COMUNICATO N. 5: QUARANTENA PEGGIORE DEL VIRUS
COMUNICATO EUROVIRUS N. 5
QUARANTENA PEGGIORE DEL VIRUS
Le misure di contenimento del contagio ne uccidono e ne uccideranno molti più di quanti ne salvano, anche in ambito globale. Urge tornare alla normalità produttiva.
Se lo scopo ultimo è ridurre al minimo il numero dei decessi con un uso razionale delle risorse disponibili, e non quello di ridurre la sovrappopolazione mediante morte per malattia e morte per rovina economica, allora siamo completamente fuori strada.
Non sappiamo quanti decessi in più rispetto alla media stia causando o concausando il corona virus, ma sappiamo che sono percentualmente pochissimi rispetto ai 600.000 morti in media annuale in Italia; non sappiamo quanti contagi siano evitati dalle misure antivirus, ma se la diffusione del virus è, come pare, al 60-70% della popolazione, e ancor più se l’epidemia dopo il picco ritorna da altre aree del mondo, allora queste misure sono inutili ma, al contempo, il tasso di letalità reale del virus si rivela minimo.
Sappiamo per contro con certezza che le attuali misure antivirus stanno precipitando l’economia italiana e mondiale in una tremenda recessione, e che le gravi recessioni causano moltissimi morti per fame, sete, scarsa sanità, suicidi, delitti, conflitti.
Le misure anticontagio vanno quindi a causare molti più morti di quante ne evitino, mentre senza tarpare l’economia sarebbe possibile ridurre enormemente i morti per malattia e migliorare la salute generale mediante misure di cui però neppur si parla: sono le misure per ridurre le principali cause di malattia e morte: quelle vascolari, respiratorie, metaboliche. Intervenendo lì, si avrebbe il massimo risparmio di morti a parità di costi.
Ma, ripeto, qual è lo scopo: abbassare la mortalità e migliorare la salute collettiva, oppure risolvere il problema ecologico aumentando la mortalità e sabotando la salute collettiva? Gli effetti di molte decisioni governative vanno oggettivamente in questa seconda direzione.
Da 4 settimane ormai in Italia l’economia è mezza bloccata, i lavoratori autonomi sono quasi tutti a casa, i datori di lavoro chiudono e licenziano, la domanda interna crolla, la produzione segue assieme agli investimenti e ai redditi, quindi crolla anche la capacità di pagare i debiti e le tasse, debiti e tasse sui quali poggiano i titoli finanziari pubblici e privati, diretti e derivati, e tutto il sistema bancario: è partita una spirale che si autoalimenta trascinando verso il basso tutta la società, su scala mondiale. E’ questa la possibile fine della globalizzazione, ma anche di centinaia di milioni di uomini, altro che corona virus. Ci saranno rivolte, quindi la legge marziale, la sorveglianza elettronica, per reprimerle. E la ripartenza non avrà la spinta delle ripartenze dopo le guerre, quella data dalla ricostruzione materiale. E non illudetevi che l’iniezione di migliaia di miliardi di prestiti possa far altro che ritardare il disastro e diluirlo nel tempo a quando saranno da pagare capitali interessi.
Si dovrebbe invece intervenire ieri con l’unico mezzo in grado di impedire che la spirale depressiva parta, ossia con la moneta positiva o Vollgeld: la moneta emessa direttamente dallo Stato senza contrazione di debito (biglietti di Stato) e distribuita direttamente ai consumatori e alle aziende non finanziarie a titolo di indennizzo. Ma non lo si fa, si vuole proteggere il monopolio privato della produzione di moneta-debito dei banchieri che reggono le fila della politica, soprattutto di quella eurogermanica. Altro che vite umane.
Infatti, lungi dall’imparare da Trump, che crea 2000 miliardi di dollari per la gente e le imprese, e assume la direzione dell’economia statunitense per tenerla a galla, Giuseppe Conte, ieri, dopo il nuovo Nein della Merkel (“ce lo nega l’Europa”), ha rinviato tutto di altre due settimane – altre due settimane: vuole essere proprio sicuro di ammazzare per bene l’economia italiana, di spingere la gente all’esasperazione e all’assalto ai supermercati, per avere il pretesto di introdurre nuove restrizioni della libertà e controlli elettronici a tappeto, e magari di far intervenire l’Eurogendfor. Così si va ad eliminare i piccoli esercizi commerciali e artigianali per far spazio di mercato alle grandi catene straniere di supermercati, bar e ristoranti, che poi assumeranno gli ex negozianti e artigiani a 600 euro al mese. Ce lo chiede l’Europa. Se Conte avrà successo in questo, lo premieranno, come Prodi, con la presidenza della Commissione Europea?
Che cosa fare, al contrario, dopo aver scacciato Conte, oltre a introdurre la moneta positiva?
Visto che le misure anticontagio sinora adottate non producono un sostanziale abbassamento dei morti, e che quindi chiaramente si basano su una erronea comprensione del problema, aboliamole, lasciamo che l’economia riviva e produca la ricchezza necessaria a pagare un buon servizio sanitario nazionale e abbattere l’inquinamento.
Per arginare e prevenire la polmonite virale e in generale le maggiori cause di malattia, introduciamo misure diverse:
1) isoliamo accuratamente i soggetti a rischio (per età, per malattia, per effetto di farmaci e vaccini), e solo quelli;
2)proibiamo la prima causa di morti e malattie polmonari, ossia il consumo e lo spaccio di tabacchi (90.000 morti all’anno);
3)chiudiamo gli impianti che emettono le polveri sottili che facilitano l’ammalamento, ossia termocombustori, fonderie, acciaierie, vetrerie (finché non siano filtrate anche tutte le polveri che ora sono autorizzate) (Wuhan, Brescia e Bergamo hanno in comune questo fattore) (il dr S. Montanari lo spiega da anni);
4)sospendiamo o limitiamo l’uso di quei farmaci e di quei vaccini che risultano facilitare l’infezione sovraesponendo i recettori cellulari a questo virus;
5)disattiviamo tutti gli impianti 5G (Wuhan, Brescia e Bergamo hanno in comune un’intensa presenza di 5G, già proibito in Svizzera): il virus pare sia attivato da quelle radiofrequenze, come altre sostanze tossiche;
6)rafforziamo a tappeto le difese immunitarie cominciando dall’alimentazione, dagli integratori alimentari, dalle vitamine D e C, dalla proibizione degli ingredienti diabetizzanti, obesizzanti, cancerogeni (zuccheri, farine raffinate, coloranti, conservanti, glifosati, etc.); disinfettiamo gli ospedali (30.000 morti annui per infezioni intraospedaliere); sovvenzioniamo un’agricoltura di qualità, sana e non velenosa.
Tutto questo se si vuole uscirne abbastanza presto, abbastanza bene e abbastanza vivi.
28.03.2020 Marco Della Luna