ATTACCO ALL’UNICAVERNISMO

w

ATTACCO ALL’UNICAVERNISMO

Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Vocem

Con Vox Italiae abbiamo, da ieri, un soggetto politico che fa ciò che i partiti supposti essere antisistema non hanno fatto, ossia porre esplicitamente e con centralità il problema dell’intero sistema capitalistico finanziario globalista, liberista e mercatista (cioè del sistema entro cui ci troviamo), come causa automatica e inemendabile di sofferenza, rovina e ingiustizia per tutta la popolazione, eccettuata l’élite finanziaria dominante. Un soggetto che si propone di sostituirlo in blocco, attraverso la riattivazione in senso sociale dello stato nazionale, sovrano della sua moneta e della sua politica economica, in linea coi principi fondamentali della Costituzione, artt. 1, 3, 36, 41. Smascherare il falso story telling del liberismo globale e dimostrare la sua perniciosità, è ovviamente il primo passo, cui bisogna far seguire la formulazione di un progetto alternativo, che sia non solo ‘bello’, ma anche capace di funzionare, e che prima ancora sia realizzabile.

La profonda e mordente analisi di Diego Fusaro, durante i lavori di fondazione di Vox Populi, contro il dominante ordine del finanz-capitalismo, si apre con l’immagine delle dimensione sovrastrutturale di quest’ordine come unica caverna platonica rimasta (dopo la chiusura di quella marxista nel 1989): una caverna che, proprio perché unica (da qui ho coniato il vocabolo ‘unicavernismo’), è vieppiù difficilmente riconoscibile come caverna e ancor più scambiabile per unica realtà possibile, senza alternative: la visione amata e inculcata dall’industria culturale è appunto quella dell’assenza di alternative funzionali all’ordine attuale, della necessità di sacrificargli tutto e altresì di condividerlo tutti per essere legittimati a fare, rectius fingere, attività politica, senza essere bollati di estremismo, antisemitismo etc. Così è stato chiuso lo spazio per pensare alternativo, quindi per l’esistenza di una destra diversa dalla sinistra, non essendoci più diritto ad una diversità di modelli.

Vox Italiae è un soggetto politico che nasce appunto come riapertura di questa possibilità di differenziazione e alternativa, ovviamente al sistema del capitalismo assoluto e alla filosofia del nichilismo relativista ad esso connaturata. Riapre ricordando che, senza stato nazionale sovrano, non vi è possibilità di democrazia né di politiche nell’interesse del popolo, ossia keynesiane, ma solo nell’interesse degli speculatori apatridi globalisti, che sono appunto gli sponsors della demolizione culturale, politica e normativa degli stati nazionali e della delocalizzazione forzata dei popoli.

Vox Italiae riapre quindi quella contestazione e contropropositività di sistema che il PCI-PDS di Occhetto e Veltroni, scoprendosi (interessatamente) liberale e schierandosi con l’ideologica dei marcati finanziari contro gli interessi e i diritti dei lavoratori, aveva chiuso anche sul piano del pensiero – sul piano della prassi forse non era mai stata aperta, in quanto il PCI sin dal ’48 circa si era accomodato nel consociativismo spartitorio, gestendo e ammaestrando per conto di questo il dissenso socialista, che pure alimentava e cavalcava, grazie alla dabbenaggine popolare.

Ma quale alternativa è realizzabile in concreto? Chi ha la forza e l’interesse di realizzarla? Non saprei.

I cambiamenti strutturali, nella storia, li fanno processi oggettivi (economici, demografici, climatici, culturali, tecnologici…), spesso lentissimi, che sfuggono alla comprensione o alla gestione dei sistemi di potere, finché sbilanciano e rompono gli assetti. Contrariamente alla fede democratica, a farli non sono mai le masse mediante azioni consapevoli e coordinate da loro stesse, vuoi con mezzi pacifici, vuoi con mezzi violenti. Può piacerci l’idea di una Voce del popolo, ma il popolo, quasi tutto, non ha cognizione, ama e difende la sua caverna e le chiede conferme e conforto, non pone attenzione ai grandi temi e alle grandi alternative, si fissa sul particulare e sul breve termine, dimentica, non sa coordinarsi, non ha strumenti. Allora, che cosa è fattibile?

I cambiamenti strutturali sono stimolati dalle operazioni-verità, che rompono i paradigmi sovrastrutturali su cui poggia un sistema di potere e consenso, come fece quella di Keplero, Copernico e Galileo. Qualcosa di simile è fattibile anche oggi: si può tentare un’operazione-verità destabilizzante per l’oligarchia finanziaria incominciando con il disvelamento del suo motore, ossia del potere monetario (monopolistico, irresponsabile, privato), quello di cui Grillo parlava molto prima di omologarsi al mercatismo ed avviare la sua ascesa politica, e di cui trattano molti miei saggi da Euroschiavi a Tecnoschiavi). Coinvolgendo su questi temi le masse grazie anche alla loro sofferenza economica destinata ad aggravarsi, possiamo rendere utile la forza popolare: il popolo non sa fare una rivoluzione che non sia illusoria, guidata dall’alto e contro i suoi propri interessi, però può aiutare un’operazione-verità conferendole visibilità e udibilità anche nelle piazze, nelle fabbriche, nelle scuole, nei sindacati. Può sostenerla anche con l’auditel.

Più arduo è formulare un’alternativa al sistema attuale, che sia non solo bella ma anche fattibile. Il capitalismo finanziario sta dominando perché è il sistema che, di gran lunga, è quello in grado di produrre più danaro, cioè comperare più consenso e collaborazione (anche da parte delle istituzioni, dei media, della ‘scienza’); come superarlo? Io non lo so. Per giunta, è un sistema praticamente mondiale, quindi come si può non solo vincerlo e sostituirlo, ma anche semplicemente contrastarlo, in un singolo paese, senza essere schiacciati dal suo restante impero?

Ancora più arduo è progettare una via di uscita dall’oligarchismo, cioè dalla vera bipolarità sociale, quella tra dominanti e dominati, tra padroni e servi. L’oligarchismo, a differenza del capitalismo finanziario, è una costante storica di ogni società organizzata (o meglio, è tutt’uno con lo stesso costituirsi di una società con ruoli differenziati). Esso non è superabile; nella lotta per il potere prevalgono i metodi e i competitori più efficienti, cioè più machiavellici, e ciò produce conculcamento dei dominati. Come ovviare? Neanche questo so.

Movimenti come Vox Italiae dovranno fare i conti non soltanto con gli ostacoli sopra indicati, ma pure con la formula della realtà odierna, che non è semplicemente “oligarchia capitalista rampante che spreme i popoli per massimizzare il profitto”, non è la formula marxiana o gramsciana, bensì è quella della società huxleyana, zootecnica:

Oligarchia (globale, munita di tecnologie biogenetiche, informatiche, etc.) x Classi dominate (divise, soppiantate dalla finanziarizzazione, dall’automazione, dall’intelligenza artificiale) x Esaurimento delle risorse x Catastrofe ecologica = Drastico Taglio (dei consumi, delle emissioni, cioè) della popolazione.

Abbiamo un’idea alternativa a questo, una che -ripeto- non sia solo bella ma anche realizzabile? L’unica possibilità di uscire da ciò, e insieme di vincere il nichilismo relativista, è una rivoluzione verticale e non orizzontale, cioè una rivoluzione che esca per la verticale, confutandolo come illusorio, dal paradigma di realtà da cui nasce il capitalismo: il paradigma dualista del mondo costituito da materia contrapposta al pensiero (coscienza) e limitata, quindi da conquistare togliendola agli altri e strumentalizzando gli altri.

Ma per uscire verticalmente è indispensabile riconoscere che la caverna della narrazione global-capitalistica non è l’unica caverna da cui liberarsi, perché essa è contenuta in un’altra caverna, appunto quella del predetto paradigma.

15.09.19 Marco Della Luna

Informazioni su admin

Avvocato, autore, scrittore
Questa voce è stata pubblicata in GENERALI. Contrassegna il permalink.

2 risposte a ATTACCO ALL’UNICAVERNISMO

  1. ahfesa scrive:

    Segue. (pf leggere prima il precedente)

    Comincio con due constatazioni banali, ma che ci danno la misura dell`incubo in cui siamo precipitati. I nostri capi si insultano, a parole nessuno va d`accordo con nessun altro e tutti cercano di fregarsi, tanto che il berluscones Sallusti li paragona (figurativamente) al famoso girotondo dove ciascuno deve penetrare il precedente per non essere penetrato dal seguente. E naturalmente nel tempo che resta deve rubare e « fare i nostri interessi ». Ma con una ferrea eccezione : quando si tratta di evitare la galera ad un collega, magari pochi istanti prima duramente sputtanato, oppure chiaramente preso con le mani nel sacco, ecco che regna l`accordo più granitico e stavolta impenetrabile. Ovvero : oggi a te domani a me, per cui l`autorizzazione e procedere per nessuno non c`é ! E qui non c`é maggioranza o govenicchio che tenga.
    Seconda. Va bene, in una settimana sono arrivate oltre 1200 « risorse » ed altre migliaia sono già in viaggio beneficiando dei « taxi per naufraghi ».Grancuccagna per le cooperative di lupi travestiti da agnelli e gran dolore per i vecchitti pestati per 20 euro e via di seguito. E qui non c`é rimedio perchè lo vogliamo noi. Ma quello che é esilerante é che M. Macron, oggi giusto a Roma per insegnare al Bisconte a far la « o » col culo del bicchiere, a Ventimiglia giornalmente respinge centinaia proprio di quelli che noi dobbiamo ricevere altrimenti siamo « populisti e razzisti » Naturalmente lo stesso «liberté égalité fraternité » sbertuccia il senza onore Bisconte e non si sogna neppure di accettare ripartizioni a qualunque titolo, al massimo, per degnazione, ingurgiterebbe una percentuale (il 10% forse) dei rifugiati. Ma il predetto tipo di « risorsa » é solo il 10% degli arrivi essendo l`altro 90% puri clandestini per ragioni economiche. Quindi se va bene forse se ne prende uno su cento ed un`altro (sempre su cento) Frau Merkel. Il resto a noi che siamo buoni e fessi. E sempre naturalmente i sigg. deputati, attori, opinonisti, che prima salivano sulle navi e si sbracciavano per i poveri negri « usati come merce del vigliacco Salvini » adesso a Ventimiglia dove si ammassano esattamente le stesse « risorse » nel sudiciume e nel degrado, bloccati dai gendarmi “fraternité” che però non sono razzisti né nazionalisti, non se ne vede uno. Ma come il Mr. Gere che é di casa vicinissimo a Montecarlo o a Cannes, una puntatina a XXmiglia proprio non vuol proprio farla ?

    Ma attenzione gli « europeisti » sgamati non vivono certo nella fallace illusione di ottenere favori dai musi pesanti di Berlino e di Bruxelles, bastandogli un ben ricompensato periodo di ossequiente governo al disastro per i sudditi, per poi passare ad un ben pasciuto standby, con comode pensioni e sicumere. Quelli che invece coltivano a mio avviso una stolta chimera sono i verdecornuti leghisti capitanati dal cappone Salvini. Difatti é assodato che fino a quando non si sarà formato con sufficiente forza il « centro » (Italia Viva, un nome é già tutto un programma) del risorto giullare Renzi (magari con un nuovo patto col fantasista di Arcore che non vuole l`imbalsamazione) , a costo di mettere la Maga Magò a Palazzo Chigi, a votare non si andrà mai. Allora é illusione il « vincere » alle regionali che si prospettano già in partenza come un campionato alla Moggi per l`Inter di Moratti. Con in più l`aggravante che (come giustamente disse il Giorgetti, che ben defilato é il più furbo di tutti) anche se si vincesse, di fatto non si potrebbe governare neppure le regioni per strangolamento finanziario centrale o cassazione legale, mentre il Bisconte se ne impiperebbe ed esattamente come il duce di cartapesta “tirerebbe dritto”. Invece se si perdesse si sarebbe sotterrati definitivamente. Quindi come giocare a Las Vegas. Meno illusorio, ma sempre complicato é il ricorso alla piazza. Ma deve essere continuo e martellante e deve poter paralizzare una parte del paese o dell`amministrazione per essere efficace. Non basta certo la giornata una tantum, dove si va solo per esser presi in giro e sbeffeggiati dai media che non dicono fake. Ma per muovere la piazza ci vuole serissima organizzazione, ben studiato servizio informativo e d`ordine, per prevenire i facili provocatori, persone di grande capacità e quindi costosissime e ovviamente tanti, tanti, ma tanti danari. Questo perchè persino le truppe cammellate del famoso Ciriaco (oggi ricco, intonso e pasciuto) non si muovevano se non erano foraggiate da vino e spaghetti con cacio e pomodoro a volontà. Vedete i gilet che si sono ammosciati per mancanza di « argent ».
    Ora io dubito che la relitta classe industriale del nord strangolata da tasse, burocrazie, immigrazione predatoria e mafie di ogni colore, abbia la volontà, ponderato il rischio di insuccesso, e men ancora i mezzi per sostenere l`ex ruspante ora ridotto a cappone. Quanto al popolo bue che si rivolti per fame e concussione men ancora lo credo.

    Non resta dunque che la classe intellettuale « non globalista » che é formata da egregie persone, anzi, volendo guardare, al livello o quasi dei musi pesanti di Berlino, per capacità e conoscenza. Ma non per mezzi e potere sfortunatamente.
    Quindi il mio modesto ma ponderato parere é che gli intellettuali devono trovare il modo per rappresentare a quanti più possibile le falsità e gli errori del pensiero unico. Ma non con argomentazioni dotte ed eleboratisisme, bensì con proposizioni, magari più approssimative, ma di svelta e duratura comprensione. E non solo, il chiarimento deve essere accompagnato da un piccolo dono materiale, per invogliare e serbar memoria. Niente di nuovo sotto il sole : I maoisti, principi dei sovversivi, decantavano le delizie del socialismo reale, accompagnando l`offerta di una ciotola di riso per riempire la pancia dell`affamatisismo cliente. Ma anche per questo ci vuol denaro, ma molto meno che per smuovere le piazze.

    Ma il compito principe degli intellettuali non appecoronati é quello di trovare e preparare quella persona che dovrà gestire a suo tempo il cambiamento. Ovvero chi dovrà unire a grande capacità gestionale, altrettanta astuzia politica per coinvolgere l`alleato esterno, quello che dovrà, ovviamente con suo prevalente vantaggio, toglierci dagli attuali carboni ardenti fornendo denari ed appoggi. Cioé il nuovo Cavour, per fregare il vecchio Radetzsky. E qui la strada é lunga e difficile, ma non impossibile, anche se l`ultima volta ci abbiamo messo 360 anni sempre per liberarci dei tedeschi.

  2. ahfesa scrive:

    Caro avvocato e stimati lettori,
    io son un povero ignorante e mal mi adatto a complicate esegesi.
    In sintesi penso:
    a) I cambiamenti radicali di sistema geopolitico si preparano lentissimamente in molti anni e con il cumulo di eventi impercettibili e mediante personaggi solitamente ignoti ai comuni cittadini. Al momento della svolta si attua, sia pure con imprevisti, un programma già formato.
    b) Detti cambiamenti sono sempre attuati e diretti da oligarchie e mai dal popolo (Montesquieu diceva che il popolo é bravissimo – in teoria – a scegliersi I propri rappresentanti se libero di farlo, ma é incapace di governarsi da sé)
    c) Le oligarchie attuano il cambiamento quando dispongono (o credono di disporre) dei mezzi materiali, della forza economica, della potenza mediatica per relizzarli. I cambiamenti devono essere per loro molto convenienti essendo a rischio il loro status, vita ed averi.. Ma l`elemento dirimente é il popolo bue dove una cospicua parte (non necessariamente la maggioranza aritmetica) deve essere favorevole e/o soltanto indifferente alla difesa del vecchio regime. Difatti l`URSS si é dissolta non solo perchè le oligarchie l`hanno riformata avendo il potere per farlo,, ma in quanto il popolo, benché pure indifferente o addirittura scettico verso le nuove idee, ha ritenuto di non rischiare anche minimamente in proprio per mantenere il vecchio regime.
    d) Il cambiamento non é mai nell`interesse specifico del popolo, potrebbe anche portare per lo stesso un grosso peggioramento, anche se per fortuna nella storia si tende a progredire. (I sovietici tenevano a bada I reclcitranti coi gulag ed I cannoni del Patto, adesso si usano mezzi meno direttamente cruenti quali I colpi di palazzo, la corruzione, la disinformazione, il terrorismo fiscale, l`impoverimento predatorio camuffato da “decrescita felice” o “green economy”, l`immigrazione selettiva.
    e) L`ideologia ha a mio avviso una funzione accessoria. Difatti raramente le oligarchie mettono a rischio il loro status solo per un`ideologia o una religione. Di solito l`ideologia si usa, ovvero la si cavalca quando essendo gradita ad una qualificata parte del popolo, può diventare un comodo strumento per la presa del potere. Vedi l`Islam radicale. Altrimenti la si mette in campo una volta conquistato materialmente il potere, al fine di leggittimarlo, regolamentarlo e/o escludere elementi che sono stati utili per esautorare il vecchio regime, ma adesso possono essere ingombranti o troppo esigenti.

    Sul nuovo partito non mi pronuncio perchè non lo conosco. Mi limito solo ad un`osservazione preliminare. Attenzione a non tentare un`altra volta di voler realizzare in pratica il socialismo reale, sia pure per soppiantare il presente infausto regime. Ci hanno provato I russi (oligarchie e popolo) per liberarsi dello zar. Hanno avuto prima Lenin e poi Stalin fino a Breznev. Ed adesso hanno il Putin che – parliamoci chiaro – é uno zar in versione moderna riveduta e corretta. Quindi son tornati al punto di partenza però con 80 anni di sofferenze spaventose e milioni di morti per niente, compensati con progressi a mio avviso di molto inferiori ai loro costi.

    Ed adesso permettetemi un commento sui fatti nostri.
    Innanzitutto sgombriamo il campo da una fake stavolta europeista.
    Ovvero alcuni media “dell`opposizione” ma non sovranisti, ci gabellano che I Bisconti (membri e sostenitori del Bisconte) si stiano disingannando sulle reali intenzioni dei musi pesantissimi messi in auge a Berlino/Bruxelles. Assolutamente non vero, poichè I nostri capi attuali e persino I capetti sapevano e sanno benissimo di svendere il loro paese in cambio di un effimero mantenimento della loro poltrona, magari forse accompagnato da una adeguata, ma non lauta, buonuscita. Dunque era ed é a loro chiarissimo che per il popolo bue non ci sarà quartiere e men che meno concessioni, veri alleggerimenti o ristori. Anzi al contrario il teutonico scarpone avrà il tallone ancor più chiodato.

    Difatti é già partita la grancassa della “lotta all`evasione” presumendo dunque I sudditi colpevoli fino a prova contraria e quindi soggetti a quelle ulteriori delizie che é facile immaginare e che ci faranno a Natale piangere forte.
    Prima tra tutti la sparizione del contante. Argomento specioso questo che inganna molti deboli di spirito. Io non vi annoio con la demenzialità proprio dal punto di vista tributario, dell`imposizione di restrizioni medioveali sull`uso della moneta legale per piccole cifre, salvo il dire che ammazza I commerci privati base economica della classe media e fonte di approvvigionamento dei ceti più deboli. Al contrario mi permetto di farvi notare – pensateci bene – che se si abolisse il contante e tutti fossimo obbligati ad usare solo moneta elettronica per conseguenza, ognuno di noi senza potere sarebbe alla mercè di un ignoto controllore (a volte persino una macchina animata da un astruso algoritmo) il quale con una istantanea operazione telematica potrebbe privarci di ogni avere e ridurci alla fame e pure senzatetto. E naturalmente senza possibilità di rimostranza e ristoro poichè il soggetto intrressato é a noi ignoto sia per luogo che per ufficio. Il nirvana della Gestapo quindi.

    Naturalmente I partecipi del Bisconte sanno di essere delle marionette e quindi esternano senza ritegno le sciocchezze più banali. Naturalmente nei fatti obbediranno agli ordini dei soliti, anche sapendo di mandare a catafascio il loro paese e quindi anche lo stesso loro governo. Ma non se ne preoccupano, perchè qualunque cosa succede gli eurocrati li terranno in vita almeno per un certo tempo e poi ci saranno buonuscite, prebende e pensioni.

    Ma sono certo che I capi a Berlino siano gente preparatissima, ai quali l`affidarsi a “Giggino o`ripetente” o all`indegno Bisconte può essere solo una temporanea spiacevole necessità, mai una soluzione. Quindi credo abbiano già previsto una sostanziale revisione del nostro quadro politico da attuare prima possibile.

    L`azione sarà su due fronti. Da un lato l`incorporazione dei grilliti nel PD, magari creando una nuova offerta politca comune, con riduzione a movimento marginale degli irriducibili idealisti M5S, ovviamente ben fuori dalla stanza dei bottoni e magari pure dalle regalie. Vedi le improrogabili “Alleanze-pentolone” alle regionali. Dall`altro la “revisione” dell`opposizione. Difatti a Berlino non conviene che l`unica forza antigovernativa rimasta siano oltre ai sovranisti (per definizione da isolare e se possibile anche meter in galera) I decrepiti berluscones oramai in putrefazione. Quindi ecco il furbastro Renzi il quale dopo aver imbottigliato a vantaggio di Berlino I pidini con I grilliti adesso se ne chiama fuori, fondando un nuovo partito, che però fino a che non lo diranno sempre a berlino farà da stampella dirimente al Bisconte, il quale adesso finalmente capisce di non contare davvero più nulla, né a Bruxelles e men che meno a Roma. Il “nuovo” partirenzi dovrà inglobare quei furbastri “eletti” I quali machiavellicamente capiscano che – indipendentemente dal loro risibile mandato elettorale e men che meno dalla volontà dei loro cornutissimi elettori – é meglio “stare dalla parte dei più forti dove solo ivi vi é onore gloria e denari”. Quindi incetta di leghisti “responsabili” e berluscones in attesa di lasciare la nave che affonda. E quando gli spin doctors di berlino diranno che il “nuovo” centro ha abbastanza suffragi per ricreare un bipolarismo dove I “sovranisti” sono esclusi, ecco che per magia il popolo bue potrà votare con l`incredibile possibilità di scelta tra I pidini amalgamati coi grilliti o I centristi del nuovo fantasista Renzi. E poichè credo che per le stangate che nel frattempo avrà ricevuto il popolo bue attribuibili al Bisconte, vinceranno I secondi. Ecco per Berlino un governo finalmente “affidabile” e pure “presentabile” senza tipi come Giggino o`ripetente.

    Continua.

Lascia un commento