ANGELI E VACCINI
ANGELI E VACCINI
Vaccinazione forzata: business o social control?
La scorsa settimana ho conosciuto Angelo, un bambino di sei mesi notevolmente vispo e simpatico. Tre giorni fa ha ricevuto la prima dose di vaccini obbligatori. Da allora ha la febbre e la tosse, incessanti. Il suo sguardo si è offuscato, ha l’occhietto spento. Non è più vispo e non sorride. Si muove poco e nervosamente. Visibilmente soffre. Si paventa un danno al sistema nervoso centrale. I familiari mi spiegano che i bambini segnati dagli effetti avversi dei vaccini non sono pochi. Li ha mostrati anche la televisione. Bambini cerebrolesi, rovinati. Che fare affinché il loro sacrificio non sia vano? Affinché la macchina della politica e del profitto consideri anche le ragioni della salute? So che diversi ricercatori indipendenti stanno lavorando, in fase avanzata, a rimedi per proteggere e risanare i bambini dai vaccini di Stato. Spero che arrivino in tempo anche per Angelo, per tutti gli Angeli. E che il potere non riesca a bloccarli.
Una ragione pratica e difficilmente superabile per ribellarsi alla vaccinazione forzata è che, alla luce dei fatti, degli illeciti già accertati nei rapporti tra politica e industria farmaceutica, e delle partite di vaccino ritirate perché tagliate con sostanze tossiche, semplicemente non possiamo fidarci dell’una né dell’altra, soprattutto quando sono in gioco grandi profitti.
La pratica certezza che l’operazione vaccini obbligatori poggi su falsità e nasconda un disegno non dichiarabile all’opinione pubblica, ci viene dal fatto che ai medici, in violazione del fondamentale principio secondo cui il medico deve agire secondo scienza e coscienza, è stato vietato di porre in discussione l’efficacia e la sicurezza dei vaccini, e che quelli che lo fanno, o che semplicemente esprimono dubbi, vengono radiati dall’Ordine senza valutare il merito delle loro ragioni, mentre certe case farmaceutiche pagano provvigioni (comparaggio) ai medici sui vaccini somministrati, oltre al premio che ricevono se raggiungono prefissate percentuali di vaccinati. Evidentemente vi è un obiettivo, un interesse, da proteggere e da tenere nascosto.
Ma al di là degli indizi e dei precedenti di condizionamento affaristico tra industria farmaceutica e politica, e al di là delle molte evidenze di nocività e di parziale inefficacia dei vaccini, voglio evidenziare un punto molto più importante, determinante per la stessa natura costituzionale dello Stato, per il rapporto tra potere politico e cittadino:
Il principio generale, di vastissima portata politica, che si vuole introdurre col recente decreto legge Lorenzin, è che il potere costituito ha la potestà giuridica di immettere nel corpo della gente sostanze attive, addirittura senza che la gente possa opporsi né accertare indipendentemente di che cosa si tratta, e senza che gli stessi medici possano avvertirla dei pericoli.
Va invece affermato con ogni mezzo il principio giuridico opposto, ossia che ciascun essere umano è padrone del proprio corpo e dei suoi confini, e che niente viene immesso nel suo corpo senza il suo consenso – anche perché le “cose” che si prestano ad essere immesse con un’iniezione, assieme ai vaccini, in base alle nanotecnologie e alle biotecnologie oggi disponibili, sono veramente di molti tipi, comprendono i microchip e le nanomacchine, possono manipolare l’uomo dal suo interno, e molte di esse sono oggetto di segreto militare o commerciale.
E’ in corso la costruzione, da parte dei poteri forti, di una struttura giuridica, finanziaria, tecnologica, di gestione completa degli uomini, completa come la gestione degli animali di allevamento, in cui il controllo è totale, dal cibo ai vaccini, dalle stimolazioni alle informazioni, dal conto corrente agli acquisti. Ma sommiamo l’imposizione dei vaccini ad altre cose. Alle direttive che limitano o annullano la libertà terapeutica e scientifica dei medici. Alla facoltà per il fisco di entrare direttamente in banca e di prenderti, senza nemmeno passare per il giudice, tutti i soldi, anche quelli che ti sarebbero necessari per pagare la tua difesa in tribunale, in modo da lasciarti impotente. Il tracciamento sistematico di tutti i movimenti delle persone, dei denari, del lavoro, delle comunicazioni anche private. La privatizzazione di tutti servizi essenziali per la popolazione. E in prospettiva la eliminazione del denaro tangibile e la sua sostituzione con denaro puramente contabile che le banche possono fare sparire, lasciandoti a terra. Il divieto di produrre cibo in proprio. Tutto pensato per togliere alle persone qualsiasi margine di autonomia, quindi di possibile resistenza al regime. Questo è il quadro complessivo, la strategia riconoscibile.
L’obbligatorietà dei vaccini evidentemente non è solo business, è anche e soprattutto uno strumento di dominazione sociale. Fanno leggi per poter entrare tanto nel nostro corpo, quanto nel nostro conto corrente e nel nostro computer, per immettere sostanze e per prelevare i risparmi, per renderci completamente trasparenti, tracciabili, penetrabili; mentre gli organismi che prendono le decisioni per noi e che ci governano vengono resi sempre più opachi, distanti, insindacabili, irresponsabili. E privatizzati. Lo Stato risponde ai mercati, alle società di rating, alle grandi banche, non più ai cittadini elettori. Perciò l’esigenza per la sopravvivenza è opporsi totalmente ad ogni forma di penetrazione tecnocratica – penetrazione che oggi arriva allo stesso genoma. Quale mezzo non sarà lecito?
Faccio notare che siffatta ristrutturazione dell’ordinamento sociale, che riduce l’uomo in condizione zootecnica, viene fatta accettare, dai poteri forti, come indispensabile per assicurare la governabilità di un mondo sconvolto dall’operato di quei medesimi poteri, ossia dalle dinamiche della sua finanza speculativa selvaggia, dall’inquinamento, dall’esaurimento delle risorse, dai mutamenti climatici. E questo è il tema del mio nascente libro OLTRE L’AGONIA – come fallirà il dominio tecnocratico dei poteri finanziari (Arianna Editrice, in corso di stampa). [Inserire l’immagine della copertina, scaricabile dal web].
Come avvocato, sto ricevendo da moltissime persone richieste di intervenire con azioni civili e penali a tutela, di altri bambini, per difenderli dal destino che ha colpito il piccolo Angelo. Dopo oltre trent’anni di avvocatura, sono alquanto esercitato nella lettura dei fatti, degli indizi e dei comportamenti, soprattutto di quelli illeciti e criminosi, sia in senso affaristico, sia in senso lesivo dei diritti umani di libertà e dignità, come sopra spiegato. E il panorama che mi si apre, allorché mi affaccio su questa problematica, è molto significativo e indiziante.
Non entrerò, in questa sede, nel merito delle numerose ragioni scientifiche contro i vaccini, o più esattamente contro questi vaccini, così prodotti, così (non) testati, così (non) garantiti, così somministrati, così tagliati con sostanze nocive. Entrerò nel merito di tutto ciò negli atti giudiziari e con l’assistenza di esperti. Qui chiarisco soltanto che i vaccini hanno avuto grandi meriti nel debellare tremende malattie, ma essi sono consigliabili e benefici se efficaci, se non contaminati, se non dannosi per il sistema immunitario e la salute in generale, se somministrati nel modo giusto e alla giusta età e su basi di bisogno effettivo, ponderando rischi e benefici della singola persona (comprese le controindicazioni soggettive), e chiarendo quanto dura il loro effetto protettivo. Il male è che si sta sfruttando il bisogno che l’uomo ha di vaccinarsi per propinare vaccini tossici, con esenzione di responsabilità per le case produttrici.
Voglio anche aggiungere che è erronea l’impostazione del problema correntemente offerta all’opinione pubblica, ossia che l’obbligo di vaccinazione per iscrivere i fanciulli a scuola, contrapposto al rifiuto di alcuni genitori di vaccinare i loro figli, configurerebbe un conflitto tra il diritto costituzionale alla salute e il diritto costituzionale all’istruzione, dove il primo è superiore al secondo, quindi l’obbligo è costituzionalmente corretto. In realtà il conflitto è tutto nel diritto alla salute, perché chi si oppone alla vaccinazione dei propri figli lo fa proprio per tutelare la loro salute.
Da molte parti, troppe perché si possano considerare sciocche dicerie o vaneggiamenti, si fa presente che c’è una lunga storia, venuta la luce con la condanna, ormai definitiva, del ministro De Lorenzo, di case farmaceutiche che pagano la politica per collocare i loro prodotti più o meno utili e più o meno tossici, a danno e spese del contribuente.
La Corte dei Conti, in passato, circa altre campagne di vaccinazione volute dal governo, le ha censurate rilevando che non vi era trasparenza né adeguate garanzie, e che lo Stato, coi soldi dei cittadini, manlevava le Case farmaceutiche fornitrici per ogni risarcimento da danno causato dai loro vaccini ai cittadini stessi. E’ un business perfetto per Big Pharma: lo Stato garantisce le commesse e i pagamenti, e inoltre si assume la responsabilità anche per i prodotti difettosi, scaricandola sui contribuenti. Perciò Big Pharma può disinteressarsi della qualità dei suoi prodotti.
Report, qualche settimana fa, ha mostrato a tutti come vi sono molti bambini danneggiati dai vaccini, come il servizio sanitario nazionale cerca di non riconoscere tali danni, e come le statistiche ufficiali dichiarano solo una frazione di essi. Il fatto che, dopo tali rivelazioni, non smentite, tutti sono stati lasciati al loro posto, indica che le istituzioni sono sistemicamente condizionate dal business farmaceutico e che non sono più attendibili: il cittadino deve diffidare di esse.
Ma a che serve somministrare il vaccino a un bebè addirittura prima che si sia formato il suo sistema immunitario, se non a compromettere la formazione di quest’ultimo? Non sarà che serve a compromettere la formazione del sistema immunitario, allo scopo di produrre persone immunodepresse, che perciò dovranno consumare molti vaccini e farmaci e servizi sanitari, arricchendo così le case farmaceutiche e i politici che fanno le leggi per esse? Mi pare un dubbio più che legittimo.
E, considerato che ogni vaccinazione costituisce uno stress e un rischio per l’organismo, perché mai si è scelto di somministrarne ben sei in un’unica volta a bambini piccolissimi? Forse per scassarli e farne dei malati a vita, come sopra indicato?
E perché tutti i vaccini per umani sono contaminati con nanoparticelle di diversi metalli, che sono cancerogene e mutagene, mentre vi sono vaccini per animali (Feligen) esenti da tale contaminazione (https://www.youtube.com/watch?v=KzeYBwze9bA), e le istituzioni non intervengono? Evidentemente tale contaminazione è voluta anche dalla politica.
E come è possibile che i vaccini contro le influenze d’annata siano già pronti quando le influenze arrivano, dato che per metterli a punto occorrono mesi? Non sarà che i vaccini per l’influenza o i virus dell’influenza sono fasulli, oppure che i virus stessi sono in qualche modo attivati in modo pianificato? Anche questa mi pare una domanda lecita, seppur impertinente nei confronti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che è sovvenzionata dalle case farmaceutiche.
E che dire degli 80 milioni di dosi di vaccino H1N1 utili come l’acqua sporca ma comparate con i soldi degli italiani? E di un vaccino della meningite, prodotto dalla stessa società che pagò 600 milioni di Lire al ministro De Lorenzo (sentenza definitiva), di cui non si sa quanto sia tossico e quanto duri l’efficacia?
E perché i nostri onesti e competenti governanti, se sono tanto preoccupati di tutelare i bambini da malattie esantematica (che la mia generazione “passava” come naturali e anzi benefiche, conseguendo l’immunizzazione naturale e perpetua), non li tutelano anche dalle bibite e dagli alimenti per l’infanzia, che, con i loro grassi, conservanti, coloranti, dolcificanti, li danneggiano molto, ma molto di più, moltiplicando l’incidenza di diabete, obesità, cardiopatie, tra le altre cose? Se lo scopo del potere costituito fosse la salute pubblica, e non di assecondare il business, farebbe esattamente questo.
Una volta tanto, non è l’Europa che ce lo chiede. Perché mai in Italia è necessario imporre ben 12 vaccinazioni, mentre in Europa nessuno Stato lo fa, tranne Grecia, Francia e Spagna, e anche queste ne impongono solo 3, e nessun paese ha avuto alcuna epidemia? Dato che i confini sono aperti tra l’Italia e gli altri paesi europei e non europei, a che serve imporre le vaccinazioni solamente in Italia? Che cos’hanno di tanto diverso gli Italiani?
Si è forse deciso di fare un esperimento biologico su di loro, per vedere come cresce una generazione di bambini sottoposti a quelle sostanze? Se diventano più governabili?
Oppure si è deciso di fare dell’Italia il luogo di collocamento e quarantena degli immigranti prima di farli procedere verso i paesi europei più forti? Cioè di farne, sanitariamente, un’estensione dell’Africa, sicché bisogna rafforzare l’immunizzazione artificiale?
Oppure, più semplicemente, Big Pharma è riuscita a collocare per legge i suoi prodotti vaccinali in Italia perché in Italia è più facile “persuadere” i rappresentanti del popolo?
Un giudice attento e coscienzioso, di fronte a tutti questi indizi gravi e concordanti, e al bene primario della salute dei minori, dovrà pertanto accogliere il ricorso per la sospensione della vaccinazione, escludendo la possibilità di sospendere o limitare la potestà dei genitori che si oppongono alla vaccinazione dei loro figli.
28.05.17 Marco Della Luna