ERAVAMO SOVRANISTI
ERAVAMO SOVRANISTI
Scelgono Conte e la sovranità europea: voltafaccia totale?
In nome degli interessi nazionali e del bene sociale, gli italiani hanno votato le forze sovraniste Lega e M5S per opporsi all’europeismo bancario guidato dalla grande finanza internazionale devastatrice e golpista (vedi Grecia): Rothschild, Rockefeller, Soros etc. Il nascente governo Lega – 5 Stelle doveva realizzare questa opposizione, ma inizia facendo esattamente il contrario:
– sceglie come proprio capo il prof. Giuseppe Conte, un personaggio oscuro, tanto oscuro che la sua pagina in Wikipedia è sparita subito dopo la sua designazione, formato e impiegato in università controllate proprio da quei personaggi della finanza globale (Yale, Girton College, Luiss), nonché amico dei Boschi nonché – pare- di Verdini;
-firma un Contratto di Governo che, oltre e a non menzionare affatto la difesa dello stato nazionale parlamentare democratico, adotta, al suo art. 29, il principio della subordinazione dell’Italia all’Unione Europea e della cessione a questa della sovranità nazionale: “l’Italia chiederà la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona” (i quali appunto implicano la costituzione di un superstato europeo senza dare a questo un carattere democratico, ma conservandone la natura autocratica);
“Chiederà” [cioè, si limiterà a chiedere e non avrà un piano B di contromisure per il caso che la richiesta sia respinta, come tutte le analoghe richieste sono state respinte sinora; e chi non ha contromisure pronte, non vedrà mai accettate le proprie richieste] :
“di affermare l’identità europea sulla scena internazionale che sia sganciata dall’immagine della supremazia di uno o più Stati-membri [cioè Germania, Germania + Francia]” (il che vuol dire che non si opporrà all’egemonia tedesca entro l’Unione, ma solo al fatto che essa appaia all’esterno dell’Unione);
-“ di rafforzare come stabilito una “stretta cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni” (il che vuol dire più potere dei giudici non-italiani di intervenire in Italia e, soprattutto, più potere dell’Eurogendfor di operare in Italia per schiacciare eventuali proteste di popolo);
-di rafforzare i poteri del Parlamento europeo, unico organo elettivo, rispetto agli organi comunitari non elettivi (obiettivo irrealistico: bisognerebbe rovesciare l’impianto verticistico-burocratico dato all’UE sin dall’origine, sempre confermato, e che è il suo scopo);
– di “vagliare le competenze dell’UE riportando agli Stati quelle che non possono essere efficientemente gestite a livello di Unione e rafforzando al contempo l’incisività e la capacità decisionale dell’UE sul suo ambito di intervento” (cioè ancora più potere all’eurocrazia e alla Germania nelle materie più importanti).
L’art. 29 del Contratto di Governo chiude in bellezza: “ritornare all’impostazione delle origini in cui gli Stati europei erano mossi da un genuino intento di pace, fratellanza, cooperazione e solidarietà” (solo che nessuno di questi nobili sentimenti era all’origine del progetto europeista, come la ricerca storica ha dimostrato, bensì un puro calcolo di dominio finanziario e ingegneria sociale).
In questo spirito, il nascente governo “ritiene necessario rivedere, insieme ai partner europei, l’impianto della governance economica europea (politica monetaria, Patto di Stabilità e crescita, Fiscal compact, MES, procedura per gli equilibri macroeconomici eccessivi, etc.) attualmente asimmetrico, basato sul predominio del mercato rispetto alla più vasta dimensione economica e sociale.” Peccato che questo predominio del mercato, o meglio di chi lo controlla e manovra, sia dovuto a forze e interessi molto potenti, che la coalizione Lega-Stelle neppure nomina, quindi non si immagina come possa modificare la struttura europea da esse costruita.
Se un siffatto governo verrà varato, buona parte dell’elettorato dei due partiti si sentirà delusa e tradita da questo apparente voltafaccia e da quanto potrà seguirne. Si chiederà come mai Di Maio ha tirato fuori Conte e perché mai Salvini lo ha accettato. Si chiederà se la promessa tutela degli interessi nazionali fosse solo una finta per raccogliere voti. Io credo che i due partiti in questione reagiranno con qualche mossa concreta e sonora, sapendo che altrimenti perderebbero completamente il carisma e gran parte dei voti. Forse quello che ho descritto sopra è il frutto della politica come arte del possibile, cioè di un negoziato già concluso con i potentati finanziari egemoni; o forse è solo un pro-forma, un nascondimento dei veri progetti giallo-verdi, che riemergeranno dopo il voto di fiducia e che rimangono sovranisti e comprendenti opzioni di rottura e di uscita dall’euro, in caso di mancato accordo in sede UE.
Ma il significato profondo di questo apparente voltafaccia europeista dei due movimenti “sovranisti” mi pare essere la conferma dell’esistenza di vincoli gerarchici internazionali– quelli cui accennavo nel precedente articolo – imposti proprio da quei potentati finanziari cui i “sovranisti” promettono o promettevano di opporsi. Tali vincoli prevalgono sul voto popolare e chiunque ottenga la maggioranza “democratica” poi sarà costretto ad allinearsi o a raggiungere un compromesso con gli interessi che essi tutelano. Vedi Tsipras. L’elettorato non può decidere il premier, né il presidente della repubblica, né le scelte politiche e strategiche. Tali decisioni sono (state) prese fuori dall’Italia.
22.05.18 Marco Della Luna