EURO-ANSCHLUSS: IL FANTASMA DI MORGENTHAU

EURO-ANSCHLUSS: IL FANTASMA DI MORGENTHAU

Verso la fine della II Guerra Mondiale gli USA avevano un piano, il Piano Morgenthau (poi non eseguito per ovvie ragioni connesse alla guerra fredda), per eliminare dopo la guerra tutte le industrie tedesche, facendo della Germania un paese puramente agricolo. Il mezzo per ottenere ciò era semplice: imporre alla Germania l’unione monetaria con gli USA, la cui moneta era allora molto forte: il prezzo delle merci tedesche si sarebbe moltiplicato e le aziende avrebbero chiuso, non potendo più esportare, e l’industria yankee avrebbe preso i suoi mercati e i suoi assets migliori gratis o quasi. Gli Stati Uniti non fecero questo alla Germania dopo la sua resa, però la Germania Ovest lo fece poi alla Germania Est negli anni ’90. E ora lo fa all’Italia.

Oramai è stato acquisito: Essendosi inchiodata a un cambio elevato e fisso – elevato sia rispetto agli altri paesi dell’eurozona, che rispetto agli altri – e non potendo più svalutare la moneta per mantenersi competitiva sui mercati internazionali, l’Italia, per restare competitiva e limitare la sua deindustrializzazione, ha dovuto svalutare i lavoratori, riducendo i salari/redditi, tassandoli di più, tagliando e differendo le pensioni. Ma la riduzione dei redditi ha automaticamente causato il crollo della domanda interna e della capacità della gente di pagare i debiti già contratti, quindi un crollo degli incassi di chi produce per il mercato interno e un’impennata delle insolvenze e dei fallimenti. La riduzione dei salari viene in parte compensata con ammortizzatori sociali finanziati con più tasse e contributi, in parte scaricando i disoccupati e i sottoccupati sui risparmi della famiglia e sulle pensioni dei genitori o dei nonni. Tutto ciò sta consentendo una parziale conservazione dell’industria e dei mercati esteri, ma, abbisognando di drenare risparmi e andando a colpire il settore immobiliare (quello che innesca le fasi di espansione e di contrazione), non può tirare avanti ancora a lungo. Inoltre, i vincoli di bilancio, il limite del 3% al deficit sul pil, la botta dei trasferimenti al Meccanismo Europeo di Stabilità (57 miliardi), la connessa ascesa della pressione fiscale fa chiudere o emigrare le aziende. Emigrano anche tecnici, professionisti, capitali. Questi sono i risultati dei “compiti a casa”. Sostanzialmente, la recessione è guidata da una costante sottrazione di liquidità voluta politicamente da Berlino via Draghi, che garantisce di fare tutto ciò che serve per sostenere i debiti pubblici, ma a condizione che si facciano quei compiti a casa, ossia che si demolisca l’economia e la si doni a un capitalismo di conquista, apolide e antisociale.

Tutti questi meccanismi operano costantemente, appunto come meccanismi, e giorno dopo giorno demoliscono l’Italia e la rendono dipendente, sottomessa, povera rispetto alla Germania. Un po’ più di flessibilità e un po’ meno di spread o un po’ più di spesa e inflazione in Germania non risolverebbero quanto sopra, non fermerebbero la macchina della deindustrializzazione, anche se Renzi cerca di distogliere da ciò l’attenzione attirandola su di sé con la sua azione frenetica e inconcludente (se non nel male). Non la fermerebbe nemmeno un aumento della domanda interna, perché questo si dirigerebbe verso beni di importazione, avvantaggiati dalla forza dell’Euro.

E poi ci sono gli utili tromboni dell’europeismo idealista, che evocano le favole moralistiche di Spinelli e soci per coprire una realtà di scontro di interessi oggettivamente contrapposti, di sopraffazioni spietate, di colonizzazione.

Sarebbe molto utile, a coloro che cercano di tutelare gli interessi italiani in relazione alle politiche europee e monetarie della Germania attuale, a coloro che trattano questi temi nelle sedi europee e nazionali, conoscere come il grande capitale privato tedesco occidentale, durante il processo di riunificazione della Germania iniziato nel 1989, usò una serie di mezzi, alcuni dei quali terroristici, altri formalmente criminali, per impadronirsi delle aziende, dei beni immobili, delle risorse naturali, dei mercati della Germania orientale senza pagare o quasi, espropriandone la popolazione che era giuridicamente proprietaria di questi assets, e trasferendo i costi dell’operazione a carico dei conti pubblici, ossia dei contribuenti della Germania occidentale nonché a carico dei lavoratori della Germania orientale, di cui persero il posto di lavoro circa 2 milioni e mezzo, su circa 16 milioni di abitanti. E’ tutto descritto nel recentissimo saggio di Vladimiro Giacché Anschluss. Queste cose vanno sapute per poterle sbattere sul muso a Merkel, Schäuble, Katainen, smascherando i loro veri fini, quando si mettono a predicare i compiti da fare a casa, mentre dovrebbero finire davanti a una Norimberga finanziaria assieme ai loro mandanti.

I metodi usati per depredare la Germania Orientale furono molteplici, iniziando con la creazione di allarme default della Germania orientale, nella prima fase, in tutto analogo a quello che i banchieri tedeschi scatenarono nel 2011 contro il btp per sostituire Berlusconi con un premier che li servisse bene.

E anche:

– imposizione di un’unione monetaria con cambio uno a uno tra marco orientale e marco tedesco per le partite correnti, che determinò, di punto in bianco gola la quadruplicazione dei prezzi delle merci della Germania orientale, con la conseguente perdita dei mercati in favore di aziende concorrenti della Germania occidentale, e naturalmente la chiusura delle imprese orientali con massicci licenziamenti;

-il sistematico ricorso al falso in bilancio per far apparire irrecuperabili molte aziende sane della Germania orientale, onde poterle comperare a costo nullo o quasi; -la rimozione dei pochi funzionari onesti, che rifiutavano di dichiarare il falso;

-l’imposizione delle “regole di mercato” – in realtà, della potenza economica e politica – onde occupare i mercati della Germania orientale con merci di produzione occidentale e così favorire le aziende che producevano queste merci a danno della produzione locale;

-la costante collaborazione del governo federale (Kohl) con gli avidi criminali del grande capitale – e l’autorevole appoggio di… Jean Claude Junker!

Eh sì, le “integrazioni” sono sempre, nella realtà, business sfrenato e disumano, ora come allora. La Germania fa le integrazioni col disintegratore. L’agenzia fiduciaria incaricata della vendita dei beni del popolo della Germania orientale, la Treuhandanstalt, un veicolo per realizzare questi fini e, in luogo di concludere la suggestione con un utile netto derivato dalla vendita privatizzazione dei beni pubblici orientali, produsse un buco di oltre 1 miliardo di marchi, sicché i cittadini orientali, ciascuno dei quali aveva ricevuto l’assegnazione di una quota azionaria nell’agenzia fiduciaria, del valore teorico di 40.000 marchi, alla fine dei conti non ricevettero nemmeno un pfennig per l’espropriazione dei beni popolari che avevano subito.

Dopo il saccheggio, furono intentati processi penali, civili, indagini formali sull’operato dell’agenzia fiduciaria e su altre vicende relative all’annessione della Germania orientale, ma, grazie all’opposizione del governo, all’inerzia del Parlamento, agli insabbiamenti giudiziari, al fatto che tutta la gestione della missione era stata impostata e imperniata su tecnocratici a bassa o nulla responsabilità e ad alta opacità, come gli attuali eurocrati, i processi le indagini finirono nel nulla. Il profitto compera tutti i poteri dello Stato.

Per contro, mentre il pil della Germania Orientale crollava (- 40,8% nei primi 2 anni, export – 60%), quello della Germania occidentale, grazie alle acquisizioni sottocosto di cui sopra, fece un balzo all’insù di circa il 7%. A dispetto della vulgata ufficiale, ancora oggi la Germania orientale rimane un paese, un pezzo di paese, arretrato, che non ha agganciato la parte occidentale, che vive di trasferimenti posti a carico del contribuente occidentale, in quanto il deficit commerciale dell’Est è del 45% mentre quello del Meridione è solo il 12,5%: quindi la Germania orientale è messa molto peggio della cosiddetta Terronia. Ma, ovviamente, non è colpa sua, bensì effetto di una rapina assistita dal governo di Bonn, nell’interesse del capitalismo tedesco occidentale, e con la giustificazione pseudo scientifica dell’ideologia del mercato e delle sue regole, in cui si nasconde il fatto che il mercato non è libero ma è l’arena di scontri e rapporti di forza e sopraffazione.

Qualcosa del genere dell’unificazione tedesca del 1990 era già avvenuto in Italia, con la annessione del Sud, un’area complessivamente meno produttiva del Nord – annessione che aveva portato non ha una convergenza delle due parti d’Italia, ma a una maggiore divergenza in termini di efficienza e produttività e competitività, in quanto il Nord attraeva distoglieva capitali e competenze dal Sud, che quindi si deindustrializzava e se votava a diventare restare un’area agricola e marginale. Analoga operazione sta avvenendo oggi sotto il pretesto della unificazione europea e della unione monetaria, ossia dell’euro.

La Germania entrò nell’euro a condizione che vi entrasse d’Italia, l’altro paese ad alta capacità manifatturiera. Perché? Perché se l’Italia fosse rimasta fuori avrebbe fatto una forte concorrenza alla Germania, mentre per contro l’euro avrebbe alzato il corso della valuta italiana e abbassato il corso della valuta tedesca, in tal modo favorendo le esportazioni tedesche soprattutto entro l’unione monetaria europea e limitando quelle italiane, che diventavano meno competitive. Così è avvenuto: contrariamente alla quasi totalità dei paesi dell’eurozona, in cui la quota manifatturiera del pil è calata fortemente, la Germania, con l’euro, ha avuto un aumento di circa il 25% della detta quota, dovuto soprattutto ad esportazioni nei mercati dei paesi partners dell’eurozona, ossia dovuta a quote di mercato sottratte ad essi. Esportazioni che i banchieri tedeschi hanno sostenuto facendo prestiti e investimenti verso i paesi eurodeboli, Grecia e Spagna in testa, ben sapendo che prima o poi quei paesi non sarebbero riusciti a sostenere le scadenze di pagamento – anche poiché i loro conti erano stati truccati ad hoc – e che, a qual punto, sarebbe scoppiata quella crisi che ha poi in effetti consentito alla Germania di imporre le sue regole, i suoi interessi e i suoi uomini al potere, grazie al suo controllo sulla BCE, e a costringere altri paesi, Italia in testa, a svenarsi per prestare a Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda i soldi necessari a realizzare i loro lucri usurari e fraudolenti. Anche se a molti può venire il pensiero che il vero  compitino da fare a casa sia liberarsi della Germania una volta per sempre, quanto sopra descritto non va letto e presentato in chiave nazionalistica, ossia come una colpa della popolazione tedesca – sostanzialmente inconsapevole – bensì in chiave di guerra di classe, perché, sotto mentite spoglie ideologiche, è una campagna di conquista del capitalismo finanziario a spese della popolazione generale.

L’Italia ha un’arma negoziale molto potente nei confronti della Germania: minacciare di uscire dall’Eurosistema (cosa che farebbe saltare l’Euro e condannerebbe la Germania a una rivalutazione monetaria fortissima, che metterebbe fuori mercato le sue produzioni e in ginocchio la sua economia). Non usare quest’arma e lasciare che il paese sia fatto a pezzi giorno dopo giorno, è un delitto capitale. Ai governanti italiani che, facendo finta di non vedere la realtà, hanno collaborato e collaborano a questo disegno a danno di tutti noi, vorrei chiedere: lo fate perché minacciati, perché ricattati, o perché pagati? Quanto?

07.10.14 Marco Della Luna

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6 risposte a EURO-ANSCHLUSS: IL FANTASMA DI MORGENTHAU

  1. ramsete scrive:

    Interessante la parte relativa a ciò che è accaduto in Germania est, cose che i nostri media eterodiretti non hanno mai comunicato. Relativamente al resto, giustissimo, ma se non si analizza anche l’apertura della UE alla globalizzazione per opera e firma di Prodi nel 1998, la visione rischia di essere parziale. La doppia morsa in cui noi siamo stretti è la moneta unica, come evidenziato nell’articolo, e la concorrenza asiatica, colpevole della distruzione diretta del 35% della nostra industria manifatturiera, concorrenza che noi avremmo potuto attenuare con delle svalutazioni monetarie, ma che non avremmo comunque potuto vincere se non imponendo dei dazi sulle importazioni. Quando si mettono in contatto diretto senza filtri lavoratori da 3.000 euro al mese di costo aziendale con lavoratori da 300 euro al mese la partita è persa in partenza e questo gli euroburocrati lo sapevano benissimo, come sapevano benissimo che avrebbero sofferto i Paesi che producevano il prodotto finito mentre quelli come la Germania che producevano i macchinari per produrre quei prodotti avrebbero avuto un forte incremento delle esportazioni. Il meccanismo è stato pensato e voluto non è stato casuale. Pochi avevano capito che alla base della moneta unica e dell’apertura della UE alla globalizzazione vi era il progetto di deindustrializzazione dell’Europa del sud a favore della Germania e chi l’ha capito, come Andreotti nel suo ultimo governo, è stato messo da parte in fretta nel momento in cui si stava preparando per andare a ritrattare i meccanismi relativi ad euro e globalizzazione. La cospirazione ai nostri danni è stata massiccia e a mio parere ha coinvolto anche gli USA i quali nel progetto globalizzazione vedevano la possibilità di creare un megamercato asiatico potenzialmente in grado di dare nuova e determinante spinta all’economia americana, megamercato asiatico che per poter nascere doveva avere dei mercati di sbocco per l’unica produzione che era in grado di fare ovvero la produzione manifatturiera forte di due miliardi e mezzo di lavoratori a costo quasi nullo. Ecco quindi la necessità di avere una Europa aperta alla globalizzazione in grado di fungere da mercato di sbocco per le merci asiatiche, il tutto ovviamente a scapito dei Paesi europei come l’Italia che producevano quel tipo di prodotti manifatturieri. Il risultato finale non è stato e non sarà mai quello positivo previsto da USA e Germania quando pianificarono l’apertura dei mercati occidentali alla globalizzazione. La disoccupazione enorme creata con la globalizzazione non è stata più recuperata nemmeno negli USA ( i quali metodicamente falsificano il dato sulla disoccupazione) e non vi è possibilità ne speranza che in futuro possa cambiare qualcosa in quanto il bacino di manodopera asiatico low cost è praticamente infinito e prima che possa arrivare alla pressoché piena occupazione in grado di alzare i salari e ridare competitività ai Paesi occidentali dovrebbero passare decenni e decenni. Il punto per noi italiani è che ci stiamo rovinando per il successo e l’ingordigia di USA e Germania i quali a ben vedere dovrebbero essere nostri alleati e per quanto riguarda la Germania, quasi fratelli, dal momento che stiamo creando un’unica nazione europea. L’evidente contrasto di interessi tra la Germania e gli altri Paesi della UE fa sorgere numerosi dubbi in merito alla realizzabilità del progetto europeo il quale nasce per lo sviluppo e il sostegno degli interessi di tutti i Paesi europei non solo di quelli tedeschi, mentre in questo momento la UE appare solo come un progetto di conquista tedesco ai danni di tutti gli altri. Quello che non viene detto è che noi potremmo uscire da tutto ciò in 48 ore riprendendoci sovranità monetaria e chiudendo le frontiere all’Asia nonché letteralmente mandando in rovina la Germania. Come sempre i tedeschi non riescono a contenere le loro ambizioni sconfinate e utopiche, “Deutschland uber alles” è sempre stato il loro motto e li ha condotti alla rovina in tutte le guerre che hanno intrapreso e per loro finirà male anche questa guerra economica come finirà male per gli USA incapaci di avere una visione economica autonoma dalle pressioni esercitate dalle loro multinazionali e dalle loro banche d’affari.

  2. Pingback: Jay

  3. Katerina scrive:

    Grazie di questo ottimo articolo !
    Alla sua domanda finale,
    rivolta ai ” politicanti”,
    tenterei una quarta opzione:
    lo fatte perché semplicemente STUPIDI (= ignorantissimi e ottusi )
    oltre che vendibili ?
    Penso che lei lo sottintenda
    ma io sarò spietata e dura
    perché sono convintissima
    – conoscendo poi un po’ di questi “politicanti” di livello locale –
    che sia proprio così ….

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  5. ahfesa scrive:

    Caro avoocato,

    Io condivido molto di quanto espone, ma non tutto.
    Per prima cosa temo che il « piano Morgenthau » sia davvero un fantasma nel senso di un`entità irreale. Difatti esso era inattuabile, almeno alla fine della II g.m. , per la semplicissima ragione che l`industria tedesca non esisteva più essendo stata ridotta in macerie dai bombardamenti all`ovest e predata dai russi all`est. Tanto che gli esperti del genio militare e del dipartimeto dell`industria USA stimavano in almeno 8 anni il solo tempo di rimozione e smaltimento delle macerie al fine di avviare una organica ricostruzione delle sole abitazioni ed infrastrutture essenziali civili. Ci si mise molto di meno perchè furono i tedeschi di ogni condizione ed età che (a differenza degli abitanti di certi nostri luoghi terremotati) presero fisicamente in mano la pala ed iniziarono lo sgombero senza distinguere luogo e proprietà originaria. Ma ancor più il piano non conveniva poichè la « nuova » Germania serviva da bastione avanzato contro i nuovi nemici russi. Ed allora si fece esattamente il contrario, sempre senza trascurare l`interesse dello Zio Sam ovviamente, per creare una nuova prosperità in Germania, allo scopo di dare ai suoi cittadini una ragione validissima per opporsi ai sovietici in caso di attacco. E cotale obbiettivo é stato raggiunto in pieno per 40 anni.
    Secondo la DDR era un tipo di anschluss particolare. Difatti non si trattava di un semplice stato ad etnia tedesca inglobato dalla « nuova » Germania, bensì un territorio di conquista oppresso e predato per 40 anni dai russi. I quali sì ragionavano come Morgenthau, stando attentissimi ad espropiare ogni profitto (sia pure pubblico) dei tedeschi sovietizzati, al fine di mantenrli sempre nell`indigenza e nel terrore. Difatti temo che moltissimi dei 2 milioni di disoccupati creati dall`unificazione siano appartenuti ai bassi e medi gradi delle varie polizie e degli enti burocratici connessi. Quindi davvero la BRD ha ereditato un grosso debito dalla DDR. E per contarla tutta io da bieco contabile ero tra quelli che pensavano e pensano che il riunificare la Germania fosse un errore, data l`inguaribile indole dei suoi abitanti.
    Concordo invece con le malefatte della Treuhandanstalt degne dei nostri migliori fantasisti. Ma bisogna anche dire che lo spaventoso sbilancio a favore dell`ovest si é anche creato perchè furono appunto i tedeschi BRD ad acquisire i beni ex DDR, poichè erano i soli ad averne le disponibilità. Come occore precisare che molto é stato fatto dal nuovo governo centrale per rimediare alla spaventosa carenza di infrastrutture.
    Ma gli eventi successivi confemano i miei timori del 1990. Ovvero la « nuova » Germania ha utilizzato le sue incontestabili doti e ricchezze per cercare di arrivare al solito secolare obbiettivo : l`egemonia sull`Europa continetale prima sul mondo magari dopo.E se prima le guerre si facevano con i cannoni ed adesso si fanno con le monete ecco che Schäuble é il nuovo Rommel dell`Euro e via dicendo. L`errore capitale a mio modesto avviso l`ha commesso l`onnisciente Mr. Obama quando ha ceduto il controllo dell`Europa ai tedeschi, illudendosi che essi sarebbero sempre stati dei deferenti ed obbedienti vassalli. Certo per adesso, salvo qualche dissapore allo zia Sam obbediscono, ma in futuro si vedrà. Ed i perfidi britannici, che son cattivi ma non stupidi hanno da tempo mangiato la foglia e vogliono chiamarsi fuori dal gioco di Bruxelles retto oramai da Berlino. Persino il presisdente che va a trovare l`amante in scooter, oui M. Holland, nonostante i marchiani errori e gli evidenti limiti se ne é accorto ed ha fatto oggi dire al suo scudiero M. Valls che l`unico parlamento sovrano in Francia é quello francese e tanto deve bastate a tutti. Eh sì perchè i galli per quanto stolidi e sciovinisti hanno un limite di sopportazione non elevatissimo e potrebbero anche tra un po`cominciare a disselciare i boulevards splendida idea di M. Haussmann, tanto che gliene hanno intitolato uno.
    Quanto a noi siamo alla solite. Come oramai dico sempre abbiamo la mentalità da servi furbastri, infidi e lazzaroni. Pronti a fregare il vicino per un`elemosina ed a venderci per un piatto di trippe avariate. Ed i nostri capi son quelli che ci meritiamo. Difatti il popolo bue non ha nemmeno capito che Berlino ci considera ancor meno dei greci, dove ha dovuto mandare dei mastini per far star in riga i sia pure sceltissimi (da loro) governanti locali. Da noi non serve. Bastano i kapò gelatai alla Renzi per eseguire il solito programma della troijka : tasse, miseria, intimidazione e disinformazione, per arrivare al controllo totale di ogni cosa e persona che abbia un valore o un potere.
    E non bastando le statistiche economiche ecco quelle demografiche : la televisone di stato ci dice che noi importimano gran copia di negri indigenti e di lavoratori di minimo livello per esportare i nostri laureati ed esperti, naturalmente destinati all`estero ad incarichi miseri e subalterni di sussistenza.
    Altro che Germania, il marcio (ed anche nel cervello) é da noi !

  6. Giovanni V. scrive:

    Altro mirabile articolo dell’Avvocato!

    Il problema però è che siamo sempre stati tra i paesi europei quello con il più alto DEBITO PUBBLICO rispetto al PIL (lasciamo perdere il discorso se il rapporto DEBITO PUBBLICO/PIL sia corretto o meno per valutare l’economia di un paese….a mio parere non lo è…e sec Lei Avvocato?).

    Quindi siamo stati costretti ad entrare nell’EURO per tenere bassi i tassi di interesse sul Debito Pubblico…capisce Avvocato?

    Allora la domanda è: se non fossimo antrati nell’Euro, che ne sarebbe stata della nostra finanza pubblica? E se ne uscissimo ora cosa accadrebbe ai tassi e allo spread rispetto ai BUND tedeschi?

    E perché il nostro debito pubblico è sempre stato superiore a quello degli altri paesi UE (vedi UK)? Eppure il meccanismo diabolico del SIGNORAGGIO esiste anche all’estero…giusto?

    Penso che in realtà tutti i nostri guai siano nati a seguito del famoso incontro segreto sul Panfilo di Her Majesty al largo di Civitavecchia nei primi anni 90….

    http://www.nexusedizioni.it/it/CT/litalia-consegnata-a-goldman-sachs-di-maurizio-blondet-533b2bcf10664

    E c’è chi dice che MANI PULITE fosse stata opera della CIA proprio per spianare la strada agli squali della finanza americana e londinese….

    Lei che dice Avvocato?

    Altro esempio di SERVILISMO dei media, della scuola e Università nostrana, oltre che dei nostri Governi e della nostra Magistratura….

    Vuole un altro esempio?

    http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/10/05/ucraina-e-isis-il-vice-di-obama-rivela-per-sbaglio-la-verita

    Chi ne ha parlato in TV? Nobody, of course!!

    ^_^

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