ISIS, GENTILONI E LE GRANDI RIFORME
Due giorni fa, commentando l’annuncio che l’Isis, rectius il Califfato, aveva occupato alcune città costiere della Libia, quindi può colpire con gli Scud il territorio italiano, il nostro ministro degli affari esteri, Gentiloni, ha dichiarato che l’Italia è pronta a combattere, se l’ONU delibera la guerra. Esponenti del Califfato hanno prontamente replicato che Gentiloni e l’Italia sono crociati e nemici, quindi verranno colpiti. Era da aspettarselo, che reagissero così! E adesso, se lanciano qualche missile e fanno qualche morto italiano, che dirà il ministro degli affari esteri? Dirà “Scusate, riconosco che ho parlato in modo poco accorto, adesso pago di tasca mia i funerali e un equo risarcimento ai familiari”?
Ohibò, Gentiloni, sei piuttosto incauto e avventato, per essere il capo della diplomazia!
O forse no, forse sei un furbone, forse hai fatto bene a provocare l’Isis, perché un pericoloso nemico esterno, un bello scontro esterno con l’Isis, magari una guerra, è quello che ci vuole per compattare il Paese e distogliere l’attenzione degli italiani dal problema interno, cioè dalle riforme anti-democratiche ed eversive che il tuo governo sta portando avanti in parlamento ricorrendo a ogni sorta di violazione delle regole procedurali, come tutte le opposizioni oramai denunciano.
Fino a ieri c’era San Remo a distogliere l’attenzione degli Italiani, ma adesso che il Festival è finito, abbiamo un vincitore, e bisogna inventarsi qualcos’altro.
15.02.15 Marco Della Luna