I SOLDI DI CONTE
COMUNICATO N. 12 DEL 07.04.2020: I SOLDI DI CONTE
Conte ha annunciato in televisione l’immissione immediata nell’economia di 400 miliardi. Ha parlato di potenza di fuoco. Parole vuote, mero effetto annuncio:
-in primo luogo, perché il governo non mette soldi ma si limita a offrire una controgaranzia alle banche affinché prestino alle imprese;
-in secondo luogo, perché non dice dove le banche troveranno i 400 miliardi;
-in terzo luogo, perché saranno qualificate solo imprese con certe caratteristiche di dimensione e reddito e che non abbiano segnalazioni bancarie;
-in quarto luogo, perché ci vorrà alquanto tempo, specie in questa situazione, per le procedure di istruttoria, deliberazione, erogazione.
Seppur inconsistente, il piano del governo va in una precisa direzione: sostenere l’economia non come fa, ad esempio, la Germania, mediante indennizzi a fondo perduto, ma mediante prestiti a interesse che indebiteranno sia le imprese che lo Stato verso i banchieri.
Accresciuto indebitamento pubblico e privato unito a crollo produttivo e occupazionale, produrrà immancabilmente, dall’autunno in poi, una marea di insolvenze delle imprese, di rivalse sullo Stato, e un calo del gettito tributario, sicché lo Stato, per far quadrare il bilancio, dovrà procedere alla definitiva campagna di privatizzazione e di riforme dei servizi e della previdenza, mentre i capitali dei paesi egemoni, Germania in testa, si prenderanno sottocosto quanto resta da prendere, anche senza bisogno del MES.
Come esposto nel mio comunicato n.10 è appunto l’obiettivo generale dell’Europa, del Piano Funk, e della ricetta Draghi.