OPZIONE GUERRA USA-CINA
OPZIONE GUERRA USA-CINA
Come piattaforma politico-militare di dominazione globale, la grande finanza sovranazionale usò l’Impero Britannico fino agli anni ’20; tra le due guerre mondiali, mentre esso declinava sotto il peso dell’indebitamento, lo rimpiazzò con gli USA; ora sembra lavorare per sostituire gli USA con la Cina, il cui sistema centralista e autocratico, che non riconosce diritti e libertà individuali, è più rispondente ai bisogni dell’attuale capitalismo finanziario assoluto rispetto all’Occidente.
Nel 1991, per permettere alla Cina di divenire un gigante commerciale e soppiantare il Giappone come potenza manifatturiera, attraverso la Bank of Japan tagliò bruscamente del 30% la liquidità del Giappone, precipitandolo in una drammatica recessione e in una stagnazione da cui sostanzialmente non è ancora risorto.
La ricerca di profitto di breve termine ha portato gli USA sono a trasferire in Cina gran parte della loro produzione manifatturiera, smantellando la loro industria e indebitandosi massicciamente per le importazioni. La loro società e il loro livello scolastico e culturale sono in forte declino rispetto alla Cina.
La Cina oramai si avvale dell’arma biologica, prodotta intenzionalmente dai suoi militari, per cagionare danni enormi e asimmetrici a tutto il mondo, guadagnando in termini di PIL e di mercati perché essa si riprende molto prima dell’Occidente dalla pandemia grazie alla sua struttura centralizzata e dittatoriale, che può sostenere senza difficoltà enormi perdite umane e materiali. Ricordiamo che il maoismo, per costruire la potenza cinese, lasciò morir di fame circa 65 milioni di cinesi.
La grande finanza apolide, per rafforzare e avvantaggiare la Cina quale sua nuova piattaforma di dominazione globale, sabota l’Occidente mediante una campagna terroristica di disinformazione sul Covid 19, gonfiando il numero dei morti di almeno 10 volte onde giustificare misure nocive per l’economia, i consumi, l’occupazione, la tenuta sociale e per il morale – misure autocratiche che spingono le democrazie verso il modello cinese.
Già nella corrente pandemia Pekino chiuderà il 2020 con un PIL al + 1,2% e un export a + 10% mentre l’Occidente perderà l’8,5% di PIL. Ancora due o tre colpi ben assestati, e avrà soppiantato economicamente gli USA precipitandoli in una crisi economica e sociale devastante, assieme ai loro alleati.
A questo punto, se in America sussistono forze che non accettano questo destino di sottomissione, la loro unica opzione è lanciare una guerra per stroncare la potenza cinese nel breve tempo che rimane per farlo. I prossimi mesi ci diranno quale via prenderà il mondo. La guerra non implica necessariamente un attacco missilistico al territorio cinese: può consistere anche solo in un blocco navale con embargo, congiunto al congelamento del debito pubblico americano detenuto dalla Cina.
Teoricamente, gli USA hanno un’alternativa alla guerra: sostituire il Dollaro, che è una moneta indebitante come quasi tutte le monete in uso oggi, con una moneta libera da debito, emessa dallo Stato. Questo la li libererebbe dal debito pubblico e privato, interno ed estero, e rilancerebbe l’economia. Ma non avverrà, perché la creazione monetaria è il privilegio fondamentale della grande finanza apolide, e i due presidenti che osarono sfidarlo emettendo denaro di stato sono stati assassinati: A. Lincoln e J.F. Kennedy. Del resto, se avvenisse, scatenerebbe un massiccio inquinamento e un rapido esaurimento delle materie prime, quindi pericolosi conflitti tra le potenze per conquistare le risorse residue del pianeta.
11.10.20 Marco Della Luna