buona parte del debito pubblico italiano e che quindi possono tirare i fili della politica con la minaccia di metterlo massicciamente in vendita, come già fatto per il golpe del 2011. Capitali al cui servizio Draghi ha lavorato tutta la vita, sempre sacrificando il bene della società al profitto di pochissimi, dei quali oggi, da premier, garantisce gli interessi, come sempre.

 Al contempo da molti sanitari di diverse città arrivano a me e a colleghi con cui collaboro continue segnalazioni di vaccinati che affollano con trombosi, miocarditi, pericarditi, i pronti soccorsi, le terapie Intensive, le neurologie e le cardiologie, e che quindi offrono al governo il destro di decretare nuovi lockdown in ragione del livello di occupazione delle terapie intensive. Quasi nessuno di questi casi viene però segnalato all’Aifa, quindi a fine anno si potrà annunciare che i vaccini sono sicuri, per la gioia delle oneste case produttrici. Del pari viene ignorato il dato ufficiale inglese della scarsa efficacia dei vaccini e della prevalenza di vaccinati nei malati con sint0mi gravi, nonché l’indice di riduzione assoluta del rischio nella popolazione per effetto del vaccino: un misero 1% circa. A lorsignori non interessa questo.

Nessun controllo preventivo, nessun trattamento preventivo viene eseguito per prevenire eventi avversi gravi e prevedibili; documenti medici di controindicazione vengono ignorati o i medici si rifiutano di redigerli, perché sono intimiditi. Molti eventi avversi anche mortali non vengono così evitati. Non si chiede ai vaccinati se abbiano avuto reazioni. Non importa. Non è la salute o la vita, ciò che interessa al governo. Già decine di migliaia di persone sono state freddamente uccise col protocollo della vigile attesa e del paracetamolo, e subito cremate senza autopsia per nascondere questo genocidio, necessario per creare terrore del virus e consenso alla vaccinazione forzata in fase sperimentale. Anche l’Istituto Superiore di Sanità dà il suo contributo: per rassicurare il popolo cavia, il 7 Agosto ha ufficialmente dichiarato che i ‘vaccini’ non sarebbero sperimentali, mentre persino il Senato, con l’atto di sindacato ispettivo nr 100388/2021, ha accertato che sono in fase sperimentale.

I farmaci preventivi e curativi, in uso da molto tempo e di poco costo e alta efficacia, come l’Ivermectina e l’idrossiclorochina, che disturberebbero il business dei ‘vaccini’,  vengono mendacemente screditati e ritirati dalle farmacie, persona da quelle ospedaliere. I politicanti hanno pure tolto dal mercato l’altro ostacolo al trionfo dei vaccini, ossia il plasma iperimmune del compianto prof. De Donno. In Ottobre verranno invece autorizzate cure che non frenino quel business, ossia quelle con anticorpi monoclonali – cure di modica efficacia, estremamente costose, macchinose e pericolose da somministrare, con pesanti effetti collaterali. Le approverà l’EMA, autorità di pseudo-vigilanza sui farmaci, finanziata all’86% da Big Pharma e presieduta da Emer Cooke, che fino a ieri era capo-lobbista di Big Pharma – EMA, che ha autorizzato l’uso provvisorio ed emergenziale degli attuali ‘vaccini’ in base a false attestazioni dell’esistenza dei presupposti di legge che in realtà non sussistevano (a cominciare dall’assenza di valide cure)  – una vera porcata, dall’a alla z, da far invidia alla medicina nazista.

Collateralmente avanza il dubbio che la variante Delta (Delta è anche la società del 5G), che predilige i vaccinati, e che, come il virus originario, non è mai stata isolata, in realtà non esista e sia un’invenzione per coprire il fatto che il vaccino non funziona.

Altri invece sostengono che essa esista e che, come prevedeva Sabin, sia stata indotta dalla vaccinazione di massa in costanza di pandemia, come evoluzione adattativa del virus originario.

Intanto il prezzo che paghiamo alle case produttrici è notevolmente aumentato, i medici che si occupano di covid ricevano un fortissimo supplemento di stipendio, i vaccinatori €400 per ogni inoculazione, gli esecutori dei farlocchi tamponi PCR € 1500 per ogni positivo falso o vero che sia più €20 da chiunque se lo richieda per Green Pass. € 18 all’ora per gli infermieri di ruolo, 50 se vaccinatori.

 Questi compensi abnormi non sono però ufficializzati, li si apprende di straforo e per confidenza professionale, si preferisce da parte del governo lasciare tutto nella penombra, come pure il volume delle risorse sottratte a tutti i servizi ospedalieri per sostenere l’operazione covid, cioè il collocamento dei vaccini con tutto l’apparato di allarmi e paure e finzioni che lo promuove.

Alcuni hanno giustamente rilevato, con meraviglia, che, nel decreto legge del 23 luglio, sussiste una vistosa contraddizione.  Infatti, mentre l’articolo 4 prescrive il Green Pass, l’articolo 9 prescrive di rispettare la Direttiva europea che proibisce trattamenti differenziali tra vaccinati e non vaccinati (Risoluzione 2361/21 del Consiglio d’Europa e Regolamento 953/2021 n, 36 del Parlamento Europeo), quindi esclude il Green Pass. Perché mai il governo ha fatto una tale apparente assurdità?

Ve lo spiego molto pragmaticamente. Il governo ha fatto tutti i DPCM sapendo benissimo che erano completamente illegittimi e incostituzionali, e che in tribunale sarebbero stati dichiarati tali; però intanto funzionano perché la gente lì obbedisce per timore di sanzioni e perché ci vuole tempo e denaro per impugnare i verbali e le ordinanze ingiunzioni. Anche lo stato di emergenza non esiste nell’ordinamento costituzionale, è un’aberrazione, e in ogni caso non potrebbe mai durare più di 18 mesi, però intanto funziona, e lo hanno portato a 24 mesi, e Mattarella approva tutto e firma Decreti Legge, legittimi e non, senza fiatare.

Quello che il governo, i politici, cioè Draghi commissario di interessi globali, vuole ottenere, non è la legittimità ma l’obbedienza, vuole modificare il comportamento della gente e la costituzione materiale, e lo fa ricorrendo a strumenti illegittimi però efficaci.

E’ come quando si voleva occupare l’iraq per appropriarsi del suo petrolio: si inventò la falsa giustificazione delle armi di distruzione di massa e della collaborazione con Al-Qaida, che poi risultano essere stati inventati, però intanto l’obiettivo di mettere le mani sul petrolio iracheno era stato raggiunto, e anche quello dell’ enorme business della ricostruzione, della ripartenza democratica per la Mesopotamia, sotto la guida di quel capitalismo apolide che guida anche i draghi del nostro governo.

Anche il green pass, come ammettono persino voci di palazzo, è inutile ai fini sanitari, ma serve solo a spingere la gente a vaccinarsi, così come la scelta di non offrire i test gratuiti e di non ammettere il tampone salivare, costringendo la gente a subire quello invasivo per via nasale. Tutto per vaccinare tutti a tutti i costi senza badare a costi di denaro e di salute.

A che fine? L’ipotesi più semplice e più in linea con la storia dei rapporti tra Big Pharma e politica è che la prima stia pagando ai capi-partito un premio sui vaccini che compera coi soldi pubblici. Ma non credo si tratti solo di un premio ai politici per il raggiungimento dell’80% di vaccinati entro Settembre. Che cosa c’è, nei ‘vaccini’, di così importante da spingere il governo a schiacciare ogni regola e a imporre ogni assurdità per vaccinare tutti?  Qual è la loro reale funzione? Solo il profitto di Big Pharma? Non è verosimile. Danneggiare il sistema immunitario della popolazione in modo che debba comperare continuamente farmaci? Possibile, ma non sufficiente. Io presumo, in linea con quanto scrivevo in Oligarchia per popoli superflui 11 anni fa, e con quanto imprudentemente dichiarato 7 anni fa dall’attuale ministro per la transizione ecologica prof. Cingolani, che si tratti di qualcosa di utile a salvare la Terra dall’esaurimento delle risorse: https://thegiustice.altervista.org/roberto-cingolani-parlava-di-particelle-nanomagnetiche-il-video/ .

In ogni caso, oggi, con governi non eletti, che fungono da facciata e longa manus del capitale apolide (da cui dipendono) e non rispondono all’elettorato (da cui non dipendono più), è fondamentale opporsi alla loro pretesa di arrogarsi la potestà di manipolare la biologia e magari il genoma della gente.

            10.08.21 Marco Della Luna

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GIUSTIZIA: REFERENDUM ESAVALENTE

GIUSTIZIA: REFERENDUM ESAVALENTE

Per la politica, gli affari e la propaganda, il potere giudiziario è uno strumento troppo decisivo perché sia usato entro i vincoli della legalità.

Il referendum esavalente per la giustizia proposto dal Partito Radicale e valorosamente spalleggiato dalla Lega ex Nord porterebbe a riforme assai opportune in linea di principio, soprattutto a quella della separazione delle carriere tra giudici e magistrati del PM; ma verosimilmente non produrrà mai più che un belletto, una finzione di riforma e una merce di scambio o ricatto politici.

Infatti ciò che, tra tutti gli ostacoli e le coperture, è emerso da scandali quali, soprattutto, quello Palamara, e poi quello Amara (ma nell’ambiente si sapeva da molto tempo), è che la forma (metodo, cultura) italiana del potere reale, una forma massonico-mafiosa, è si estende anche ai vertici, e non solo ai vertici, dell’apparato giudiziario. I magistrati non associati ad essa sono la grande maggioranza, ma il potere reale sulla giustizia non è nelle loro mani: ovviamente, a dare potere reale è la violazione della legge, la capacità materiale di compiere i soprusi e spartire i privilegi, non il rispetto delle regole, il quale al contrario eguaglia tutti. Questo è un punto fondamentale: il potere di fatto, che poi diverrà di diritto, si acquisisce in quanto si riesce a fare la differenza, cioè si riesce a distribuire vantaggi e svantaggi che in base alla legge non spettano, e si costruisce così un sistema di clientele e intimidazioni che inducono gli altri, magistrati o altro che siano, ad obbedirti. Questo è ciò che è apparso nel caso Palamara e che emerge nella malagiustizia come nella malapolitica in generale: in Italia il potere pubblico funziona così e che descrissi nel mio saggio Le chiavi del potere (2002, terza edizione 2019). Il potere giudiziario è usato per indirizzare la politica eliminando i leaders scomodi e coprendo le malefatte di quelli allineati ai grandi disegni, soprattutto internazionali. Orbene, voi credete che i precisi e forti interessi organizzati che gestiscono questo sistema si lasceranno tagliare gli artigli da un referendum?

Gli ingenui, quelli veri e quelli finti, oggi proclamano che bisogna erigere un muro per separare la magistratura dalla politica. Ma molti magistrati, specie quelli più attivi nel loro sindacato ANM, sono politicizzati da sempre e non rinunceranno mai a far politica da magistrati: il fatto stesso che l’ANM è composta di correnti, cioè di fazioni, che portano avanti non differenti teorie filosofiche, ma interessi e idee politiche diverse, è una realtà innegabile, assieme al fatto che molti magistrati hanno sempre dichiarato di avere idee e obiettivi politici e di volersi coordinare tra loro per realizzarli. Sono dati storici e inveterati. Realtà che non si azzerano per legge. L’attività giudiziaria, perlomeno in Italia, nel complesso, non è super partes e sarà sempre esercitata con condizionamenti politici – l’importante è saperlo e poterlo dire senza tema di restare isolati e di venire puniti. L’idea del muro divisorio è per contro, palesemente, una sciocchezza. Buona invece è l’idea, sostenuta anche dal saggio Carlo Nordio, di usare il sorteggio per nominare le cariche interne alla Magistratura, come riduzione del male. Ma il migliore controbilanciamento allo strabordare in politica e agli altri abusi del potere giudiziario, e altresì il miglior antidoto alla malattia mentale nota come “giustizialismo”, sta proprio nell’esser capaci di vivere la vita senza bisogno di credere che quel potere stia lì a difendere la legge; sta nel capire e accettare che esso opera in parte illegalmente a tutela di interessi illeciti e inconfessati; sta nella demistificazione di quel potere (e di ogni potere), nel fatto che l’opinione pubblica e i mass media arrivino a percepire il potere istituzionale nella sua realtà umana e interessata, e non più come una garanzia angelica di legittimità o di auto-correzione del sistema, dato che non lo è, essendo interno al sistema, alla sua cultura di potere, e non un quid qualitativamente indipendente da esso.

Dalle rivelazioni e dalle indagini, quella struttura di potere che indicavo in apertura è apparsa unitaria e abbracciante tutti i poteri dello Stato: burocrazia, partitocrazia, giurisdizione. Al culmine dello scandalo Palamara, quando i vertici dell’organizzazione vennero smascherati, molti si aspettavano che Mattarella dicesse, con tutto il garbo istituzionale, due paroline che avrebbero costretto i vertici del Consiglio Superiore della Magistratura a dimettersi, ma non le ha dette, anzi ha tollerato che gli insabbiatori facessero il loro mestiere, fino a coprire quasi tutto. Non le ha dette, perché appunto egli sa che non si tratta di un difetto circoscritto e interno alla magistratura, ma è la forma e il metodo del potere in questo Paese, sicché non è possibile andargli contro. Si noti che il CSM è l’organo costituzionale che non solo assegna gli incarichi ai magistrati, ma anche decide sulle loro carriere, decide sulle accuse nei loro confronti (solitamente assolvendoli: solo il 2 per mille delle denunce ha seguito), organizza i concorsi a posti di magistrato, propone e perora le riforme del processo, etc. Quindi la qualità della sua gestione si trasmette a tutto l’apparato giudiziario, anche se la maggioranza dei magistrati non partecipa attivamente alle prassi che ora vengono alla luce, sebbene, restando questi allineati e ossequienti, possano godere di benefici notevoli e permettersi molte cose senza incorrere in conseguenze.

Per afferrare la serietà e l’ampiezza del problema, si dovrebbe leggere il libro Corruzione ad Alta Velocità – Viaggio nel governo invisibile, di Imposimato, Pisauro e Provvisionato (Koinè Nuove Edizioni, 1999). Questo libro è fondamentale perché descrive che cosa è e come funziona realmente lo Stato, l’establishment, giustizia compresa, col coinvolgimento in operazioni molto discutibili non solo dei vertici del potere statuale, ma anche di personaggi che, nell’immaginario popolare, erano già divenuti, e a tutt’oggi restano, simboli di moralità, legalità e garanzia. Gli autori rivelavano – pag. 20 – già allora, 22 anni fa, Mani Pulite come un’operazione diretta ad abbattere le forze politiche di riferimento della piccola e media industria, nonché dei lavoratori autonomi (nerbo del sistema socioeconomico italiano), in favore dei grandi gruppi finanziari-industriali, sposati dal PCI-PDS; e di una semplificazione maggioritaria del sistema partitico. Una gigantesca operazione di trasformismo dietro una facciata moralista e giustizialista. La preparazione per la cessione in massa degli assets nazionali a capitali stranieri, lanciata il 2 Giugno 1992 da bordo del panfilo Britannia, presente Draghi, cui subito seguì il crollo della Lira e l’avvio di Mani Pulite.

Chi pensi a queste cose non può sperare granché dal referendum esavalente del Partito Radicale e della Lega ex Nord. Finché esisterà l’Italia, finché non verrà fagocitata da qualche organismo sovrannazionale o ripopolata con altre genti, questo tipo di potere continuerà a governarla con questi metodi attraverso qualsivoglia scandalo e riforma. Continuerà la lentezza dei processi, l’interferenza con la politica, l’affarismo con l’imprenditoria, il mercato delle sentenze. Le cointeressenze, come quella vanamente messa alla luce e denunciata da un mio cliente giornalista, il quale ha scoperto che tutti i magistrati che nella sua città trattano le cause di certe banche locali, hanno cointeressenze economiche con queste banche, direttamente o attraverso familiari. Una realtà che, da sommarie indagini, non mi pare sia ristretta a quella città, e che molto spesso vede le banche vincenti in fatto di usura e anatocismo anche quando non dovrebbero esserlo.

Sia chiaro che gli arbitri e il mercato delle sentenze continueranno dopo ogni riforma, probabilmente anche qualora si decidesse, per assurdo e onde tagliare davvero col passato e col ‘malcostume’, di sostituire tutti i magistrati con avvocati esperti presi da altri distretti. Continuerebbe perché è la mentalità e il costume italiano, inveterati, ultramillenari, quello di considerare il potere come una cosa privata e propria, da usare innanzitutto per ricompensare chi ce la ha data, indi per fare i nostri interessi – coprendosi a vicenda e insabbiando, come sempre appunto avviene con gli scandali della giustizia. I politici che prendevano più preferenze quando c’erano le preferenze, erano i più clientelisti. Il senso di legalità, l’abitudine a praticarla, l’aspettativa che gli altri la pratichino, sono prossimi allo zero in tutti degli ambiti dello Stato. E il concorso di magistratura è materialmente organizzato in modo tale che i compiti scritti sono facilmente identificabili nei loro autori e gli esami orali… non ne parliamo.

E guardiamo alle innumerevoli riforme del processo già fatte, soprattutto di quello civile. Non hanno portato ad alcun miglioramento, innanzitutto perché non hanno inciso e non potevano incidere sugli interessi, sulla mentalità, sulla moralità, sulla laboriosità. Non si potrà mai correggere la cattiva qualità della giustizia italiana, perché essa corrisponde a precisi interessi sia interni che esterni all’apparato giudiziario. I gruppi di interesse organizzato, illegittimi nel loro operare e nella loro stressa esistenza, non consentiranno mai riforme che li privino dei loro privilegi pure illegittimi. Le riforme hanno quindi puntato, oltre che a fingere che una soluzione del problema fosse in arrivo, a scoraggiare la domanda di giustizia aumentandone i costi sia coll’imporre, in molti casi, una sorta di mediazione pressoché inutile ma costosa come condizione per fare la causa, sia col rincarare le tasse di iscrizione (contributo unificato) e moltiplicarle ex post punitivamente. Inoltre hanno da un lato esentato i giudici dal motivare in modo completo le loro decisioni, e dall’altro hanno ristretto le possibilità di appello e di ricorso in cassazione; il combinato effetto di queste due cose è stato di dare ai giudici la possibilità di decidere in modo meno trasparente e più arbitrario. Tali nefande riforme sono sicuramente un freno alla richiesta di giustizia, e limitano il numero delle cause, ma in un modo e in un senso perversi e incivili. Altro e meglio di questo il sistema Italia non consente di fare. Consente però di fare di peggio.

Sviluppare una coscienza adulta, non utopista ma realista, della legalità e della giustizia (come pure della democrazia), significa capire razionalmente e accettare emotivamente che esse sono aspirazioni diffuse ma che esse, nel mondo reale, non esistono. Insomma, il potere politico non si regge su una legittimazione (rule of law, giustizia, democrazia) di natura giuridica, ma direttamente sulla sua fattuale capacità di farsi obbedire – con la forza, con l’illusione, rendendo la gente dipendente da sé stesso, e adoperando metodi contrari alle sue stesse leggi dichiarate: paradossalmente, si legittima con l’illegalità. Quel poco di legalità e diritti che riusciamo a ricavare dal sistema, anche noi avvocati, è ricavato da quel poco di legalità effettiva – una crosta – che esso deve concedere e praticare al fine di mantenere quella parvenza.

20.07.21 Avv. Marco Della Luna

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