I BAMBINI E LO STATO CATTIVO
I BAMBINI E LO STATO CATTIVO
I bambini pensano che il sole esista per scaldarci e che gli alberi da frutto esistano per nutrirci, cioè che il mondo esista per servirli. Hanno una visione del mondo centrata su loro stessi, sull’uomo. Analogamente, pensano anche che lo Stato e le istituzioni esistano e operino per servirli, per tutelare i loro diritti, per risolvere i problemi della gente.
In realtà, Stato e istituzioni servono coloro che ne hanno il controllo, e che usano la gente come animali di utilità. Il potere serve se stesso. Lo ha ben dimostrato una serie di crisi finanziarie che sono state montate e cavalcate dalle oligarchie dominanti, usando governi e parlamenti, per aumentare le proprie ricchezze e il proprio potere politico, togliendoli alla gente. Esattamente come stanno facendo con la presente crisi pandemica. Rimodellano la società e le costituzioni a loro convenienza.
Nel mondo reale non esiste un buon paterfamilias che governi per il bene collettivo e che voglia risolvere i problemi della gente.
Né un parlamento di eletti interessati a rappresentare gli elettori anziché al loro tornaconto personale o di gruppo.
Né una legalità e una giustizia interessata a farla valere anziché a nascondere o legittimare gli abusi del potere, per partecipare, in cambio, ai suoi privilegi.
Né un popolo sovrano, perché il potere politico, economico, tecnologico sono sempre più in mano a pochi.
Né una capacità popolare di insurrezione e rivoluzione in grado di cambiare questa realtà e imporre l’interesse collettivo.
Nel mondo reale ci sono oligarchie che trattano i popoli come strumenti per produrre ricchezza e potenza e praticano una spietata ingegneria sociale, oggi sconfinante nella macelleria.
Per fortuna, all’opera, incessantemente, c’è pure una forza delle cose, che spesso, nel medio e lungo termine, scardina i piani di questi manipolatori, anche se spesso solo dopo che hanno causato molto male.
E c’è il caos, ossia l’enorme complessità del sistema ‘mondo’ e l’imprevedibilità dei processi in corso, che prima o poi vanifica tutti i calcoli, i piani e gli strumenti di controllo.
E poi c’è sempre la morte, come via di uscita e di radicale mutamento.
17.01.21 Marco Della Luna