FIABE DEVIANTI per una civiltà in rovina
FIABE DEVIANTI
Per una civiltà in rovina
(Aurora Boreale, Dicembre 2022 edizioniauroraboreale@gmail.com)
Albert Einstein diceva che se vuoi che tuo figlio cresca intelligente, devi leggergli fiabe. E che se vuoi che cresca più intelligente, devi leggergli più fiabe.
Nel caso di questo libro, si tratta di fiabe destinate a bimbi e adulti insieme. Bimbi e adulti che oggi sono uniti, e più o meno eguagliati, dalla medesima bisogna esistenziale: assimilare la realtà odierna senza rigettare la vita o esser da questa rigettati.
Nel suo affascinante saggio sulle fiabe, Il mondo incantato, Bruno Bettelheim, noto psicanalista sopravvissuto ai Lager nazisti e morto suicida, esplora la loro funzione pro-evolutiva: le fiabe classiche fanno vivere ed elaborare ai bambini, in un modo avventuroso e simbolico, per loro comprensibile e non traumatico, i passaggi e i problemi che scandiscono lo sviluppo psichico in senso freudiano: la fase orale, la fase anale, la fase fallica con l’Edipo, la fase genitale del formarsi per formare una famiglia e lavorare produttivamente, inserendosi nella società e nelle regole. Ciascuna fase con i suoi specifici confitti, pericoli, complessi; le sue fissazioni, fantasie, conquiste.
Ma oggi quella società, quella cultura, quella morale, quella normalità, presupposte dalle fiabe classiche e da Freud stesso, sono tramontate. Quell’ordine di valori, certezze, ruoli e identità è stato travolto. I riferimenti, i capisaldi sono venuti meno. E’ tempo di fiabe che guidino a prepararsi per sopravvivere in un mondo disorientante e caotico, che vive la sua stessa dissoluzione, e che, per risorgere, abbisogna di eroi di un altro Ordine.
Dal livello quotidiano sino a quello escatologico, il macrocosmo – e il microcosmo non meno – brulica di ossimori, di contraddizioni, di assurdo. Recepirne qualche parte, senza esplodere, nella propria identità personale e sociale, trasformando i primi in sublime, le seconde in mistero, e il terzo in speranza, credo sia buona parte della crescita dell’individuo e della civiltà. Maturità è anche aumento della propria capacità di sostenere l’esposizione alle contraddizioni, alle dissonanze cognitive ed emotive. Anche qualora vi paia che leggere queste fiabe ai vostri figli non rispetterebbe i loro
tempi di crescita, somministrategliele egualmente, dato che i loro tempi di crescita ormai non li rispetta niente e nessuno – e spero per loro che l’abbiate capito!
Queste fiabe sono molto avventurose, popolate dai demoni dei dubbi basilari, intramontabili persecutori dell’essere umano: Bene o male? Dio o diavolo? Tragico o ridicolo? Realtà o inganno? So o non so? La mamma mi ama o mi odia? Mi dà la vita o la morte? E io amo od odio? E tu mi stai salvando o mi stai distruggendo?
O forse l’inganno sta proprio nel fare noi simili distinzioni, nel credere in simili alternative? Sono fiabe rigorosamente ambientate – com’è nella migliore tradizione delle fiabe – fuori dal tempo e in un mondo dalla tecnologia medievale, e popolato dal sovrannaturale e dalle sue creature.
Il dischiudersi della realtà sovrannaturale non trascende né svilisce la realtà e il pensiero ordinari, ma li mette in crisi e in moto, iniziaticamente, e favorisce un adattamento dell’eroe, adattamento ora rivoluzionario, ora minimalista o – se vogliamo – minimalesco, ma sempre traguardante.
Anzi, non di rado l’ordinario si ribella e si mette a competere col sovrannaturale,
rimandandogli la patata bollente. In tali occasioni l’eroe conquista, attraverso un salto di maturazione, la propria cittadinanza in entrambe le dimensioni, la propria autonomia di giudizio e una libertà di azione.
Conquista il mondo, ma non tanto in senso letterale, quanto come spazio esistenziale: amebicamente, con ogni sorta di mezzo, impara ad estendere i confini dell’area di significanza della propria esistenza: crea incominciando da dove Prometeo fu incatenato, da quella brulla rupe del Caucaso…
E così questo eroe – quasi sempre un bimbo o una bimba – insorgendo dalla pura e angosciata contemplatività, procede e ascende attraverso avventurose ricerche ed esperienze micro- e macrotraumatiche, mini- e maxiiniziatiche: ma verso quale meta? Verso quale scoperta, culminazione o entelechia? Neppure io so dirlo. Il dubbio resta parte del fine, come il Libro più oscuro resta quello della Rivelazione .
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15.01.23 Marco Della Luna