MODERATI E MITRAGLIATI
MODERATI E MITRAGLIATI
Il governo Salvini-Di Maio rischia di essere mitragliato se resta a metà del guado.
Gli interessi economici che stanno dietro UE ed BCE già si muovono per denigrare, delegittimare e sgambettare il nuovo governo, nato dalla resistenza al loro potere e alle loro pratiche. Cercheranno di coglierlo in fallo, di tendergli agguati, di dividerlo comprandone parti, e di farlo cadere, così da procedere a completare la sottrazione dell’autonomia politica e delle risorse economiche delle nazioni, iniziando con quelle più vulnerabili e incravattabili, come l’Italia.
Perciò questo governo può vincere la partita solo se attaccherà per primo – se, cioè, dopo la fase di insediamento, metterà a nudo e delegittimerà quegli stessi interessi, screditando moralmente i loro portavoce, prima di essere screditato e fatto fuori da essi, rovesciando il loro tavolo. Quindi deve smettere di fare l’europeista benpensante, sostituire i corpi estranei al suo interno, e cantar chiara la verità a quella gente che dovrà sostenere il contrattacco dei “mercati” (della BCE, dell’Eurogruppo, del rating…).
Dovrà anche lavorare – assieme agli altri governi “populisti” e agli USA – non a riformare un ordinamento eurocratico (UE, Euro) che non è riformabile perché è nato proprio per quello che sta facendo, e neppure a prepararsi per uscire da esso unilateralmente – cosa che sarebbe devastante – ma invece a farlo crollare, così da liberarsene tutti, per ritrovare la libertà politica, il diritto dei cittadini a un voto effettivo, e usarla per costruire un’Europa diversa (se possibile), cioè per le nazioni e non per gli usurai e per gli autocrati irresponsabili.
E bisogna che il governo si ritiri dal Trattato di Velsen, per prevenire che, in caso di caduta del governo e di sommosse popolari più o meno spontanee, ci arrivi la polizia militare antisommossa Eurogendfor a reprimere e a instaurare la dittatura degli usurai stranieri.
Se Lega e Stelle indugeranno invece a metà del guado senza spiegare chiaramente ciò che è l’Unione Europea, che interessi serve e che scopo ha, fingendo che essa sia rinegoziabile e riformabile, che possa diventare “democratica” anziché autocratica, allora quei medesimi interessi li faranno fuori con attacchi mediatici, giudiziari e finanziari – come hanno fatto fuori tutti coloro che cercarono di portare avanti una politica di interesse nazionale italiano: Mattei, Moro, Craxi.
La loro chance – ripeto – sta nel delegittimare prima di essere delegittimate e poi rottamate. Se continueranno a lungo a fare i moderati per farsi accettare, sono fritti. O attaccano l’UE e l’Euro, e fanno la storia; oppure si allineano per le poltrone.
Scoprire i giochi significa iniziare a spiegare l’opinione pubblica quello a cui L’Europa è servita – ad esempio raccontando, come ha fatto D’Alema, che la Banca Centrale Europea prestava i soldi allo 0,75% ai banchieri francesi e tedeschi i quali a loro volta usavano quel denaro per comprare i titoli del debito pubblico greco che pagavano il 15% di interesse virgola e con rompevano i governanti greci affinché facessero debito pubblico anche per comprare prodotti tedeschi come le navi da guerra, e poi quando la Grecia non ce l’ha più fatta a pagare gli interessi usurari, l’Unione Europea ha imposto all’Italia e ad altri paesi di prestare soldi alla Grecia a un tasso inferiore a quello a cui li prendevano prestito – ma non per aiutare la Grecia ma per far realizzare ai predetti banchieri i loro incassi usurari, anziché arrestarli (modelli analoghi sono stati applicati a Spagna, Portogallo, Irlanda). Questo è quello che ha fatto innanzitutto Monti tassando i beni immobili e facendone crollare il valore di circa un terzo, cioè di circa 2000 miliardi, che sono stati distrutti come patrimonio nazionale; e per far questo egli era stato messo a Palazzo Chigi e nominato senatore a vita.
Bisogna far capire alla gente che l’UE è una costruzione progettata e realizzata dagli usurai per eseguire una usura radicale fino al totale svuotamento dei risparmi e degli assets dei paesi sottomessi. Per questo non è riformabile e non ha senso negoziare per riformarla, se non forse al fine di far emergere più visibilmente la sua non riformabilità.
Credo che gli ultimi avvenimenti abbiano predisposto l’opinione pubblica a capire. La vicenda di Mattarella che, sotto pressione comunitaria e della BCE impedì un governo voluto della maggioranza del Paese perché chiaramente euroscettico e includente il professor Savona, ha fatto percepire come, riforma dopo riforma, senza che fosse dichiarato, il Paese è stato portato a una degradata condizione di dipendenza e sottomissione a interessi esterni tale da impedirgli di uscire dalla rotta prestabilita e da vanificare quindi la volontà del suo elettorato.
Il governo Lega 5 Stelle è nato quindi nel compromesso e nella ambiguità, ossia da un lato critico e riformatore verso l’euro e l’UE, e dell’altro lato dichiarando, anche nel discorso di Conte alle Camere, di voler restare in ambedue, imbrigliato da un ministro degli Esteri e uno delle Finanze ossequienti all’europeismo, e senza chiarire il punto fondamentale, ovvero che cosa farà, che contromisure adotterà in concreto, qualora i partners europei egemoni rifiutino di rinegoziare i trattati a cominciare da quelli sull’euro e sui migranti. Se si va a trattative senza prospettare contromisure in caso di indisponibilità della controparte, non si ottiene un fico secco perché non si ha potere di contrattazione.
Lega e Stelle non hanno per il momento spiegato agli italiani che la situazione di sudditanza e squilibrio a danno dell’Italia, che vogliono cambiare rinegoziando i trattati comunitari, non si è creata per errore o per accidente bensì è stata creata deliberatamente e programmaticamente da precisi interessi secondo un itinerario prestabilito molto tempo fa, sicché cambiare le regole che non vanno bene richiede o richiederebbe di battere quegli interessi, e per batterli bisogna avere una forza maggiore di quella dei portatori di questi interessi. Dov’è questa forza? Può venire solo da un’operazione di smascheramento del progetto eurocratico, che si colleghi a una ribellione concertata col gruppo di Visegrad, con l’Austria, con gli USA, diretta ad abbattere l’UE e l’Euro, sostituendoli con un ordinamento completamente diverso e non in mano a speculatori e nuovi kapò franco-tedeschi. Chiamiamoli “makrò”.
A un livello più profondo e generale, la nuova maggioranza sta lasciando inespressa, non comunicata, non proposta al dibattito pubblico, la dinamica di fondo, in cui si colloca anche l’insieme delle caratteristiche nocive della costruzione comunitaria: essa non ha ancora detto alla gente che, semplicemente, le cose che non vanno bene non sono venute in essere perché le hanno volute i tedeschi oppure una lobby di banchieri internazionali oppure di tecnocrati a Bruxelles, bensì perché esse servono e corrispondono all’interesse del capitale finanziario internazionale che guida i processi di riforma e che, per massimizzare il proprio potere e per conformare il mondo e le società e le loro comprensioni della realtà ai propri interessi, ha bisogno precisamente di questo, ossia di creare una dipendenza unilaterale della politica e delle nazioni e delle singole persone (togliendo loro le scelte politiche e lasciando esistere un simulacro di democrazia solo finché rimane nei binari voluti dal capitale) dal cartello bancario privato che produce e concede moneta e credito. E lo ha creato togliendo agli stati la sovranità monetaria e sottoponendoli alla pressione irresistibile del rating del loro debito pubblico.
08.06.18 Marco Della Luna
PUBBLICO DI SEGUITO LE OSSERVAZIONI CRITICHE DEL SIG. OLTOLINA:
11 Giugno 2018
Avvocato Della Luna, buonasera. Ho letto con molta attenzione il Suo articolo “Moderati e Mitragliati”. Ora mi trovo disorientato e a disagio. Mi ripromettevo di segnalare subito questo articolo ad alcuni esponenti della Lega (Camera e Senato), ma devo soprassedere. Non intendo confonderli, nè fornire loro indicazioni contrastanti. Mi spiego.
Al rigo 14 leggo: “Dovrà anche lavorare – assieme agli altri governi “populisti” e agli USA – non a riformare un ordinamento eurocratico ….. “, e verso la conclusione: ” ….. che si colleghi a una ribellione concertata col gruppo Visegrad, con l’Austria, con gli USA, diretta ad abbattere l’UE …. “.
A me risulta che:
— Negli USA comandano i soci della FED
— Erogando gli aiuti del Piano Marshall, gli USA hanno realizzato l’Ue e la Commissione a loro fedele
— “I guai dell’Europa sono i vantaggi degli Stati Uniti”, parole di George Washington, sempre valide
— Rockefeller e Retinger fondarono (1954) il Bilderberg Group per proseguire gl’interessi degli USA nella creazione di una Unione europea
— Non è il caso di ipotizzare una Europa diversa che non potrà nascere, spontaneamente, con accordi validi e utili per tutti. Un agglomerato di Paesi eterogenei è un fallimento in partenza: l’italia (popolazioni eterogenee) insegna
— Di governi “populisti”, in Europa, per il momento ne vedo due o tre. Quindi bisognerebbe riuscire a coinvolgere, immediatamente, Partiti e Movimenti “populisti” presenti nei vari Paesi europei, ricordando il principio “L’unione fa la forza”
In conclusione: gli USA, che hanno realizzato a loro vantaggio le due perfide e devastanti gabbie a danno degli europei, NON devono assolutamente essere interpellati, nè coinvolti nell’iniziativa che ci dovrebbe liberare e salvare.
Avvocato, ma come può pensare che gli USA collaborino con gli europei “per far crollare l’ordinamento eurocratico”, “per smascherare il progetto eurocratico”, “che si colleghino col gruppo Visegrad e con l’Austria per abbattere l’Ue e l’Euro” ?
Si deve tassativamente escludere che gli USA – cioè i soci della FED – intendano distruggere, abbattere, annullare ciò che hanno pazientemente costruito in tanti anni, per estendere il loro dominio anche sull’Europa.
Lei conosce un Movimento “populista” negli USA ? In tal caso perchè non lo ha segnalato ?
Riguardo al Suo articolo in oggetto, spero che Lei possa rimuoverlo al più presto dal blog e riproporlo approntando alcune modifiche. Diversamente io non lo segnalerò a nessuno e nuovi lettori rimarranno sconcertati.
La ringrazio per l’attenzione. Molto cordialmente. E. L. Oltolina
Il sig. Oltolina dice cose sensate. E’ vero che gli USA hanno storicamente interessi contrastanti con quelli dei paesi europei. E’ anche vero che sono non un paese democratico, ma una piattaforma tecnologico-militare usata -come la piattaforma Germania – per la dominance globale di un a global class finanziaria. Ma è anche vero che questa global class non è monolitica, è divisa in fazioni, e le fazioni hanno diversi metodi e, forse, diversi obiettivi, sicché vi è spazio per un’alternanza e per cambi di equilibri, che possono coinvolgere la stessa costruzione eurocratica.
In quanto agli USA, se intervengono, non hanno certo bisogno che li si chiami: lo fanno motu proprio! Si può peraltro cercare di negoziare il come del loro intervento, in modo quantomeno da limitare i danni e da riceverne qualche beneficio. E non dimentichiamo che in Europa abbiamo un paese egemone, la Germania, che ancora oggi si comporta come una tribù in competizione con le altre (diceva bene paolo Savona); e un paese sub-egemone, la Francia, pure assai nocivo per l’Italia. Quindi un intervento d’oltre Atlantico può avere un effetto migliorativo sull’assetto attuale, che è devastante.
Il sig. Oltolina ha anche ragione nel ritenere non fattibile un’unione federale tra nazioni storicamente molto diverse: tali unioni non funzionano, come dimostra l’Italia, paese assemblato dall’Impero britannico mettendo assieme popoli che non possono amalgamarsi, onde ottenere un paese diviso, debole, incapace di politica di interesse nazionale, quindi pilotabile dall’esterno. Parlando di un ordinamento europeo diverso dall’attuale, penso però non a una federazione, ma a un semplice mercato comune, con iniziative per promuovere ricerca scientifico-tecnologica e collaborazione nel campo scolastico.