DRAGHI BEATO SUBITO
DRAGHI: ATTI DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
Le aspettative salvifiche che si concentrano su Draghi hanno avviato una causa di beatificazione in vita. Dagli atti del processo canonico, confidenzialmente passatimi da un alto prelato, estraggo e confronto le tesi del Postulatore della Beatificazione, da una parte, e dell’ Avvocatura del Diavolo, dall’altra. I Postulatori della Beatificazione arringano avanti alla Congregazione per le Cause dei Santi, perorando come segue:
Sia Beatificato il christifidelis Mario Draghi, Eminentissimi Padri congregati! Onestamente dobbiamo riconoscere che la vita pubblica del candidato Mario Draghi è sempre stata, fino a tempi recentissimi, al servizio del lucro bancario e finanziario, di chi fa soldi con i soldi; e che, in questo servizio, il candidato ha commesso una lunga serie di misfatti ai danni del benessere, dell’economia, del risparmio, del lavoro, della dignità del popolo, iniziando con la partecipazione al divorzio della Banca d’Italia, continuando con la partecipazione al Britannia Party, poi con l’introduzione nei conti dello Stato italiano di derivati finanziari decettivi allo scopo di farlo entrare nell’Euro mascherando le incompatibili condizioni delle sue finanze; e perseverando con l’assistenza a operazioni di dismissione, privatizzazione e svendita dei migliori beni economici della nazione, frutto delle tasse e del lavoro dei poveri Italiani. Ammirate però e riverite, eminentissimi Padri, come il Beatificando si è poi pentito e ravveduto, e ha intrapreso un sentiero di penitenza, cercando, sia pur impropriamente, perché ancora non era illuminato, di rimediare ai suoi peccati col far lucrare la Santa Chiesa, proprio nella terra natale della Compagnia di Gesù, attraverso la vendita rovinosa di una banca a un’altra, grande banca, che è stata sacrificata, assieme a molti figli di Dio che ad essa si affidavano o da essa dipendevano. Successivamente, il Beatificando ha cercato la via delle riparazioni, altrettanto impropriamente, salvando l’Euro con sacrificio estremo e involontario di molte genti, che sono state private anche dell’essenziale, oltre che dei loro risparmi, proprietà, redditi, e talora della salute e della vita.
Ma poi, col pensionamento, il Beatificando ha pienamente recuperato il dominio su di sé e sulla propria condotta. E qui egli ha manifestato l’opera dello Spirito in lui, allorché, dismesse le cariche pubbliche, si è ritirato nel raccoglimento di un borgo romito e di antiche tradizioni devozionali, da dove, libero finalmente dai voti prestati a Mammona, e ispirato da palese grazia celeste, ha ripetutamente e coraggiosamente levato la sua voce, con tutta l’autorevolezza e la portata che le conferiva il suo passato, illustre tra le genti, in difesa del bene degli uomini, del rispetto per il loro lavoro e per il loro risparmio, contro le false e odiose dottrine di chi li vorrebbe astringere nella penuria e nell’insicurezza per egoistiche mire di potere e profitto. Questo passaggio esistenziale segna la pienezza della conversione del Beatificando, la quale viene prontamente coronata dal miracolo, ossia dalla conciliazione dei cuori ed intenti discordi, irrimediabilmente e inveteratamente discordi, di intere forze politiche, per ideali, tradizioni e interesse sino ad allora contrapposte, e che si sono invece ora, in senso al divisato governo del Beatificando, cristianamente unite nella solidarietà e nella cooperazione per il bene dell’intero popolo, ridonando a questo la speranza perduta se non forse già obliata, e la prospettiva di un futuro migliore e di giustizia.
Quale miracolo è più elevato, quale è maggior segno di intervento approvante e operoso della divina Misericordia, quam il miracolo dell’amore che vince l’odio nel breve volgere di un triduo? Del miracolo per cui la discordia si tramuta in concordia, e la divisione in unità, e lo sconforto nella speranza? E non tra poche persone, ma tra intere forze sociali, politiche, economiche, abbracciando un intero popolo, che non era mai stato unito prima? Sia dunque fatto Beato in vita, e senza indugi, affinché sia facilitato il compimento, attraverso di lui, dell’ulteriore miracolo del risanamento economico di questo Paese – affinché quest’uomo, un tempo peccatore e ora convertito, possa rivolgersi ad esso, e comandargli “Sorgi, o Italia, anche tu, come Lazzaro, nuovamente alla vita!”
Ribatte con sdegno a tanta perorazione l’Avvocatura del Diavolo:
Vi guardi Iddio, o eminentissimi Padri Congregati, dal beatificare quest’uomo senza adeguate prove di pentimento, di conversione, di riparazione. Vi sia in voi perlomeno la saggezza di aspettare il manifestarsi pieno delle sue opere nella sua nuova veste, e dei loro frutti, per giudicare, affinché si possa discernere oltre ogni ragionevole dubbio se veritieramente quest’uomo, già un tempo grande peccatore, sia passato dal servizio di Mammona a quello del popolo di Dio Padre, e soprattutto del Redentore Gesù Cristo, il cui nome viene abusato dal noto sodalizio che se ne veste per coprire le sue ambizioni demoniache – aspettate per vedere se non sia solamente mutato di pelo, conservando il vizio, per completare l’opera cui per quasi dieci lustri ha tenebrosamente lavorato, con diabolico ingegno. Aspettate che abbia asciugato almeno in parte le lacrime e il sangue che i suoi atti pregressi stanno ancora facendo versare, aspettate che abbia disfatto in parte almeno le trame di ladrocinio che ha concorso a tessere. Aspettate fintanto che, per queste attese opere di pentimento, abbia patito sulla sua persona la vendetta per mano dei suoi vecchi compari e mandanti malvagi, e dei loro magistrati ingiusti. Siate saggi e prudenti, aspettate tutto ciò prima di acclamarlo, giudicate dai frutti e non dai fiori, poiché la storia sacra e quella profana ci hanno resi amaramente edotti degli inesauribili accorgimenti, dei camuffamenti e delle illusioni, cui il Mentitore abilmente ricorre per insinuarsi frammezzo i più virtuosi tra i fedeli, entro i più puri tra i cuori, e sotto i più elevati tra gli ingegni, edulcorando il veleno delle sue parole con il seducente nettare della speranza. Aspettate, soppesate – questo vi chiedono, supplici e umili, le lacrime degli innocenti , intridendo e intenerendo la stessa terra che voi calcate, così come le lacrime di Maria intridevano e intenerivano la terra ai piedi della Croce – le lacrime degli innocenti che hanno sofferto per causa della empia bramosia di potenza e di lucri ingiusti che il Beatificando serviva, e che egli ancora non ha confessato e condannato. Dio vi illumini!