ASSASSINEURO
ASSASSINEURO
Credevate agli europeisti, alla Tv, alla Merkel, alla Von der Leyen, a Sassoli?
Credevate che, per effetto dell’emergenza pandemica la politica economica dell’Unione Europea fosse cambiata, che fosse diventata ‘sociale’, solidale, rivolta a salvare i popoli? che avesse rinunciato alla rapina e si mettesse ad elargire aiuti? Allora siete proprio scemi!
Sì, scemi.
Gli strateghi eurocratici eseguono sempre il loro piano ben preciso, inemendabile, criminale.
Ma l’amico prof. Massimiliano Bonavoglia vi offre la sua cura in questo articolo, Assassineuro, che oggi ho il piacere di offrirvi.
Marco Della Luna
L’EBA è l’autorità bancaria europea che gestisce, regolamenta e vigila sul mercato finanziario interno all’Unione, col fine di armonizzare le normative. È un istituto indipendente dall’Unione Europea, dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo.
“Gli obiettivi generali dell’Autorità sono assicurare la stabilità finanziaria nell’UE e garantire l’integrità, l’efficienza e il regolare funzionamento del settore bancario” si legge dal portale pubblico (https://www.eba.europa.eu/languages/home_it). Quindi abbiamo un ente privato che nulla ha a che fare con la rappresentatività democratica degli Stati membri, il quale sovraintende alle normative interbancarie nazionali e internazionali.
Per integrità, efficienza e regolamentazione, cosa intendono? Ecco un esempio. Dal primo gennaio 2021 in Italia si è recepita una norma di questo istituto privato che condanna alla segnalazione automatica in CRIF (centrale rischi) chi si trova uno scoperto sul conto corrente anche di pochi euro (cento per i privati, cinquecento per le società). Sino all’anno scorso si finiva in CRIF per una successione di rate non pagate di mutuo bancario o di finanziamenti (prestiti liquidità), ma non perché arrivasse una bolletta su un conto corrente momentaneamente a zero di 101,00 euro. Ora, la banca non autorizza più il pagamento, inserisce il debitore che temporaneamente si trova in rosso nel contenitore dei segnalati, che vengono ritenuti cattivi pagatori, che non potranno quindi usufruire di ulteriori prestiti, che non potranno cambiare banca, che non saranno degni di utilizzare un blocchetto degli assegni e così via. Anche per un minimo sforamento del conto, il credito è dichiarato non recuperabile e, se il rosso dura più di 90 giorni, li cliente è definito in default (articolo 178 del Reg. UE n. 575/2013). Attenzione ai due momenti critici: si viene segnalati in CRIF come cattivi pagatori e tutti gli istituti creditori nonché le utenze RID vengono automaticamente coinvolte.
“Una norma, quella dell’Eba, che appare iniqua e lesiva dei diritti dei consumatori, specie in questo momento in cui milioni di famiglie versano in difficoltà economiche, e basta una spesa imprevista per portare a sconfinamenti sul conto – ha affermato il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele (https://www.firenzepost.it/2020/12/29/autorita-bancaria-europea-per-scoperto-di-pochi-euro-sul-conto-corrente-si-finisce-sullelenco-crif/) – 15 milioni di famiglie sono a tutti gli effetti a rischio insolvenza a causa di queste nuove regole, e migliaia di imprese rischiano il default. Per tale motivo rivolgiamo un appello al Governo, affinché intervenga per sanare questo squilibrio e impedire che utenti e imprese diventino cattivi pagatori anche per pochi euro di scoperto”.
…Come dice dottor Gabriele? Il Governo? Auguri! Il Governo italiano sta attraversando una fase critica dagli esiti incerti:
l’eterna ambiguità di Italia Viva (dimissioni dei ministri ma sostegno esterno per evitare il voto ricattando Conte)
Conte-ter,
rimpasto,
Governo dei responsabili,
Governissimo del tutti-dentro con a capo Draghi,
governo tecnico stile Monti 11-11-2011 (ancora con Draghi)
o, se proprio nessuna di queste opzioni fosse percorribile, elezioni politiche, che vengono descritte come il peggiore dei mondi possibili.
Ma non ci si illuda, questo polverone non è sollevato per annullare le infauste direttive dell’EBA, non sono questi problemucci da popolino a impensierire i tronisti di Palazzo Chigi. La ragione è la torta del Recovery Fund. E, di nuovo, non certo per evitarci le condizionalità, che peseranno sulle generazioni future come macigni di cui nemmeno si riesce a calcolare la gravosità, bensì su chi gestirà il malloppo. Conte pur dicendo che ha la squadra di ministri migliori del mondo si è riempito di consulenti, commissari, tecnici, tutti “suoi” fedelissimi, ai quali vorrebbe dare in gestione le decine, centinaia di miliardi di euro del RF. Renzi, che se fosse stato presidente del consiglio avrebbe fatto più o meno lo stesso con i leopoldini, rosica perché ora è minoranza di governo e non viene coinvolto nella stesura del piano da presentare a Bruxelles. Tutto qui.
Intanto gli esercenti, i partita iva, i piccoli imprenditori, i ristoratori e albergatori, vanno in fallimento a mazzi, svendono a investitori cinesi persino sul Canal grande di Venezia (https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/cina_finanza_riciclaggio-5683221.html), gioiello e autentica meraviglia del mondo che doveva essere difesa con ogni mezzo dall’assalto di privati stranieri, che parassitano il territorio e spediscono i proventi alle rispettive patrie (sottraendole alla nostra). Il comparto turistico italiano non è semplicemente in crisi, sta cambiano bandiera, terzomondizzando il territorio che lo ospita. Così come succede da tempo a gran parte dell’Africa, le bellezze nostrane saranno sempre meno “nostre”, e gli autoctoni saranno sempre più invitati a migrare, o sottostare a regolamentazioni giuslavoriste di matrice asiatica. Quando si dice il progresso!
Invece di tendere una mano a chi è sul ciglio del baratro, l’ennesimo istituto privato europeo che esercita il diritto di prevalenza sulle legislazioni nazionali, l’EBA (come il MES, come la stessa BCE e tanti altri soggetti privi di alcuna legittimazione democratica) dà una spintarella al morituro per buttarlo giù con il killeraggio finanziario della nuova normativa, che si attiva anche per una bolletta non immediatamente pagata. Chi lo difenderà?
Il Governo italiano è capeggiato da uno che non ha mai preso un voto in vita sua e non si è mai presentato a elezioni politiche dichiarando un chiaro orientamento (forse per questo è riuscito a passare dal voler mettere “fine al business dell’immigrazione che è cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietà” [https://www.youtube.com/watch?v=TsQM1ehkBgQ&t=24s] al denunciare Salvini, per aver fatto quello che lui sottoscriveva da presidente del consiglio di quei ministri). Forse per questo è il miglior servitore degli interessi di grandi speculatori internazionali, cui è sempre stata invisa l’autosufficiente sussistenza dell’imprenditoria a conduzione famigliare del Bel Paese. Il valore del comparto immobiliare nazionale precipita, chi ha contratto debiti per la propria attività è sull’orlo del suicidio, se finisce a dormire in macchina e infoltire le code delle mense dei poveri – pazienza (peseranno ai piani alti). Ma prima o poi il cerchio si chiuderà, e i garantiti (dipendenti pubblici e pensionati in primis) dovranno subire la scure delle condizionalità europee, che sono lì apposta per depredare il fragile e precario equilibrio della bilancia pubblica nazionale. Costoro ancora non se lo aspettano, anzi plaudono l’elegante presidente con la pochette bianca nel taschino e la pettinatura impeccabile, lo sguardo da ammaliatore e la voce da pensoso e saggio uomo di facciata, finché se ne vanno a passeggio in città prive di traffico e lavorano in smart working risparmiando pure i buoni pasto che ora usano per fare la spesa. Chi produce il reddito per i loro assegni mensili sta morendo, e prima o poi i nodi verranno al pettine.
Il male dell’Europa non sono gli Stati Europei e tantomeno i loro popoli, bensì gli istituti privati, spesso di proprietà anonima o misteriosa, che dall’esterno della sua compagine politica legiferano, esercitano pressioni, inducono scelte, dettano condizioni. Nemici dei popoli, se mai, sono quei governanti sospetti di dover fare i piacioni in patria e gli umili baciamano in eurozona, soprattutto se privi di una legittimazione popolare, perché politicamente deboli e ricattabili. Da chi? Dai grandi gruppi finanziari mondiali, che si stanno prendendo un pezzo alla volta tutto il pianeta.
Due soggetti privati, che controllano le comunicazioni tra più di due miliardi di persone nel mondo, e che hanno visto i propri titoli azionari schizzare grazie alla pandemia nel 2020 come Twitter e Facebook, censurano arbitrariamente il presidente uscente degli Stati Uniti, raccogliendo le critiche anche da parte dei sostenitori del suo antagonista e alleggerendo involontariamente il peso delle accuse pubbliche che gli sono state rivolte per quanto accaduto al Campidoglio americano.
Ultimo esempio. Grazie alle euroregolamentazioni e ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea, Apple paga un’aliquota inferiore all’1% sui profitti realizzati in Europa (per scendere allo 0.05% nel 2014) e la sanzione di 14,3 miliardi di euro che era stata inizialmente comminata è stata annullata (https://www.ilsole24ore.com/art/apple-tribunale-ue-annulla-decisione-commissione-antitrust-non-provato-vantaggio-fiscale-AD2kCTe). Mentre il titolare di un esercizio pubblico come un bar deve tenere chiusa la serranda a intermittenza, secondo la volontà cangiante del presidente del consiglio dei ministri, elemosinare ristori, bene che vada irrisori, e pagare bollette per gran parte composte da spese fisse e anatocismo (interessi sugli interessi) di utenze che non usa. Se non ha messo via del contante per ovviare a queste spese, dal primo gennaio rischia la relegazione nel girone dantesco della CRIF. Se invece lo ha accantonato, è accusato e colpevolizzato, ritenuto disobbediente rispetto alle innovative iniziative governative, che mirano al cash-less e hanno ideato la lotteria degli scontrini, come se si stesse giocando, anziché lottando per sopravvivere. Raramente si è percepita una distanza simile tra gli inquilini del palazzo e il Paese reale, che a stento riesce ad avere una visione d’insieme, e forse è meglio così, altrimenti altro che Washington!
15.01.21 Massimiliano Bonavoglia