EUROPEISMO E RENZISMO: MANOVRA A TENAGLIA
Europeismo e Renzismo: manovra a tenaglia
Nell’articolo La pseudo costituzione renziana spiegavo come l’Italicum e la riforma costituzionale renziana, combinati tra loro, abbattono i tre pilastri del costituzionalismo, ossia la scelta dei rappresentanti da parte del popolo elettore, la separazione e autonomia dei tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario), e la possibilità di una concreta opposizione nel parlamento rispetto all’esecutivo e nelle altre assemblee elettive. Inoltre pone nelle mani del premier il finanziamento, cioè il controllo, dei mass-media e di tutta la spesa pubblica o quasi. La linea editoriale? È che tutto è sotto controllo, sta migliorando, solo che per accorgersene ci vuole più tempo, più riforme, più Europa.
Questa demolizione renzifascista dello Stato costituzionale sostituito con un regime autocratico, fa sinistramente il paio, fa manovra a tenaglia, con la struttura altrettanto autocratica e antidemocratica dell’Unione Europea, che è caratterizzata anch’essa dalla concentrazione dei poteri, anche legislativi, nelle mani di organi non elettivi e non responsabili, essenzialmente autoreferenziali (o meglio, responsabili solo verso la lobby della grande finanza internazionale), cioè il Consiglio dei Ministri e la Commissione, mentre il parlamento europeo è essenzialmente un organo proforma, privo quasi di potere, che ad esempio vota il Presidente della Commissione ma senza sceglierlo, perché gli viene proposto un candidato unico; e che avrebbe il potere di costringere la Commissione al rendiconto, ma non lo esercita mai, sicché la Commissione agisce e spende senza controllo. E rimane l’unico organo dell’Unione col potere di proporre le leggi.
Non parliamo della Banca Centrale Europea, che non solo non è elettiva e non è responsabile, accountable, in senso politico democratico, ma è addirittura sottratta al controllo giudiziario e prende le sue decisioni in regime di segretezza tecnocratica totale. E sono le decisioni più importanti per i paesi sottoposti all’Unione.
L’effetto di questa autocrazia li vediamo da tempo: essa impedisce di prendere atto della realtà e degli errori, poiché nonostante i disastri sul piano economico e sociale, nessuno è chiamato rispondere, nessuno viene rimosso, e la strategia viene riconfermata ad ogni fallimento, ad ogni sopruso del paese egemone: il rimedio è rafforzare e portare avanti la medesima strategia e accettare le regole tedesche. Non si discute. Germania kapò. Soprattutto adesso che il Regno Unito è scappato e che quindi bisogna essere ancora più integrati.
Ciò che ha spinto i britannici a votare per liberarsi dall’Unione Europea, è appunto il fatto, evidentissimo, che l’Unione Europea è antidemocratica e dittatoriale nel suo progetto, nella sua struttura e nella sua evoluzione costituzionale. I pochi altri popoli a cui gli oligarchi europei avevano permesso di votare sul progetto europeo, avevano votato contro il trattato di Lisbona, nei loro referendum; ma il regime eurocratico li ha fatti rivotare, sotto minaccia di disastri economici, finché non si sono sottomessi. Tutto questo i britannici, o perlomeno gli inglesi, con la loro sensibilità politica storicamente maturata, lo percepiscono molto chiaramente come dispotismo inaccettabile mascherato con l’ipocrisia. Vedono che il disegno di integrazione politica, sin dall’inizio, consiste nel togliere ai singoli popoli i diritti politici e la democrazia, per concentrare i poteri in organismi staccati dai popoli, non eletti e irresponsabili. Chiaramente, il gioco non vale la candela.
Ecco dunque che appare la manovra a tenaglia, sull’Italia, tra l’europeismo e il renzifascismo, una manovra chiaramente diretta a istituire innanzitutto e soprattutto in Italia un regime autocratico e totalmente elitario, sotto il pretesto della tecnocrazia necessitata dall’emergenza di salvare l’economia, di salvare le banche svuotate dai banchieri che fanno e disfanno i governi (soprattutto italiani), di salvare il sublime progetto europeo minacciato dei populismi indipendentisti britannico, austriaco, ungherese, italiano, francese; di salvare l’Ucraina e le repubbliche baltiche dall’espansionismo russo; di salvare e sistemare i sempre crescenti milioni di profughi in arrivo, e chi più ne ha più ne metta.
Tutte le risorse, dai redditi al risparmio all’informazione alla polizia (Eurogendfor) dovranno essere acquisite, coordinate, mobilitate. Tutti i dissensi saranno delegittimati e giustamente privati di spazi di comunicazione. Renzi e chi e dietro di lui, in vista dell’esplosione dell’emergenza banche, e/o dell’emergenza immigrazione, e/o dell’emergenza debito pubblico, vogliono costruire al più presto una struttura statuale, un regime, che garantisca il loro potere e i loro interessi (e nasconda i loto traffici) anche nel disastro nazionale e nella riduzione dell’Italia al ruolo di terreno di conquista e discarica per i paesi euroforti e i loro capitali. Mentre finiscono di raschiare il barile, spennando gli italiani di quanto hanno sinora potuto salvare dagli attacchi della criminale classe bancaria-politico-burocratica europearda. Ho il sospetto che il prezzo che pagheranno alla Merkel per comprare il permesso di salvare MPS (e tutto l’apparato PCI-PDS-DS-PD che storicamente ha eletto i suoi benemeriti gestori) dalla bancarotta mettendoci soldi pubblici, sia la cessione ai banchieri tedeschi di quote di controllo di primarie banche italiane e della Banca d’Italia.
Godremo però di diritti compensativi, di nuove, invidiabili libertà e progressi: matrimonio omosessuale, cambiamento gratuito di genere, possibilità di comprare ovocellule e spermatozoi e coltivarle in uteri affittati, naturalmente anche di drogarci, ma soprattutto di essere tutti traders on-line, in forex, di giocare tutti in borsa e fuori borsa, di comprare e vendere titoli finanziari di ogni genere, scegliendo almeno questi, e dimenticando I tempi superati e rottamati in cui potevamo scegliere deputati e senatori.
12.07.16 Marco Della Luna
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