DELIRIUM SAPIENS
DELIRIUM SAPIENS
Abbiamo un’alta inflazione perlopiù dovuta alla speculazione e alla ostacolata circolazione delle merci, che sta contribuendo alla concentrazione della ricchezza.
Abbiamo anche una tendenza alla recessione, che ha ridotto di circa la metà le prospettive europee di crescita per quest’anno, ma le avrebbe più che azzerate se non ci fosse la residua spinta della forte crescita dell’anno scorso.
Abbiamo una gigantesca e sempre più instabile piramide rovesciata finanziaria, fatta di debito pubblico e privato, di azioni, di derivati, gonfiata per oltre 10 anni mediante denaro immesso nell’economia speculativa senza riguardo a quella produttiva.
Abbiamo i cicli dell’economia produttiva sconvolti dalla dinamica dell’economia speculativa, che non ha ormai veri e propri cicli ma procede a strappi distruttivi.
In questa situazione, restringere il credito e alzare i tassi quasi certamente non solo aggraverebbe la recessione, con ripercussione di lacerazione sociale, ma renderebbe insostenibile il suddetto giga debito (che si regge sulla capacità dei redditi di pagare gli interessi) e farebbe scoppiare la sua bolla, con conseguenze catastrofiche.
La tradizionale ricetta per uscire da situazioni di recessione congiunta a inflazione prescrive di fare massicci investimenti pubblici infrastrutturali per aumentare la produttività, la produzione, l’occupazione, il reddito. Però questi investimenti dovrebbero essere a debito, quindi sono di dubbia fattibilità per molti paesi, inoltre non è detto che funzionino, e in ogni caso occorrerebbero circa 2 anni per individuare gli interventi, fare i progetti con i confronti tra costi e benefici, affidare gli appalti e avviare i cantieri.
Ricordo che ciò veniva già pragmaticamente ricordato nei mesi precedenti 11 settembre, dopo che erano falliti tutti gli stimoli fiscali alla stagnante economia negli Stati Uniti. E si aggiungeva che l’unico grande investimento pubblico che possa partire rapidamente è la guerra. In effetti l’11 settembre fece partire questo tipo di investimento, da cui partì una nuova bolla immobiliare e finanziaria destinata a scoppiare nel 2008. E così nel 1940 fu la guerra a fare uscire gli USA dal collasso del 1929.
Dal punto di vista delle oligarchie dell’Occidente e pure del resto del globo, una soluzione valida, che potrebbe metterle tutte d’accordo, sarebbe allora quella preconizzata da George Orwell in 1984, ossia stabilizzare una condizione di guerre multiple in giro per il mondo, che legittimi e faccia accettare a tutti i popoli l’adozione di una economia di guerra a tempo indefinito, con una gestione a comando delle risorse con la possibilità di imporre razionamenti, controlli, soppressione del contante, monetazione e finanziamenti decisi in sede politica, assieme a una forte irreggimentazione sociale, un forte controllo dell’informazione, una forte imposizione di un pensiero politico unico con criminalizzazione e discriminazione dei dissenzienti, un sostanziale unanimismo filogovernativo delle forze politiche, come già vistosamente abbiamo ora, in particolare in Italia. Questo assetto consentirebbe di far ‘capire’ e quindi accettare alla gente ciò che le élites vogliono, nonché di prevenire e reprimere la protesta e l’organizzazione della resistenza anche sindacale. Quadro significativamente simile a quello delle guerre incessanti di 1984: sono guerre croniche, tra pochi grandi blocchi che dominano tutto il pianeta, senza un esito risolutivo, che consentono alle élites di potere il controllo di tutte le risorse e di tutte le informazioni e anche di tutti i diritti. Consentono di imbonire e insieme galvanizzare la popolazione con una rappresentazione propagandistica della realtà, una riscrittura aggiustata del passato storico.
Realizzare un simile sistema di controllo sociale ed economico potrebbe permettere di evitare un collasso economico finanziario e quindi anche una crisi di consenso e di obbedienza popolare, cioè evitare la resa dei conti.
Questo nell’immediato, mentre nel breve periodo, in combinazione con la gestione delle pandemie e delle campagne vaccinali, esso potrebbe portare alla soluzione del problema ecologico e dell’esaurimento delle materie prime, mediante la graduale sostituzione dell’attuale economia e di una finanza basate sui consumi ad alto assorbimento di materie prime e di energia con alte emissioni inquinanti, sistema a cui si potrebbe sostituire uno basato sul consumismo di farmaci e vaccini, che hanno un basso impatto ambientale e che quindi darebbero luogo a un consumismo sostenibile, capace di assorbire gran parte del reddito disponibile della grande maggioranza della popolazione, resa (anche mediante la manipolazione mediatica), farmaco-dipendente e vaccino-dipendente, quindi immunodepressa, perennemente impegnata nella difesa della propria salute, distratta dai problemi socio-economici e incapace di ribellione.
In parallelo si sta sviluppando un sistema di società sorvegliata e regolata mediante punteggio sociale ossia di obbedienza, già ampiamente attuato in Cina, dove l’accesso ai servizi e diritti pubblici è condizionato a un comportamento conforme a regole poste dai possessori dello Stato e delle istituzioni, con una forte riduzione della spontaneità, della libertà, quindi della imprevedibilità dell’uomo.
Arrivati a una tale punto, si sarebbe soltanto a un passo dalla soluzione del problema demografico, perché la popolazione sarebbe ormai sotto una gestione di tipo zootecnico.
Credo che questa sia la linea evolutiva più probabile perché più in linea con il tornaconto delle oligarchie dominanti e con le possibilità offerte dalla tecnologia. E insieme la più idonea a risolvere la crisi ecologica che oramai incalza anche attraverso le alterazioni climatiche.
Tale linea evolutiva potrebbe essere spezzata da ben possibili catastrofi climatiche che comportino una forte riduzione della popolazione, oppure da una guerra mondiale nucleare e/o comprendente ampio uso di super virus e super batteri in funzione genocida. Anche di tali patogeni vi è ampia disponibilità.
Insomma, per una via o per l’altra, il ristabilimento di un equilibrio attraverso una massiccia distruzione è inevitabile, a meno che si introduca un fattore soprannaturale.
25.06.22 Marco Della Luna