LOTTA DI CLASSE ECOLOGICA
LA LOTTA DI CLASSE SI FA ECO -FRIENDLY
La lotta di classe, ossia oggi la lotta della global élite contro la popolazione generale, ha quattro componenti:
-la dominazione (il potere politico, la repressione, oggi soprattutto la creazione di dipendenze da reti monopolistiche);
-lo sfruttamento (lavorativo, finanziario, oggi soprattutto mediante estrazione di risparmio e ricchezza attraverso tasse, tariffe, maxifrodi);
-la manipolazione (propaganda, indottrinamento, controllo dell’informazione, oscuramento);
-il ridimensionamento, ossia il modificare la quantità della classe servente: se il surplus è dannoso, lo si elimina. E questa è la fase finale della lotta di classe, dove la classe utilizzante sopprime l’eccesso della classe utilizzata. Quest’ultima componente oggi sembra sia diventata primaria e prioritaria per salvare il pianeta, e conferisce alla lotta di classe il carattere di ‘ecologica’, ‘eco-friendly’ – che soppianta quello del ‘market friendly’.
La nostra sensibilità morale spesso fa da paraocchi e ci impedisce di riconoscere la realtà, perché non possiamo accettarla. Quindi respingiamo e screditiamo a priori certe spiegazioni. Ma è inevitabile, è ovvio, è confermato da dichiarazioni di leaders politici, iniziando da Kissinger nel 1974 sulla scia de I limiti dello sviluppo (Club di Roma, 1971) (prevedeva proprio per quest’anno l’inizio del declino della disponibilità di cibo e servizi), come pure dai fatti (ad esempio la elaborazione continua di agenti patogeni infettivi virali e batterici quali il Covid 19, e l’adozione di modelli economici che diffondono la povertà) – è confermato, dicevo, che l’agenda fondamentale di questo periodo storico è la messa in sicurezza della biosfera mediante la riduzione drastica della popolazione con metodi che minimizzino l’impatto sulla biosfera e sull’ordine pubblico, ossia siccità, carestie, epidemie, preparazione di cibi e bevande con sostanze nocive (zuccheri, conservanti, coloranti), farmaci e vaccini contaminati e aventi effetti collaterali ritardati e non percepibili, compromissione dello sviluppo delle difese immunitarie, domani alterazioni genetiche; il tutto con una presentazione mediatica e istituzionale che nasconda il disegno e induca malintesi, idee di necessità, di utilità. Lo spiegavo ne Oligarchia per popoli superflui – l’ingegneria sociale della decrescita infelice, del 2010 (seconda edizione: 2019).
Risale al 24 aprile 1974 il “Memorandum” per la Sicurezza Nazionale «Implicazioni della crescita mondiale della popolazione per la sicurezza degli Stati Uniti e i suoi interessi all’estero». In esso, desecretato nel 1989, si progetta di dimezzare la popolazione del globo terrestre. Esplicitamente Henry Kissinger propone: «lo spopolamento (depopulation) dovrebbe divenire la prima priorità della politica USA verso il Terzo Mondo». Robert Mc Namara, ex presidente della Banca Mondiale, ex segretario degli Stati Uniti e uno dei maggiori fautori del programma mondiale di vaccinazioni ha dichiarato: «Bisogna prender misure drastiche di riduzione demografica, contro la volontà delle popolazioni. Ridurre il tasso di natalità si è rivelato impossibile o insufficiente; bisogna quindi aumentare il tasso di mortalità. Come? Con mezzi naturali: la carestia, la malattia» (citato da Gianni Lannes, che fornisce anche ampia bibliografia: http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/03/coronavirus-per-annientare-la.html).
I popoli più avanzati, quelli che conservano memoria delle lotte per i diritti, le libertà, le sicurezze, vengono parallelamente trattati con protratte depressioni economiche, permanenti situazioni di ansia, allarmi borsistici, terroristici e sanitari, interminabili crisi finanziarie, croniche precarietà, crescenti rinunce a servizi, privacy, sicurezze, diritti, sempre nuove sottrazioni di risparmi e di reddito, pervasive sostituzioni etniche, così che sviluppino una sorta di depressione endemica, cioè profonda sfiducia e pessimismo, che prevengono i fenomeni di resistenza e ribellione politica. E poi bisogna abituarli a non riunirsi in pubblico, lasciando le strade a militari e polizia.
La Terra è un sistema pressoché chiuso, dunque non può crescere indefinitamente, e la popolazione (i consumi, le emissioni) crescono in parallelo col crescere della disponibilità di energia (necessaria per concimi, diserbanti, macchine agricole, industria alimentare). La green economy, nel suo complesso, è uno specchietto per allodole, non tanto perché ha costi economici e ambientali eccessivi, quanto perché la quantità di energia solare utilmente intercettabile a terra è largamente insufficiente e, soprattutto, perché non risolve il complessivo problema delle emissioni e dell’esaurimento delle materie prime, della fauna marittima etc. Idem per l’energia libera (quella che molti immaginano si possa creare energia in deroga al secondo principio della Termodinamica, oppure prenderla dall’universo), quand’anche fosse realizzabile. Peggio ancora la moneta libera, ossia per una moneta generata dal settore pubblico senza indebitamento (come avviene con le monetine) per massimizzare il potenziale produttivo: porterebbe sì a un’impennata degli investimenti, della produzione, dell’occupazione, ma ciò accelererebbe l’esaurimento delle risorse limitate e innescherebbe guerre per accaparrarsele, e poi il disastro ecologico.
Se non interviene un qualche essere o potere soprannaturale, il nostro pianeta oggi, coi suoi 7 miliardi di occupanti, ha davanti due futuri alternativi:
a-attraversare un periodo di immani catastrofi climatiche, socioeconomiche, pandemiche e belliche, e infine diventare una fogna avvelenata per i pochi superstiti, che dovranno sopravvivere in una biosfera degradata, impoverita e compromessa;
b-oppure ricevere il trattamento suddetto e diventare un giardino per 600 milioni di abitanti, quanti essa può sostentare in modo sostenibile, ‘verde’, cioè al ritmo della rigenerazione delle risorse ambientali.
Affinché si realizzi la seconda ipotesi anziché la prima -sempre salvo l’intervento suddetto-, sembra indispensabile depopolare in modo controllato: un male enorme, ma minore dell’alternativa, cioè dello spopolamento incontrollato, in quanto risparmierà sofferenze immani e altresì devastazioni della flora e della fauna, probabilmente irrimediabili. E così la lotta di classe si è fatta guerra strisciante di sterminio condotta dall’élite tecnologica e finanziaria nonché militare contro i 6,5 miliardi di sovrappopolazione.
Da Deucalione e Pirra rinascerà forse una nuova, diversa e migliore Umanità. Oppure tutto è solo un brutto sogno.
12.03.2020 Marco Della Luna
Riferimenti: