THE GREAT UNSETTLING
THE GREAT UNSETTLING
Nuntio vobis gaudium magnum: la Coca Cola ha presentato richiesta di essere riammessa a produrre in Russia. Questo è un buon indice di pace in arrivo.
Intanto, il 6 Luglio a Bergamo è nata ALAB, Associazione di Amicizia Lombardia-Bielorussia. Un’associazione come questa potrà svolgere una funzione molto utile in quanto canale e forum di comunicazioni e di scambi tra i lombardi, che sono parte dell’Europa occidentale, e il mondo russo, in questa importante fase di scontro epocale, e di inevitabile cambiamento.
Non si tratta, ovviamente, uno scontro tra popoli. E’ uno scontro tra sistemi economici e progetti sociali. Le ostilità sono state aperte da una classe dirigente che difende il suo sistema di profitto e potere.
Vediamo dapprima lo scontro economico. Abbiamo l’Impero del dollaro, in affanno, USA con 21.000 miliardi di debito netto con l’estero, sostenuto con emissione continua di dollari, cioè inflativamente: su 34.000 miliardi di debito pubblico, ben 14.000 dal 2020. Un’ economia svuotata, quella USA, la quale si regge imponendo con armi e minacce l’accettazione della sua moneta, un po’ come la mafia impone pizzo e protezione. Una moneta che ha perso gran parte del suo bacino coma moneta di riserva, e sta per perdere il resto per effetto delle iniziative monetarie dei Brics, miranti a fare a meno del dollaro. Frattanto la Francia viene espulsa dalle sue 14 ex colonie africane, che ripudiano il Franco Coloniale con cui Parigi assorbiva l’80% dei proventi delle loro esportazioni, e aprono alla Russia. Ecco da tutto ciò scaturire, irresistibile, la necessità sistemica, per l’Impero del dollaro, di espandersi verso oriente, inglobando, attraverso l’adesione alla Nato, paesi dell’Europa centrale e orientale. Drang nach Osten. Poi prendere anche i paesi neutrali. E ovviamente l’Ucraina, mirando, nel lungo termine, a inglobare anche Bielorussia e Russia.
Queste ultime però hanno deciso di opporsi. Da qui lo scontro militare e industriale: oggi perdente, per l’Impero del dollaro. Il suo sistema economico basato sull’economia reale prevale su quello, venti volte più grande in termini contabili, basato sull’economia finanziaria, sulle bolle monetarie. Secondo la World Bank, in termini di potere di acquisto, la Russia ha superato il Giappone. E si colloca tra i paesi più ricchi del mondo.
E ora veniamo allo scontro più ampio, culturale, sociale, morale, dovuto al rifiuto del mondo russo di allinearsi. Rifiuto delle ideologie mercificanti: gender, woke, cancel culture, black lives matter.
Un nesso funzionale sempre più chiaro lega queste ideologie, il conflitto NATO-Russia, l’intelligenza artificiale, la teoria climatica, la antiscientifica campagna contro l’anidride carbonica, il lockdown, la decisione di fare un riarmo massiccio.
Tutto parte dal concetto fondamentale cui è dedicato il mio saggio del 2010 avente titolo Oligarchia per Popoli Superflui, ossia dal fatto storico che la tecnologia, la finanziarizzazione e la globalizzazione del potere hanno reso superflui i popoli, le masse di lavoratori, di consumatori, di combattenti. Superflui per i bisogni dei detentori del potere reale nel mondo.
Sempre più frequentemente, si annuncia che l’intelligenza artificiale eliminerà dal 60 al 90% dei posti di lavoro attuali entro un paio di decenni. Ciò comporterà il venir meno di redditi per il mantenimento dei lavoratori, delle loro famiglie, di buona parte della domanda di beni e servizi, di gettito fiscale, di gettito pensionistico. Con che cosa verranno allora pagate le pensioni, dato che il sistema vigente si basa sul principio che chi sta lavorando paga la pensione a chi non lavora più? Che cosa fare delle sterminate masse di lavoratori ed ex lavoratori senza impiego e senza reddito? Che si farà di tutta questa gente? Che cosa avvenne dei cavalli allorché furono sostituiti dalle automobili?
Le macchine potranno sostituire l’uomo e poi, in teoria, servirlo, ma i loro proprietari, i grandi capitalisti, non hanno alcun interesse a usare il loro reddito e i loro prodotti per mantenere miliardi di bocche inutili a loro. Le multinazionali che possiederanno le strutture produttive automatizzate e robotizzate non avranno alcun interesse a farsi carico di loro, e del resto esse già beneficiano di una quasi totale esenzione tributaria, perciò non sarà certamente con le loro tasse che verrà mantenuta la popolazione generale espulsa dal lavoro e privata della pensione. La crisi sociale rischia di farsi dilaniante.
E’ pertanto necessario, e già viene fatto da tempo, impiantare nella psiche della gente certezze artefatte, mirate a renderla gestibile in questa fase. Il messaggio è già stato formulato e diffuso in Occidente:
“Siete troppi, la terra è sovrappopolata, avete esaurito le sue risorse, la avete inquinata in modo insostenibile, avete vissuto al di sopra delle vostre possibilità, bisogna intervenire, bisogna fare sacrifici, chi si oppone è un eco-criminale, un sociopatico. La scienza, la tecnologia, le macchine possono lavorare per voi, possono mantenervi, ma dovete accettare la realtà, le regole, dovete rinunciare ad inquinare, ad emettere anidride carbonica, dovete rinunciare all’automobile, alla casa grande, ai voli aerei, dovete cedere le vostre proprietà, non avrete più molte cose, molti diritti, però sarete sicuri, quindi felici, anche perché avrete espiato le vostre colpe verso Madre Terra, e in cambio lo stato verserà nel vostro wallet elettronico la sua valuta elettronica, con cui potrete comperare il necessario, ma non di più, e il necessario comprende i necessari farmaci e vaccini, i cibi adatti per voi e per l’ambiente (e non temete: non li useremo per depopolare). Ma l’accesso al wallet potrà essere limitato se violerete le regole, se non obbedirete al lockdown, alla città dei 15 minuti, e se non assumerete tutte le sostanze mediche di volta in volta prescritte dalla scienza.”
Credo che i grandi capitalisti, al culmine del (marxiano) processo di concentrazione del capitale, puntino oggi, con quanto sopra, a farsi postcapitalisti, liberandosi del bisogno di lavoratori, consumatori, risparmiatori, contribuenti – liberandosi dei popoli superflui e di quanto ancora rimane del mercato, dei suoi vincoli, dei suoi meccanismi. Liberandosi del bisogno del denaro, di pagare, di contrattare merci, servizi, lavoro. Per prendere direttamente ciò che vogliono.
Questa in essenza è l’Agenda delle Agende. E un sistema economico come quello del mondo russo, o anche cinese, che non impone tutti quei sacrifici, potrebbe essere proposto e percepito dalla popolazione come un’alternativa di salvezza e libertà. Ovviamente, le nostre classi dirigenti hanno paura di questo. Associazioni come Alab, invece, possono servire proprio a far conoscere, a far capire, questo modello socioeconomico alternativo a quello disperato e perverso che ci propone la nostra classe dirigente (sempre che sia veramente alternativo, e che non converga sui medesimi obiettivi).
Per assicurarsi che non riflettano su quanto sopra, che non aprano gli occhi, le masse vengono distratte con un nemico esterno, un capro espiatorio che sia percepito come la minaccia, una minaccia falsa ma che distolga l’attenzione dalla minaccia vera, cioè dal piano suddetto, agenda 2030 o 2050 (quella anticipata da Klaus Schwab ne La quarta rivoluzione industriale). Questa minaccia esterna è stata trovata nella Russia di Putin e nei suoi alleati, contro cui è stata lanciata una mobilitazione generale, e una corsa al riarmo, con costi e profitti enormi, costi sia economici che ambientali, costi che assorbono le risorse per la sanità, per la scuola, per le infrastrutture, ma che sono giustificati appunto dalla priorità di difendersi da un incombente invasione. Intanto, la creazione del florido e truffaldino mercato dei carbon credits, che vengono usati come garanzia e collaterale per grandi operazioni economiche e finanziarie, serve a rendere giuridicamente vincolante la ottemperanza al piano suddetto e a creare interessi finanziari che difendano dallo smascheramento l’assurda storia della C02 come colpevole della siccità e del riscaldamento.
La criminalizzazione della Russia assolve anche all’importante ruolo psicologico di squalificare il suo sistema culturale che non si allinea col piano generale sopra descritto, e certamente non è in sintonia con la macchina del potere e dell’arricchimento finanziario che domina politicamente l’Occidente e le sue decisioni, tattiche e strategiche.
La Russia inoltre è una minaccia per i piani delle élites occidentali perché non si è aperta ad altre importanti componenti culturali dell’agenda 2030 o 2050 sopra descritta: non ha accettato, anzi ha fermamente respinto, come morbose e distruttive, le ideologie woke, cancel culture e la pratica del gender, della delegittimazione della famiglia e dei ruoli genitoriali e coniugali, del postumanesimo, del transumanesimo, tutti importanti pilastri della riduzione dell’eccesso di popolazione e della prevenzione del dissenso organizzato. Non ha nemmeno adottato il nuovo principio per farmaci e vaccini, cioè l’mRNA, che tanto ben promette, preferendo un tradizionale vaccino a vettore virale, lo Sputnik. La Russia insomma si oppone alla trasformazione della società in senso atomistico e anticomunitario, di totale mercificazione dell’uomo, e questo assolutamente è inaccettabile per i signori dell’Occidente, per la loro Agenda. Quindi ulteriore motivo per combatterla, al quale si aggiunge, naturalmente – scusate, quasi dimenticavo- la conquista dei 13.000 miliardi di dollari in risorse naturali nel Donbass.
In quanto a noi occidentali, è passato il momento di compiacimento per il recente esito elettorale europeo, che ha visto ridursi alquanto il consenso popolare al modello economico sociale propugnato da Davos: la struttura di potere rimane sostanzialmente inalterata e prosegue la sua marcia distruttiva della civiltà. Le elezioni britanniche e quelle francesi lo confermano. In realtà, chiunque vinca nelle elezioni occidentali, e anche quando nessuno vince, si forma sempre un governo conforme agli interessi e alle direttive dell’oligarchia finanziaria e bancaria anglo-americana. Sempre aderente al suo modello macroeconomico, alla sua pianificazione. Misteri della democrazia liberale matura. Sostanzialmente al governo sono sempre i padroni del dollaro e delle bolle. Cambiano solo i loro rappresentanti.
A noi, presi come siamo in questa macchina tecnologica e della ferrea razionalità dei nostri governanti pianificatori, non resta che sperare in una redenzione che può venire o da un severo smacco sul piano militare, oppure dalla crisi e dal disordine, dal caos, dal grippaggio irreversibile dell’apparato. Ossia sperare nello scompigliamento, sparigliamento, scombicchieramento, e nel finale soqquadro del sullodato programma di nuovo ordine mondiale: in un Great Unsettling.
08.07.24 Marco Della Luna