NORD CONTRO SUD: IL BIPARTITISMO DELLA REALTA’

Il dibattito stimolato sia dal recente libro di Luca Ricolfi Il Sacco del Nord che dalle lotte sui tagli della spesa delle regioni, ha imposto all’attenzione il fatto oggettivo e brutale che Roma toglie al Nord annualmente circa 110 miliardi di euro per sostenere un Sud il quale, invece di svilupparsi grazie a questi donativi, sprofonda sempre più nell’inefficienza, nell’improduttività e nell’illegalità, e ha quindi sempre più bisogno di ricevere soldi dal Nord. Questo salasso toglie però al Nord i soldi per gli investimenti, le infrastrutture, l’innovazione, condannandolo a perdere competitività  sul mercato internazionale, quindi, in prospettiva, anche la capacità di mantenere il Sud.

In cambio di questo massiccio salasso di risorse, il Nord riceve dal Sud un’altrettanto massiccio apporto di metodi di potere e gestione meridionali. Metodi estremamente inefficienti in termini di performance per la popolazione, ma estremamente efficienti in quanto alla loro presa su risorse e istituzioni. Il Nord, cioè, in cambio del frutto del suo lavoro, riceve dal Sud proprio ciò che rende il Sud arretrato e inefficiente.

Questa penetrazione è avvenuta e avviene attraverso una parte dei numerosissimi burocrati, funzionari e impiegati di origine e matrice meridionali, ma anche attraverso mafia, ‘ndrangheta e camorra, che si infiltrano nella politica, nell’economia, nella pubblica amministrazione, nel territorio e nel tessuto sociale, nei poteri pubblici, come evidenziato dalla vicenda dell’arresto di 300 ‘ndranghetosi eseguito il 12-13 Luglio. Avviene inoltre attraverso l’azione di un parlamento romano in cui gli eletti dei collegi a controllo mafioso sono quantitativamente determinanti per qualsiasi possibile maggioranza.  Il potere delle organizzazioni mafiose è moltiplicato dal fatto che esse intercettano buona parte dei trasferimenti di denaro dal Nord. A buon diritto si può pertanto dire che sta avanzando la meridionalizzazione del Nord, l’assimilazione socio-politica e criminale del Nord al tipo di società del Meridione. Come scrivevo in altro articolo, è fallita la perequazione del Sud al Nord, ma sta riuscendo la riduzione del Nord al livello del Sud.

Questa situazione è oggettivamente una situazione di contrapposizione di interessi tra le regioni spogliate del Nord (soprattutto Lombardia e Veneto) e quelle assistite del Sud (soprattutto Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna). Quelle assistite non saprebbero mantenersi senza il fiume di soldi tolti al Nord. Se il Sud spende 6 volte più del Nord per il personale amministrativo (fornendo un servizio peggiore), e se spende 6 volte più del Nord per una protesi ortopedica, è evidente che buona parte del Sud vive di spesa clientelare pagata dai contribuenti del Nord. La riforma del federalismo fiscale, basato sull’adozione dei costi standard, può essere sì votata come legge, ma poi non può essere attuata nella pratica, perché toglierebbe un reddito vitale (sia pur ingiusto e illecito) a troppa gente e a troppe forze, il cui consenso è per giunta indispensabile tanto al PDL, quanto, alternativamente, alle sinistre.

E con tanto arriviamo al dunque di questo articolo:

Il Nord, se resta legato al Sud e alla politica romana, verrà inevitabilmente immiserito, privato dei mezzi per restare competitivo, e finirà assimilato al Sud anche dal punto di vista sociologico e criminologico.

Per salvarsi, il Nord ha oggettiva necessità di interrompere sia i flussi in uscita di denaro verso Roma e il Sud, che la penetrazione del sistema socio-economico-criminale del Sud nel proprio territorio, nella propria politica, nella propria amministrazione. E di liberarsi, per quanto possibile, della penetrazione già avvenuta, ricercandone le “metastasi”, isolandole, espellendole. Per realizzare ciò, occorrerà che il Nord si doti non solo di strumenti autonomi di allontanamento, ma innanzitutto di efficaci barriere e filtri giuridici contro questa penetrazione, come strumenti di indagine e oneri di certificazione antimafia per concedere o mantenere la residenza, l’elettorato passivo, cariche pubbliche, iscrizione alla Camera di Commercio. Gli organi competenti a queste funzioni di indagine, certificazione, allontanamento dovranno, per ovvie ragioni, essere eletti dalla popolazione regionale e rispondere ad essa, indipendenti da Roma e dalle istituzioni nazionali.

La contrapposizione oggettiva di interessi tra Nord e Sud è il vero fattore dell’attuale crisi di un partito – il PDL – e di un governo – il Berlusconi Quater – che racchiudono in sé e vorrebbero rappresentare due interessi vitali oggettivamente e diametralmente contrapposti: quelli del Nord  spoliato, e quelli di un Sud mantenuto grazie a questa spoliazione. Una contraddizione che si presenta anche entro il PD, tra le posizioni di un Cacciari e di altri esponenti settentrionali, che vorrebbero una branca settentrionale del partito autonoma dalla segreteria nazionale; e le posizioni del grosso del partito, legate ai molti iscritti meridionali o che comunque vivono di reddito tolto ad altri. Analogamente, nel PDL Fini e soci difendono gli interessi della parte meno produttiva del paese in sfida alla leadership di Berlusconi.

Non “destra” e “sinistra”, ma semplicemente Nord e Sud: questi sono i due blocchi di interesse effettivi e contrapposti del paese, i due blocchi che si contendono il reddito prodotto (nel senso che uno è abituato a vivere del reddito prodotto dall’altro, e considera ciò un suo diritto). Due blocchi geografici ed economici, anziché due classi sociali o due ideologie filosofiche. Il Nord a stare col Sud ha ormai tutto da perdere e niente da guadagnare. Punto.

E’ allora naturale, che nessun sistema elettorale funzioni bene, che fallisca sia il bipolarismo centrodestra-centrosinistra che il bipartitismo PD-PDL, sia il proporzionale che il maggioritario: sono tutti in contrasto con la realtà di fondo del paese. E’ naturale che Fini faccia la fronda a Berlusconi e Cacciari a Bersani. E’ naturale che l’attuale schieramento politico sia trascinato, gradualmente o bruscamente, a scomporsi, per riaggregarsi intorno a questi due poli, anzi a questi due popoli. Che tenda a dividersi in una coalizione nordista e in una sudista. A un bipolarismo geografico. I grandi partiti nazionali, il PDL e il PD, stanno ormai esaurendo le loro risorse di mediazione tra settentrione e meridione, perché questa mediazione, giustificata dal progetto di perequazione del Sud al Nord, è palesemente fallita e ha prodotto esiti disastrosi, quindi non è più in grado di sostenere un progetto e un partito nazionali unitari. I vincoli di bilancio, l’avanzare della crisi, la recessione, la disoccupazione, i tagli, la perdita di quote di mercato estero, stanno facendo saltare tutti i tradizionali meccanismi di mediazione e compromesso tra quei due poli d’interesse. Meccanismi basati sulle fedeltà ideologiche, su spesa pubblica facile in funzione di collante sociale e nazionale tra le generazioni presenti ma scaricata a debito su quelle venture, su tolleranza all’evasione fiscale e compartecipazione alla spartizione della spesa pubblica.

Lo Stato italiano si ritrova a festeggiare il suo centocinquantenario mentre versa in una condizione di vistoso marasma morale e funzionale, e mentre appare incontrovertibile il fallimento di sessant’anni di politiche di recupero del Sud mediante trasferimenti dal Nord. L’autunno 2010 si prospetta gravido di chiusure di aziende, insolvenze e licenziamenti. In questo scenario, la posizione più drammatica e critica è quella di Silvio Berlusconi, perché non riesce a fare le tanto promesse riforme, essendo costretto sulla difensiva; e ancor più perché da un lato riesce sempre meno a mediare tra Nord e Sud; e dall’altro lato non può schierarsi col Nord, a causa dei suoi troppo profondi legami e impegni con un certo Sud. Né può schierarsi con gli interessi di quel Sud, senza perdere ogni credibilità, carisma e dignità.

Eppure scegliere deve: restare a mezza via a far da bersaglio a magistrati, mass media e finiani, fino al logoramento e allo screditamento totale, e all’abbandono da parte di una Lega Nord tradita sul federalismo, sarebbe irragionevole e indecoroso. Ha un’opzione che lo potrebbe consegnare degnamente alla storia, e al contempo rimpicciolirebbe drasticamente le figure dei suoi antagonisti, Fini e Napolitano in primis: ammettere pubblicamente il fallimento dello Stato unitario italiano, il suo ormai ventennale incessante declino, l’impossibilità di riformarlo, la possibilità per il Nord di avere, nell’indipendenza, un decente futuro europeo, e la sua condanna, diversamente, a un inabissamento verso l’Africa. Mentre il Sud potrà risanarsi solo se sarà costretto a fare i conti con se stesso e le proprie storture, senza che altri paghi per esse, incoraggiandole e perpetuandole. Magari adotti una moneta propria, svalutabile rispetto all’Euro e al Dollaro, così da recuperare concorrenzialità e da rilanciare la sua economia. Berlusconi può rovesciare il tavolo; poi si tiri in disparte e lasci ad altri, a qualcuno che sia veramente competente in macroeconomia, di costituire un nuovo partito del Nord, che confluisca eventualmente con la Lega e si lanci in una campagna a tutto campo, non solo elettorale, per l’indipendenza della Padania.

Questo non è, ovviamente, razzismo. E’ il diritto a non essere spogliati sistematicamente del frutto del proprio lavoro e a non vedersi imposto un modello sociale assolutamente disfunzionale e indesiderabile – quello che The Economist definisce “Bordello”, Saviano “Gomorra” e Bocca “Inferno”. A non essere assimilati a quella cultura e al potere dei suoi uomini. A non essere sottoposti a un parlamento quantitativamente condizionato da politici che sono espressione di quel modello sociale. A respingere la mitologia, ormai ridicola, di un’unità nazionale che non esiste nella realtà, perché è evidente che nel territorio dello Stato italiano si trovano a vivere popoli sociologicamente diversissimi. L’unità nazionale non può essere presupposta e invocata come valore, senza prima aver dimostrato che essa esista nei fatti, nella realtà della popolazione. E i fatti ci dicono che non esiste una nazione italiana, ma popoli e sistemi socio-culturali molto diversi tra loro proprio nelle cose che contano per il funzionamento di un sistema-paese e della stessa legge. E in quanto al giudizio di valore sullo Stato unitario italiano, esso va dato in base ai fatti, ai risultati. E siccome questi sono negativi e involutivi, il giudizio è negativo.

Alcuni mi rimproverano di prendermela col Sud e con Roma, mentre la causa primaria dei mali economici e sociali è nel fatto che il mondo è sottoposto a un cartello bancario privato, monopolista del denaro e del credito, che detiene ed esercita la sovranità economica, produce, a sua convenienza, recessioni, bolle, guerre, disoccupazione, carestie, senza riguardo per la gente.

A questa obiezione, replico semplicemente che non vi è prospettiva che tale sistema sia sostituto o sostituibile, e che dall’alto lato esso opera da molti decenni, e in tutti questi anni alcuni sistemi-paese, ben amministrati, hanno prosperato; mentre altri, male amministrati, sono rimasti o divenuti poveri. A uno Stato sottoposto al sistema della moneta-debito e del monopolio bancario privato della moneta (come l’Italia e come quasi tutti gli Stati industrializzati), non è possibile impedire le ricorrenti crisi, recessioni, bolle, deflazioni. Può però ridurne i danni ed evitare di essere sopraffatto e colonizzato economicamente dai paesi competitori. Ma per riuscire in ciò, bisogna che sia un sistema-paese efficiente, disciplinato, che confidi nelle regole e le rispetti, che minimizzi gli sprechi, che abbia un sistema giudiziario efficiente e credibile, che non abbia un parlamento condizionato dalla mafia, che abbia invece una classe dirigente, politica e tecnica, capace di lavorare produttivamente e non solo di saccheggiare la spesa pubblica. La Padania può rispondere a tali requisiti. Lo Stato unitario italiano, no.

15.07.10

Marco Della Luna

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41 risposte a NORD CONTRO SUD: IL BIPARTITISMO DELLA REALTA’

  1. zagaria scrive:

    Caro Marco Lunatico,
    che tipo di droghe usa?

  2. Francochi scrive:

    Nella sua logica il suo ragionamento non fa una grinza.
    Ma è proprio sicuro che quel “taglietto” sarebbe la soluzione?
    E’ vero he il sud era ed è, per molti vaspetti più simile e vicino alle afriche che al nord e che di questo passo potrebbe far naufragare anche il nord.
    Ma questo non è forse per l’insipienza e il “puttanaio” del governo Berlusconi amico dei mafiosi che praticamente l’hanno generato?
    Inoltre lei crede che col taglietto non si passerebbe da Roma a Milano ladrona?
    (per me è sempre valido il vecchio adagio andreottiano “il potere logora chi non ce l’ha”)
    Le ricordo che anche la Cina ed il Brasile erano (ed in molte regioni lo sono ancora) TERZO e QUARTO mondo mentre ora riescono a primeggiare come potenze.
    Eppure né in Cina né in Brasile si sono mai pensati di tagliare via le regioni non virtuose (come la nostra “terronia”)
    Non è il sud che dev’essere tagliato ma il governo berlusconi!
    Pensi piuttosto all’imbecillità di questo governo e a quella di chi l’ha voluto.
    Sarei anch’io tentato a tagliare (magari prima le palle) con quei ladroni (tipo Cosentino e Bassolino) e fargliela pagare facendogli sputare tutto quello che hanno rubato e dilapidato!
    Ma con quel “taglietto” la farebbe pagare anche alla gente che non ha nulla a che fare con quei delinquenti e io non mi sento di identificare tutti con loro.

  3. Francesco Bonfiglio scrive:

    La verità è che il sottosviluppo e l’arretratezza del Mezzogiorno fa comodo e arricchisce il Nord impoverendo il Sud. Per fare un esempio, il Sud non ha una, dico una, sua banca. Tutte le banche al Mezzogiorno sono filiali o proprietà delle banche del Nord. Il Banco di Sicilia fa parte di Unicredit. Ogni centeismo di risparmio al sud viene investito al nord. Le imprese del nord che prendono contributi statali o fondi europei per investire al sud e, una volta ottenutili, fanno fallire o chiudono le loro aziende al sud, non fanno altro che rapinare ulteriormente il Sud. C’è così un sistema perverso di clientelismo e parassitismo che arricchisce al Meridione una buona parte di amministratori, burocrati e politicanti vari, privando il Sud di un futuro dignitoso e di benessere. La Mafia ammazza la concorrenza, e va benissimo al Nord. Al sud hanno un mercato protetto. Il costo del lavoro al sud è troppo alto, e questo crea disoccupazione, ci vorrebbe un’altra valuta (“currency”). Gli esempi sarebbero infiniti. Per fare un esempio su scala europea, penso allo scandalo delle mazzette Siemens in Grecia: un maxi caso di corruzione dove i dirigenti della multinazionale tedesca hanno pagato profumatamente i politici greci per appalti e investimenti vari. In questo caso i tedeschi (come gli italiani del nord) hanno tutto l’interesse a trattare con una classe politica corrotta (quella greca, come gli italiani del sud, i terùn). Al Nord conviene la secessione? Ma vogliono ridere? E il Nord Italia, ricco e benestante grazie allo sfruttamento della colonia del Mezzogiorno, senza la mucca da spremere e la zavorra del Meridione può competere con la Baviera o con il Nord Reno Westfalia o con l’Ile de France, secondo voi? Mi viene da ridere. Con questo non voglio salvare la classe dirigente meridionale, per carità, la peggiore in assoluto, ma voglio semplicemente dire che la secessione, se ci sarà, non sarà affatto indolore per la “ricca” Padania. Difficile investire nei mercati emergenti dei Balcani. Lucio Caracciolo, direttore di Limes, è convinto che la secessione farebbe male a entrambi, Sud e Nord. La verità è che uno ha bisogno dell’altro, e viceversa. Facciamo attenzione a tutti questi proclami indipendentisti, perchè l’UE che è comandata dalla Germania finanzia e promuove tutte le secessioni in atto, ma per una successiva germanizzazione e frammentazione del loro potere, per farle cioè entrare nella sua orbita. La Germania sta finanziando tutti i principali movimenti separatisti europei (da quello fiammingo a quello della Slesia, da quello alsaziano a quello padano). Il generale Gallois, esperto di geopolitica e consigliere di De Gaulle, in un intervista a limes dice così:”Nel XVIII secolo, la Germania era composta da circa 350 piccoli Stati, fra ducati, marchesati, contee, vescovati, città libere e progrediva faticosamente verso l’unità, all’epoca in cui la Francia era fortemente centralizzata. Oggi, sarebbe in corso la tendenza inversa: una Germania federale, ma dal potere fortemente centralizzato, senza movimenti regionali separatisti, mentre la Francia, l’Italia, la Spagna, l’Inghilterra sarebbero composte di «etnie linguistiche» diverse, quindi portate alla divisione. Lo smembramento di questi Stati, su tutto il territorio europeo fino alle frontiere della Russia, potrebbe creare un’Europa in cui la Germania unificata, con più di 80 milioni di abitanti, ancora di più se si aggiunge l’Austria, uniti per lingua, passato e razza, dirigerebbe un vasto insieme di piccoli Stati, di regioni, di province sprovviste di attribuzioni politiche, diplomatiche e militari. Non resterebbe loro che un ruolo di amministrazione locale, di gestione della popolazione. Questo è inquietante.
    I tedeschi sono eccellenti cartografi. I popoli che non hanno confini naturali cercano sulle carte dove fissare le frontiere. Presumo che, come il Centro di Geopolitica di Haushofer – consigliere di Hitler ed anche di Stalin, nel 1937-’38 – vi siano, oggi, dei gruppi di studio tedeschi che lavorino nell’ombra per preparare un grande futuro alla Germania. Sanno di non poter più speculare sulla supremazia della letteratura o della lingua, per cui rimangono loro l’economia – il culto del marco – e la regionalizzazione. Secondo uno di questi centri, uno Stato di 60 milioni di abitanti non è vitale, mentre una Regione di 3-4 milioni di persone può rispondere alle attese delle popolazioni. Se si arrivasse a convincere quelle popolazioni a «regionalizzarsi» – fuori dai confini della Germania, naturalmente – tutta l’Europa sarebbe sottoposta a Berlino. Allora ci si potrebbe domandare se il sacrificio degli sfortunati che sono morti nel corso delle due guerre mondiali per bloccare le ambizioni della Germania non sia stato inutile. In vent’anni, arriveremo allo stesso risultato, come se non ci fossero state guerre. Da questo punto di vista, il testo del Centro di Flensburg mi sembra molto interessante”
    E ancora:”Perché l’azione della Germania possa essere efficace, è necessario indebolire, quindi «sminuzzare» gli Stati europei. Il frazionamento dell’Italia, come quello della Francia, fa parte dello stesso programma. Viene utilizzato un pretesto economico: l’Italia del Nord non sopporterebbe il peso di quella del Sud, come la Croazia non sopportava quello della Serbia. Nel caso della Jugoslavia, tenuto conto delle regole internazionali, la Germania non poteva agire direttamente. Bisognava applicare una strategia indiretta. La creazione del gruppo Adria, precedente alla morte di Tito, aveva degli obiettivi culturali. Si trattava di un gruppo con lo scopo di far rivivere la brillante cultura dell’impero austro-ungarico, riunendo austriaci, ungheresi, sloveni, croati, italiani del Nord e bavaresi. Fintanto che questa organizzazione si occupava di cultura, di folklore, tutto andava per il meglio. Ma la Baviera, la regione più ricca del gruppo Adria, incominciò a finanziare soprattutto le formazioni culturali più sensibili all’indipendenza. Così sono state incoraggiate indirettamente le manifestazioni di separatismo ed è stato creato un sentimento anti-jugoslavo, che è all’origine della rottura. Tutto questo fa pensare che la stessa strategia possa essere utilizzata contro la nazione italiana, francese, spagnola e via di seguito”. E’ inquietante. I padani hanno sempre lottato contro il Barbarossa, ma questa nuova forma di guerra europea è assolutamente imprevedibile e angosciante. Loro lo sanno che la secessione è un bluff, e non la vorranno mai.

  4. Riccardo scrive:

    Egr. Della Luna, non mi sorprendono i commenti comprensibilmente irritati dei signori, immagino, residenti nel sud Italia, luogo meraviglioso quanto umiliato da una parte dei suoi stessi abitanti. Sarebbe facile scomodare Banfield o Putnam o semplicemente consigliare loro di leggere i libri di Ricolfi; mi limito ad invitarli a porre a se stessi una domanda molto semplice: se le parti fossero invertite, la gente del sud Italia si comporterebbe come continua a comportarsi la gente del nord? Ripeto, usciamo dalla semplificazione entica, non esiste nessuna razza del sud dunque ogni razzismo e semplicemente fuori tempo, non esiste nessun odio geografico, metà dei residenti nel settentrione sogna una casetta al mare a sud di Roma, piantiamola anche con lo storico piagnisteo del sud vittima del colonialismo, in 50 anni il sud ha visto transitare tanto di quel denaro da far impallidire i banchieri svizzeri.
    La gente del sud ha avuto successo in tutto il mondo, tranne in un posto, l’Italia del sud. Esiste o no qualcosa che non va?
    Ps Le scrivo dalla città che lei ha messo in copertina e vorrei complimentarmi per il suo affresco dell’attuale situazione italiana e le sue grottesche implicazioni politiche. Sono clamorosamente d’accordo su tutti i fronti.
    Saluti

  5. Marco Della Luna scrive:

    A Bukhis: Lei è male informato su Cavour. Cavour non voleva annettere nemmeno lo Stato Pontificio. Fu il Re, pagato dalla City, a prendersi quello e il Sud. Quando Cavour morì, dopo l’occupazione del Sud, tra le sue carte si trovarono raccomandazioni di fare due parlamenti e due legislazioni distinte, per il Nord e per il Sud. Cavour sapeva che un popolo funziona bene se è abbastanza omogeneo. Popoli diversi per pratiche e mentalità è bene che abbiano governi separati.

  6. bukhis scrive:

    Il federalismo proposto da Cattaneo al reame dal sud, fu da questi preso in considerazione. Fu il cervellone di Cavour a non volerlo, (nordico e massone) a lui interessava allargare i confini del regno sardo-piemontese e mettere le mani sulle banche del sud. Per sua stessa ammissione. Non l’ideale paese Italia.
    Il sud, la Calabria in particolare, ha salvato l’Italia dalla bancarotta con la sua produzione agricola. Oggi la comunità europea impedisce, con le sue direttive, lo sviluppo agricolo nel sud. La compagine politica italiana fà il resto. Credo che il sud con la sua agricoltura, arte e turismo vivrebbe benino se meglio amministrata. Ma non vedo uomini capaci all’orizzonte. Tutti a tavola a sbafare: nordici e sudichi.

  7. bukhis scrive:

    …caro Della Luna, l’oggi è figlia dell’ieri. Il sud non era parassita, prima dell’unità di questo paese, era la terza potenza europea, per reddito e per industrializzazione. Che cosa è diventato dopo? E’ sotto gli occhi di tutti, del nord che si lamenta e del sud che si lamenta. Cosa fare? Dopo l’unità al sud non si è più investito come prima, non conveniva più: demerito dei “meridionali”? Il sig. Draghi si lamenta che la criminalità è penetrata nelle istituzioni. Ma dove vive lui? La conosce la storia? Il camorrista salvatore De Crescenzo con la sua banda a Napoli a metà 800, aiutò Garibaldi a entrare in città e fu premiato con amnestia e promosso a poliziotto, lui e la sua banda, dal primo ministro Liborio Romano. Da allora la banda bassotti è cresciuta e si è moltiplicata: è demerito dei “meridionali”? Le banche del nord (al sud non ce ne sono più) fanno pagare interessi più alti al sud, con la giustificazione dei maggiori rischi, così come le assicurazioni del nord: quali investimenti si possono fare? Se poi vogliamo dare ragione a Lombroso…questo è altro.

  8. Roby scrive:

    Il problema tra Nord e Sud Italia, e’ un problema “inventato” dai politici e’ sfruttato bene, bene per mantenere il potere politico, sia al Nord che al Sud. Al sud garantendo aiuti, e al Nord incentivando gli investimenti al sud, oppure sfruttando la manodopera locale, ed emigrata. Creando un ciclo inarestabile, mafia, lavoro nero, sviluppo industriale del nord, maggiore debito pubblico, pressione fiscale. Se ci pensate bene, entrambi i poli hanno gudagnato “qualcosa” e perso molto a danno, di chi? Degli elettori e contibuenti: cittadini italiani…
    Il problema, dal mio punto di vista, non si puo’ risolvere ne’ con la politica, ne’ con la divisone dell’Italia. Cioe’ non ci sono le risorse, e soprattutto le forze sociali-economiche interne per risolvere questo “problema”. In realta’ la soluzione e’ nel problema. Se ci fosse una cultura comune italiana in entrambi i poli, il problema non esisterebbe. Ma questa cultura, non esiste e non e’ mai esistita. Quindi la soluzione e’ nel problema perche’ parlare di nord e sud e’ come dire parlare di una Italia divisa e non unita. Quindi significa riconoscere ed “accettare” politicamente e culturalmente una realta’ ontologica. E’ cosi’. Punto e basta. Quindi e’ un problema costruito. L’Italia unita e’ una invenzione COSTITUZIONALE. E da questa invezione si creato il problema, che e’ poi e’ stato istituzionalizzato e confezionato bene, bene da tutti i politici di turno: fascisti, comunisti, missini, democristiani, leghisti, forza italia, e via dicendo. Se io fossi un politico parteciperei al questo gioco per raccogliere i voti inventando il partito della Nuova Italia, dove Nord e Sud esistono com stati federali autonomi, chiaramente come sempre, governata e controllata da Roma. Detto cio’ vorrei aggiungere e consigliare a tutti, come ho fatto in questo blog in altri post d, di emmigrare dall’Italia in massa. Il perche’ lo scitto e’ spiegato alcuni post provando a descivere brevi scenari socio-economici. Sono italiano e mi dispiace dire queste cose, ma le realta’ purtroppo di questo paese, e’ molto negativa. Ripeto molto negativa. Pensate al futuro dei vostri figli, l’Italia non ha futuro economico. C’e qualche speranza nel Nord Italia, vicino ai porti in quanto sono e saranno venduto ai Cinesi che per forza entrare in Europa via mare e devono passare per forza per l’Italia, quindi l’indotto di quella parte d’Italia avra’ qualche speranza. Per il resto l’italiano medio e’ ignorante: non parla e scrive l’inglese e non ha capacita’ di autoorganizzazione socio-politica come altri paesi del Nord Europa, e di investimento oltre all’immobile, pero’ e’ un grande risparmiatore. Poi questo paese subira’ l’arrivo di immigrati Africani disperati, molti usano il nostro paese, se ci riescono, come bridge (ponte) per andare in Svezia, Olanda, Germania e Uk. Dove pero’ in questi paesi le politche di immigrazione sono piu’ restrittive. La maggior parte degli italiani non ha nozioni di macroecnomia, e di finanza quindi non riescono a cogliere il problema del debito pubblico italiano (economia strutturalmente debole) e politica monetaria della BCE e della impossibilita’ dell’Italia a resistere a lungo, e quindi inevitabilmente fare una operazione di meacartolarizzazione di almeno 200 mild € per in 40 anni per uscire dal buco nero. Quindi vuol dire privatizzare TUTTO. Eliminare gran parte della pubblica amministrazione, privatizzare anche scuole e sanita’, trasporti insomma apririe il mercato al libero mercato. Questo non lo dico io, o lo deisdero e’ gia’ in atto. Da un bel po’, soltanto che i media non parlano di questo. Io sono cristiano-cattolico, ma la Chiesa placca gli animi ricordando a tutti i cattolici e credenti che riusciamo a superare la crisi pregando e cambiando etica individuale e sociale, rivolta all’aiuto dei meno sfortunati, ad accogliere gli immirati e pengando le tasse per uscire tutti insieme, scusatemi la parola, dalla merda. Bene vi ricordo che l’Italia e’ un paradiso geografico, gli italiani un popolo bellissimo, ma non ha sistema. Non c’e’ cultura di sistema, non e’ nel patrimonio GENETICO-BIOLOGICO e quindi culurale. Ora queta crisi/contrazione economica la superano solo i paesi con una cultura di sistema. Perche’ il sistema puo’ reggere alla pressione, l’individuo singolo, no. Gli Italiani sono creativi, ma mancano di disciplina e sistema come singoli e societa’. E’ nella loro vita gli unici esempi di sistemi che seguano con passione sono le squadre di calcio. Per il resto non sanno, e non hanno modelli nazionali. Fortunati sono quelli che magari hanno lavorato all’estero in qualche multinazionale dove e’ una la cultura sistema/squadra e’ prassi quotidiana. La scuola e l’universita’ sono abbandonate alla loro triste fine, escluso quelle private: Bocconi, Luiss ed altre minori. Dovete avere il corraggio per il vostro progetto di vita, per il futuro dei vostri figli e della vostra famiglia di emigrare. Pianificando con i vostri questo decisione importante, difficile, ma vitale per la vostra vita. Vi ricordo che Polizia non riceve la paga per gli starordinari da mesi informatevi, e anche alcuni corpi felle forze armate, la Gdf guardia della finanza e’ ancora indenne da questi tagli pubblici. Questi sono segnali di sofferenza strutturale importanti, che chiramente non si scrive, e non se ne parla nei media. Per quei pochi che hanno energia e risorse finanziarie consiglio di lasciare l’Italia. Quando? Il piu’ presto possibile. La vita e’ bella, va vissuta e goduta fino in fondo, pensando sempre che c’e’ una soluzione o una opzione di scelta per decidere. E se non vedete l’opzione createla: emmigrazione di massa. Buona Fortuna! W gli Italiani!

  9. giorgio scrive:

    Si ricordi della luna che in futuro deve preoccuparsi di cosa mangiare……

  10. giorgio scrive:

    Quando una persona perde l’armonia economica e sociale diventa un parassita…….il Trentino-alto adige è la regione con più frodi comunitarie d’italia.

  11. giorgio scrive:

    Giusto Pasquale…..dovremo parlare delle mega fabbriche del nord italia del bresciano che producono milioni di mine per l’africa…..questoè il prodotto interno lordo dell’italia….meglio il regno delle due sicilie siamo più onesti…..magari al nord sono barbarici.

  12. Pasquale scrive:

    La risposta datami da Della Luna mi è parsa più attendibile,ma secondo me,confuta il suo articolo che aveva un altro tenore…
    Io credo che se si vuole capire(e noi tutti penso siamo in quest’ottica)senza essere portatori di interessi o pensieri di parte ,bisogna sganciarci dalle puerili dispute territoriali da tifosi (Leghisti e meridionalisti),che denotano un certa concezione della separatività,della paura dell’altro,dell’essere attaccato al proprio orticello,una concezione d’ identità legata al gruppo territoriale( sublimando in tal modo le frustazionei individuali ,la propria mediocrità, i propri limiti)…
    Ciò detto,rimane un fatto che il meridione prima dell’annessione al regno sabaudo(o forse sarebbe meglio parlare di colonizzazione?!)era ricco economicamente socialmente e culturalmente,invece il regno sabaudo era indebitato fino al collo…Dall’unità in poi le cose cambiarono,il meridione fu economicamente prosciugato e depredato;infatti se si studia il fenomeno del brigantaggio,si capisce che i briganti,in molti casi considerati eroi,erano nati proprio per opporsi a queste angherie economiche e sociali;ricordo che si parla anche di uccisioni gratuite,stupri,ai danni dei meridionali.
    Io concordo con Della Luna che il nord è più civile ed organizzato,ciò è indubitabile,mentre il meridione è mal organizzato e più incivile;ma è pur vero che i paesi del quinto modo(africani e asiatici) stanno come stanno anche perché sono tenuti sotto scacco dai paesi ricchi(e quindi dalla volontà politica quindi mafiosa) che non solo impediscono loro di evolversi(venendo sfruttati economicamente in tutti i modi)ma sono pure utilizzati come spazzatura dei rifiuti tossici “occidentali”!Ora è difficile stabilire dove inizia e finisce la responsabilità degli uni e degli altri,ma credo che è da questa prospettiva che bisogna analizzare la questione…magari mi sbaglierò…

  13. Pasquale scrive:

    Mi spiace sentire Della Luna esprimersi in tal modo contro il sud…Sembra veramente sentire un esponente della Lega…A me della politica non frega niente in quanto penso sia sistematicamente marcia,come lo stesso Della luna denuncia nei suoi libri…Quindi che senso ha difendere un nord “politico” legalistico e civile contro un sud corrotto e incivile?!Come se la politica del Nord (dove pullulano gli accordi traffichini tra Berlusconi e i leghisti)
    fosse di un altro sistema istituzionale;come se fosse fatto da uomini ligi e rispettosi geneticamente diversi…Io credo che la corruzione l’avidità l’arrivismo trascendono il nord e il sud ma riguardano ontologicamente l’uomo.
    Sono molto dispiaciuto e perplesso.

    • admin scrive:

      A Pasquale: osservazioni intelligenti e che apprezzo molto. Però io non “attacco” il Sud (non mi chiamo Palmerston né Bixio né Savoia né Garibaldi); anzi, se potessi curarlo, lo curerei molto volentieri dei suoi mali. Inoltre condivido che anche la politica del Nord è “marcia”; però non è il disastro di quella meridionale. E quwesta differenza si traduce in servizi molto migliori, e migliore qualità della vita. Inoltre, il fatto che i politici italiani sono tanto scadenti, incompetenti e ladri nel complesso, lo si deve al fatto che l’Italia, con la sua struttura bipolare Nord-Sud, con flussi di denaro automatici da Nord a Sud, offre un business facilissimo e lucrosissimo a quell’attività imprenditoriale che è la politica. In Italia il modo di gran lunga più semplice per arricchirsi e acquisire potere con la politica è sostenere la spesa pubblica e metter le mani su di essa. Questo è il business del Sud. Dove i meridionali possono beneficiare mareginalmente e nel breve termine come assistenzialismo e paraassistenzialismo, ma nel lungo termine rimangono duramente danneggiati. Auspico che, vuoi per effetto della recessione, vuoi per effetto del federalismo fiscale, messi alle strette, i meridionali facessero con la loro classe dirigente ciò che i Francesi fecero con la loro, ai tempi della rivoluzione. A meno che, nella loro ingegnosità, trovino un modo diverso per liberarsene.

  14. giorgio scrive:

    Ma il potere romano non vuole far staccare il nord dall’italia e tenteranno di distruggere la lega nord….oramai hanno capito che la lega nord è contraria agli interessi dei banchieri…..useranno la forza per unire sempre più l’italia magari con il federalismo stile americano….questo lo potranno concedere….ma l’emigrazione dal sud al nord non si fermerà mai……ricordati che erano quelli del nord europa ad emigrare nella magna grecia del sud italia e nell’impero romano…..e l’impero romano non ha fatto niente contro la calata dei barbari…..quindi bisognerà creare un modello di sviluppo sano per il sud……e lo si sta facendo le mafie verranno cancellate…..e ci saranno più investimenti…..ricordati che le mafie hanno oramai abbandonato il sud dell’italia hanno la loro base logistica nel mediterraneo per i loro traffici….ma la presenza delle mafie è in svizzera, germania milano belgio america canada…..nel sud c’è qualcuno che sparacchia….la vera mafia è a roma e sono le famiglie dei banchieri che hanno conquistato lo stato italiano.

    • admin scrive:

      A Giorgio: Il federalismo si ha quando i popoli di più stati indipendenti votano se mettersi insieme con un governo centrale, oppure no. Cioè Limbardi e Veneti dovrebbero votare se federarsi con Laziali, Siciliani e Calabresi, sotto Roma capitale.

  15. Arsan scrive:

    condivido pienamente quello che hai scritto, vorrei quindi aggiungere qualcosa.
    E’ innegabile l’esigenza del Nord di recidere il cordone ombelicale e andare per la propria via.
    A questo punto c’è da chiedersi se ciò è possibile oppure no. A mio parere in questo momento si stanno (ri)verificando (la prima volta fu nel 92) tutte le condizioni storiche che potrebbero portare la Padania a staccarsi dal resto d’Italia: dalla crisi del modello americano di sviluppo, alla conseguente divisione in due dell’area euro, il conseguente interesse di tutti (Germania inclusa) che il settentrione abbia una moneta forte ed il meridione una debole, e in alternativa l’esplosione nel nostro paese di tutte le tensioni sociali provocate dal fatto che il nord non potrà più tirare un carro (il sud) con le ruote impantanate nel fango pena il crollo di tutto il sistema paese. E’ evidente che la fina prossima del berlusconismo, svanito l’effetto coesivo della DC (poi tramutatasi in FI ed ora in PdL) non potrà che portare tutti i voti moderati del nord alla Lega nella logica del “si salvi chi può” e la conseguente formazione di un “partito del nord”. Ed è altrettanto evidente che finchè Berlusconi resterà Premier in questa condizione di stallo, non potrà fare altro che obbedire al suo alleato (e agli ordini che vengono da Berlino), l’alternativa per lui sarebbe finire i suoi giorni in prigione o in Tunisia visto che possiede la cosa che preme di più al mondo al potere occulto angloamericano: il controllo dell’informazione televisiva in Italia. Stiamo a vedere, la partita è entrata nel culmine e si giocherà da qui ad ottobre, ho idea che le bordate contro il Cavaliere (così come le riunioni a casa Vespa) altro non siano che l’estremo tentativo di fermare i decreti attuativi del federalismo. Speriamo che il Cavaliere abbia il coraggio di fare il salto voluto dalla Lega, solo così potra far godere ai suoi figli i frutti del suo lavoro (visto che di sicuro ai tedeschi delle sue TV importa molto meno che agli americani). A lui la scelta.

  16. giorgio scrive:

    E poi al sud italia ogni cosa che fai sei un mafioso anche se fai le cose buone….ti considerano un mafioso o un camorrista…..questa è la propaganda anglo-americana…..desidero che Londra muoia come Cartagine.

  17. giorgio scrive:

    Shard….volevo dirti che la mia regione la campania era il fiorello all’occhiello dell’europa….agli inizi degli anni 80′ i comunisti dopo aver ucciso aldo moro hanno fatto venire tanti di quei zingari che hanno messo il territorio in mano ad uno scempio edilizio da metterti le mani nei capelli………la qualità di vita è peggiorata naturalemente……non basta una bomba atomica per distruggere una città…..bastano gli zingari……che saviano non dice che i camorristi e mafiosi sono etnicamente zingari…….la loro vita è solo delinquere e rompere il cazzo a noi meridionali che viviamo in un territorio degradato…….io emigro e non voglio neanche la carta d’identità italiana……..l’italia è finita. Sia il sud che il nord e l’europa non esistono più dovremo chiamarla Eurabia. http://www.defrancisation.com/

  18. Shard scrive:

    Forse il signor Della Luna ha scambiato Puglia o Basilicata con Sardegna, primo perchè la Sardegna non è Sud e secondo perchè non riceve proprio nulla dallo Stato italiano, ne in denaro, ne in infrastrutture, e anzi vanta un credito di 10 Miliardi di Euro per la vertenza entrate, per cui si informi meglio e corregga l’errore…. La Sardegna da una eventuale indipendenza dallo Stato italiano avrebbe solo da guadagnarci.

    • admin scrive:

      Shard, è Luca ricolfi ne Il Sacco del Nord che descrive la Sardegna come regione “prendente”. In effetti, fonti mie danno ragione a Lei. Io sto lavorando per portare in Sardegna un grosso investimento… i lavori sono già avviati… vogliamo fare un gioiello di architettura ed ecologia.

  19. piersabatino deola scrive:

    Tutto vero,tutto bello ma il problema prospetta soluzioni errate:
    seguendo le indicazioni proposte il sud Italia sarà ad esclusiva diposizione della malavita e diverrà un Kosovo o Afganistan qualsiasi dedito al commercio di droga e consuguenti sussistenze estere.La soluzzione:la gestione delle risorse con manager capaci e onesti e l’estromissione della politica con la costituzione di un nuovo IRI a costo di farlo controllare dai carabinieri.

  20. Pingback: Anonimo

  21. gianni scrive:

    bah…questo articolo mi sembra la solita solfa da ignorante leghista. Mi spego meglio, forse qualcuno crede che il sud sia quello mantenuto dalle cosiddette regioni del nord?
    Certo ci sono alcune regioni del sud che prendono a fondo perduto quantità enormi di denaro, ma cosa diciamo delle 3 regino a statuto speciale del nord che assorbono più soldi (pro-capite) di quelle del sud? Val D’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuloi Venezia Giulia prendono più soldi della Sicilia e sono meno abitanti. Cosa possiamo dire di queste regioni? che spendono meglio i ns soldi? Certo, infatti quanto si varca il confine di queste regioni sembra di stare in Svizzera!! Prendono così tanto soldi che regioni come il Trentino se ne guardano da voler tornare in Austria!! Anche perchè l’Austria non glieli darebbe mai tutti quei soldi.
    A proposito, come mai la mafia sta al sud ma la maggior parte dei voti li prende al nord? Non mi sembra che la Lega faccia mancare i voti in parlamento per le leggi pro-mafia

    • admin scrive:

      A Gianni: Sicilia, Calabria e Campania, ma anche l’Umbria, prendono un’enormità di denaro, sono un buco nero, la garanzia del fallimento economico dell’Italia, perché nonostante tutti quei soldi non progrediscono, ma regrediscono.
      L’Alto Adige trattiene i suoi redditi e in più riceve, ma non tanto quanto (in proporzione) la Val d’Aosta.
      Ma, soprattuto, la struttura della politica e della spesa pubblica die queste due regioni è decisamente mafiosa, od oligarchico-dinastica.
      Il Firuli-V.G. è diverso.

  22. nord ladrone scrive:

    già da precedenti articoli avevo compreso la tua ignoranza ma qui ti sei superato

    ignorantone studia un pò!

  23. Duilio Cusani scrive:

    Leggi “Terroni” di Pino Aprile, impara un po’ di storia AUTENTICA e non ci sarà nemmeno bisogno di chiederti di rimangiarti le cazzate che hai sparato in quest’articolo, se hai un minimo di onestà intellettuale ti scuserai da solo per cotanta superficialità.

  24. gino scrive:

    Io invece penso che la secessione non sarebbe una soluzione, e la defenestrazione di Cesare invece forse si…
    Altre volte sono stato daccordissimo con te, e ti ho citato e linkato. Stavolta devo tentare di confutarti…

    http://controinformoperdiletto.blogspot.com/2010/07/del-dito-e-della-luna.html

    • admin scrive:

      A Gino: ma io non invito alla secessione, bensì alla costituzione di un’agenzia per l’emigrazione coordinata, che prenda accordi coi paesi di destinazione per assicurare agli emigranti padani buone condizioni in fatto di lavoro, scuola, sanità, alloggi, tasse… L’Italia è una trincea oramai indifendibile.

  25. raffaele scrive:

    … e chiedo scusa se sono stato un po’ esuberante, non è mia abitudine, ma sinceramente sono stanco di sentire tutte queste accuse contro il sud

  26. raffaele scrive:

    egr. signore, forse nonostante la sua vasta cultura le è sfuggito che è stato il nord a invadere e occupare militarmente il sud. se siete così convinti della secessione perchè non ve ne andate? in fondo siete voi al potere, potete andarvene quando volete che aspettate? io non aspetterei un minuto a scappare a gambe levate, invece di sprecare tutti ‘sti soldi…

    eppure non ve ne andate. e sa perché? perchè voi leghisti di merda siete solo un partito colonialista che vuol continuare a tenere il sud nello stato di arretratezza che vi fa comodo. più il sud fa schifo, più potete saccheggiarlo a vostro piacimento

    e a lei che fa questa propaganda cos’hanno promesso i leghisti? un posto in qualche consiglio? la pagano bene? se l’italia fosse uno stato civile vi avrebbero già impiccato tutti quanti… non per niente siete alleati col partito ufficiale della mafia (e non mi dica che non sa qual è)

    che pezzi di merda…

    • admin scrive:

      A Raffamerda: non sono della Lewga Nord né di altro partito, non ho rapporti con partiti politici, non caldeggio la secessione ma l’emigrazione organizzata e di massa.

  27. Saverio scrive:

    Questa analisi , caro signor Della Luna , difetta di una considerazione importante che – a quanto pare- lei non ha avuto il coraggio di riconoscere : il processo di assimilazione del Nord al modello socio-politico del Sud non è avvenuto per “gemmazione”, ma per “mimesi”. In altre parole , la diffusione al nord del modello di gestione del potere propria del sud è stata un adeguamento delle elites settentrionali ad un sistema più “performante” politicamente, sebbene più disastroso economicamente.
    Posto ciò, il suo invito a Berlusconi risulta quantomeno ridicolo: ma come ? L ‘ uomo che più di ogni altro ha contribuito alla diffusione del modello clientelare , tipico del meridione , al Nord, dovrebbe salvare il Nord ? E mi dica , caro Della Luna , chi salverà il Nord dalla voracissima classe politico-dirigenziale sviluppatasi al Settentrione nel frattempo grazie ai buoni uffici di Berlusconi ? Crede davvero che basti un taglietto per risolvere il problema ? Non pensa che inevitabilmente la nuova classe dirigente sviluppatasi in questi anni nel Nord Italia cercherà dei nuovi modi per continuare a sperperare il denaro pubblico ad uso clientelare ?
    Lei , peraltro , cita i 300 ‘ndranghetesi arrestati in questi giorni, ma dimentica ( volontariamente ? ) gli amministratori del Nord ( anche leghisti ) coinvolti nello scandalo. Queste persone crede che spariranno magicamente al nascere della Padania ? Il nepotismo, che anche nel Nord Italia ha preso drammaticamente piede ( Trota docet ), sparirà magicamente ?
    In definitiva un’analisi superficiale e stereotipata, non degna di altri suoi articoli ben più interessanti.

    • admin scrive:

      A Saverio: i modelli di potere e gestione del Sud si sono affermati al Nord sia per infiltrazione/metastasi (sovente aiutata mediante i provvedimenti di “confino” di mafiosi dal Sud al Nord o al Centro), che per mimesi, come dice Lei, e come prima di Lei ha detto, giustamente, Ida Magli nel suo libro Contro L’Europa. Ma anche perchè il Nord e il Centro sono sotto un parlamento in cui i voti dei parlamentari dei collegi a controllo mafioso sono determinanti.
      Conordo con Lei sul fatto che il berlusconismo ha instaurato un sistema politico indesiderabile, e aggiungo che tale sistema impedirà la razionalizzazione della spesa pubblica. In 10 anni di governo, il centro destra non ha realizzato alcuna importante riforma nè ha messo in sicurezza la finanza pubblica. Però credo che il Berlusconi, se adeguatamente provocato e messo all’angolo, possa esplodere in un attacco suicida, per passare alla storia sacra come Sansone, che morì con tutti i Filistei.

  28. giorgio scrive:

    l’emigrazione dal sud al nord c’è perchè bisogna fare gli investimenti produttivi……la classe del nord ha sempre distrutto la sua colonia……io consiglio a tutti l’emigrazione magari a monaco di baviera….tanto saranno i grandi potentati ecoomici a realizzare gli investimenti al sud…e magari il sud diventerà una terra felice….come lo è sempre stato.

  29. giorgio scrive:

    Allora,

    Per fare gli investimenti nel sud italia c’è bisogno di tempo…..gli investimenti sono partiti però è difficile realizzare nella pratica gli obiettivi…..il nord italia per uscire dal medioevo paludoso ci sono voluti 60 anni di investimenti e di più…tipo napoli-palermo-catania-reggio calabria-bari c’è bisogno di una metropolitana efficiente e lo stanno facendo…..piano per la costruzione dell’aereoporto di grazzianise più grande d’italia e lo stanno facendo ci vogliono una serie di interventi tecnici-infrastrutturali che c’è bisogno di tempo coraggio e soldi…… i progetti ci sono e si stanno realizzando…..non dimentichi però che il sud italia è messo male da 2 guerre mondiali e il brutale massacro…..ad esempio la slovenia ha una storia migliore alle spalle.

    http://www.comune.salerno.it/client/scheda_news.aspx?news=2270&prov=76&stile=7

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