W SCOTT, STRUMENTO DI COMPENSAZIONE TRIBUTARIA TRASFERIBILE
W SCOTT:
STRUMENTO DI COMPENSAZIONE TRIBUTARIA TRASFERIBILE
L’idea è buona, ma il nome scelto -minibot- la condanna ad abortire. Ad abortire per lingua di Mario Draghi, il quale abilmente ha osservato: il minibot o è debito, e allora aumenta l’indebitamento; oppure è moneta, e allora viola l’art. 128 del TFUE, che riserva l’emissione dell’Euro alla BCE, e non si può fare. Tertium non datur.
E invece tertium datur: basta correggere il nome. “Bot”, “Buono Ordinario del Tesoro”, implica un’appostazione passiva, un aumento del debito, quindi non va bene. Ma il minibot, in realtà, non aumenta il debito, quindi non è un *bot. Non aumenta il debito perché serve ad estinguere un pari debito già esistente – quindi patrimonialmente è un’operazione neutra, anzi attiva. Cioè lo Stato, o una qualsiasi Pubblica Amministrazione, lo dà a un suo creditore, il quale poi lo usa per pagare le tasse, cioè un debito che già ha. Il risultato della transazione è che Stato (la P.A.) azzera il suo debito verso il suo fornitore e poi il suo credito tributario, e gli rimane in mano questo titolo, mentre il suo fornitore, dando allo Stato il medesimo titolo, ha azzerato sia il suo credito verso lo Stato (la P.A.) che il suo debito tributario verso lo Stato (la P.A.). La denominazione giuridicamente corretta di questo titolo è quindi Scott: Strumento di Compensazione Tributaria Trasferibile.
Lo Scott, come abbiamo visto, non compromette l’equilibrio di bilancio pubblico, non aumenta l’indebitamento.
D’altronde, pur essendo denominato in Euro, pur essendo esigibile a vista, e pur essendo al portatore, non è Euro, non è moneta legale, perché, a differenza della moneta legale Euro,
a)la sua accettazione è libera (ossia può essere rifiutato come mezzo di pagamento – mentre la moneta legale è quelle di cui lo Stato impone l’accettazione);
b)ha una copertura, ossia il credito tributario dello Stato, il credito del suo emittente;
c)il suo potere di estinguere il credito tributario presuppone in chi lo presenta la titolarità sia di un credito (per forniture) che di un debito (tributario) verso lo Stato.
Quindi lo Scott non è in contrasto con l’art. 128 TFUE, con buona pace di Draghi.
Sebbene non sia moneta, lo Scott può risolvere molti problemi dovuti alla scarsità di moneta disponibile all’economia reale – scarsità dovuta a sua volta alla scelta della BCE (Draghi) di creare moneta per darla a tasso zero o quasi (quantitative easing) non ai governi ma alle banche, le quali non la immettono nell’economia reale, ma la usano per comprare titoli del debito pubblico, che poi depositano nella BCE – un bel caso di conflitto di interesse di quest’ultima e di Draghi con la loro funzione di interesse pubblico e non di parte privata.
L’imprenditore Alfa che riceve dallo Stato, in estinzione di un suo credito, Scott per 10.000 euro (poniamo) e decide di non usarlo per compensare un suo debito erariale (magari perché non ne ha), può usarlo per comperare una nuova macchina per il suo stabilimento da un fornitore. La nuova macchina aumenta la produzione e il reddito, e fa assumere un operaio specializzato in più, che col suo salario aumenta la domanda interna. Il venditore della macchina, con quanto ha incassato da Alfa, paga l’ingegnere che ha progettato la macchina, il quale a sua volta paga un impianto fotovoltaico per la sua casa. E via così. L’immissione di un mezzo di pagamento del valore di x, e di costo zero per lo Stato emittente, rende possibile una serie di transazioni che aumentano la produzione e il godimento di beni e servizi, cioè aumenta la ricchezza reale della collettività (l’inverso avviene quando una quantità di denaro viene sottratta: tutta una serie di transazioni non può avvenire, e il PIL cala, e peggiora il suo rapporto col deficit e col debito). Questo mezzo di pagamento -si noti- fa tutto ciò senza produrre interessi passivi, ossia senza indebitare chi lo usa verso banche o altro soggetto. Al contrario, se l’imprenditore Alfa avesse preso a prestito la somma di 10.000 da una banca, dovrebbe pagare un interesse semestralmente composto, poniamo, del 2% annuo; ossia dopo 12 mesi avrebbe un debito di interesse di 202. E’ per questo che Draghi, la BCE, la comunità bancaria, l’Eurogruppo che è sua longa manus assieme alla Commissione, si oppongono ai minibot: perderebbero il lucro degli interessi, e -peggio ancora- perderebbero il monopolio della moneta, che dà loro immenso potere sui cittadini, sulle aziende, sugli Stati. Perderebbero il potere di lasciare i paesi a corto di moneta, di tenerli sulla corda.
Si noti che essi esercitano il loro monopolio monetario non tanto attraverso la BCE, quanto attraverso le banche non centrali, perché queste, grazie alla compiacenza della BCE e dei ministri dell’economia che sono appunto scelti e imposti dalla comunità bancaria, creano ed emettono moneta denominata “Euro” in violazione palese dell’art. 128 TFUE, e lo fanno in misura di circa 10 volte quella legittimamente creata dalla BCE, senza metterla a bilancio, in violazione delle norme contabili e in frode al fisco.
16.06.19 Marco Della Luna