COMMENTO DEL PROF. ON. CLAUDIO PIOLI, esule in Francia

Carissimo Avvocato: non mi sorprendo di nulla sin dai tempi di Craxi. Da vent’anni Berlusconi definisce i suoi avversari “comunisti”, ma il dilagare della sua spesa pubblica (quando è stato al governo) ha sempre avuto una natura social comunista. Chi ha votato Grillo? Soprattutto chi non credeva nella partitocrazia. Ma Grillo si fa consigliare dalla “rete”, quindi sono sempre degli Italiani che cercano spesa pubblica, come quelli che votano gli altri partiti.

Allora il problema è la democrazia, che bisogna meritare, per non degenerare nell’oligarchia, o in altre forme di gestione addirittura totalitarie. L’Italia sta puntando ormai, almeno in zone che possiamo definire “a macchia di leopardo”, in una confusa forma di anarchia o califfato mafioso camorristico.

L’immissione di una decina di milioni di immigrati permette questo smottamento inarrestabile e violento verso il basso. Non dimentichiamo poi che la metà degli aventi diritto al voto, non vota. Siamo di fronte ad un paesone che non sa dove andare per mettere il pane ed il companatico ogni giorno sulla tavola. Non c’è da stupirsi: aumentando l’insicurezza, come anche nelle zone calde francesi (Banlieu parigine, a Lione, Marsiglia, Grenoble), è facile pensare che le rivolte siano ormai dietro l’angolo e, probabilmente, l’unica via per ritornare all’onestà. Grillo ha comunque ceduto a chi gli ha detto che occorre legiferare (proporre, discutere, emendare…) per cambiare. Non poteva fare diversamente. Certo è che, con l’esprienza di questi ultimi mesi, Grillo ha acquisito una certa esperienza che prima non aveva. L’accordo PD + Lega + Forza Italia gli taglierà comunque le gambe. La sua unica politica è quella di distinguersi sempre dalla partitocrazia, anche cercando di spingere ad apportare qualche modifica (lenta ed insignificante, tenendo conto dei veri problemi!) alle leggi capestro del PD. Per ultimo: la spesa ampia, elastica e sostenibile è impossibile in Italia, ove le rigidità del sistema, volute dal clientelismo, impediranno ogni cambiamento di un certo peso.

Sulla sostenibilità dicasi la stessa cosa : non si combatterà l’evasione e l’aumento delle imposte e dei balzelli continuerà a distruggere la classe media (borghesia privata), contribuendo ad abbassare ulteriormente il livello culturale medio della popolazione, da gettare nelle fauci della eterna propaganda elettorale. Purtroppo si troverà la libertà solo con l’emigrazione: Mazzini l’aveva capito da un pezzo… L’Italia andava bene per gli avventurieri come Garibaldi (nessuno si è mai chiesto di che cosa vivesse questo tipo, dopo aver fatto il marinaio, il ladro di cavalli, il corsaro…).

Buona giornata. C.P.

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7 risposte a COMMENTO DEL PROF. ON. CLAUDIO PIOLI, esule in Francia

  1. Federico scrive:

    E’ sempre un piacere leggere le vostre considerazioni sul nostro malsano paese; un non paese in cui un’ampissima fetta di popolazione cerca di mettersi le braghe al sicuro non già facendo la rivoluzione, ma leccando il culo al piccolo o grande potente di turno, compresi i membri del clero e del sindacato, i quali gli faranno avere il suo posticino ben retribuito e senza fatica.
    La mentalità dell’italiano medio, cioè del membro di una non nazione che si unisce solo per le partite di calcio della nazionale, è da sempre questa: prima di tutto il mio portafoglio, poi semmai l’elemosina stracciona; una volta sistemati tramite amicizie e raccomandazioni, gli italiani vivono in una nazione a parte, in cui esistono solo diritti e privilegi. Sentendosi parte di una casta privilegiata si sentono poi anche in diritto di giudicare chi un lavoro non riesce a trovarlo anche dopo aver spedito centinaia di curriculum, pur avendo laurea con lode e numerose specializzazioni.
    E poi arriva il giudizio sprezzante dei molti che dicono: vedete, gli immigrati vengono qui e lavorano, si accontentano, non hanno pretese come voi italiani che siete dei viziati e volete soldi e lavori ben pagati. Questi ignorantoni poi continuano dicendo che in Italia, cioè in un paese del Terzo Mondo, saremmo tutti laureati, per cui non ci sarebbero abbastanza lavori qualificati a causa dei numerosi laureati; se questa feccia ignorante e reazionaria che vorrebbe vedere un ingegnere a sfiancarsi sui campi insieme ad un maghrebino per 10 euro al giorno, si andasse però a leggere le statistiche ufficiali, vedrebbe che la percentuale di laureati italiani è al livello della Turchia, che l’Italia è ultima in Europa per educazione e cultura dei suoi cittadini. Come potrebbe essere altrimenti dato che in Italia contano solo le amicizie e le raccomandazioni; in una nazione di benemeriti imbecilli però hanno più peso e considerazione i luoghi comuni che la realtà; e allora è giusto che un ingnegnere vada a spezzarsi la schiena nei campi insieme agli africani per 10 euro al giorno, piuttosto di avere il diritto ad un lavoro dignitoso per se stesso e utile per il suo paese.
    Ma questa è la mentalità da terzo mondo italiana; le persone che si impegnano, che studiano, che fanno sacrifici, che acquisiscono competenze, che vogliono un futuro dove cultura, scienza, ricerca e tecnologia siano in grado di fare evolvere il paese, sono dei nemici, perchè quello che si vuole edificare è un paese di manodopera schiavizzata, ignorante e poco specializzata, dominata da una lobby marcia che pensa solo al proprio tornaconto e se ne frega assai del destino della nostra nazione; questa non è la descrizione di una futura distopia, ma la realtà quotidiana che ormai molti si ritrovano a vivere.

  2. Giovanni V. scrive:

    Caro Prof,
    più che estrema destra e sinistra mancano le condizioni in Italia per fare una vera REVOLUTION.

    Siamo un popolo di pensionati e dipendenti pubblici, con imprese semidecotte che vanno avanti a colpi di sussidi, raccomandazioni e mazzette alla GDF.

    Siamo un paese in cui il 40% della popolazione non ha mai usato il WEB in vita sua e il 70% non è in grado di leggere letture più impegnative dei giornali sportivi e di gossip, mentre chi usa INTERNET lo fa essenzialmente per vedere video porno, scrivere stupidaggini su Facebook o scaricare suonerie per i cellulari.

    Siamo un paese in cui la gente si divide su tutto, persino sulla nazionale di calcio, facendo così il gioco dei soliti noti (Divide et Impera).

    Siamo un paese in cui gli unici a voler fare una vera Revolution sono stati infinocchiati da un Gatekeeper di nome Beppe Grillo con un movimento di Guerrilla Marketing, volto a macinare soldi e, appunto, a controllare la parte più inviperita e informata della popolazione.

    A queste condizioni, caro Prof, la REVOLUTION non è possibile, a prescindere dall’esistenza dell’estrema destra o dell’estrema sinistra.

    Ma poi siamo sicuri che all’estero la situazione sia molto meglio della nostra?

  3. Giovanni scrive:

    Tutto cio’ che aveva scritto Roby, in questo blog nell’Agosto el 2008, mi sembra interessante perche’ si sta manifestando.
    Cordialita’
    Giovanni

    ” Una piccola premessa.
    Io sono apolitico, per scelta, e non sono anarchico. Ho ricevuto un educazione cristiana-cattolica. Conosco abbastanza bene la Bibbia, l’jo studiata da giovane. Non sono massone e neanche praticante di società segrete di qualsiasi tipo. Sono ricco, libero ed indipendente. Questa è la mia forza. Amo la natura umana. Per mestiere creo e gestisco sistemi d’impresa a livello europeo. Quindi dal mio punto di vista, e torno a sottolineare il mio punto di vista non è assoluto, ma è la somma di fatti accaduti ed osservati filtrate dalle mie intuizioni personali posso affermare che l’Italia non ha nessuna speranza. Qui mi riferisco a l’Italia come sistema-paese, non come popolo italiano. Però vi ricordo che un sistema esiste perchè ci sono degli “attori del sistema” attivi. Quindi un sistema esiste solo se le persone (gli attori del sistema) giocano un ruolo attivo. Se queste persone non giocano quel ruolo il sistema non ha diritto di esistere. Ultima cosa il sistema, qualsiasi sistema deve essere misurabile.
    Se ogni individuo, avesse la capacità di discernere un pensiero oggettivo, dal suo sistema di credenze/opinioni e analizzasse/misurasse il sistema Italia, scoprirebbe che ci sono dei grossi problemi che non hanno soluzione, o meglio la soluzione c’è ma per farla breve il gioco non vale la candela, quindi è meglio lasciare a questi problemi a loro stato e “naturale” decorso.

    Il sistema è più forte dell’individuo, sempre. Se quell’individuo prova a riformarlo dall’interno, le possibilità di successo sono improbabili, ma non impossibili. L’improbabilità è legata al fatto che chi è attivo in un sistema, per scelta o per imposizione, deve rimanere in continua “allerta” (come fa l’avv. Dell Luna) ma questa attività cognitiva richiede un quotidiano e costante lavoro personale/individuale che gran parte della popolazione non è capace. La conseguenza è che l’Io delle Persona si fonde con l’Io del Ruolo/Sistema a cui si è assoggettato per “sentirsi” vivo. Nella gran parte della popolazione italiana l’io della persona è uguale l’io del ruolo, ma non per scelta volontaria ma per semplice accettazione, anzi ignorante accettazione della “realtà del sistema”. Se osservate le popolazioni nordiche scelgono di rispettare il sistema, contestano le sue regole, sono soggetti attivi per scelta, ma poi nella vita privata sono meno condizionabili rispetto al popolo italiano. Questo è un fatto! Hanno sistemi più avanzati di vita che influenzano l’io delle persona ed in ultimi analisi anche il suo patrimonio genetico. A tal punto che se il sistema è disegnato/progettato bene l’io della persona che si assoggetta al’io del ruolo/sistema può migliorare il suo patrimonio genetico. O non evolvere, vedi popolo italiano.

    Il sistema italiano è progettato male, per motivi storici/culturali e “genetici”.

    E’ inutile che vi ribellate al sistema, ma riprendetevi il vostro io personale. Liberatevi dall’io-ruolo imposto dalla “cultura italiana, imposto dal cultura del sistema veicolata attraverso i media. Scegliete altri sistemi di vita più avanzati. Perchè il sistema Italia è morto. Non perchè lo volgio o desidero, ma perchè è così. Non sprecate energia per combattere un gigante impazzito, costa troppo in termini energetici: emigrate. La scissione è un opzione, ma non sperate, non accadrà. Purtroppo, non accadrà.

    Gli immigrati saranno la salvezza dell’attuale sistema Italia, prenderanno il posto dei soggetti attivi che hanno scelto di emigrare. Per quelli che rimangono saranno domati dalle forze dell’ordine e schiacciati dal sistema.

    Il sistema Italia nel progetto globale, non vale un cazzo. Dal punto di vista economico è utile perchè la sua geografia offre dei porti per entrare nell’Europa del Nord. E non che i porti preoccupatevi saranno dati in gestione a società estere asiatiche ed arabe.

    Se avete letto il libro dell’avv. Della Luna – del quale ho la massima stima, anche se non lo conosciuto personalmente – posso affermare che ha fatto molto per analizzare e stimolare il dibattito nazionale. Ma secondo me la reazione è stata minima, non è causa sua, ma vostra ( @ Luca @ Alfio @Brumik…)

    Distinti saluti,
    Roby
    Rispondi
    Luca scrive:
    31/08/2010 alle 20:42

    Ciao Roby, complimenti per il tuo commento. Si vede che è di cuore e quindi molto sentito.
    Ho tutti i libri di Della Luna, tranne “Il Codice di Maya” e “La moneta copernicana”.
    Quando scrivi che “L’improbabilità è legata al fatto che chi è attivo in un sistema, per scelta o per imposizione, deve rimanere in continua “allerta” (come fa l’avv. Dell Luna) ma questa attività cognitiva richiede un quotidiano e costante lavoro personale/individuale che gran parte della popolazione non è capace.“, dici cose sagge e che ho sperimentato nel mio piccolo.
    Infatti non si può vivere in perenne allerta, tutto questo – continuando con il tuo discorso che si sviluppa più in là della tua frase prima menzionata – comporta anche frustrazione e, alla fine, rassegnazione.

    Ma lo sai qual è il fatto? è che essendo italiano, ho a cuore la mia Nazione, mi dà fastidio che continui a stare in mano a zimbelli ( politici ) del genere ( qualunque essi siano ) dalla nascita della Repubblica fino ai giorni d’oggi ( diciamo che dopo Mani pulite la situazione si è peggiorata. Questa è la mia sensazione ).
    Mi dà fastidio come, a causa di “politici” del genere, si sia evoluta la popolazione italiana, sempre a caccia di sotterfugi, del pensare al proprio orticello e bassezze del genere.

    Emigrare? E’ da un po’ che ci stò pensando. Il tutto, se si dovesse realizzare, lo farei all’anno nuovo. Ora non posso. Ma l’idea è sempre più forte.

    Ancora complimenti per il tuo commento, veramente.
    Un saluto.

    Luca
    Rispondi
    Roby scrive:
    01/09/2010 alle 11:44

    Rispondo @Luca

    Commento da Roby ( a l’articolo dell’ Avv. “Inganno, Depressione e Corruzione”)

    Inserito: 21 maggio 2010, 14:15

    avv. Della Luna scrive “Quindi, se non scoppia la rivoluzione, non perdiamo nulla, tranne il truculento e inverosimile spettacolo del popolo che sfoga la sua indignazione sulle piazze, facendo in pezzi ministri, onorevoli e senatori, boiardi di Stato e tutti gli altri da cui crede di essere stata ridotta in miseria”

    La rivoluzione può accadere da parte delle fasce deboli, è molto probabile che accada nelle grossa città da parte degli immigrati, il cittadino si vergona (per un questione di “dignità”) subisce, o chi ha la possibilità e la forza psicologica e culturale emmigra.

    Quello che sta per accadere, e che gli immigrati che che vengono dai paesi poveri saranno quelli che pagheranno il debito pubblico insieme ai cittadini che hanno “scelto” di non muoversi. Quindi dal punto di vista sociale si formerà una nuova stratificazione sociale più che basata sul reddito, dal mio punto di vista, sarà basata sulla capacità di auto-istruirsi. Quindi fasce di popolazione istruite e benestanti e fasce debole povere (hanno accesso beni di prima necessità) ma povere di istruzione, per motivi culturali. Se scapo dall’Africa per venire in Italia, avrò sicuramente un qualità di vita superiore a quella del paese precedente, male che vada c’è la Caritas. Quindi nonostante la crisi resisterò il più possibile in Italia, o in altri paesi della UE. Io che vivo in Italia sarò in competizione con l’emmigrato, quindi o mi adagerò ad uno stile di vita austero e povero, legato ai fattori contingenti, oppure mi auto-istruisco però da quel momento di le mie opzioni di scelta aumentano e se non trovo realizzazione in uno stato, ed ho coraggio, emigro. La contrazione economica porterà che i poveri vanno a lavorare nei paesi come l’Italia, i ricchi italiani vanno all’estero a vendere le loro risorse professionali perchè piu’ remunerati. Quindi quello che accdrà nei prossimi 10 anni una migrazione di massa dei ricchi auto-istruiti nei paesi con economia più moderna o stabile o i in via di sviluppo, ed i poveri emmigrati lavorare nei paesi in crisi, come schiavi. Però con condizioni di vita migliori rispetto al paese di provenienza.
    Il signoraggio, purtroppo rimane, anche se forze contrarie stanno lavorando per cambiarlo ( ma ci vorranno parecchi decenni, e forse di più), e lo scensario mondiale per i prossimi 30 anni sarà una classe sociale di emigrati di lusso e cittadini poveri. I richhi saranno sempre in movimento, mentre i poveri poco istruiti saranno duri a lavorare per il sistema. Trieste realtà, ma purtroppo, penso che sarà così.

    Cordiali saluti,
    Roby

    Commento da Roby
    Inserito: 21 maggio 2010, 14:23

    dicevo auto-istruirsi perchè il sistema didattico non evolverà, e quindi bisognerà accedere alla formazione provata e allo studio personale.

    Lo stato, a causa della crisi non investirà sulla formazione istituzionale.

    Quindi il ricco si auto-istruirà il più possibile per apprendere e migliorare la capacità cognitiva per interpretare i scenari che saranno liquidi per molti anni, a causa dell’immigrazione di massa e alla nuove forse sociali e politiche che si formeranno che cambieranno le regole del gioco. Dato che questo periodo di transizione durerà per molti anni, l’unico modo per muoversi con “sapienza” e furbizia e auto-istruirsi perchè l’apparato statale didattico sta andando verso la fine della sua funzione istituzionale. E’ il suo sapere sarà utile solo agli emmigrati dei paesi poveri inseriti nel nostro sistema, per loro, evoluto e di benessere. E dove riceveranno un bel lavaggio di cervello istituzionale!

    Cordiali saluti
    Rispondi
    Roby scrive:
    01/09/2010 alle 11:50

    @ per Luca altri miei post in questo blog

    Commento da Roby
    Inserito: 24 luglio 2010, 18:19

    Il problema tra Nord e Sud Italia, e’ un problema “inventato” dai politici e’ sfruttato bene, bene per mantenere il potere politico, sia al Nord che al Sud. Al sud garantendo aiuti, e al Nord incentivando gli investimenti al sud, oppure sfruttando la manodopera locale, ed emigrata. Creando un ciclo inarestabile, mafia, lavoro nero, sviluppo industriale del nord, maggiore debito pubblico, pressione fiscale. Se ci pensate bene, entrambi i poli hanno gudagnato “qualcosa” e perso molto a danno, di chi? Degli elettori e contibuenti: cittadini italiani…
    Il problema, dal mio punto di vista, non si puo’ risolvere ne’ con la politica, ne’ con la divisone dell’Italia. Cioe’ non ci sono le risorse, e soprattutto le forze sociali-economiche interne per risolvere questo “problema”. In realta’ la soluzione e’ nel problema. Se ci fosse una cultura comune italiana in entrambi i poli, il problema non esisterebbe. Ma questa cultura, non esiste e non e’ mai esistita. Quindi la soluzione e’ nel problema perche’ parlare di nord e sud e’ come dire parlare di una Italia divisa e non unita. Quindi significa riconoscere ed “accettare” politicamente e culturalmente una realta’ ontologica. E’ cosi’. Punto e basta. Quindi e’ un problema costruito. L’Italia unita e’ una invenzione COSTITUZIONALE. E da questa invezione si creato il problema, che e’ poi e’ stato istituzionalizzato e confezionato bene, bene da tutti i politici di turno: fascisti, comunisti, missini, democristiani, leghisti, forza italia, e via dicendo. Se io fossi un politico parteciperei al questo gioco per raccogliere i voti inventando il partito della Nuova Italia, dove Nord e Sud esistono com stati federali autonomi, chiaramente come sempre, governata e controllata da Roma. Detto cio’ vorrei aggiungere e consigliare a tutti, come ho fatto in questo blog in altri post d, di emmigrare dall’Italia in massa. Il perche’ lo scitto e’ spiegato alcuni post provando a descivere brevi scenari socio-economici. Sono italiano e mi dispiace dire queste cose, ma le realta’ purtroppo di questo paese, e’ molto negativa. Ripeto molto negativa. Pensate al futuro dei vostri figli, l’Italia non ha futuro economico. C’e qualche speranza nel Nord Italia, vicino ai porti in quanto sono e saranno venduto ai Cinesi che per forza entrare in Europa via mare e devono passare per forza per l’Italia, quindi l’indotto di quella parte d’Italia avra’ qualche speranza. Per il resto l’italiano medio e’ ignorante: non parla e scrive l’inglese e non ha capacita’ di autoorganizzazione socio-politica come altri paesi del Nord Europa, e di investimento oltre all’immobile, pero’ e’ un grande risparmiatore. Poi questo paese subira’ l’arrivo di immigrati Africani disperati, molti usano il nostro paese, se ci riescono, come bridge (ponte) per andare in Svezia, Olanda, Germania e Uk. Dove pero’ in questi paesi le politche di immigrazione sono piu’ restrittive. La maggior parte degli italiani non ha nozioni di macroecnomia, e di finanza quindi non riescono a cogliere il problema del debito pubblico italiano (economia strutturalmente debole) e politica monetaria della BCE e della impossibilita’ dell’Italia a resistere a lungo, e quindi inevitabilmente fare una operazione di meacartolarizzazione di almeno 200 mild € per in 40 anni per uscire dal buco nero. Quindi vuol dire privatizzare TUTTO. Eliminare gran parte della pubblica amministrazione, privatizzare anche scuole e sanita’, trasporti insomma apririe il mercato al libero mercato. Questo non lo dico io, o lo deisdero e’ gia’ in atto. Da un bel po’, soltanto che i media non parlano di questo. Io sono cristiano-cattolico, ma la Chiesa placca gli animi ricordando a tutti i cattolici e credenti che riusciamo a superare la crisi pregando e cambiando etica individuale e sociale, rivolta all’aiuto dei meno sfortunati, ad accogliere gli immirati e pengando le tasse per uscire tutti insieme, scusatemi la parola, dalla merda. Bene vi ricordo che l’Italia e’ un paradiso geografico, gli italiani un popolo bellissimo, ma non ha sistema. Non c’e’ cultura di sistema, non e’ nel patrimonio GENETICO-BIOLOGICO e quindi culurale. Ora queta crisi/contrazione economica la superano solo i paesi con una cultura di sistema. Perche’ il sistema puo’ reggere alla pressione, l’individuo singolo, no. Gli Italiani sono creativi, ma mancano di disciplina e sistema come singoli e societa’. E’ nella loro vita gli unici esempi di sistemi che seguano con passione sono le squadre di calcio. Per il resto non sanno, e non hanno modelli nazionali. Fortunati sono quelli che magari hanno lavorato all’estero in qualche multinazionale dove e’ una la cultura sistema/squadra e’ prassi quotidiana. La scuola e l’universita’ sono abbandonate alla loro triste fine, escluso quelle private: Bocconi, Luiss ed altre minori. Dovete avere il corraggio per il vostro progetto di vita, per il futuro dei vostri figli e della vostra famiglia di emigrare. Pianificando con i vostri questo decisione importante, difficile, ma vitale per la vostra vita. Vi ricordo che Polizia non riceve la paga per gli starordinari da mesi informatevi, e anche alcuni corpi felle forze armate, la Gdf guardia della finanza e’ ancora indenne da questi tagli pubblici. Questi sono segnali di sofferenza strutturale importanti, che chiramente non si scrive, e non se ne parla nei media. Per quei pochi che hanno energia e risorse finanziarie consiglio di lasciare l’Italia. Quando? Il piu’ presto possibile. La vita e’ bella, va vissuta e goduta fino in fondo, pensando sempre che c’e’ una soluzione o una opzione di scelta per decidere. E se non vedete l’opzione createla: emmigrazione di massa. Buona Fortuna! W gli Italiani”

  4. ahfesa scrive:

    Veda professore,

    Come prima io concordo con lei sull`enunciato, salvo il precisare che ho spostato e distinto il problema dall`aspetto individuale a quello collettivo.
    Difatti é esattissimo che nessuno é meno rivoluzionario dell`italiano, che per altro ha tollerato governi addirittura comici nella loro rapacità ed inefficienza, e l`unica « rivoluzione » che gli é stata attribuita in modo per altro apocrifo, ossia quella fascista, era un`operetta orchestrata altrove, con il futuro « duce » che aveva già pronta la valigia di cartone per riemigrare in Svizzera. Come pure convengo che io stesso se oggi avessi 40 anni di meno, ed avessi appreso un mestiere, o fossi nella necessità di continuare gli studi superiori, certamente andrei all`estero ed anche molto lontano, pure facendo al caso qualche carta falsa.
    Ma cotali principi é altrettanto difficile applicarli sul piano collettivo e non solo per le oggettive difficoltà che ho già rappresentato. Difatti anche i c.d. « paesi ricchi » cominciano oramai a capire che il sistema di leggi e principi (fasulli) sovranazionali ed uniformi, ma applicati diversamente a seconda dal soggetto passivo, non funziona più. La sig. ra Merkel di certo oggi non vede lavavetri e zingare ai semafori a Berlino. E ciò perchè le varie polizie hanno la volontà ed i mezzi per impedirlo. Ma temo capisca che trasformando i « paesi periferici sudditi » in pozzi di decantazione per indigenti, prima o poi anche il IV Reich e vassalli, si troveranno inevitabilmente invasi da così tanti (e prepotenti) ospiti indesiderati che diventerà difficile il farli stare a dovere in deferente servitù. E dunque in modo previdente già si stanno introducendo severe limitazioni camuffate in varia maniera alla circolazione delle persone ed alla creazione di nuove attività rette da stranieri non facenti parte dei poteri forti. Così il Belgio espelle abitualmente chi non avendo un lavoro utilizza abusivamente i servizi sociali, anche se cittadini comunitari. In Francia pure il socialistissimo ed europeissimo M. Valls ha lanciato una compagna contro i « Rom » e pure non andando molto nel sottile in merito alla loro qualiicazione. E ciò con il velato scopo di contenere l`immigrazione dai paesi dell`Europa orientale, che in via di trattati non potrebbe limitare. Per non parlar di Malta che tranquillamente fa come i civilissimi yankees coi balseros. Ovvero prima li lascia affogare e poi manda i soccorsi. E l`esercizio di arti e professioni che a livello comunitario dovrebbe essere libero ed automatico, di fatto nei paesi a nord del muro della miseria é attentamente limitato da una serie di ostacoli pratici che però per chi non ha entrature in loco si rivelano dirimenti.
    E quindi per tabulas temo che il risultato collettivo sia o come dice lei vivere ed estinguersi nei « califfati » e ritornare ad un oscuro medioevo, o far di necessità virtù e ribellarsi. Io in che modo non lo so, e son certo che alla mia età di sicuro non vedrò la fine della storia, ma che vuole sono di natura ottimista. Anche perchè, come a volte dico, nella mia vita ho visto fortezze che sembravano dovessero sfidare i millenni inaspettatamente dissolversi nel nulla in pochi giorni.

  5. PIOLI CLAUDIO scrive:

    Emigrare non è facile quasi per nessuno. Ma fare una rivoluzione lo è ancor meno. In quest’ultimo caso, spesso, molto spesso accade che valga il detto “Armiamoci e partite!” Ed è cosi’ che il tempo passa ed i problemi incancreniscono. L’Italia evidenzia peculiarità che esaltano le divisioni per cui non é intravedibile una rivoluzione non cruenta che faccia riemergere il paese. Il “reset”, di cui parla tra le righe il FMI, potrebbe essere la soluzione, ma i “poteri forti” salveranno il “loro” salvabile, lasciando in situazioni tutto il resto della popolazione in una situazione peggiore di quella attuale. Non è difficile prevedere tutto questo: dopo la speranza di rinnovamento con il movimento “mani pulite” di 20 anni fa, ci ritroviamo governati da una partitocrazia che ha le mani ancor più sporche di quella di Craxi & C. che l’ha preceduta e con un debito pubblico letteralmente esploso, anche se ricapitalizzato da un’epoca di tassi d’interesse bassi. Le rivoluzioni – bisogna ancor dire – avvengono partendo dagli estremi, di destra e/o di sinistra: ma in Italia, questi estremi, non ci sono. Tra non molto l’Italia verrà consegnata nelle mani di un’immigrazione povera e non integrabile e di potentati stranieri, zeppi di petrodollari, che per ora hanno ancora un certo valore. Poi l’Italia assumerà una configurazione di tipo maghrebino, con tanto di califfati locali che esaspereranno l’indipendenza da un potere centrale. Personalmente non vedo altre soluzioni: beato chi crede che possano avvenire cambiamenti in positivo. Preferisco difendermi con un certo pessimismo che nasce dall’esame attento di quanto succede a tutti i livelli nel nostro paese.

  6. ahfesa scrive:

    Temo che il professore sia, come il sottoscritto del resto, afflitto da un italianissimo vizio.
    Difatti noi siamo inclini a valutare I problemi collettivi in chiave individuale ed I problemi individuali in via strettamente privata se positivi, in via lamentosamente collettiva se negativi.
    Ovvero siamo I diretti eredi della mediterranea attitudine che distingue I propri simili in tre incomunicabili categorie: la famiglia, gli amici e tutto il resto del mondo. E ne consegue che la famiglia si rispetta fedelmente perchè ci protegge, gli amici qualche volta si possono fregare, ma non é onorevole il farlo, gli altri invece sono preda libera a vantaggio del più furbo.
    Esempio preclaro I rapporti tra cittadino e stato impronatati a reciproca diffidenza ed inimicizia. E chi é sconfitto in questa lotta darwiniana si lamenta dicendo:” Lo stato deve dare. Lo stato mi ha abbandonato.” Dineticando il lapalissiano assunto che lui stesso é lo stato per la semplice ragione che se lo stesso non funziona o é ladro, é lui che paga in proprio. E naturalmente se l`onestà e la buona volontà si fermano alla famiglia che magari si chiama anche lobby, monopolio, cosca e similia, ne consegue che il generale progesso collettivo ne é impedito e se si esagera si ritorna indietro, pure perdendo quello che si crede proprio ed acquisito, in causa del generale degrado.
    Ed il professore seguendo questa strada ci presenta giustissimi rilievi che mostrano il nostro progressivo degrado. E non potendo dire la solita frase consolatoria, perchè é abbastanza cosciente e preparato da sapere che si tratta di un inutile e petulante piagnisteo, ci consiglia di mollar tutto ed andare nel paese della cuccagna. Perdonate, un po`come dire che per risollevare il mercato dell`auto in Italia, prima concusso e poi abbandonato dai sigg. Agnelli, si gabellasse che bisogna vender più Ferrari, Lamborghini, Maserati . Come se quelle ditte, per altro con sede fiscale oramai all`estero, fossero in grado di assumere e mantenere le centinaia di migliaia di dipendenti ed indotto di mamma Fiat che faceva le scassate e spartane 1100 e le Topolino.

    Ed anche emigrare mica é facile e mica é eguale per tutti. Certo anche I sigg. Agnelli sono emigrati. Ma hanno preparato la loro dipartite in due decenni, beneficiando di passaporti giusti, entrature e denari ben elargiti. Lo stesso dicasi per il ricercatore o lo scienziato affermato, magari come il prof. Fermi ai suoi tempi che in un secondo ha ottenuto passaporto yankee e cattedra prestigiossima, mentre I suoi correligionari facevano la fila daventi ai consolati o ai passatori al loro paese, col rischio di finire nel forno. Ma già il buon laureato comune (vero, serio e preparato) senza le predette entrature e denari ha vita dura sia per trovare e che per mantenere un lavoro all`estero. E quando lo trova, mica é alle stesse condizioni del collega locale e lo stesso (salvo merito eccezionale) per le possibilità di carriera. Un mio caro conoscente 110 e lode in Cattolica e tesi pubblicata, dopo due anni a 900 euro nello studio di un collega e pure con raccomandazione, é riuscito ad emigrare giusto in Francia. Ed ha trovato posto a Lione all`università Jean Moulin, ma mica come docente, bensì come semplice impiegato amministrativo, ma lo stipendio é più che doppio e dopo 20 anni di onesto lavoro andrà in pensione cone capoufficio. Certo decoroso e meglio che trovarsi disoccupato a 40 anni dopo 20 di studio come precario a 900 euri, ma sempre molto poco per uno studente brillantissimo che se fosse nato nei pannolini giusti adesso sarebbe come minimo professore incaricato. Non parliamo poi di uno che la laurea non l`ha e magari non ha neanche un mestiere, né un zio all`estero che l`aiuta.
    Quindi temo che per I circa 50 milioni di autoctoni italiani, l`emigrazione non sia la soluzione del problma. Purtroppo il solo modo di uscire dal disastro in cui ci siamo cacciati (I nostri capi ahimé li abbiamo scelti e li scegliano, per adesso ancora noi) sia o morire dignitosamente, o meno dignitosamente vivacchiare servilmente, ma comunque estiguersi, oppure ribellarsi.

    PS Cara la mia gente ringraziamo il cielo di aver avuto “avventurieri” come Garibaldi, Mazzini, Cavour e similia. Rispetto a quelli che manteniamo adesso son rose e fiori. Almeno I primi due son morti con pochi spiccioli, il terzo aveva del suo e gli altri pure senza rubarli a noi ed a nostri figli.

  7. giusavvo scrive:

    “(…) Garibaldi (nessuno si è mai chiesto di che cosa vivesse questo tipo, dopo aver fatto il marinaio, il ladro di cavalli, il corsaro…).”
    …e il massone…Mazzini compreso.

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