MIRAGGI MENTALI
MIRAGGI MENTALI
L’8 Maggio scorso ho pubblicato come post rapido nella mia pagina di FB, proprio sotto l’immagine della copertina di Neuroschiavi, che usciva in quinta edizione, una storia semplicissima, che dice:
«Un amico medico del pronto soccorso mi ha appena telefonato riferendomi che vanno a prendere con le ambulanze i soggetti colpiti da embolia, trombosi, paralisi o altri accidenti dopo il noto trattamento, e hanno l’ordine tassativo del caposervizio di mantenere il segreto. Alcuni sono già morti. Così fanno in quel pronto soccorso. Molti li imiteranno.»
La telefonata l’avevo effettivamente ricevuta proprio in quei termini. Il suo contenuto è anodino, irrilevante sia giuridicamente che fattualmente, perché i medici (tutti, non solo quelli del pronto soccorso) sono ovviamente tenuti al segreto professionale (che ovviamente non sussiste verso l’autorità di farmacoviglilanza), perché ogni pronto soccorso va con le ambulanze a prelevare chi ne ha bisogno, perché “il noto trattamento” non specifica di che trattamento si tratti, perché “dopo il noto trattamento” non significa “a causa del noto trattamento”, perché è naturale che, tra quelli portati in ambulanza al pronto soccorso con embolia, trombosi etc., alcuni muoiano, perché il modus operandi di un pronto soccorso ovviamente viene seguito anche da altri p.s. Quindi niente di significativo, di allarmante, di illecito. Non c’è la notizia, come si sul dire. Non ho nemmeno detto dove si trovi quel p.s., se in Italia o all’estero. Inoltre, nel post ho evitato espressioni forti o truci.
Paradossalmente, il suddetto post, che non descriveva reati, ha suscitato una mole enorme di reazioni, assai vivaci, più che quadrupla rispetto a precedenti miei post molto significativi e importanti, che descrivevano grandi illeciti reali e dannosi per la società. Ho intercettato anche una sua traduzione in Polacco e una in Olandese, che suscitano dibattito in quelle lingue.
I caratteri più notevoli e frequenti di queste reazioni sono stati:
1)Sul piano della comprensione strutturale del post, è apparsa l’incapacità di distinguere la figura di me, che riferisco il racconto del medico, dalla figura del medico, che fa il racconto a me, ovvero l’attribuzione a me dell’affermazione che riferisco e fattami dal medico, con la conseguente esortazione a fornire le prove (di che?) e a “denunciare alla procura”.
2)Sul piano della comprensione del merito, moltissimi, anche persone intelligenti e istruite, nel leggere quel post hanno inconsapevolmente costruito nella propria mente una storia immaginaria, in cui un numero x di persone (qualcuno ha scritto “in massa”) sta morendo per effetto del vaccino (Astra Zeneca – trombosi) e i medici lo nascondono all’autorità di farmacosorveglianza, commettendo così un grave reato, indicato perlopiù come di “occultamento delle prove”, ma spesso non precisato. Queste numerose persone hanno palesemente proiettato sul testo pressoché vuoto del post le loro interne e intense paure, rabbie, frustrazioni, e la loro sete di vendetta. La massa è pronta a colpire il capro espiatorio che le verrà additato.
3)Sulla base della ‘comprensione creativa’ del testo, molti hanno affermato che io, come avvocato, avrei il dovere di denunciare il (supposto) delitto, e alquanti hanno dichiarato di aver riferito il mio post all’autorità giudiziaria affinché questa accerti chi sia il medico mio confidente e in che ospedale lavori. Uno ha espresso l’augurio che io possa essere condannato per procurato allarme o altri reati di questo tipo, senza riflettere sul dato di realtà che la prassi descritta nel post è quella corretta per un p.s., e che quindi non deve destare alcun allarme. Notevole è anche che quasi tutti gli indignati reclamino che sia qualcun altro a prendere le iniziative e ad esporsi denunciando, e che nessuno dichiari di voler denunciare i reali e gravi reati legati alla gestione della pandemia, che avevo segnalato in post precedenti.
4)Ricorrono altre due tipiche fallacie, che spesso osservo anche nella mia attività legale:
– l’idea che ad ogni condotta che il soggetto percepisca come immorale od offensiva corrisponda una fattispecie di reato, per la quale il soggetto, senza verificare nella legge, si inventa il nomen juris;
-e il convincimento che l’avvocato abbia una funzione pubblica di tutela delle legalità e che sia quindi tenuto non a rispettare il segreto professionale e la volontà del suo cliente, ma al contrario a denunciare all’autorità giudiziaria ogni possibile illecito di cui venga a conoscenza, anche contro la volontà del cliente.
5)Il giorno dopo, 9 Maggio, ho pubblicato un altro post, in cui sommariamente spiegavo l’illusione prodottasi dalla lettura del primo, e che in esso non era descritto alcun illecito, quindi niente c’era da denunciare; cionondimeno, l’emotività messa in moto con la lettura del primo post ha impedito, a quanto pare, la riflessione sull’occorso e il recupero del contatto col reale, mentre sono continuate, con grande impeto e livore, le invettive contro i medici “omertosi” e contro di me, pure “omertoso”; si sono accesi anche focosi diverbi tra i lettori che avevano capito e quelli che restavano nella loro illusione.
6)Alcuni pochi lettori, tra cui qualche psicologo, hanno invece colto subito il significato oggettivo del primo post, scrivendo che “non c’è la notizia” o cose simili. Altri lo hanno capito leggendo il post successivo. Di questi, alcuni mi hanno ringraziato, cogliendo l’effetto ‘risvegliante’ della mia comunicazione, intesa a far rendere i lettori accorti del rischio della distorsione comprensiva, in modo da immunizzarli contro le suggestioni della propaganda e della pubblicità – il che è pure lo scopo del saggio Neuroschiavi. Una lettrice, dopo aver riferito di aver capito, ha soggiunto che avrei dovuto scusarmi di aver tratto in inganno i lettori. Al che ho risposto che se qualcuno ci fa capire un nostro limite, tendiamo a prendercela con lui piuttosto che col limite, così salviamo la nostra autostima.
Superfluo fare commenti su quanto è labile l’adesione alla realtà della gran parte del popolo sovrano, e su quanto potenti siano i miraggi della mente.
11.05.21 Marco Della Luna