JIHAD, MOSSAD, AL BANQAIDA: CHI E’ IL MANDANTE?
JIHAD, MOSSAD, AL BANQAIDA: CHI E’ IL MANDANTE?
Circolano tre differenti interpretazioni della ripugnante strage compiuta a Parigi nella sede di Charlie Hebdo il giorno 07.01.15, più o meno in contemporanea con un’altra strage islamica di qualche decina di persone perpetrata a Sanaa:
Strage jihadista: è la tesi ufficiale e mainstream: sono stati fanatici islamici addestrati e organizzati da altri islamici, miranti a eliminare persone che offendevano Allà e il Profeta con le loro vignette. Questa ipotesi ci fa riflettere che, se è vero che il Corano prescrive in molti passi (sura 27, ad esempio) di combattere gli infedeli e sterminarli col jihad senza pietà se non si convertono; se è vero che l’islam, di fatto o di diritto, non accetta laicità né libertà nella religione; se è vero che le vittime del jihad islamico nel mondo, perlopiù cristiani, sono circa 100.000 all’anno; se è vero che praticamente il 95% del terrorismo nel mondo è islamico; se è vero che il terrorismo islamico è capace di dotarsi di uno Stato vero e proprio, come il Califfato; se è vero che l’Islam stermina gli infedeli da quando esiste, fino ad oggi (il cristianesimo ha smesso secoli fa); se è vero che il Corano dichiara se stesso indiscutibile e immodificabile; se è vero che la distinzione tra islamici moderati e islamici radicali è perlomeno dubbia, come è vero che molti assassini islamisti fino al giorno prima apparivano integrati; allora per gli europei la scelta è chiara e netta:
-o si lasciano islamizzare (cioè lasciano che gli islamici diventino maggioranza e vadano al potere, con tutte le conseguenze sociali e politiche), rinunciando in prospettiva ai principi e alle caratteristiche europei e occidentali, alla laicità, alla libertà, al pluralismo, alla parità uomo-donna, etc., acquisendo in cambio “valori” molto precisi e risolvendo del relativismo assieme a quello del pluralismo;
-oppure bandiscono radicalmente l’Islam dall’Europa, proibendone l’apologia e la predicazione analogamente a come è proibita l’apologia e la predicazione del nazismo, espellendo tutti gli islamici immigrati (previa revoca della cittadinanza, se concessa) e confinando quelli che sono cittadini europei per nascita e perciò non possono essere espulsi. Cioè, se vogliamo conservare le libertà e i diritti tipicamente europei per noi e i nostri discendenti, allora bisogna fare quella cosa radicale, e presto;
-la terza opzione è emigrare in America Latina od Oceania (opzione che io consiglio).
Strage sionista: è la principale tesi alternativa: è stato il Mossad, magari diretto dalla manina della CIA, sotto false flag, con la complicità dei servizi segreti francesi che conoscevano gli assassini e non li hanno fermati. Invero, Charlie Hebdo è posseduto e finanziato da sionisti che lo hanno reso un credibile bersaglio per gli islamisti e ora lo hanno fatto attaccare perché vogliono suscitare una guerra contro l’Islam per alleggerire la schiacciante pressione terroristico-demografica dei popoli islamici che accerchiano il minuscolo territorio di Israele, mettendone in serio pericolo la sopravvivenza; vogliono inoltre aprire gli occhi agli occidentali affinché riconoscano il pericolo di islamizzazione; vogliono creare occasioni di profitto per l’industria bellica e per rafforzare le leggi limitative della libertà. Del resto, è un dato di fatto che l’élite plutocratica del dollaro (comprensiva delle monarchie petrolifere del Golfo) ha sempre finanziato, sostenuto, armato (salvo poi fargli guerra e distruggerli quando le è convenuto) regimi e leaders estremistici islamici: i talebani, Osama Bin Laden, l’Irak di Saddam Hussein, i jihadisti siriani ribelli e quelli dell’Isis, e ha consegnato la Libia alla guerra (in)civile. La realtà non è una contrapposizione dualistica Islam verso Occidente, bensì un trinomio: a)popolazioni islamiche, b)popolazioni di mentalità occidentale, c)élite globale, che si serve anche dal fanatismo armato degli islamici per i suoi fini di governance e profitto (sostenere il prezzo del petrolio, la domanda di dollari, il fatturato dell’industria bellica). A suffragio della tesi che gli assassini non siano veri fanatici ma sicari tecnici, stanno diversi elementi oggettivi, citati dagli esperti; oltre alle censure sui filmati dell’episodio, eseguiti dalle “autorità”, si sottolinea che gli assassini hanno pianificato la fuga e la hanno eseguita senza completare la distruzione-strage, anziché restare a uccidere e distruggere sino all’ultimo, immolandosi alla loro fede, come fanno di solito. Insomma, ad agire sarebbe stato un commando Muhammad al-Mossadi.
Strage al-banqaidista: cioè strage compiuta come bank aid, come soccorso alle banche, avente come bersaglio effettivo l’economista nonché dirigente generale della Banca di Francia prof. Bernard Maris, che mai aveva offeso Allà o il Profeta, ma, con le sue ricerche e pubblicazioni, minacciava gli interessi dei creditori-usurai (soprattutto franco-tedeschi, e l’imperialismo finanziario di Berlino in Europa) spiegando che i debiti pubblici sono ingiusti, insostenibili e vanno parzialmente condonati; e soprattutto aveva confutato e ridicolizzato i dogmi della falsa fede su cui si regge il potere e il profitto dei grandi banchieri: il globalismo, il neoliberismo, la creazione privata del de danaro bancario, e la mancata registrazione contabile di questa creazione da parte delle banche e alla conseguente evasione fiscale per centinaia di miliardi l’anno, in linea con ciò che, per primo a quanto mi risulta, avevo spiegato in Euroschiavi (iniziando dalla prima edizione, del 2005, e meglio nelle tre successive) e in Cimiteuro (2013), oltre che in diversi articoli pubblicati in questo sito.
Ricordo che, in Italia, da circa un anno Marco Saba, Carlo Sibilia, Elman Rosario, Nino Galloni, Nicoletta Forcheri, sempre su questa linea, insistentemente stanno denunciando in diverse sedi, i primi tre anche nelle assemblee annuali dei soci, la falsità dei bilanci di primarie banche italiane in quanto non registrano all’attivo del conto economico la creazione monetaria, che allunga il lato destro dei loro bilanci, come dimostrato sperimentalmente dal prof. Richard Werner e spiegato da un recente paper ufficiale della Bank of England.
In Can banks individually create money out of nothing? — The theories and the empirical evidence, apparso in International Review of Financial Analysis 36 (2014) 1–19, scaricabile da
c.els-cdn.com/S1057521914001070/1-s2.0-S1057521914001070-main.pdf?_tid=077966da-9662-11e4-b087-00000aacb360&acdnat=1420631030_d75cc632b899eb31c147ff9a866e34b2,
il prof. Richard Werner dell’Università di Southampton descrive un suo recente esperimento che ha fornito la riprova empirico-scientifica che i prestiti bancari avvengono esattamente come sopra descritto, ossia con la banca che crea il credito (mezzo monetario) ex nihilo e individualmente (ossia non come sistema), e non come sostiene la banca, ossia di operare semplicemente come intermediaria del credito, attingendo al 100% la somma “mutuanda” dalla raccolta (la massa dei depositi e dei prestiti incamerati dalla banca); né come sostenuto dall’altra dottrina, quella della riserva frazionaria o moltiplicatore bancario, ossia che la banca, per prestare, attingerebbe alle proprie riserve presso la banca centrale di emissione applicando il moltiplicatore.
Che le banche creino ex nihilo come sopra descritto il grosso del money supply era stato anticipato il 26.03.2014 da un paper della Bank of England, che ha spiegato come le banche creino la moneta bancaria con l’atto e nell’atto del prestarla, by lending it into existence, non preesistendo quanto prestato all’atto del prestare. Trattasi Money creation in the modern economy, di Michael McLeay, Amar Radia and Ryland Thomas of the Bank’s Monetary Analysis Directorate (www.bankofengland.co.uk/…/2014/qb14q1prereleasemoneycreation.pdf ):
“Money creation in practice differs from some popular misconceptions — banks do not act simply as intermediaries, lending out deposits that savers place with them, and nor do they ‘multiply up’ central bank money to create new loans and deposits… … Two misconceptions about money creation:
The vast majority of money held by the public takes the form of bank deposits. But where the stock of bank deposits comes from is often misunderstood. One common misconception is that banks act simply as intermediaries, lending out the deposits that savers place with them. In this view deposits are typically ‘created’ by the saving decisions of households, and banks then ‘lend out’ those existing deposits to borrowers, for example to companies looking to finance investment or individuals wanting to purchase houses. In fact, when households choose to save more money in bank accounts, those deposits come simply at the expense of deposits that would have otherwise gone to companies in payment for goods and services. Saving does not by itself increase the deposits or ‘funds available’ for banks to lend. Indeed, viewing banks simply as intermediaries ignores the fact that, in reality in the modern economy, commercial banks are the creators of deposit money. This article explains how, rather than banks lending out deposits that are placed with them, the act of lending creates deposits — the reverse of the sequence typically described in textbooks. …
Money creation in reality – Lending creates deposits — broad money determination at the aggregate level
As explained in ‘Money in the modern economy: an introduction’, broad money is a measure of the total amount of money held by households and companies in the economy. Broad money is made up of bank deposits — which are essentially IOUs from commercial banks to households and companies — and currency — mostly IOUs from the central bank-1. Of the two types of broad money, bank deposits make up the vast majority — 97% of the amount currently in circulation. And in the modern economy, those bank deposits are mostly created by commercial banks themselves. … …”.
09.01.15 Marco Della Luna
1-Questo non è vero: le banconote della banca centrale come quelle dell’Euro o del Dollaro odierno, non sono IOUs, cioè promesse di pagamento (pagherò) né altro titolo di credito (quindi non costituiscono un passivo). Erano titoli di credito quelle convertibili, cioè che davano al portatore il diritto di esigere dalla banca emittente la loro conversione in oro; incorporando debiti della banca emittente, dovevano essere registrate al passivo patrimoniale.