IPOCRISIA E RUSSOFOBIA
IPOCRISIA E RUSSOFOBIA
La politica, sia nazionale che internazionale, viene raccontata all’opinione pubblica in modo ingannevole, in termini molto censurati, idealistici e legalistici, che poco hanno a che fare con la realtà di ciò che viene fatto e gli scopi per cui viene fatto.
Coloro che detengono il potere politico (oggi sostanzialmente le élites finanziarie internazionali, le grandi famiglie bancarie) prendono le loro decisioni, comprese le guerre dirette e delegate, non certo per il bene comune, bensì allo scopo di aumentare i propri privilegi, il proprio potere e la propria ricchezza, a spese anche dei propri cittadini. Dalle guerre, come dalle crisi economiche e da quelle pandemiche, infatti, le classi dominanti escono sempre arricchite, e le classi dominate sempre impoverite, anche quelle dei paesi vincitori – si pensi alla I GM. Per loro, il popolo è strumento, materiale di consumo, carne da cannone. E le crisi sono opportunità di profitto, di speculazione; perciò non le evitano ma anzi spesso le provocano. Da ogni crisi bellica, economica e ora pure sanitaria, escono uscite più ricche e più potenti.
Anche se la morale e la legalità non c’entrano con le loro scelte, i decisori politici, ovviamente, controllando i mass media, danno a credere che le loro decisioni siano ispirate da motivi ideali, morali, di giustizia. Dipingono se stessi come tutori del bene, della civiltà, delle libertà, della democrazia, della legalità internazionale. Dipingono il nemico di turno come l’opposto di tali valori. Se dicessero la verità, la gente sarebbe poco disponibile a combattere, a morire, a subire bombardamenti, privazioni e supertassazioni per loro. Non ci sarebbe alcuna gloria. Cito Bertold Brecht: Quando si tratta di marciare, chi guida la marcia è il nemico. La voce che vi comanda è la voce del vostro nemico, Chi parla di nemico, quello è il nostro nemico, In battaglia, il vostro nemico sta dietro di voi.
L’anzidetto tipo di propaganda è naturalmente in opera anche in favore della partecipazione al conflitto russo-ucraino, rappresentato come una lotta difensiva di un soggetto buono, sovrano, democratico, contro uno cattivo, crudele, imperialista, e non come reazione a un’operazione trentennale espansionistica del capitalismo occidentale, il quale inoltre si arricchisce con la produzione degli armamenti e la speculazione sulle materie prime e l’inflazione, a danno dei suoi cittadini. Esisterà anche una contrapposta propaganda di Mosca, ma io non la conosco.
La rappresentazione in chiave emotiva e moralistica del conflitto suscita inevitabilmente sentimenti di odio verso la parte additata come cattiva. Sentimenti di odio reciproco si stanno sviluppando, non dal 24 febbraio scorso ma da prima del 2014, tra russi e ucraini. Se tra voi si trova qualche russo e qualche ucraino, raccomando loro di rinunciare a questo odio, nel loro stesso interesse, perché odiarsi tra popoli vicini danneggia entrambi. In Italia, nonostante l’impegno del governo e dei mass media, non si sta diffondendo un odio contro i Russi o la Russia; assistiamo invece a una curiosa polarizzazione tra coloro che hanno preso a odiare Putin come un tiranno sanguinario, e coloro che lo considerano un eroe o un santo votato a sconfiggere il nuovo ordine mondiale, cioè l’ordine dei cattivi padroni del mondo. Io non giudico Putin perché per giudicarlo bisognerebbe conoscere i suoi piani, e io non li conosco.
I popoli hanno sempre interesse ad evitare la guerra; ma è difficile per loro opporsi ai guerrafondai, perché essi decidono le guerre e altre crisi (finanziarie, commerciali, migratorie, ora anche pandemiche) per un proprio tornaconto, e hanno il potere di avviarle e di giustificarle, controllando i mass media. Ciò che i popoli possono fare, allora, è respingere il loro story telling mistificante e ipocrita, e non lasciarsi manipolare dalla loro campagna di istigazione all’odio verso altri popoli e di demonizzazione dei loro leaders. Il recente vertice Nato in Spagna si è concluso con la dichiarazione di impegno a difendere gli interessi e le libertà occidentali, ossia del capitalismo occidentale, in tutto il mondo. Ha cioè proclamato che useranno la forza militare a questo fine in modo sistematico, non solo contro la Russia. Bene, noi possiamo rispondere dicendo: vi abbiamo sgamati; quindi, caro Biden, cara Ursula, caro Stoltenberg, caro Di Maio, riprenditi il tuo story telling e mettitelo là, dove volevi metterlo a noi.
Passo ora ad analizzare brevemente la mistificazione della propaganda atlantista sul conflitto in Ucraina.
Primo: essa fa una censura della storia, in quanto presenta questo conflitto come iniziato il 24.02.22 e non come episodio di una competizione per il potere globale, che continua sin dalla guerra fredda. E si tace dei fatti del 2014, in modo che non si veda e non si capisca la continuità e concatenazione degli eventi, che iniziano, almeno nel dopo-URSS, con persecuzioni ed eccidii di russi residenti in Ucraina, soprattutto nel Donbass e a Odessa. Ricordo la ex premier Juljia Timoshenko che incitava a bruciare con armi atomiche tutti i russi.
In secondo luogo, la propaganda vuole spiegare il conflitto in termini di violazione di norme etiche e giuridiche, di buoni e di cattivi, mentre in politica ognuno si sforza di farsi percepire come rispettoso della legge e della morale, ma nessuno in politica si lega le mani col reale rispetto della legge e della morale. Se lo facesse, la sua capacità di azione e di competizione sarebbe ridotta ed egli verrebbe rapidamente sopraffatto dai concorrenti. Lo diceva già Niccolò Machiavelli oltre 500 anni or sono. E in effetti anche le potenze occidentali, USA in testa, hanno sempre e regolarmente violato le norme legali e morali per perseguire la loro politica di potenza e profitto economico. Pensate solo all’Iraq: per mettere mano sul suo petrolio, costruirono false prove di armi di distruzione di massa, di legami con Al Quaida, con l’attacco alle Torri Gemelle. Dopo l’invasione, si scoprì che le prove erano false, ma il petrolio iraqeno è rimasto sotto controllo USA, come pure il business della ricostruzione. Mission accomplished. E pensate anche ad altre guerre illegittime, condotte a fini di potere geostrategico, contro Serbia, Afghanistan, Libia. Insomma, nessuno è legittimato a giudicare gli altri, perché il più sano ha la rogna. La politica internazionale si fa così.
In terzo luogo, la presentazione mediatica della crisi ucraina si basa sull’assunto che l’Ucraina sia un paese indipendente e sovrano. Non lo è, come non lo è l’Italia, che, 75 anni dopo la fine della II GM, è ancora occupata da oltre 100 basi USA e in politica estera obbedisce ciecamente agli USA, partecipando a guerre di aggressione, del tutto incostituzionali, come quelle contro Serbia, Libia, Iraq, anche contro il proprio interesse, come avviene con le stesse, attuali sanzioni antirusse, che nuociono molto più all’Italia che alla Russia. L’Ucraina è un paese vassallo, o satellite, degli USA. E Zelensky non è un eroe della libertà, è un personaggio costruito da Washington, e arricchito da Washington. Ma in realtà neanche gli USA sono indipendenti e sovrani, perché i fili della politica li tirano oggi coloro che tirano quelli della moneta, del credito e del rating, ossia la grande finanza, le grandi famiglie dinastiche bancarie, nel senso che i governi e i parlamenti devono seguire le loro direttive, fare le loro riforme, altrimenti quelle tagliano il rating e non comperano i titoli del debito pubblico, sicché i bilanci saltano. Ne consegue che gli stati oggi rappresentano la grande finanza, non i popoli.
In quarto luogo, la presentazione mediatica della crisi ucraina si basa sull’assunto che esistano paesi democratici, come noi e l’Ucraina, e paesi non democratici, come la Russia. In realtà la democrazia, ossia il governo dal basso, non esiste, tutti i paesi sono dominati da oligarchie detentrici delle ricchezze, del potere, delle tecnologie, dei mass media, anche se alcuni regimi sono più permissivi e meno brutali, e altri più autoritari e violenti. Nel mondo reale, per ‘democrazia’ si intende che il popolo viene portato ad accettare ciò che viene deciso dai governanti, spesso a porte chiuse, da soggetti non eletti e non responsabili né politicamente né giuridicamente, come dichiaratamente avviene nella UE e nella BCE. In quanto all’Ucraina, il regime di Zelenski, già prima del 24 febbraio, aveva sciolto diversi partiti di opposizione e limitato sostanzialmente la libertà di stampa, quindi si connotava come autoritario e illiberale più o meno come viene descritto quello di Putin.
La russofobia verrà sempre più intensamente coltivata da una strategia che mira a neutralizzare come competitor globale la Russia per organizzare un mondo unipolare, che non sarà, anzi già non è, un mondo con i caratteri storici dell’Occidente, ossia libertà e dignità dell’individuo, stato di diritto, pluralismo, garanzie, partecipazione. Si sta già strutturando come un mondo orwelliano, transumano, di azzeramento dei predetti caratteri europei, di controllo e manipolazione tecnocratica delle persone ridotte a cose. L’implementazione dello stato orwelliano è guidata dalla Cina, con la sua sorveglianza biometrica e il suo sistema di punteggio sociale di obbedienza. E col commercio di organi espiantati ai detenuti. L’UE segue a ruota, con la sua identità digitale, l’abolizione del contante, il tracciamento di tutto e tutti, il controllo sulle informazioni. Questo è il futuro che ci preparano i nostri leaders sedicenti democratici. Questo ìè il vero pericolo.
Vedo una caratteristica comune ai popoli russo e ucraino. Una caratteristica che li unisce, e che si oppone profondamente alla politica orwelliana di riduzione delle persone a cose senza individualità e senza storia. Una caratteristica radicata nella religiosità di una buona parte di loro. Un mio amico, Mario Marchisio, di Torino, poeta e teologo, circa 10 anni fa era deluso dallo svuotamento spirituale e dottrinale della chiesa cattolica e dalla sua deviazione morale. Lo indirizzai alla chiesa russo- ortodossa di Torino, dove avevo un’amica. Là Mario mi ha riferito di aver trovato ciò di cui era alla ricerca: un percorso di purificazione ed elevazione, vita comunitaria, ricca dottrina, e soprattutto il senso della comunione e partecipazione attiva con l’Assoluto, con Dio, e della sua presenza indefettibile, liberatrice e dignificante in ogni uomo. Questo tipo di coscienza, che oggi l’Occidente materialistico vuole spegnere, è incompatibile col progetto transumanista, di totale manipolazione dell’uomo. E l’uomo che vive se stesso come unito all’Assoluto, non è piegabile a quel progetto.
Discorso tenuto a Bergamo il 16.07.22
Marco Della Luna