ITALIA: SUBALTERNITA’ E CORRUZIONE

ITALIA: SUBALTERNITA’ E CORRUZIONE

L’inefficienza e la corruzione del sistema-Italia derivano dalla collocazione subalterna e asservita dell’Italia nella gerarchia delle potenze, quindi non è possibile curarle dall’interno dell’Italia, con mezzi politici o giudiziari o di altro genere. Promesse di questo genere sono pertanto mendaci o sciocche. Il dibattito politico e culturale resta sterile e impotente proprio perché non tematizza questa condizione giuridica internazionale di sudditanza dell’Italia, compresi i trattati e i protocolli riservati che sanciscono questa sua condizione, nonché il rapporto tra tale sua condizione da un lato e la sua decadenza dall’altro.

L’Italia, dall’alto medioevo in poi, non è mai stata indipendente (tolta Venezia e qualche altra città), ma è stata assoggettata a potenze e interessi esterni; questa sua posizione è stata consolidata dai secoli, è divenuta uno dei principi cardine del diritto internazionale; i suoi governanti sono sostanzialmente al servizio di questi interessi e potenze: ottengono e mantengono la poltrona in quanto obbediscono un padrone esterno, e in cambio possono fare i loro comodi all’interno a spese dei cittadini (del resto, lo Stato unitario italiano nasce per interesse e intervento di Londra e Parigi).

Ahi serva Italia! I rari tentativi di ribellione e di difesa di interessi nazionali sono stati repressi con ogni mezzo, compreso l’omicidio (vedi il caso di Enrico Mattei) e il downrating (vedi il caso Berlusconi).

Questa condizione millenaria di asservimento allo straniero, in particolare il fatto che i governanti italiani rispondono a interessi stranieri piuttosto che a interessi nazionali (tolti quelli forti, cioè la Chiesa e le mafie), impedisce il nascere di una coscienza nazionale, di una visione politica di lungo termine e di una classe politica con adeguata competenza: avendo la funzione di trasferire risorse dagli italiani a potentati stranieri, la classe dirigente italiana necessariamente è composta di ladri professionali con mentalità di ladri e compari tra loro. Infatti è connotata, complessivamente, da incapacità, nepotismo, corruzione, abuso, servilismo. Il suo orizzonte operativo è di breve o brevissimo termine. Non si cura di programmare. Vive e ruba alla giornata. Ogni governo fantoccio è un governo di ladri.

La popolazione percepisce queste caratteristiche del potere, e si adegua, ricorrendo all’arrangiarsi, al clientelismo, all’evasione fiscale, etc.

Da qui derivano il basso senso civico e la sfiducia verso le leggi e la loro abituale trasgressione, da parte delle istituzioni prima ancora che dei cittadini. Il pesce puzza dalla testa. La decadenza di un siffatto sistema-paese è geneticamente predeterminata.

Gli esempi di scelte eseguite da governi e presidenti italiani su ordine straniero e contro gli interessi nazionali sono abbondanti e macroscopici. Ne citerò alcuni che mi paiono particolarmente significativi:

-L’adesione a tre successivi sistemi di blocco dei tassi di cambio, di cui l’ultimo si chiama “Euro”, tutti molto dannosi per l’Italia e molto vantaggiosi per i paesi del Nord Europa; i primi due sono già saltati dopo aver cagionato disastri. Tutti ci hanno inflitto deindustrializzazione e indebitamento, apportando per contro sviluppo e attivo commerciale ai paesi forti. Tutti hanno aumentato il divario rispetto a questi paesi, sotto la promessa di ridurlo.

-L’accettazione di scelte europee in materie monetarie, bancarie e fiscali che consentono ai paesi forti di violare le regole a cui invece deve sottostare l’Italia – vedi il sistema bancario tedesco, cui è concesso di usare leve multiple di quelle italiane e di ricevere aiuti di Stato – congiuntamente al fatto che all’economia italiana viene negato l’uso di strumenti finanziari che invece sono disponibile ai paesi forti dell’UE, i quali quindi possono fare shopping e concorrenza sleale nei confronti dell’Italia, lo si sente!

-La partecipazione alla guerra contro la Libia, imposta via Quirinale a Berlusconi poco dopo la conclusione di un trattato di pace vantaggioso per l’Italia, e voluta nell’interesse di Regno Unito e Francia, a danno dall’Italia, che, per effetto della guerra, ha perso quote di risorse petrolifere a favore di quei due Paesi, e inoltre si ritrova l’Isis a soli 80 km e un flusso disastroso di migranti.

-L’imposizione, sempre via Quirinale, come premier di Monti, che ha irrimediabilmente spezzato le gambe all’economia nazionale soprattutto dove competitiva con quella tedesca, e ha trasferito decine di miliardi spremuti dagli italiani mediante tasse folli per assicurare a banchieri tedeschi e francesi i profitti delle loro speculazioni criminali in Spagna e Grecia.

-La demenziale adozione del principio di pareggio di bilancio in periodo di recessione, che automaticamente determina la rarefazione monetaria (perché per realizzare un avanzo primario il governo estrae dal Paese più soldi di quanti ne reimmetta, svuotandolo di liquidità), quindi insolvenze, licenziamenti, morie aziendali e avvitamento recessivo.

-La irragionevole adozione del bail in, cioè del principio che, se una banca va male (di solito perché i suoi gestori hanno mangiato), anziché farla salvare dalla banca centrale a costo zero e punire i colpevoli, le perdite si scaricheranno su azionisti, obbligazionisti e risparmiatori – principio che mina alla base la fiducia nelle banche stesse e le rende tutte più deboli, perché adesso chi vuole investire nel capitale azionario di una banca o nelle sue obbligazioni sa che rischia di più, e richiederà tassi più alti.

Queste cose non sono novità dell’Europa Unita, ma la prosecuzione del trattamento già riservato all’Italia a Versailles nel 1919. Alla conferenza di Versailles, che definiva i nuovi assetti alla fine della Prima Guerra Mondiale spartendo tra i vincitori territori e colonie dei vinti, il premier francese Georges Clemenceau, soffrendo di prostatite e vedendo il premier italiano, Vittorio Emanuele Orlando, piangere spesso e a dirotto, disse: “Ah, magari potessi urinare così copiosamente come Orlando piange!” Perché Orlando piangeva tanto? Perché il governo italiano, nel 1915, aveva deciso di partecipare alla guerra, che sarebbe costata un alto prezzo di morti, feriti e spese, allo scopo, sancito dal Trattato di Londra del medesimo anno, di far salire di grado l’Italia, di farla equiparare alle nazioni di prima classe; ma, al contrario, l’Italia fu trattata male da USA, Gran Bretagna e Francia in termini di dazi per le sue esportazioni, e fu esclusa dalla spartizione delle colonie tedesche e dei territori tolti all’Impero Ottomano, cioè fu esclusa da importanti fonti di materie prime nonché sbocchi per la sua sovrappopolazione, e rimase una paese di seconda classe.

Anzi, divenne un paese di terza classe, perché gli USA, usciti dalla Grande Guerra come grandi creditori dell’Europa, in quel dopoguerra assunsero l’egemonia mondiale, spingendo nella seconda classe le vecchie potenze europee, e in terza il Belapaese. La Seconda Guerra Mondiale, col successivo piano Marshall e con l’europeismo, ha radicalizzato questa scomoda posizione di sub-subalternità di questo paese, che deve piegarsi agli interessi di due livelli di paesi padroni, e restare militarmente occupato dagli USA anche dopo la fine della minaccia “comunista”

All’interno dell’Italia, ancora più sottomessi e sfruttati sono Veneti e Lombardi, che devono cedere buona parte del loro reddito per sostenere il meridione e Roma. Emigrare è quindi la scelta razionale più adatta per chi può farlo.

20.02.16 Marco Della Luna

P.S.

L’Italia attuale non è una colonia: non ne ha le caratteristiche giuridiche e funzionali perché nessuna potenza straniera si assume la responsabilità di governarla direttamente né manda coloni. Essa è bensì oggetto di imperialismo, che impone governi fantocci e politiche di suo vantaggio, mantenendola inefficiente come sistema-paese.

Per funzionare, un paese strutturalmente inefficiente come l’Italia (Meridione inguaribilmente arretrato, mentalità parassitaria, burocrazia e partitocrazia marce, livello scientifico e culturale basso, popolazione vecchia) avrebbe bisogno di quello che aveva prima dell’Euro e prima del 1981, ossia di molta liquidità e molti investimenti pubblici a basso costo: è come un motore vecchio che brucia molto olio: bisogna rabboccarlo continuamente, altrimenti grippa.

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4 risposte a ITALIA: SUBALTERNITA’ E CORRUZIONE

  1. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e stimati lettori,

    Io non ho potuto attendere a studi umanistici, avendo come dire « esigenze immediate di bilancio » e quindi per ovviare a quella che nel tempo ho considerato una mia grave mancanza, ho cercato di imparare, studiando le lingue – moderne e qualcuna antica – e leggendo moltissimo, come mi diceva la mia maestra. Per questo cerco di scrivere in buon italiano, anche se sovente rileggendo me stesso trovo non poche perle grammaticalmente e sintatticamente discutibili, nonchè mi é difficile imitare i nostri antenati latini che riuscivano a condensare chiarissimi ed esaustivi concetti in pochissime parole. E di ciò mi scuso con voi.
    Quindi interessato di lettere italiane ho appreso della recente decisione dell`Accademia della Crusca di candidare al nostro vocabolario l`aggettivo « petaloso ». Frutto dell`inventiva di un bimbo di Copparo, appoggiato dalla sua maestra dai capelli viola, il termine mi é parso assai gradito, sia per semiotica che per onomatopeica, sottintendendo già nel suono stesso della parola qualcosa di fluido ed odoroso.
    Ma sull`etimologia e sulla semantica dell`aggettivo avrei qualche modestissima remora.
    Difatti non mi soddisfa che gli gli vengano assegnati come sinonimi soltanto aggettivi come « profumato » « bello » o locuzioni come « di aspetto gradevole e gioviale » né che venga per etimologia qualificato come derivato dal nome petalo che deriva dal greco πεταλον ovvero « foglia » nel senso di lamina.

    Il mio dubbio promana da una frase esternata dal Nostro Grande Leader dr. Renzi il quale come tutti sanno ed internazionalmente riconoscono, sia per conterraneità, sia per sottile e dotto sapere, dimostra d`essere maestro nell`arguto e forbito dire. Tanto che molti, ovviamente non al suo livello, lo fraintendono credendo una cosa per un`altra che poi li disnganna, oppure addirittura non riecono a comprendere l`elevata circonlocuzione. E dunque nell`ignoranza diventano invidiosi e critici a sproposito.

    Dunque tutti sanno come l`Expò sia stata un inconcusso e celebratissimo successo, magnificato in mille eventi mediatici. Inoltre ha certamente portato ambiti benefici a coloro i quali – da privati ed a scopo di lucro – é stato concesso l`esclusivo privilegio di fornire rigorosamente in regime di monopolio i necessari beni e servizi. Anche sicuramente i fortunati invitati hanno potuto beneficiare di lussuosi e gratuiti simposi in cui trarre occasione di visibilità ed anche opportunità politiche ed affaristiche. E persino il popolo bue, quando a manifestazione molto avanzata ha finalmente compreso l`irripetibilità e l`eccezionalità dell`evento, non ha esitato ad ammassarsi ed intrupparsi in chilometriche code per vedere e magari assaggiare (a prezzo di lusso) quelle rare meraviglie. E certamente tutti sanno che il vero scopo degli organizzatori faraonicamente ricompensati non era certamente quello mostrare strani edifici di complicato accesso ed altrettanto costosissima quanto effimera fattura, come di indurre alle gozzoviglie. Ma naturalemente al contrario era quello di far meditare le plebi osannanti sui grandi problemi delle terrestri risorse e sulla loro subalterna condizione nel corso appunto delle lunghissime ed estenuanti code. Ed esse rendevano ai miseri questuanti appecoronati nella calura ancora più ambita ed invidiata la posizione anche di un semplice servente che poteva accedere liberamente almeno ad una merviglia senza attendere ore. E magari anche far pipì senza pagare e fare la coda.
    Ma spentosi anche l`eco della roboante e fastosa cerimonia di chiusura, la meraviglia si é trasformata in un luna park in disarmo. O almeno esteriormente così pare. Gran parte delle meraviglie che inchiodavano greggi di visitatori sono state abbandonate dagli espositori in quanto il loro recupero era spropositatamente antieconomico. E così pure diventano quasi totalamente irrecuperabili o prive di valore di realizzo tutte le costose attrezzature destinate all`uso delle predette meraviglie. Ma i nostri capi hanno continuato a magnificare il successo come se fosse ancora corrente.

    Ma sui conti silenzio tombale e corale. Salvo il ribadire il solito pieno successo.
    E per rendere la cosa ancora più chiara il capo in testa della meraviglia andrà a fare il sindaco di Milano come premio.
    Però sfortunatamente come amministratore di immobili so benissimo, che la fogna ingorgata e troppo piena può essere occultata chiudendo il seminterrato e distraendo i condomini, ma prima o poi tracima ed allora puzza.

    Ed ecco che il liquame comincia a filtrare. Ovvero cominciano a denunciarsi perdite importanti (ma come non si sono incassati 20 euri in media per i 22 e più milioni di visitatori dichiarati ?). I revisori (per salvar la ghirba dopo aver ben preso) cominciano a mettere le mani avanti dicendo che ohibò la meraviglia in disarmo costa a bocce ferme 4 milioni al mese e bisogna ricostituire « entro marzo » il capitale centimilionario. Il premiato capo in testa anche lui si chiama fuori e dice che ci sono soldi solo per 3 settimane. Oltre a naturalmente i costi della demolizione e remissione in prisitno (ovvero a tabula rasa) dell`area espositiva, perche gli espositori per gran parte paesi insolventi presi per far numero, neppure si sognano di pagare per riprendersi il loro ciarpame. Tra l`altro pure anche quello pagato da noi (contribuenti). Aggiungiamo anche i costi di gestione p.e. delle strade e dalla stazione ferroviaria divenute faraonicamente ridondanti per il loro attuale (e futuro) reale utilizzo.
    E questo solo per riavere l`area sgombra e senza le infrastrutture di un altro progetto.

    Davanti a questo « successo » il Nostro Grande Leader non batte ciglio ed annuncia oggi in un altrettanto ridondante e lussuossimo simposio (a nostre spese sempre) che la ex meraviglia diverrà a cura dell`IIT di Genova sede di un importante quanto nebuloso progetto detto « Italia 2040 – Human Technopole » progettato appunto ma « non certo fatto » con « un grosso lavoro di 110 incontri in 66 giorni » E naturalmente i partecipanti ai 66 incontri avranno avuto di che esser ben soddifatti (sempre pagando i soliti).
    Ora io non conosco l`Istituto Italiano di Tecnologia, che per altro é italiano ma ha il sito in inglese ed ha altre diverse sedi in tutta Italia. Già comicia male perchè é stato istituito nel 2000 ma é diventato operativo nel 2008 e fino ad oggi ha fatto ben 1200 pubblicazioni. Ora io non voglio dir di più salvo il fatto che se al posto di questi signori di Genova che parlano inglese ci fosse il MIT (quello vero) temo che anche lui avrebbe delle grosse difficoltà a creare un polo (sempre vero e produttivo) di ricerca sulla sterminata aera a disposizione ed a costi tali che i 150 milioni stanziati sulla carta dal Renzi servono forse per comprare e far muovere i mezzi di movemento terra. E poi il resto mancia perche il Cingolani mica ce lo mette di tasca sua.
    Ma forse in aiuto arriva quel « 2040 » che nelle italiche more potrebbe essere anche un 2100 e quindi non ci riguarda già più.

    Ora tornando all`etimologia il Renzi questo spaventoso e costosissimo pasticcio a cui presto i milanesi saranno chiamati a contribuire, magari dallo stesso dr. Sala che l`ha così ben diretto, lo chiama p e t a l o s o.

    Ed allora io inferisco che l`aggettivo (almeno per noi contribuenti) non può etimologicamente derivare da petalo, bensì da peto. Ovvero da una deiezione anale anche quella fluida ed odorosa.
    E temo che i milanesi il termine petaloso con questa seconda derivazione lo impareranno benissimo, soprattuto quando passeranno dalle parti della meraviglia che magari avrà di fatto un uso molto diverso da quello « profumato » sperato dal Renzi.

  2. ahfesa scrive:

    Caro avvocato,

    Certamente devo concordare che l`Italia non é giuridicamente una colonia, essendo formalmente uno stato sovrano indipendente e non avendo un gauleiter a governarla. Ma da un punto di vista sostanziale é anche vero che dal governo Monti i nostri ministeri sono formati a Berlino. Tanto che quando si presenta la necessità di una sostituzione (per altro stabilita sempre da Berlino) il probabile candidato deve recarsi alla Cancelleria (su convocazione ed in atteggiamento di deferente ed incondizionata obbedienza) ad ottenere il placet. Per il prof. Monti si é scelta una via riservata, per necessità e data la levatura del personaggio. Per gli altri il colloquio preliminare é stato invece reso pubblico, appunto per far capire chi comanda. Tanto che persino Bersani, quando pareva in auge per sostituire il prof. , si é dovuto pubblicamente piegare all`omaggio. Inoltre una volta in carica il nostro governo é seguito passo per passo dal superiore potere straniero e la sua autonomia decisionale é nulla. Come pure qualora si attuassero provvedimenti indesiderati, o arrivassero nella stanza dei bottoni personaggi non funzionali, vengono immediatamente posti in essere opportuni e legalissimi correttivi che eliminano il problema ristabilendo la perfetta obbedienza. E tale ineluttabile potere arriva anche a far considerare come privi di effetto reale espresse pronunzie popolari contrarie, vedi Grecia e Svizzera. Temo che questa situazione, consenta, sia molto peggio che avere tout court un viceré.
    Quanto ai coloni verissimo che non ci arriva la plebe germanica (che il compianto prof. Eco diceva affetta da bromidrosi, smodata prepotenza, crapulante golosità, e conseguente eccessiva necessità defecatoria) ma siamo infestati da altre due categorie di « ospiti » ben più nocivi. I primi sono i c.d. « carpetbaggers » mutuando il termine da quei personaggi che hanno spolpato il sud degli USA dopo la guerra di secessione, generando per altro una pesantissima recessione che ha punito anche il nord vincente. Ovvero sono essi soggetti della più disparata estrazione sociale e cultura, ma accomunati dall`avidità predatoria, perfettamente sostenuta dal diritto del vincitore sul vinto. E quindi fanno man bassa a prezzi da esproprio di tutto quanto da noi sia produttivo, esportando gli utili e lasciandoci i disoccupati ed i danni ambentali. La seconda categoria di « coloni » sono invece le « risorse » che ci dobbiamo prendere e mantenere da Africa e Paesi Arabi per compiacere i dominatori evitando a loro i relativi costi e per essere maggiormente impoveriti ed oppressi.
    Quindi mi correggo, ma dicendo che « l`Italia é quel paese che ha tutti gli svantaggi dell`indipendenza senza godere dei paritetici vantaggi, come pure non é una colonia, ma altrettanto ne soffre tutte le negative conseguenze senza alcun ristoro ».
    A corollario aggiungo che sicuramente con imprecisione giuridica formale, ma credo non sostanziale, io considero « oggetto di imperialismo » quel paese dove vige un governo sî controllato da una superiore potenza, ma dove la stessa trova il suo interesse soltanto nel vincolare il vassallo nelle scelte strategiche fondamentali, nel divieto di contrastare direttamente gli interessi del dominante, nella sua collocazione geopolitca e nelle alleanze. Invece non solo concede al vassallo di gestire come meglio crede i propri affari interni, ma anche sovente elargisce contribuzioni per sostenere il governo favorevole. È il nostro caso dal 1947 al gov. Berlusconi. Situazione questa assai differente da quella odierna dove non siamo neppure liberi di usare i nostri soldi per pagare i nostri debiti. Ovvero siamo nella situazione della « sovranità limitata » tipica dei vassalli sovietici dell`est europeo. Dove appunto i governi si nominavano a Mosca e lungi dalle contribuzioni vi erano solo obblighi e requisizioni. Stato questo che temo sempre sia assai più vicino a quello di « colonia » che di « controllo imperialistico ».

    Quanto alla storica inefficienza dovuta al dualismo tra nord e sud, aggiungerei che é anche questa dovuta ad una scelta imperialistica e ad un accidente. Ovvero a noi italiani é mancato l`artefice della nostra unità, ovvero Cavour, solo pochi mesi dopo la sua realizzazione, tra l`altro in un modo che mai il conte di suo libero volere avrebbe mai avallato. Ed i successori del Grande Ministro sono stati ampiamente inadeguati permettendo il perpetuarsi ed il radicalizzarsi di tale dualismo, astutamente incoraggiato dagli « amici » stranieri » . La nazione é stata in piedi fino a quando ogni governo di ogni colore (e protettore straniero) ha fatto proprio il tacito principio secondo il quale il sud era libero di governarsi secondo la sua tradizione senza interferenze reali, a patto di non estendere il suo sistema al nord. Ed il nord in cambio si accollava l`onere di devolvere al sud a fondo perduto una parte cospicua del suo surplus, sia pure limitando la propria crescita.
    Questo meccanismo ha funzionato fino al governo Craxi, con cui il sud ha colonizzato (nel pieno senso dell`avvocato stavolta) il nord e le conseguenze si vedono benissimo.
    Nel 1870 gli inglesi, allora arbitri della politica mondiale, non hanno sostenuto Napoleone III lasciando che la Germania si unificasse. E la speranza dei britanni era che da un lato si riduceva radicalmente la potenza dei francesi che potevano diventare degli antipatici concorrenti, dall`altro la Germania era (come l`Italia) un paese profondamente diviso e che quindi avrebbe stentato a progredire e a diventare una potenza pericolosa. Errore fatale quello commesso da due personaggi sia pure molto capaci come Mr. Gladstone e Mr. Disraeli. Difatti il Conte Bismarck era molto più capace di loro e non é morto al momento dell`unificazione come Cavour. E Bismarck é stato così bravo da unificare fingendo di dividere. Ovvero se ne é ben guardato dal detronizzare i principi tedeschi, ma ha creato uno stato ferreo ed assolutamente centralizzato camuffato sotto una spece di impero federale. Ovvero il re di Prussia é restato sempre tale solo é diventato un primus inter pares tra i colleghi coronati tedeschi, non per diritto di conquista, ma per nomina degli stessi colleghi espressa in una famosa lettera (scritta da Bismarck) ma firmata dal disturbato re di Baviera Ludwig II.
    Difatti l`impero gestiva « solo » armata, politica estera e moneta comune lasciando ai principi la loro corona e le loro leggi (ed il diritto di farne altre) purchè non lesive delle tre prerogative anzidette. E questo semplice sistema ha unificato la Germania poichè tutti trovavano una loro convenienza diretta nell`unione.
    Cosa diversisima dal Re Galantuomo che subito si é sbarazzato per diritto di conquista dei colleghi coronati italiani giudicandoli avversari pericolosi ed ha affidato il governo statutario a personaggi che credevano che estendendo manu militari le « buone leggi sabaude » ottime per i piemontesi e già meno per i lombardi, al resto del paese si sarebbe creata la sostanziale unità nazionale. Come é finita lo sappiamo tutti.
    E nella nostra situazione é evidente che per continuare ad esistere come stato indipendente noi si debba ripristinare la nostra sovranità monetaria, fiscale e di bilancio. Anche per la sola ragione che vivendo di debito solo così si sarebbe in grado di gestirlo. E con vantaggio anche dei notri padroni imperialisti, poichè trattare con governi di stampo degasperiano o rumoriano é infinitamente meglio che trattare con fantocci poi diretti (all`interno) dai mafiosi. Anche perchè il governo italiano necessariamente conta solo in Italia e forse neppure lì, mentre i mafiosi arrivano ed appestano dovunque. Anche nelle pulitissime e sicure case dei nostri padroni.

  3. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e stimati lettori,

    Devo dissentire. Io credo che attualmente l`Italia non sia né di II né di III classe, semplicemente é ritornata ad essere una colonia – sfruttato oggetto di contesa tra stranieri – come era fino 160 anni fa. Ed i padroni sono ancora una volta i tedeschi. Ovvero da uno stato di indipendenza sempre più limitata (anche per nostra colpa) fino al governo Berlusconi, con il colpo di stato di palazzo orchestrato da Berlino ed attuato da Napolitano & Soci, siamo tornati ad essere una colonia. E tutti sanno che l`unica colonia nella storia che ha fatto fortuna sono stati gli USA, ma per il semplice motivo che si sono ribellati. Le altre sono restate terra di oppressione e di sfruttamento, tanto che anche quando sono diventate formalmente indipendenti hanno continuato a patire miseria per lungo tempo. Vedi l`India. E naturalmente, per evidenti ragioni, nessun colonizzatore permette mai che nelle sue colonie si instauri un governo indigeno onesto, leggittimato e con ampio consenso popolare. Altrimenti si avrebbe un altro Congresso Continetale o un`altro Gandhi. Esattamente al contrario promuoverà capi locali strettamente legati per interessi personali ai dominatori e quindi disposti a punire sfuttare e tradire i concittadini per arricchirsi e durare compiacendo i padroni. E quanto i collaborazionisti delatori sono odiati dai sudditi tanto meglio é per il dominatore che può più facilmente ricattarli ed anche sostituirli a piacere.
    A dimostrazione vi propongo un esempio per discessionem, oggi attualissimo.

    Tutti sanno che al contrario di noi il governo del Regno Unito si basa su un effettivo e sostanziale consenso elettorale, sia pure strettamente maggioritario. Ciò implica che chi risulti eletto abbia ampia discrezionalità decisionale, ma non possa mai andare chiaramente contro i palesi interessi nazionali e della propria base elettorale. Ed ancor meno accettare patti ed attuare decisioni palesemente demenziali al solo scopo di favorire (anche dietro lautissimo compenso) interessi stranieri.
    Tutti sanno parimenti come l`attuale UE sia una riedizione riveduta e corretta del sognato IV Reich, con forti analogie con l`Unione Sovietica. Ovvero vi é un Herrenvolk (ovviamente i tedeschi) compatto e teso alla conquista dell`egemonia, almeno continetale, grazie ad un`oligarchia cooptata che si avvale anche di stimati e scelti collaborazionisti stranieri. Poi vi sono gli alleati più affini, ovviamente sempre in posizione subordinata, ma salvaguardata con vantaggi, quali gli scandinavi e gli olandesi, poi gli alleati da blandire (ed infinocchiare) quali i francesi ed infine i subumani mediterronei da sfruttare e dominare. Nell`URSS il popolo guida erano i russi retti dai gerontocrati del Cremlino, poi venvano baltici ed est europei, i cinesi da tener buoni ed infine africani, cubani e centroaisatici da sfruttare e mungere in cambio del « paradiso socialista »

    Ma tutti sanno pure che i britannici hanno fatto due guerre mondiali per non farsi comandare dai tedeschi. Come non serve abitare a Downing Street per capire come i tedeschi, salvo che non siano politicamente divisi, oppure ristretti da trattati severi e confiscatori, oppure strettamente controllati da una potenza superiore ostile e per loro invincibile, inevitabilmente anelino a conquistare l`egemonia continentale poichè in Europa sono la nazione più ricca, popolosa, omogenea e diciplinata. E se a questo si aggiunge che il sig. Obama li ha di fatto parificati ai britannici come alleti privilegiati, si comprende come a Londra vi sia qualche seria preoccupazione.
    E dato che non vi siede un governo alla Renzi é invitabile che l`inquilino pro tempore di Downing Street, per restare tale, sia stato obbligato , magari anche contro il proprio interesse politco, lobbistico e pecuniario, a recarsi a Bruxelles (che di fatto è come andare a Berlino, ma si salvano le apparenze) per rappresentare un semplice concetto.

    Ovvero che il Regno Unito in questa situazione non potrà che seguire una di queste due linee di condotta, che pur formalmente sembrano molto diverse ma in realtà inverano esattamente lo stesso concetto :
    a) il Regno Unito si chiama fuori formalemente dal carrozzone eurotedesco
    b) il Regno Unito resta partner del carrozzone, ma per qualunque situazione che coinvolga lo stesso R.U. é soltanto il governo di Sua Maestà a dire insindacabilmente l`ultima parola. Ovviamente con ampia facoltà di dissentire, non pagare ed anche esigere risarcimenti se danneggiato. E naturalmente infischiandosene di BCE, Corte Europea, leggi demenziali del`europarlamento, accoglienza, Fiscal Compact ed altri capestri che invece per noi sono incubi temutissimi.
    Come si capisce le due cose nella sostanza sono praticamente la stessa realtà, tanto che lo stesso Mr. Cameron, dopo aver negoziato l`ipotesi A, per esser chiaro con Berlino e con i propri elettori ha palesemente dichiarato che il R.U. mai aderirà ad un stato unitario europeo, mai avrà l`euro, mai avrà forza armate comuni con l`eurogermania.
    D`altra parte ai tedeschi non conviene l`uscita formale perchè aprirebbe una breccia nella tenuta del carrozzone, potendo anche altri prima o poi seguire l`esempio. Soprattutto poi se ai britannici dopo giocasse bene.
    Ovviamente l` »accordo » – giustamente definito come « un dramma teatrale » dalla presidentessa lituana che di sberloni tedeschi (e russi) ne sa parecchio, é stato approvato all`unanimità. Segno evidentissimo, che a parte Berlino gli altri non contano niente. Anzi ci fanno la figura dei petulanti come il Renzi e l`Hollande che interloquiscono con vaniloqui, oppure la figura del pezzente, come il collaborazionista (forse controvoglia) Tsipras che minaccia veti, poi al dunque dissolti nel nulla.

    E fin qui ho dimostrato l`assoluta irrilevanza e supinità del nostro governo, il quale poi dal patto ha tutto da perdere. Eh sì perchè – dando per scontato il probabile (ma non certissimo) esito favorevole del referendum britannico – accadrà che quando arriveranno le punizioni i tedeschi (e per loro gli euroburocrati di Bruxelles) dovranno imporre ai soci le stesse cose davanti alle quali i britannici si chiameranno fuori. Ed allora gli scandinavi e gli olandesi brontoleranno ma staranno alla fine sulla stessa barca dei padroni, i francesi strilleranno ma per un po`il loro stesso governo collaborazionista li obbligherà a pagare, ma quelli dell`est europeo, austriaci compresi, mica saranno d`accordo. Anzi vedranno gli inglesi di fatto liberi come un possibile alleato per sfuggire al capestro russo/tedesco. Ma noi mediterronei fino a quando il carrozzone starà assieme pagheremo alla fine anche la quota dei britannici. Ed ovviamente senza niente in cambio.

    Aggiungo una cosa : il rinato dualismo anglo-tedesco e la possibile polarizzazione a favore dei britannici nell`est europeo é uno dei fantasmi che hanno causato due guerre mondiali.

    • admin scrive:

      Caro Ahfesa,
      l’Italia non è una colonia (non ne ha le caratteristiche giuridiche e funzionali), non è oggetto di colonialismo ma di imperialismo, che impone governi fantocci e mantiene una guarnigione, senza assumersi le responsabilità di governare direttamente e senza mandare i coloni. Sul resto concordo.

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