IL SIGNORAGGIO DELLA DOPAMINA
IL SIGNORAGGIO DELLA DOPAMINA
Nei miei vari articoli e pubblici discorsi sulla moneta creata scritturalmente dalle banche per prestarla a interesse, e sulla possibilità per i debitori delle banche di crearla al medesimo modo per restituirla alle banche, ho sempre avuto cura di avvertire che questa possibilità è la conseguenza logico-giuridica delle premesse, ma che le banche ovviamente non avrebbero accettato un tale pagamento, perché accettandolo rinuncerebbero al loro privilegio sulla società. Ho aggiunto che il cittadino può reagire a questo rifiuto adendo la “giustizia” e chiedendo al tribunale di dichiarare o che le banche non hanno il diritto di creare moneta (e allora il prestito è nullo e il debito pure), oppure che tutti hanno questo diritto, quindi il pagamento con euro fai-da-te è valido. Ho precisato che la moneta fai-da-te non è una soluzione per i singoli casi, né per il sistema economico, perché non può funzionare un’economia in cui ognuno crea moneta ad libitum. Essa è essenzialmente un atto politico, un mezzo per gettar luce su questa incostituzionale realtà nascosta all’opinione pubblica, e per far esplodere la contraddizione politica, giuridica e morale di uno Stato che lascia ai banchieri questo privilegio sulla società, privilegio che consente loro di dominarla anche politicamente.
Nonostante queste spiegazioni, continuano a rivolgersi a me persone che vogliono che io le aiuti a liberarsi dai loro debiti verso le banche o verso l’erario pagandoli con l’euro scritturale fai-da-te. Esse mi hanno letto o ascoltato, e hanno capito che io affermassi che si poteva fare esattamente questo. Quando le interrogo, mi accorgo che, semplicemente, non hanno registrato i miei suddetti avvertimenti. Quando ripeto loro che le banche, per ragioni di interesse, non accetteranno mai che i clienti facciano ciò che esse fanno, quindi insisteranno per essere pagate a torto o a ragione, queste persone si stupiscono e si rattristano, protestano, lamentano che avevano capito diversamente (inoltre manifestano di non aver colto la valenza eminentemente politica dell’iniziativa, percependo solo l’utilità per se stessi).
Come è possibile che persone capaci di capire il linguaggio scritto e parlato non colgano elementi essenziali, espressi in modo chiarissimo, del messaggio oggettivo, e diano a questo un senso diverso, alterato in senso gratificante per loro, senza accorgersi delle ovvie e assurde conseguenze sull’economia di una moneta fai-da-te? Come è possibile che, nella lettura di scritti a contenuto economico-giuridico, l’immaginazione giochi un tale ruolo, stravolgendo il testo? Qui passiamo dal “credo quia absurdum est” al “credo quia absurdus sum”!
Similmente, negli ultimi anni ho osservato il fenomeno, ancora più sorprendente, di numerose persone, di cui alcune istruite e intellettivamente dotate, che si sono buttate a capofitto nel credere in strumenti giuridici ancora più assurdi e ridicoli, proposti da maestri dell’OPPT e di altre teorie di sovranità individuale1, affidandosi a tali strumenti, sotto la guida di questi maestri o in proprio, per risolvere problemi con banche e fisco. Queste persone – rectius, questi “esseri umani”, spediscono ai loro creditori e ai giudici lunghe lettere fantastiche, aspettandosi di bloccare processi penali, pignoramenti ed aste, e ritrovandosi poi con una condanna penale, o con la casa venduta. E alcuni persino con un procedimento di inabilitazione o con l’amministratore di sostegno, perché i magistrati, leggendo le loro folli lettere, pensano che non siano mentalmente in grado di gestirsi.
Altre persone hanno trasferito i loro beni, per salvarli dai creditori, all’associazione creata da un Tizio per tutelarli – un Tizio che vendeva patenti diplomatiche garantenti la “piena immunità” diplomatica nonché poteri di comando sulla polizia. Adesso quelle persone si ritrovano, come prevedibile, senza i loro beni e senza alcuna immunità.
Molti pagano discrete somme per ricevere “lezioni” e “insegnamenti segreti” di questo tipo, per comperare dai “docenti” inchiostri “legalizzanti” fatti col pigmento di una speciale farfalla della Guiana, e pergamene, timbri e penne dotati di uno speciale potere giuridico. Firmano terribili giuramenti di segretezza su tutto ciò che viene loro insegnato nelle riunioni e nelle conferenze.
Ho conosciuto anche diversi maestri e fornitori di tutte queste cose, e mi sono tutti parsi in buona fede, convintissimi di ciò che predicavano. Qualcuno sono riuscito a farlo ragionare e capire che la sua fede era illogica e giuridicamente falsa; il suo umore si fletteva, però qualche giorno dopo tornava alla carica con una nuova costruzione teorica che rilanciava le bislacche promesse di prima con rinnovato ottimismo e vigore.
Una spiegazione di questi comportamenti tanto lontani dall’idea dell’uomo come essere complessivamente ragionevole, quindi responsabile, viene fornita dalla recente ricerca scientifica sperimentale e strumentale, che ha dimostrato2 come, a decidere la percezione e la valutazione della realtà, ciò che va creduto e ciò che non va creduto, ciò che ha senso e ciò che non ha senso, non è la percezione oggettiva e il raziocinio cosciente, ma l’emozione subconscia, guidata dalle impressioni e dalla gregarietà: sperimentalmente si è accertato che l’emozione subconscia forma convincimenti sociali e politici che fungano da distintivi di appartenenza di gruppo, ed è così che nascono le fedi e i “valori”.
Il ragionamento cosciente non partecipa alla formazione di questi convincimenti; esso viene attivato solo successivamente, per giustificarli, per rendere plausibili le decisioni già prese dall’emotività, per difenderle, per persuadere gli altri, per attaccare le opinioni contrastanti. Esso funziona come un ufficio stampa che lavora per giustificare qualsiasi posizione sia presa dal primo ministro, ingannando e disinformando quando serve. Funziona come un avvocato che mira alla vittoria di parte, non come uno scienziato che mira alla verità oggettiva. Da qui la sua inconscia distorsione confermazionista, ossia l’inclinazione a lavorare per confermare, innanzitutto a se stesso, i convincimenti generati dalla mente emotivo-intuitiva, focalizzandosi sugli elementi a favore di essi e ignorando quelli contrari, e interpretando i dati in modo forzato. Da qui la sua difficoltà a rinunciare a una sua tesi confutata dall’evidenza. Da qui anche l’avversione o l’odio, l’aggressività verso chi porta questa evidenza contraria. Da qui infine la facilità con cui i manipolatori dell’opinione popolare hanno sempre potuto suscitare ostilità e repressione, in materie emotivamente rilevanti come la politica, la storia, la religione, contro i revisionisti, cioè contro coloro che presentano nuovi dati di fatto che mettono in crisi i convincimenti su cui si basa l’ordinamento sociopolitico, mentre in ambito scientifico e anche storico il metodo di lavoro consiste proprio nel revisionismo, ossia nel cercare nuovi dati che falsifichino la teoria presente e portino a una più corretta comprensione della realtà.
Ma che cosa dà tanta forza ai convincimenti, ai credi, alle fedi, ai valori? Che cosa dà loro tanta resistenza alle evidenze contrarie? Che cosa blocca il raziocinio degli uomini e li spinge, non di rado, al fanatismo, agli atti più assurdi e distruttivi? Queste domande hanno trovato risposta su un piano neurofisiologico3: con appositi strumenti di monitoraggio del funzionamento cerebrale, si è visto che, quando il soggetto è posto davanti a un problema morale o politico che mette in crisi i suoi convincimenti, non si attiva mai il centro del ragionamento, ossia la corteccia dorso-laterale prefrontale, bensì si attivano centri delle emozioni negative.
Si è anche accertato che le conferme (mediante somministrazione di approvazione sociale o dati allineati) stimolano i centri cerebrali della gratificazione, i quali dispensano piacere al soggetto mediante il rilascio di dopamina; mentre per contro le sconferme stimolano i centri della punizione, che procurano il rilascio di altri neuromediatori con effetto opposto. La dopamina è quella sostanza che viene anche secreta per effetto dell’eroina e di altre droghe, le quali proprio per questo danno dipendenza.
Credere, e farsi rafforzare la fede dal gruppo dei credenti, dà dipendenza, assuefazione. Assicura il ricorrente rilascio del neuromediatore del benessere. Agisce come il condizionamento operante mediante rinforzi (positivi e negativi, carote e bastonate), addestrando la psiche, e in particolare le funzioni “superiori”, logico-cognitive, a non pensare criticamente onde evitare la punizione biochimica, a lavorare per confermare e per difendere, onde ricevere il premio dopaminico. E per condividere col gruppo in un rapporto identitario, combattendo le evidenze contrarie. Questi continui rinforzi e disincentivi, carote e bastonate, formano la mentalità chiusa, rigida, gregaria di molti credenti e partigiani politici o religiosi. Perciò chi si avvicina a loro o al loro gregge portando un messaggio divergente o informazioni confutanti, indipendentemente dalla validità dei suoi argomenti, è uno che fa star male, e deve essere combattuto o convertito. Le religioni hanno grande e costante successo perché sono sistemi integrati di credenze che coprono tutti i bisogni della psiche e creano comunità e azione di gruppo – il culto e altro – che conferma la veridicità della fede.
In quanto sopra esposto sta, almeno in buona parte (mi riservo di ritornare su questa materia) la spiegazione dell’irragionevolezza e della cecità all’evidenza dei soggetti di cui parlavo all’inizio in fatto di moneta scritturale, di sovranità individuale, di OPPT etc.: arriva un “maestro” che annuncia certe cose nuove, rivoluzionarie ma intuibilmente assurde come soluzioni (e se anche ammonisce che non funzionano come soluzioni pratiche, la loro mente non lo registra), lanciando un’immagine di salvezza; il cervello la riceve, la premia con una scarica di dopamina che incoraggia a crederci, e gli umani immaginano e vivono tutte queste cose come panacee, come rimedi risolutivi, semplici, quasi gratuiti, a un gravissimo problema che li affligge, che minaccia di privarli della casa e del lavoro. Il credere-agire in gruppo rafforza la certezza, previene il dubbio, esclude l’esame di realtà. Solitamente vi è un capo carismatico a cui è associato questo effetto, e allora si sviluppa la dipendenza psicologica dal capo. Alla fine gli umani si sentono bene, seppur per effetto di un’illusione. Se riesci a fare ragionare qualcuno di loro così che capisca che è un’illusione, lo privi del piacere dato dal cervello, gli fai ritornare l’angoscia, e il suo ragionamento si rimette in moto per sfornare nuovi argomenti con cui poter tornare a credere e a ricevere il premio biochimico.
L’uomo è dotato di ragione e consapevolezza, che però sono al servizio inconsapevole di funzioni arcaiche, irrazionali o pre-razionali4, anche in persone molto intelligenti; quindi l’uomo è complessivamente irrazionale, come singolo e come società. Egli e il suo pensiero sono soggetti al signoraggio della dopamina dispensata dal cervello, così come l’economia e i governi sono soggetti al signoraggio del denaro dispensato dal sistema bancario (sicché è irrealistico credere che si possa liberarlo dal signoraggio monetario se non lo si libera prima dal signoraggio dopaminico).
Acquisire consapevolezza di questa realtà psicofisiologica è il primo passo per uscire dal condizionamento sopra descritto, per imparare a usare il ragionamento e la percezione al fine di ricercare la verità e controllare i convincimenti, affrancandosi dalla distorsione confermazionista. Per non pensare e non comportarsi più in modo meccanico e gregario.
Ma quei condizionamenti, quel conformismo, quella guida neurochimica dei giudizi, del pensiero, dell’azione e della socialità, svolgono una funzione adattativa utile per il gruppo, forse indispensabile per il suo successo. Forse è meglio per tutti se solo pochi si liberano da essi. Infatti, essi creano nel gruppo un’identità condivisa, valori condivisi, obiettivi condivisi, quindi anche coordinamento dell’azione dei molti, la quale è condizione del successo nelle iniziative politiche e militari. E pensate ai comportamenti altruistici, al sacrificio di sé, all’amor patrio. Milioni di persone che credono in una fede obiettivamente scientificamente indimostrata, irrazionale, irrealistica – l’islam o il comunismo, per esempio, con i loro improbabili paradisi finali – hanno conquistato imperi e cambiato il corso storico del mondo. E così forse può avvenire che, se moltitudini di persone crederanno, illudendosi, di potersi liberare dei debiti creando l’euro fai-da-te e se si metteranno a crearlo, a fare cause su cause, a lanciare campagne di lotta e protesta, a incatenarsi ai palazzi del potere, mobilitando i milioni e milioni di persone immiserite ed esasperate per effetto dell’attuale, illegittimo e antisociale sistema monetario e bancario – se tutto questo avverrà, può benissimo darsi che l’illusione si faccia realtà. La fede smuove le montagne, figlioli miei. Offrite dunque la vostra preghiera e il vostro digiuno: otterrete miracoli!
26.02.17 Marco Della Luna
1In queste teorie si trovano enunciazioni, fatte in termini ingenui e incompetenti, di autentici problemi di teoria del diritto ancora aperti, e denunce di ingiustizie e illegittimità reali; ma ciò non le rende strumenti idonei a risolvere problemi pratici, cioè a cambiare la realtà, perché questa dipende non dalla teoria, ma da rapporti di forza e di interesse, e se tu contesti la sovranità del potere costituito, il potere costituito o ti ignora oppure, se riesci a disturbarlo, ti schiaccia con la forza materiale: might is right.
2Vedi: J. Haidt, The Righteous Mind, 2012, pag. 76-80, dove sono riportati i risultati di numerose ricerche con la relativa bibliografia, soprattutto quelli di Drew Westen, studioso della propaganda e della manipolazione mentale collettiva
3Haidt, cit., pagg. 76-77.
4I centri cerebrali del ragionamento si trovano in aree sviluppatesi da ultime nel corso dell’evoluzione, e secondo Haidt -ibidem- sono stati sviluppati come strumenti “consultivi” dei centri decisionali preesistenti, pre-logici, basati su emozione e intuizione. Essi hanno una posizione gerarchica subordinata, poteri limitati, influenza variabile. Però l’uomo può laviorare per cambiare questi rapporti.