GOVERNI STUPIDI ARRICCHISCONO GLI AVVOLTOI
COMUNICATO N. 7 DEL 31.03.2020: GOVERNI STUPIDI ARRICCHISCONO GLI AVVOLTOI
Oggi vi racconterò una storia, che fa capire concretamente la falsità delle ricette monetarie europee, la stupidità di chi ci crede, e i loro effetti reali.
Un mattino arriva un agente di commercio e si ferma in un alberghetto di un povero paese. Dice al proprietario che vorrebbe prenotare una camera per il giorno dopo e gli lascia una banconota da 100 Euro come cauzione, con l’accordo che, se prima di mezzogiorno telefonerà per disdire la prenotazione, potrà riprendersi la banconota.
Quando l’agente riparte, l’albergatore prende la banconota, corre dal suo vicino, l’elettricista, e, con quei soldi, fa completare l’impianto elettrico dell’albergo, rendendo fruibili altre tre stanze, e aumentando così il suo reddito.
L’elettricista prende i 100 Euro e compera dal carpentiere una scala che gli permetterà di prendere lavori che prima non poteva fare, e di incrementare il reddito.
Il carpentiere, coi 100 Euro, fa riparare un macchinario guasto, e così aumenta i suoi guadagni.
Il riparatore, coi 100 Euro, paga un quadretto di un pittore locale.
Il pittore, coi 100 Euro, affitta una sala dell’albergo per fare un’esposizione.
A questo punto i 100 Euro, dopo aver aumentato il reddito e gli investimenti, sono ritornati all’origine, e l’albergatore potrebbe restituirli, se del caso, all’agente di commercio.
Anche in tal caso, anche se sono stati totlti dal sistema, il loro effetto moltiplicatore continuerà:
All’esposizione viene un giornalista e qualche acquirente, che si fermano a mangiare nell’albergo e comperano alcuni quadri per 1000 Euro.
Il pittotre, col ricavato, fa studiare il figlio, che diventa un bravo tecnico. L’albergatore, coi nuovi incassi, compera prodotti dall’agricoltore e dal pastore, i quali così si ritrovano con i mezzi per comperare il primo un migliore concime e il secondo un bravo cane da pastore, e incrementano in tal modo la loro produzione.
Intanto, questi maggiori redditi aumentano il gettito di iva e di imposte varie.
L’economia del paesello cresce, aumentano i beni e i servizi sul mercato in misura molto maggiore ai 100 Euro che vi erano stati immessi. Quindi non vi è inflazione.
Notate che quel denaro aggiuntivo, i 100 euro, è solo un pezzo di carta, potrebbe anche ssewre denaro scritturale: non richiede un previo risparmio o accumulo di ricchezza né una previa tassazione. Potrebbe persino essere falso: se accettato, funziona egualmente.
Ancora una volta, appare la falsità dei due assunti di fondo del neomonetarismo, e del capitalismo: che la quantità di liquidità (fiduciaria) disponibile, cioè di capitale, sia limitata da fattori esterni, oggettivi; e che non influenzi il livello di ricchezza prodotta.
Immaginiamo ora che, anziché immettere 100 Euro aggiuntivi nell’economia del villaggio, ne togliamo 100 come tasse per pareggiare il bilancio o rimborsare il Mes o finanziare una missione di guerra in Iraq. L’albergatore non pagherà i suoi debiti, che cresceranno con gli interessi; col tempo, si potrebbe trovare costretto a chiudere. I suoi fornitori, non incassando, non faranno investimenti e non aumenteranno la produzione, anzi ridurranno questa e i consumi, diminuendo così il giro d’affari, il pil, del villaggio. Diminuirà anche il gettito fiscale nelle casse comunali, e il comune dovrà alzare le aliquote fiscali per coprire il fabbisogno.
I debiti non pagati generano quantità sempre crescenti di interessi passivi. La sottrazione di moneta ha avviato un processo demoltiplicatore della produzione e moltiplicatore dell’indebitamento. La riduzione del reddito aumenta le insolvenze e l’indebitamento. Approfittando del crollo dei prezzi e della disponibilità di lavoro a buon mercato, speculatori esterni arrivano e comperano per pochi soldi terreni, case e capannoni in cui i paesani avevano collocato i loro risparmi, e che ora sono costretti a vendere.
Quanto sopra ci consente di capire a che cosa mira la cupola bancaria europea e a che cosa vuole portare l’Italia, con uomini come Conte, Sassoli e Gentiloni.