PROCESSARE L’ITALIA
PROCESSARE L’ITALIA
Due vecchi dirigenti e bancari miei conoscenti già parecchi anni fa mi raccontavano di quando le banche italiane importarono dall’America i metodi della McKinsey (che però non erano quelli ufficialmente noti come Metodo McKinsey 7S, ma un’altra cosa), quella McKinsey che adesso Draghi ha incaricato di preparare il Recovery Plan per l’Italia, e che negli USA autorevoli esponenti democratici (Sanders, Buttgieg) contestano come fucina di tecnocrazia antisociale. L’essenza di quei metodi era il ‘processare’ il cliente. Processare non nel senso giudiziario, ma nel senso di lavorarlo come una materia prima per estrarne il massimo dell’utile dandogli il meno possibile. Si trattava, mi spiegavano, di fargli prestiti con modalità predatorie, come i prestiti con contratti derivati ingannevoli (che vennero ampiamente smerciati anche alle pubbliche amministrazioni, con loro enorme danno), nonché di vendergli prodotti di risparmio e investimento che dessero alla banca il massimo guadagno immediato, ossia di venderli a 100 ciò che sul mercato era quotato 95, ovvero di sbolognargli titoli a rischio o a perdita che la banca aveva in pancia, in modo trasferire addosso a lui il rischio o la perdita.
Per realizzare questo piano, anche il personale doveva essere ‘processato’, ossia lavorato, trasformato psicologicamente, in modo che eseguisse tali direttive applicando le persino ai propri amici e parenti. Per questa ragione i responsabili di filiale incominciano ad essere ruotati frequentemente: non dovevano stabilire rapporti umani significativi né essere esposti ad essi. Intanto, banche di credito e risparmio, quelle dedite all’economia reale, come lo stesso Monte dei Paschi di Siena, venivano trasformate in banche speculative e di azzardo, eufemisticamente dette di affari o investimento: la cosiddetta banca universale, che fa trading coi depositi dei risparmiatori.
I due vecchi dirigenti, uomini d’altri tempi, legati ad altri principi morali e sociali, non accettarono questi metodi e andarono in pensione, avendo maturato l’età. Dicevano di essere molto contenti di questa loro scelta perché si erano risparmiati di vedere come anche i dipendenti venivano sottoposti al processo in modo da estrarre il massimo dando loro il minimo e scaricandoli quando maturavano troppi diritti e conveniva sostituirli con giovani da assumere con contratti negrieri e precari, ad alta ricattabilità.
In una successiva fase, il metodo del ‘processo’ per spolpare fu applicato estensivamente alle stesse banche, onde estrarne tutto l’estraibile, intascandolo, e lasciarle poi in carico alle finanze pubbliche, col bail out, o di far pagare i risparmiatori, col bail in. Così fu fatto nel 2009 col rovinoso acquisto di Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena, e in altro modo poi si è fatto con la Banca Popolare di Vicenza, solo per citare qualche esempio. E’ un metodo molto più rapido di far soldi che la normale attività bancaria o gli stessi prestiti predatori, investimenti truffa etc.
Allora, avendo letto che Mario Draghi ha affidato alla McKinsey la formulazione del Recovery Plan per l’Italia, cioè di come investire quei 209 miliardi, per la maggioranza prestati e da restituire, e rammentando che la suddetta operazione di Monte dei Paschi con Antonveneta non sarebbe stata possibile senza l’intervento del medesimo Draghi che impose a Banca d’Italia, in veste di suo governatore, di autorizzarla nonostante apparisse poco chiara, mi è sorta una domanda: Non sarà che questo Recovery Plan di Draghi e McKinsey, alla fine, processerà anche l’Italia, per estrarne l’estraibile in favore dei banchieri multinazionali, e ci lascerà senza più niente? Che rastrelleranno tutto il denaro circolante perché secondo i “saggi” dell’economia l’Italia è un fortissimo generatore di inflazione che indebolisce l’euro e questo deve cessare, onde salvare l’Euro?
L’ipotesi mi suonava assurda, irrealizzabile, perché non è possibile ‘processare’ in tal modo l’Italia sotto i riflettori di tutto il Paese. Però forse l’ammucchiata di governo può renderla realizzabile…
Allora, con questo dubbio, sono andato a trovare i due dirigenti dove adesso riposano, finita la pensione, a pochi passi l’uno dall’altro, al cimitero, e ho sottoposto loro la domanda. Dopo qualche decina di secondi, finalmente, mentre uno dei due ridacchiava da sotto il marmo, con l’aria di chi la sa lunga, l’altro mi ha risposto, lapidariamente: “Tenga d’occhio le statistiche dei suicidi, capirà molte cose.”
09.03.21 Marco Della Luna