Il Fallimento dello Stato Mafio-Massonico
BASTA con questa ITALIA!
Rivoluzione, Secessione o Emigrazione?
Arianna Editrice, 2008, pagg. 320 – € 13,50
Ordinabile presso Gruppo Editoriale Macro – www.macroedizioni.it – Via Giardino 30 – Diegaro di Cesena
Dove ci stanno portando la Casta e i poteri forti – banchieri e monopolisti – che della Casta sono i burattinai?
L’Italia è uno stato-mafia perché per formare e mantenere le maggioranze parlamentari sono indoispensabili i voti dei parlamentari eletti nei collegi controllati dalla mafia.
Ma, ancor di più, l’Italia è una creatura della Massoneria franco-britannica, sin dalla sua formazione, il c.d. Risorgimento. Il suo imminente destino deriva dalle sue origini…
Dalla Prefazione:
Conosci un Paese dove fioriscono i limoni, un Paese di servi infedeli e traditori, ruffiani arrangioni, mezzi matti, avidi, arroganti, ignoranti, mafiosi o succubi della mafia? Che preferiscono far lavorare schiavi-scimmie, le quali aspettano il momento opportuno per sgozzarci e rapinarci?
È il Paese di tre famose città bibliche: Sodoma, Camorra e Zavorra, trasferitesi in Italia, loro Terra Promessa. Il Paese delle tasse imposte da politici venduti, col pretesto di un deficit pubblico che, in realtà, è il trucco con cui i servi di banchieri strozzini si comprano i voti, dispensando immeritato benessere e privilegio … …
Forse verrà a salvare gli Italiani un Gabibbo dittatore, un simpatico mostro di pezza rossa con dentro una scimmia sanguinaria, che liquiderà l’invincibile falange di Zavorra e Camorra. O forse sorgerà un Gabibbo buonista, che li condurrà nella Casa della Buona Morte al mite ritmo di una musica rilassante, per poi andare a impiccarsi da solo a Piazzale Loreto. Chi ha antenne per intendere, intenda. E la merda avanza a onde lunghe forza 10. Oramai non si sente più odore di limoni.
Dall’Avvertenza:
Dall’infanzia in poi, tutti più o meno ci abituiamo a pensare allo Stato, all’Autorità, come a un padre, che ha lo scopo di applicare le regole e di amministrare bene nell’interesse dei suoi figli, della gente. Ossia, siamo portati ad attribuire, a proiettare sullo Stato, sull’Autorità, le motivazioni e la moralità di un genitore – che è la prima autorità di cui noi facciamo esperienza nella vita. Ma lo Stato non è un genitore e non è nemmeno una persona. Non ha motivazioni proprie. È una macchina giuridica, impersonale, usata da chi la comanda.
Non ha alcun interesse al nostro benessere o alla giustizia. Non più di quanto ne abbia una qualsiasi macchina. Però il fatto che noi proiettiamo su di esso caratteristiche umane e intenti morali, paterni, lo rende
meno riconoscibile e più efficiente come strumento per sfruttarci. E ci trattiene dal reagire contro i suoi soprusi.…. …
Nelle mani di chi lo possiede, è anche, anzi è soprattutto, uno strumento per fare i propri interessi e per restare al potere.
Dall’Introduzione:
… …
A guidare questo libro è un quesito pragmatico e lineare: restare in Italia o emigrare all’estero? Restare puntando sull’insurrezione popolare contro il regime, o puntando sulla secessione? … …
Un quesito che sta già diventando allarmante, come spiegherò, perché il governo e chi sta dietro esso (alcune banche nazionali e internazionali) stanno facendo, proprio adesso, mentre il Paese va a fondo, determinate cose pericolosissime per tutti:
-la privatizzazione dei monopoli dei servizi e dei beni pubblici essenziali, in funzione di sfruttamento dei cittadini attraverso la politica tariffaria;
-la vendita dei centri economici del Paese al capitale straniero, in una cornice di colonizzazione generale da parte di potentati esteri;
-la costituzione di uno stato di polizia bancario-fiscale, spionistico, repressivo e liberticida, in cui banche e società finanziarie private conquistano ed esercitano poteri pubblici anche coercitivi sulla gente;
-il tutto all’insegna del massimo, e inutile, indebitamento pubblico e privato verso il sistema bancario;
-in un sistema in cui il potere, sempre meno democratico, sempre più proprietà di circoli ristretti, sempre più distante, si è fatto irraggiungibile dalla base e irresponsabile verso di essa;
-e diffonde la povertà per usarla come pretesto per eliminare attraverso l’ipertassazione i ceti medi più produttivi e culturalmente attivi, quindi pericolosi per esso.
Un tempo, dall’Italia, emigravano i diseredati, i poveri, i disoccupati – gli sconfitti. Oggi emigrano gli intelligenti, i competenti, gli scienziati, gli imprenditori, i migliori professionisti – per vincere.