BISOGNA MANTENERE IL SENATO
BISOGNA MANTENERE IL SENATO PER CONCILIARE RAPPRESENTANZA E GOVERNABILITA’
Dobbiamo conservare il Senato elettivo come camera che garantisce l’inclusione e la rappresentanza democratica di quello che è l’elettorato intero, senza mutilazioni e sbarramenti, senza distorsioni e forzature per creare maggioranze che, nel Paese reale, non esistono. A fianco e a controllo di una Camera eletta in modo tale che sacrifica queste funzioni al fine della governabilità. E’ il principio checks and balances che tutti dicono di volere…
I compiti del parlamento possono essere svolti bene e conformemente ai principi costituzionali solo se il parlamento si compone di due camere: la Camera della governabilità e il Senato delle garanzie.
In una repubblica parlamentare il parlamento ha due generi di funzioni:
-assicurare governi stabili e fare le leggi in tempi brevi;
– rappresentare in modo eguale tutti i cittadini, eleggere gli organi di garanzia (capo dello Stato, giudici costituzionali, autorità di controllo), aggiornare la costituzione, etc.
Questi due generi di funzioni non possono essere svolti da un’unica camera, perché il primo tipo di funzioni esige una camera con maggioranza certa e stabile, che è ottenibile solamente limitando la rappresentatività mediante soglie di sbarramento e premi di maggioranza, cioè limitando la sua capacità di rappresentare il corpo elettorale in modo corrispondente alla sua realtà, capacità che invece è l’essenza e il presupposto del secondo genere di funzioni, cioè della legittimazione democratica.
Mediante due camere, è possibile, però, soddisfare entrambe le suddette esigenze, conciliare cioè governance e rappresentatività : basta riformare una camera in modo che soddisfi la prima esigenza e svolga bene il primo insieme di funzioni, e riformare l’altra in modo che soddisfi la seconda esigenza e svolga bene le funzioni corrispondenti a questa esigenza. Esattamente come noi conformiamo e usiamo il cucchiaio in modo diverso dalla forchetta, perché abbiamo bisogno di due funzioni diverse: il primo serve per i cibi liquidi e semiliquidi, la seconda per quelli solidi. Noi usiamo quindi due posate diverse, ciascuna adatta al suo scopo, e non cerchiamo di fare un’unica posata che combini i denti della forchetta col cavo del cucchiaio: sarebbe illogico, perché la monoposata farebbe male sia l’una cosa che l’altra.
Propongo quindi di mantenere le due camere attuali, riformandole come segue (in linea di principio), e inserendo la riforma nella Costituzione:
La Camera della governabilità e della legislazione: viene eletta ogni 4 anni con sistema maggioritario e premio di maggioranza assegnato mediante ballottaggio. Ha la funzione di votare la fiducia o sfiducia al governo, di votare le leggi ordinarie, comprese le leggi-delega e le conversione dei decreti-legge. Può essere sciolta dal Capo dello Stato.
Il Senato della rappresentanza e delle garanzie: viene eletto ogni 5 anni con sistema proporzionale puro, su base regionale. Non può essere sciolto. Ha le funzioni di eleggere e mettere in stato di accusa e giudicare il capo dello Stato, di istituire le commissioni di inchiesta; di eleggere i magistrati della Consulta, i membri del Consiglio Superiore della Magistratura, i dirigenti delle autorità di sorveglianza sulla televisione di Stato, sulla Borsa e le Banche, etc.; di fare le leggi costituzionali e di modifica della Costituzione, nonché le leggi in materia di cittadinanza, di elezioni popolari, e interessanti la sovranità nazionale; di decidere sulle questioni circa l’eleggibilità e la decadenza dei membri di ambo le camere.
L’Italicum è invece illogico e incostituzionale, una vera porcheria tal punto di vista tecnico-giuridico, che essenzialmente replica il vituperato Porcellum (salvo l’improbabile ballottaggio qualora nessuna forza raggiunga il 37%) perché – a tacer d’altro:
a)lascia senza rappresentanza milioni di elettori, nullificando i loro voti (mi riferisco a quelli che votano per partiti che non supereranno la soglia);
b)nel caso di coalizioni in cui alcuni partiti minori non superino la soglia per eleggere loro candidati, trasferisce al partito forte della coalizione i voti dati a quei candidati;
c)in tal modo non solo vi sono, oltre a voti nullificati, pure voti che pesano più di altri (anche per effetto del premio di maggioranza) e voti che vanno a candidati di altri partiti e a cui non erano destinati, senza un criterio di logica e prevedibilità;
d)inoltre, escludendo sia le preferenze che le primarie obbligatorie, mantiene il sistema dei segretari di partito che scelgono i parlamentari, i quali quindi rappresentano e obbediscono i loro rispettivi segretari e non gli elettori.
L’Italicum fa decisamente pensare a una volontà “europeista” e mercatista di sopprimere gli ultimi ambiti di partecipazione della società al proprio governo. Una volontà che si sposa con la logica interessata del duopolio renzusconiano. Che bella doccia fredda per gli eterni bambini che avevano creduto in Silvio o Matteo…
07.03.14 Marco Della Luna