ALITALIA SULLA ROTTA COLONIALE
Di Marco Della Luna
I dipendenti si assumono perché producano o perché votino chi li ha fatti assumere?
Alla luce di questa domanda, il problema Alitalia è molto semplice. Ogni difficoltà nasce dal non dire le cose. Dal non dire che Alitalia spa è un’impresa commerciale e che, come tale, doveva essere gestita per produrre utili. Invece è stata gestita per produrre voti clientelari – fino all’ultimo, fino alle recentissime assunzioni di 2.000 dipendenti inutili fatta sotto l’uscente governo.
Dovendo fungere da greppia per i partiti politici, non può che andar male come impresa. I fatti confermano che chi è assunto per votare e non per produrre, tende a non produrre e, se possibile, a non andare nemmeno a lavorare.
Se la si vuol fare andar bene, bisogna liberarla dagli oneri impropri – ossia dalle spese clientelari, comprese quelle per dipendenti inutili o in esubero o non redditizi.
Solo che i politici italiani non sono in grado di licenziare i dipendenti inutili, di tagliare le assunzioni clientelari, perché dipendono elettoralmente da loro (che sono moltissimi, dentro e fuori di Alitalia) e perché i sindacalisti si opporrebbero con ogni mezzo.
Quindi i politici italiani, dopo aver portato Alitalia al fallimento con le loro assunzioni clientelari, cercano di venderla al capitale straniero. Un proprietario straniero, infatti, può essere interessato ad acquistare Alitalia spa a perché, non dipendendo dai voti clientelari dei suoi dipendenti, può licenziare gli improduttivi e gestire Alitalia come un’impresa, ossia normalmente, quindi risanarla e riportarla in attivo come le altre compagnie aeree.
Orbene, questo schema si applica alla generalità delle grandi imprese italiane a capitale pubblico o misto, o fortemente condizionate da oneri clientelari e dai sindacalisti.
Si può dire che l’intero sistema-paese Italia, nel settore privato come in quello pubblico, ha il problema generale dell’incapacità di tagliare le spese inutili, di eseguire le centinaia di migliaia di licenziamenti di dipendenti improduttivi, proprio perché spese e assunzioni clientelari sono state sistematicamente usate dalla politica per acquisire e fidelizzare consenso elettorale, sociale, imprenditoriale, e non per far funzionare la pubblica amministrazione, i pubblici servizi, le aziende – dai forestali calabresi ai netturbini napoletani (25 a 1 rispetto a Milano) agli impiegati delle Camere, all’esercito di presidenti, amministratori, consiglieri da centomila Euro l’anno in su. Ai milioni di statali superflui e supergarantiti con aumenti doppi dei privati. Sono tutti stabilizzatori del potere politico, o casta. Quindi la politica non le può tagliare, nemmeno ora che, per ragioni di vincoli finanziari e di declino del paese, sarebbe indispensabile farlo.
L’unica via d’uscita, per tutto il paese, è allora quella di cedere il comando a padroni esterni al sistema di consenso e di pressione suddetto.
Ed è precisamente quello che sta avvenendo, con la sistematica cessione a gruppi stranieri, soprattutto francesi e tedeschi, di industrie strategiche e primari mercati nazionali: le leve del potere. Alitalia è solo un episodio tra molti.
Solo lo straniero può riformare e rendere efficiente l’Italia, perché solo lo straniero può fare a meno del consenso clientelare, complice, malato di molte categorie di Italiani. E i gruppi stranieri la riformeranno nel proprio interesse, non certo in quello degli Italiani. Imperialisticamente. Faranno, anzi proseguiranno, i licenziamenti e le precarizzazioni su larga scala. Si porteranno a Parigi, Francoforte, Berlino, Londra le direzioni generali – come Paris Bas ha batto con BNL subito dopo averla rilevata e aver sostituito (senza opposizione sindacale) migliaia di impiegati a tempo indeterminato con giovani precari. E trasferiranno in Italia le attività di bassa qualificazione e di alto rischio, come già hanno fatto gli svizzeri della Givaudan (poi Hoffmann-La Roche) con l’Icmesa di Severo e gli americani della Union Carbide con Bhopal in India. Controllando la politica e il capitale dei mass media, potranno gestire l’informazione su altri, eventuali incidenti di quel tipo, e le conseguenze giudiziarie, ancora meglio che in passato.
Il risanamento imperialista che i nostri politici stanno aiutando, non comporterà soltanto ondate di licenziamenti, ma anche subordinazione ecologica e tecnologica. Le nazioni che non funzionano, non hanno democrazia e nemmeno dittatori, ma cadono sotto padroni esterni.
1.3.2008