CARTABIA, BRUTTA RIFORMA
CARTABIA, BRUTTA RIFORMA
Da decenni si lamenta che in Italia non pochi giudici emettono sentenze di parte vuoi per corruzione, vuoi per affarismo in proprio, vuoi per affiliazione massonica o politica, vuoi per faziosità ideologica.
La recentissima riforma Cartabia del processo civile, celebrata come velocizzatrice dei processi, nella realtà, seguendo la mala linea della precedente riforma, facilita tutti questi abusi ed ostacola la difesa contro di essi, per le seguenti ragioni.
1)La riforma Cartabia stabilisce che tutti i processi civili, tranne alcuni ristrettissimi casi, siano trattati e decisi, in primo grado, da un giudice singolo, che potrà procedere “come riterrà opportuno”, cioè libero da tutte le regole di garanzia e trasparenza dell’attuale processo civile. Potrà motivare la sentenza molto succintamente.
2)La possibilità di ricorrere in appello e in cassazione contro le sentenze di primo grado viene ristretta e ostacolata, cioè si comprime il diritto di accedere alla giustizia.
3)Chi impugna le sentenza, se perde, viene sostanzialmente punito con multe salate, che si aggiungono alle tasse per l’impugnazione, alle spese legali proprie, al rimborso delle spese del vincitore, al risarcimento per aver osato impugnare: una incostituzionale intimidazione a subire il torto.
In questo modo i cattivi giudici possono, molto più tranquillamente di prima, usare i loro poteri per prendere mazzette, aiutare gli amici, colpire i nemici. Essi sono i veri beneficiari della riforma Cartabia – riforma che voglio credere sia stata frutto di alto idealismo e scarsa conoscenza di come vanno le cose fuori dal Mulino Bianco.
Per velocizzaare i processi bisognava invece togliere i magistrati dagli incarichi non giudiziari (ministeri, arbitrati) e adibirli a quelli giudiziari; mentre, per combattere la mala giustizia, bisogna consentire pienamente i due gradi di impugnazione delle sentenza, previsti dalla Costituzione, in modo che il giudice di primo grado, se malintenzionato, sappia che il suo operato sarà controllato da altri giudici, e che chi vorrebbe comperare da lui la sentenza sappia che questa potrà essere sgamata e corretta in appello o cassazione, e che quindi rischia di pagare e poi perdere il suo illecito acquisto.
08.01.21
Marco Della Luna