UN ENTE PUBBLICO PER RISCATTARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE NAZIONALE
UN ENTE PUBBLICO PER RISCATTARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE NAZIONALE
Politica e governo paiono non aver messo a fuoco il potenziale esplosivo innescato dall’epidemia (più o meno reale) e dalle contromisure (più o meno razionali): se parte la spirale del debito assieme a quella della deflazione, con una mole debitoria smisurata dovuta ai tassi a zero, si contrae il reddito e crolla la capacità di pagare i debiti. Vogliamo arrivare allo stato di assedio?
Disinnescare realmente la crisi recessivo-debitoria è possibile solo recuperando allo stato la sovranità monetaria, ma per prevenire il peggio si può pensare ad altra misura, come quella sotto descritta.
Lo Stato ha il dovere morale, politico e sociale di difendere contro usurai e speculatori la casa di abitazione –diritto dell’uomo, riconosciuto anche dall’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dall’art. 11 del Patto Onu sui diritti civili e politici. La prima sentenza della Corte Costituzionale in cui ritroviamo un richiamo del diritto all’abitazione è la 252/1983, dove la casa è riconosciuta come bene primario dell’individuo. E ancora: “Il diritto all’abitazione rientra infatti, fra i requisiti essenziali caratterizzanti la socialità cui si conforma lo Stato democratico voluto dalla Costituzione” (Corte cost., sent. n. 217 del 1988); “il diritto a una abitazione dignitosa rientra, innegabilmente, fra i diritti fondamentali della persona” (Corte cost. sent. n. 119 del 24 marzo 1999).
Il diritto alla casa di abitazione è sempre più prepotentemente aggredito dalla flessione dei redditi e del mercato. Il numero delle esecuzioni immobiliari è da anni in vertiginosa ascesa soprattutto a causa della recessione, della decurtazione dei salari, del calo del mercato, della carenza di liquidità. Decine e decine di migliaia di famiglie perdono la loro abitazione: 186.300 case di famiglia pignorate nel solo 2018.
Le banche cedono questi loro crediti non performanti, o npl, quando sono assistiti da garanzia reale (cioè ipoteca o pegno), per un 27 – 30% del loro valore nominale. Il valore medio di queste cessioni, compresi i crediti non garantiti, è di 20 miliardi l’anno. Vengono acquistati ultimamente e perlopiù da fondi speculativi stranieri, che così si impadroniscono, anche grazie alle recenti riforme procedurali agevolatrici del recupero dei crediti bancari, di una fetta notevole del patrimonio immobiliare nazionale, acquisendo la garanzia su beni di valore spesso molto maggiore del prezzo pagato. E lo faranno in modo moltiplicato se scoppia la crisi di insolvenza come accennata nel cappello di questo articolo, quando la situazione probabilmente si aggraverà a seguito della recessione supplementare indotta dalla corrente epidemia.
Il Governo dice di volere introdurre misure di sostegno all’economia. Propongo quindi di costituire entro il Ministero dell’Economia e delle Finanze l’ISTITUTO PER IL RISCATTO PATRIMONIALE NAZIONALE, conferendogli il diritto di prelazione esercitabile nel termine di 60 giorni, su tutte le cessioni e di crediti di banche e soggetti finanziari che siano assistiti da garanzie reali, onerando questi e quelle di comunicare preventivamente al detto istituto tutti i termini della vendita come concordati, sotto pena di invalidità della medesima.
L’Istituto sarà finanziato sia con un fondo di dotazione iniziale derivato dall’ aumento di deficit che verrà consentito per quest’anno, sia con prestiti o garanzie (garantiti dai crediti acquisendi) del Mediocredito Centrale e della Cassa Depositi e Prestiti, sia con i ricavi delle sue operazioni patrimoniali.
L’Istituto avrà il compito precipuo di acquisire i crediti assistiti da garanzia di valore superiore rispetto al prezzo di cessione dichiarato gestione dichiarato dal cedente. Dovrà quindi, dopo l’acquisto di ogni credito, avvisare il debitore ceduto dell’acquisto e proporgli l’opzione di estinguere il debito e l’ipoteca pagando all’Istituto medesimo una somma pari ad almeno la metà della somma il credito nominale residuo e il valore dell’immobile. Il pagamento potrà essere rateizzato a un tasso di interesse agevolato. Per il riscatto di prima casa, case di abitazione, immobile ad uso agricolo o artigianale, si applicherà un tasso di interesse ulteriormente agevolato. In alternativa, il debitore potrà optare per prendere in locazione l’immobile a un canone di mercato.
I debitori ceduti che siano ammessi al programma di pagamento e riscatto saranno cancellati, per il debito in questione, da ogni centrale di segnalazione di insolvenza o rischiosità al credito.
L’Istituto avrà altresì il compito di provvedere alla manutenzione e alla messa a norma degli impianti degli immobili.
L’Istituto dovrà essere sottoposto a un comitato di controllo plurale e indipendente, in cui siano rappresentati gli organismi di tutela dei consumatori, in modo che si realizzi la massima trasparenza nelle valutazioni di convenienza dei suoi interventi, onde evitare lo spreco di denaro pubblico così come la fuga di affari convenienti.
Severe sanzioni dovranno essere stabilite, oltre all’invalidità della cessione, per le società e i loro dirigenti che violino la prelazione.
L’iniziativa sopra descritta avrebbe diversi benefici effetti: salvare la casa alle famiglie, l’azienda alle piccole imprese e agli agricoltori, trattenere al paese il patrimonio immobiliare, scoraggiare facili speculazioni, sostenere il mercato immobiliare, conservare materialmente gli immobili, liberare molta gente da segnalazioni pregiudizievoli favorendo il suo accesso al credito.
Il problema è che questo Governo è garante politico degli interessi della finanza internazionale speculativa contro quelli nazionali e popolari.
02.03.2020 Marco Della Luna