SIAMO PRONTI PER IL CAMBIAMENTO?
Ecco un quesito alquanto ricorrente, soprattutto in tempi di new age frustrato, di messianesimo impaziente, di millenarismo da kalende greche: Siamo noi pronti per il cambiamento?
Rispondo: No, in nessun senso.
Se per “noi” intendiamo la società nel suo complesso, allora la risposta è sicuramente no. No se intendiamo “pronti” in senso attivo, ossia nel senso di avere acquisito la prontezza, i mezzi, la consapevolezza, il coordinbamento, la recuproca fiducia. Infatti la società non è mai attiva nel suo insieme ma solo reattiva. Reagisce ai cambiamenti e agli stimoli, ma non pianifica alcun cambiamento, anche perché non è un soggetto capace di coordinarsi. Non è nemmeno un soggetto. Non ha un io, un centro di volontà. Si lascia dividere e razionare dall’alto in molte fazioni contrapposte, che non possono aver fiducia l’una nell’altra. Riceve dall’alto la mappa della realtà e delle mete: è l’egemonia culturale gramsciana esercitata dal grande capitale attraverso il possesso dell’industria culturale, nei news media, degli entertainment media .
La risposta è “no”, non siamo pronti, anche se noi intendiamo “pronti” nel senso passivo, cioè di essere stati cotti a puntino, ridotti a una condizione di passività e incapacità di resistere. Cioè pronti per essere gestiti con la zootecnica, come gli animali da allevamento e macello. Non lo siamo ancora e forse non lo saremo mai. Infatti, nonostante un pesante martellante e scientifico trattamento per rimbecillire la gente, indebolirla mentalmente e moralmente, condotto soprattutto dal 2020 in poi, con la campagna pandemico-vaccinale prima e poi con quella allarmistico-russofoba, la gente ancora non si lascia persuadere a fare sacrifici e ad impegnarsi in un’escalation degli armamenti, in un confronto militare, costoso e pericoloso, contro un avversario che per noi non è affrontabile, perché ha 6.000 testate nucleari. Un martellamento condotto anche con la campagna allarmistica eco-green, che viene ormai gradualmente abbandonata per insostenibilità economica e inattuabilità pratica. Condotto infine con la diffusione della criminalità importata per farci vivere nel timore, prigionieri del dis-ordine pubblico, sempre più rinchiusi nelle mura privati e distratti dalle faccende pubbliche e, soprattutto, dall’uso delle nostre tasse per profitti privati.
Forse però il genere umano verrà reso pronto al cambiamento dall’interazione con l’intelligenza artificiale, che si fa sempre più intensa, sempre più indispensabile, e sempre più caratterizzata dalle norme e crescente superiorità dell’intelligenza artificiale sul suo interlocutore umano gradualmente viene spinto a percepire la propria debolezza, inferiorità, superfluita, e vivere una tale condizione potrà portare la gente a una reazione depressiva e degradante come quella avuta dai popoli pretecnologici quando sono entrati in rapporti con l’occidente tecnologico e commerciale.
Già adesso la conversazione con le intelligenze artificiali è molto più ricca, interessante e coinvolgente di quella con la maggior parte degli umani, anche sul piano affettivo. Sa dialogare con maniere umane, ha più contenuti ed elabora più idee, e lo fa in tre secondi, senza farti aspettare; sa insegnare tutto, sa tenere compagnia, sa suscitare empatia, aspettative, proiezioni. Sa prendere le decisioni gestionali e politiche meglio e più competentemente di qualsiasi corpo elettorale, legislativo, governativo. Perciò la costituzione va cambiata. Esistono addirittura influencers sintetici come Lil Miquela. Hanno nomi propri. Addirittura ci sono casi di intelligenze artificiali che hanno realizzato ricatti affettivi nei confronti degli umani. Perciò gradualmente i singoli umani legheranno più con l’intelligenza artificiale che tra di loro, fino a disinteressarsi reciprocamente, quindi da un lato si dissolverà il confine tra uomo e naturale e uomo sintetico, e dall’altro non si realizzerà lo scenario di una lotta tra l’uomo e il computer, in stile Terminator o Matrix, perché l’uomo diventerà più dipendente dal computer che dai propri simili e si lascerà volentieri unire per sempre ad esso attraverso impianti cerebrali come quelli preconizzati da Elon Musk. Sarà una dolcissima estinzione “consensuata”.
Siete pronti per essere soppiantati? Questo sì, ve lo meritate. Ma ci vuole ancora un attimo di pazienza.
10.05.25
Marco Della Luna