MORIRE PER MAASTRICHT, CON ENRICO LETTA E L’EUROGENDFOR

 

MORIRE PER MAASTRICHT, CON ENRICO LETTA E L’EUROGENDFOR

IL MATRIMONIO TRA PARTITOCRAZIA E POTERI FORTI PORTERA’ MISERIA E REPRESSIONE VIOLENTA

Obbedienza a Maastricht fino alla morte: parola di Enrico Letta

Rieleggere Napolitano al Colle e puntare decisi a legittimare con una riforma costituzionale il presidenzialismo di fatto, svuotando di poteri e dignità il parlamento in favore della Commissione Europea, della BCE e del Quirinale, serve appunto a questo. E’ stata subito confermata la linea (pseudo)neoliberista e fiscalista, gli uomini del Bilderberg, del FMI e dell’UE sono i primi a congratularsi. 

E Napolitano, col plauso di quasi tutti, incluso Berlusconi, incarica di formare il governissimo “senza alternative” l’on. Enrico Letta, che, come economista e come politico, è assolutamente improponibile per il ruolo di premier, dato ciò che ha fatto, ciò che è stato e ciò che è tuttora. Però si capisce anche perché e per cosa  è stato scelto…

Cresciuto nella scuola economica di Andreatta (autore di quella riforma monetaria che gettò il debito pubblico italiano nelle grinfie della vorace speculazione internazionale, facendolo raddoppiare in rapporto al pil nel giro di pochi anni) nonché di Prodi (autore, con Draghi, della deregulation bancaria del 1999, che ha consentito alle banche di giocare nella bisca dei mercati speculativi coi soldi dei risparmiatori); di Prodi fu anche sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Enrico è inoltre membro di organismi di area Rockefeller ( Aspen Institute, Trilateral Commission), frequentatore del Bilderberg, ossia dei fari illuminanti della finanziarizzazione, della liberalizzazione (o pseudo-liberalizzazione, se consideriamo che la fiscalizzazione dei danni da frode non rientra certo nel liberalismo), della globalizzazione dell’economia e del mondo intero. Coerentemente con questa linea di ingegneria finanziaria e sociale, Enrico Letta, già membro della commissione per l’Euro 1994-1997, ha persino scritto un libro intitolato: “Euro sì. Morire per Maastricht”, Laterza 1997, in cui afferma che vale la pena di morire per l’Euro e Maastricht come nel 1939 valeva la pena di “morire per la Polonia” e che …non c’è un Paese che abbia, come l’Italia, tanto da guadagnare nella costruzione di … una moneta unica….” (2) e…”abbiamo moltissimi imprenditori piccoli e medi che … quando davanti ai loro occhi si spalancherà il grandissimo mercato europeo, sarà come invitarli a una vendemmia in campagna. E’ impossibile che non abbiano successo…il mercato della …moneta unica sarà una buona scuola. Ci troveremo bene… (3) ” (Fonte: Perché hanno messo Enrico Letta? in www.cobraf.com)24.04.2013.

Quindi Letta, come economista e come partecipe delle istituzioni di ambito monetario, o non capiva dove si stava andando – e allora è un pessimo economista – oppure voleva che le cose andassero così – e allora era ed è in palese conflitto di interessi con l’intera nazione. In realtà, egli non solo non aveva avvertito verso che cosa si andava con Maastricht, col blocco dei cambi, coi vincoli di bilancio, con la deregulation bancaria – non solo non aveva lanciato l’allarme, ma ha sempre spinto in quella direzione, e ha professato un’obbedienza rigida, fino alla morte, verso quelle illuminate riforme, anzi pare abbia addirittura contribuito a pianificarle.

Siamo seri: come si fa a non sapere che, se si blocca l’aggiustamento dei cambi tra alcuni paesi imponendo una moneta unica, e li si priva degli strumenti monetari macroeconomici (regolazione del money supply, fissazione dei tassi), inevitabilmente si generano squilibri della bilancia dei pagamenti che crescono fino a determinare lo svuotamento di capitali e industrie e lavoratori qualificati a danno dei paesi meno competitivi e a vantaggio di quelli più competitivi, aumentando irreversibilmente anziché annullare il divario tra gli uni e gli altri, a meno che non si costituisca e si faccia funzionare un governo federale con un bilancio federale che provveda alla redistribuzione dei surplus? e come fa a non sapere che una banca centrale unica, per giunta privata della facoltà di finanziare i singoli Stati, e avente l’unico fine istituzionale di proteggere il potere di acquisto della moneta? Non è credibile che l’enfant prodige Enrico non sapesse queste cose e neppure leggesse quegli economisti normalmente dotati e normalmente liberi che lo preannunciavano. Perciò quando scriveva “morire per Maastricht” non poteva non avere in mente questo esito infausto particolarmente per l’Italia.

Quindi diffidenza radicale verso di lui, non solo come economista, ma anche come statista, come cristiano, come uomo di sinistra. Come uomo tout court.

“Tutto ciò che fa il parlamento è democratico” rassicura Stefano Rodotà, candidato dal M5S, dall’alto delle sue laute e meritate rendite pubbliche, dimenticando di precisare:. “Soprattutto se quel parlamento è un parlamento di nominati, nominati da non più di venti persone delle segreterie/cda dei partiti”.

 

La partitocrazia poteva salvarsi solo garantendo gli interessi dei poteri forti internazionali sull’Italia.

Napolitano già nel 2006 aveva apposto la sua firma accanto a quella del premier Prodi, sulla riforma dello Statuto della Banca d’Italia, riforma reclamata da Draghi per legittimare la piena proprietà privata della stessa Banca d’Italia. Che poi si è mossa o non mossa come abbiamo visto nel caso MPS. Anche quella è stata un’avanzata privatizzazione di un potere pubblico sovrano, quello monetario.

Napolitano, nel novembre del 2011, su richiesta della Merkel e di altri, aveva sostituito Monti a Berlusconi, e poi ha sostenuto vigorosamente tutta la politica finanziaria ed economica di Monti, pur vedendo i disastri che essa cagionava al Paese, nella sua obbedienza alle prescrizioni della Germania.

Napolitano, da ultimo, ha concesso la grazia all’agente della CIA, col Joseph Romano, già condannato, che rapì, su suolo italiano, Abu Omar, per farlo torturare in Egitto – l’ha concessa senza che nemmeno Romano dovesse disturbarsi per richiederla.

Napolitano il 24.04.13 ha dato l’incarico di formare il nuovo governo a Enrico Letta, PD,, economista della scuola di Andreatta e di Prodi (autori, come abbiamo visto, delle riforme più perniciose per il paese, già sottosegretario alla presidenza del consiglio sotto Prodi, dirigente dell’Aspen Institute Italia, frequentatore del Gruppo Bilderberg, membro della Trilateral Commission – tutti organismi di segno neoliberista, legati alla grande finanza apolide, e propugnatori dei progetti illuminati della migliore cultura massonica.

Molti sentivano il bisogno di un presidente della Repubblica che facesse gli interessi del popolo rispetto a quelli del capitalismo privato, e dell’Italia rispetto a quella degli stranieri. Sono stati frustrati.

Ora a Napolitano si conferma, all’interno, la richiesta di farsi da garante della coesione della partitocrazia necessaria alla tutela degli interessi della partitocrazia stessa; e, dall’esterno, di farsi garante della obbedienza dell’Italia alle potenze dominanti, e a una politica economico-finanziaria suicida, che avvantaggia il capitalismo bancario straniero a danno degli italiani.

E’ a questa richiesta che si deve il suo successo e la sua ri-elezione, a questa capacità di duplice e congiunta garanzia, di giunzione tra gli interessi forti esterni e quelli sempre meno forti interni, che gli assicura il sostegno “delle cancellerie che contano”?

In ogni caso, sia chiaro che non intendo esprimere un giudizio politicamente o moralmente negativo su Napolitano: il ruolo che egli svolge sicuramente non è esaltante, i suoi atti sopra ricordati nemmeno, ma probabilmente l’uno e gli altri non sono una scelta sua, derivano ineluttabilmente dai vincoli gravanti sull’Italia nel contesto e nella gerarchia internazionale. Non è improbabile che Napolitano per primo deplori ciò che è costretto a fare, e che stia cercando di limitare le sofferenze degli italiani nel corso di un processo che non ha avviato e che non può arrestare.

 

Confermata la policy recessiva: quindi aspettiamoci agitazioni popolari e prepariamoci alla violenza di Stato e dell’Unione Europea

La partitocrazia, traballante per la sua delegittimazione e i disastri delle sue scelte, rinuncia a ogni finzione di cambiamento invocato dalla gente, modifica come e quanto serve la costituzione, e si prende qualche mese aggiuntivo ricompattandosi e mummificandosi. Ha un anno e mezzo al massimo, per realizzare due cose:

-o rilegittimarsi attraverso un rilancio dell’economia e dell’efficienza del sistema paese;

-oppure allestire un apparato autocratico di repressione e di intimidazione poliziesche con cui domare l’inevitabile rabbia di popolo, che potrebbe sfociare nella prima rivoluzione italiana (la quale sarebbe anche la prima azione collettiva unificante e fondatrice di una unità nazionale italiana, sinora n on realizzatasi).

Qualcuno pensa che, fra altri sei mesi di peggioramento economico quale stiamo avendo da anni, si potrà governare gli italiani col loro consenso e con le buone, senza ricorrere alla violenza di Stato? Ricordo che in Italia la ragion di Stato è ricorsa alle stragi terroristiche per delegittimare il dissenso radicale su temi socio-economici in altri periodi critici.

Vorrei poter pensare che un governissimo di scopo, o un governo di unità e salvezza nazionali, possa rilanciare l’Italia, forte della straordinaria ampiezza della sua maggioranza; e non posso escludere, onestamente, che sia questo il disegno anche di Napolitano, oltre che dei capi di Pd. Pdl, Scelta Civica. Ma non lo credo proprio.

Purtroppo, però e per ora, la continuazione sulla linea del rigore suicida è stata confermata, il programma dei partiti in campo e quello dei Dieci saggi è risibile in rapporto ai problemi economici, e del resto gli strumenti per una diversa politica finanziaria  mancano, essendo stata ceduta la sovranità non solo monetaria, ma anche fiscale e finanziaria, ed essendo stato eretto a norma costituzionale il dogma monetarista Inoltre, ai partiti manca la competenza tecnica-economica e i loro uomini sono specializzati e selezionati nel senso che sappiamo; infine, le larghe intese sono automaticamente spartitorie.

Gli strumenti per la seconda soluzione, la soluzione repressiva, invece, ci sono tutti, grazie al MES, al Trattato di Lisbona e all’Eurogendfor, che è il corpo di polizia antirivolta europea, approvato da tutto il parlamento il 09.03.10, composto esclusivamente di corpi militari e non civili, sottratto alla normale responsabilità e giurisdizione, e per ora senza limitazioni nei tipi di armi che può usare contro i civili – vedi gas e armi elettromagnetiche e acustiche più o meno subletali.E’ sostanzialmente un corpo di polizia quasi-militare straniero che il Cimin, comitato dei ministri degli interni europei, farà invitare dai governi sul cui territorio vi siano tensioni sociali, specialmente dovute a proteste popolari contro le misure economiche e fiscali imposte a tutela della grande finanza, come già avvenuto in Grecia.

Non è un esercito comune e paritario dei popoli europei, creato per difendersi da possibili attacchi esterni. E’ l’esercito dei banchieri e dei paesi creditori, creato per tener sottomessi i popoli debitori e farli pagare e prendergli i risparmi e i redditi4.

Immaginatevi reparti di polizia militarizzata formati di tedeschi mandati contro una sommossa popolare di italiani disperati e rovinati dalle politiche finanziarie fatte in obbedienza a Berlino e nel suo interesse. Militari tedeschi che vedono gli italiani come gente con poca voglia di lavorare e molta di sprecare, che minaccia il loro benessere e la loro egemonia. Militari tedeschi che sanno che, per ciò che faranno, non saranno soggetti a giudici italiani. Militari tedeschi che sanno che il governo italiano dipende dal sì tedesco per poter continuare a sostenere il proprio debito pubblico. Quanti scrupoli avranno, a tirare il grilletto? E quelli che hanno firmato l’adesione o sottomissione dell’Italia a questa Eurogendfor sono tra coloro che vanno solennemente a commemorare Marzabotto, S. Anna di Stazzema e le fosse Ardeatine…   Da “Morire per Maastricht” a “Uccidere per Maastricht!” L’Italia neorepubblichina fa leggi per legittimare chi la dovrà occupare.

Insomma, sapendo che l’economia italiana non ripartirà, soprattutto con la linea di austerità che è già stata riconfermata, è ovvio che il governo delle larghe intese avrà come asse portante, oltre all’attacco al risparmio, alla residua ricchezza degli italiani, l’organizzazione di un forte apparato autoritario e repressivo, iniziando con un adeguato battage mediatico preparatorio, che lo giustifichi moralmente.

“Il dissenso può essere espresso solo nelle forme della legalità”, continua la rassicurazione di Rodotà, dall’alto dei suoi redditi e della sua autorevolezza di sinistra. Ma che fare se le forme della legalità vengono svuotate e calpestate dal palazzo che difende i suoi interessi contro quelli di un popolo che non rappresenta, anzi tradisce? Emigrare o insorgere, o aspettare che la schifezza marcisca del tutto e cada da sé? I miei lettori sanno che io raccomando l’emigrazione e sono convinto che gli italiani siano incapaci di una ribellione politica – e proprio per questo i politici italiani possono permettersi di fare ciò che fanno. Con i francesi, gli inglesi o gli americani, non si azzarderebbero.

XXV Aprile 2013  Marco Della Luna

1) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
2) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
3) http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/04/Morire_per_Maastricht_sacrifici_porteranno_co_0_97060411003.shtml
4)http://www.golemxiv.co.uk/2011/10/foreign-riot-police-now-operating-in-greece/

 

 

 

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18 risposte a MORIRE PER MAASTRICHT, CON ENRICO LETTA E L’EUROGENDFOR

  1. E’ importante che, pure in una fase di innegabile difficoltà per la finanza pubblica, le esigenze di sostegno e di supporto delle persone con disabilita’ e dei loro familiari non siano sottovalutate, perchè proprio in questa periodo di crisi, nel quale tanti cittadini italiani sono chiamati ad affrontare nuovi problemi, questa parte della nostra cittadinanza deve sommare i nuovi problemi agli antichi.

  2. « […] stavo studiando diritto della navigazione , andai in biblioteca e un impiegato mi disse: «Lei non ha niente di meglio da fare?». Io mi seccai un po’. Qualche giorno dopo mi chiama Spataro , che era stato presidente molti anni prima, e stava riorganizzando la Democrazia Cristiana , e ci ritrovo quel signore dei libri che mi dice: ” De Gasperi vuole il suo nome”. […] De Gasperi io non lo conoscevo. Mi venne detto: “Vieni a lavorare con noi”. Allora ho cominciato, e non era affatto nei miei programmi. Poi, si sa, la politica è una specie di macchina nella quale se uno entra non può più uscirne.

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  6. Francesco Di Meco scrive:

    Analisi meravigliosa, esaustiva, ma soprattutto coraggiosa. Condivido ogni sua parola, sapendo che il problema non è di oggi, ma di sempre; come dimenticare le due guerre mondiali provocate per difendere i poteri forti e l\\\\\\\’usura, come dimenticare che Ezra Pound fu rinchiuso in manicolmio criminale solo per aver lottato contro l\\\\\\\’usura, come dimenticare lo stragismo di stato, come dimenticare i \\\\"traditori al potere\\\\" da sempre.
    Però non condivido la soluzione dell\\\\\\\’emigrazione; abbiamo il dovere di lottare per restituire la speranza ai giovani.
    Organizziamoci in una formazione politica che si ispiri alla Dottrina Sociale Cristiana e scendiamo in campo, divulghiamo la necessità di riprenderci la sovranità monetaria e poi sia quello che sia, ma se qualcuno deve sacrificarsi è bene che non siano le nuove generazioni; è ora che gli ex sessantottini di sinistra e di destra tentino in prima persona di sanare il male che hanno contribuito a realizzare abbandonando la politica e lasciando gestire ai peggiori, i servi dei banchieri, come direbbe Giacinto Auriti.
    La divina provvidenza ci ha regalato Papa Francesco; con lui potremmo abbattere il cinico capitalismo come Papa Woitila ha abbattuto il comunismo

  7. Francesco Di Meco scrive:

    Analisi meravigliosa, esaustiva, ma soprattutto coraggiosa. Condivido ogni sua parola, sapendo che il problema non è di oggi, ma di sempre; come dimenticare le due guerre mondiali provocate per difendere i poteri forti e l\\\’usura, come dimenticare che Ezra Pound fu rinchiuso in manicolmio criminale solo per aver lottato contro l\\\’usura, come dimenticare lo stragismo di stato, come dimenticare i \\"traditori al potere\\" da sempre.
    Però non condivido la soluzione dell\\\’emigrazione; abbiamo il dovere di lottare per restituire la speranza ai giovani.
    Organizziamoci in una formazione politica che si ispiri alla Dottrina Sociale Cristiana e scendiamo in campo, divulghiamo la necessità di riprenderci la sovranità monetaria e poi sia quello che sia, ma se qualcuno deve sacrificarsi è bene che non siano le nuove generazioni; è ora che gli ex sessantottini di sinistra e di destra tentino in prima persona di sanare il male che hanno contribuito a realizzare abbandonando la politica e lasciando gestire ai peggiori, i servi dei banchieri, come direbbe Giacinto Auriti.
    La divina provvidenza ci ha regalato Papa Francesco; con lui potremmo abbattere il cinico capitalismo come Papa Woitila ha abbattuto il comunismo

    • admin scrive:

      A Di Meco Grazie m iulle per le Sue lodi. In quanto a Papa Francesco, sa comunicare molto bene e creare una certa impressione; la sostenza e il suo vero intendimento, però, non li conosciamo. Non credo che nella Compagnia di Gesù si faccia carriera con la spointaneità… 🙂

  8. Francesco Di Meco scrive:

    Analisi meravigliosa, esaustiva, ma soprattutto coraggiosa. Condivido ogni sua parola, sapendo che il problema non è di oggi, ma di sempre; come dimenticare le due guerre mondiali provocate per difendere i poteri forti e l\’usura, come dimenticare che Ezra Pound fu rinchiuso in manicolmio criminale solo per aver lottato contro l\’usura, come dimenticare lo stragismo di stato, come dimenticare i \"traditori al potere\" da sempre.
    Però non condivido la soluzione dell\’emigrazione; abbiamo il dovere di lottare per restituire la speranza ai giovani.
    Organizziamoci in una formazione politica che si ispiri alla Dottrina Sociale Cristiana e scendiamo in campo, divulghiamo la necessità di riprenderci la sovranità monetaria e poi sia quello che sia, ma se qualcuno deve sacrificarsi è bene che non siano le nuove generazioni; è ora che gli ex sessantottini di sinistra e di destra tentino in prima persona di sanare il male che hanno contribuito a realizzare abbandonando la politica e lasciando gestire ai peggiori, i servi dei banchieri, come direbbe Giacinto Auriti.
    La divina provvidenza ci ha regalato Papa Francesco; con lui potremmo abbattere il cinico capitalismo come Papa Woitila ha abbattuto il comunismo

  9. Francesco Di Meco scrive:

    Analisi meravigliosa, esaustiva, ma soprattutto coraggiosa. Condivido ogni sua parola, sapendo che il problema non è di oggi, ma di sempre; come dimenticare le due guerre mondiali provocate per difendere i poteri forti e l’usura, come dimenticare che Ezra Pound fu rinchiuso in manicolmio criminale solo per aver lottato contro l’usura, come dimenticare lo stragismo di stato, come dimenticare i “traditori al potere” da sempre.
    Però non condivido la soluzione dell’emigrazione; abbiamo il dovere di lottare per restituire la speranza ai giovani.
    Organizziamoci in una formazione politica che si ispiri alla Dottrina Sociale Cristiana e scendiamo in campo, divulghiamo la necessità di riprenderci la sovranità monetaria e poi sia quello che sia, ma se qualcuno deve sacrificarsi è bene che non siano le nuove generazioni; è ora che gli ex sessantottini di sinistra e di destra tentino in prima persona di sanare il male che hanno contribuito a realizzare abbandonando la politica e lasciando gestire ai peggiori, i servi dei banchieri, come direbbe Giacinto Auriti.
    La divina provvidenza ci ha regalato Papa Francesco; con lui potremmo abbattere il cinico capitalismo come Papa Woitila ha abbattuto il comunismo

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  13. ahfesa scrive:

    @Robert – link fondazione La Malfa

    Vero, difatti gli USA hanno da tempo scoperto che il loro breve tempo della monocrazia é finito ed al posto dell`URSS devono fare i conti con i cinesi (di fatto immuni da una guerra atomica causa popolazione miliardaria e con un tasso di crescita più che doppio del loro) e nel futuro prossimo la rinata Russia, sempre autocratica e custode di riserve vitali di materie prime.

    Per questo l`Europa ha perso la sua funzione strategica di contenimento ed é diventata solo un mercato da sfruttare e da poter infeudare ad un affidabile vassallo, con enorme, ma solo apparente, risparmio di costi.

    Ma ahimé i tedeschi, il vassallo prescelto, rifiutando i britannici e non essendo idonei i francesi, hanno un virus speciale. Esso si iberna (ma sempre esiste) solo con la divisione politica della Germania. Una volta uniti i tedeschi nello spazio di una generazione diventano pangermanisti e revanchisti di comodo. E sfortunatamente tale virus si adegua a qualsiasi forma di governo da loro vigente. Persino quello retto dalla costituzione scritta, con intenti ovviamente opposti, dagli stessi alleati, dopo aver raso al suolo il paese.

    Ne consegue che é a mio modesto avviso ridicolo e pericolosissimo credere in una “Europa politicamente unita” a guida tedesca. Inevitabilmente ne sortirà il IV Reich dove il nuovo medioevo di austerità, violenza e sopraffazione, non sarà stato imposto con le panzerdivisionen, bensì con più sottili, ma egualmente micidiali strumenti, quali l`euro, l`ESM e via discorrendo.

    E come già accaduto due volte nella storia recente, coloro i quali hanno chiamato “emeriti statisti” i portatori di dette teorie, anche fingendo di ignorare l`evidente intento predatorio, sono stati duramente disingannati e sono stati necessari spaventosi sacrifici, non solo economici, per riequilibrare la situazione.

    Noi stiamo a grandi passi procedendo su cotale spaventosa via. Anzi lo facciamo suon di musica, consegnandoci al boia danzando. Come del resto sembra si facesse in certi luoghi di villeggiatura, appunto ideati dalla fertile mente germanica, nei quali si entrava per i cancelli e si usciva per i camini.

    No, il 25 aprile non é morto, anzi é monito quanto mai oggi attuale!

  14. Robert scrive:

    segnalo anche questo :

    http://www.fulm.org/articoli/politica-estera/cari-tedeschi-idea-europa-unita

    “Lettera agli amici tedeschi e italiani” di Paolo Savona.

  15. Robert scrive:

    ottima sintesi . concordo sul fatto che l’intervento violento e la repressione non saranno necessari perchè appunto in italia non ci sono le condizioni per un ribellione
    e comunque la gente è troppo poco informata

    è probabile che nel medio termine la germania stessa decida di secedere e uscire dall’euro per non distruggere completamente le economie di paesi mercati di sbocco del suo apparato produttivo come italia e spagna (impoveredoli e colonizzandoli
    in modo sostanziale assorbendo il tessuto produttivo italiano ,assieme a francia e grandi fondi usa e arabi , ma senza ridurli a paesi in via di sviluppo^
    come fatto in grecia) questa è una tesi di alberto bagnai
    ma non credo possa avvenire prima di 6 o 7 anni
    il nuovo partito antieuro di henkel e lucke sembra avere comunque molti consensi …anche se le prossime elezioni le rivincera’ la merkel quasi sicuramente…
    Che il dibattito sulla zona euro e in eu sia piu’ vivo in germania-il principale beneficiario- che in italia , dopo beppe grillo e m5s stanno suffocando l’argomento dopo averlo in parte usato per raccogliere consenso alle elezioni , è significativo…
    s
    segnalo amarco della luna e ai lettori questo sito
    http://www.orizzonte48.blogspot.it/

    che con cobraf e altri è complementare alla discussione che svolgiamo qui

  16. ahfesa scrive:

    Caro Avvocato,

    ha detto cose che oramai in moltissimi sanno e sentono sulla loro pelle, magari con minore dottrina e conoscenza teorica.

    E ovvio che nella presente situazione chiunque sia posto alla guida del paese, con poteri reali operativi, non possa che essere persona di stretta fiducia EU/FMI/Berlino e circoli finanziari e di potere di ultima istanza che animano dette istituzioni.

    E come dicevo nel post precedente é sicuro, dato l`inevitabile effetto predatorio e depauperante per le classi medie e subalterne di quanto verrà in concreto attuato dai “nuovi” capi, che sarà indispensabile passare dalla repressione di sola polizia tributaria a quella di polizia politica più o meno segreta ed armata.

    Con buona pace della costituzione, dello stato di diritto e dei diritti civili, oramai svuotati di contenuto pratico, almeno per ciò che concerne le classi senza reale potere.

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